postato il 13 Marzo 2010 | in "Elezioni, Politica"

«Basta con le piazze populiste. Berlusconi fa spot, i problemi restano»

Intervista MessaggeroPubblichiamo da “Il Messaggero” l’intervista a Pier Ferdinando Casini

di Claudio Rizza
Dica la verità, presidente Casini, l’unica piazza che le piace è S.Pietro.
«No, siamo sempre in piazza. Non c’è niente di più democratico delle piazze gioiose, rispettose, che affermano le proprie idee. Il problema è un altro».

Quale?
«Che le piazze hanno sostituito la politica. Il populismo ha preso il sopravvento sia su chi dovrebbe risolvere i problemi degli italiani, cioè Berlusconi; e su chi, invece di delineare una proposta alternativa, si riunisce ancora contro qualcuno, cioè Bersani e Di Pietro».

Quanto pesa la piazza?
«Credo che la maggioranza degli italiani sia stanca di piazze. Si trova alle prese con questioni sempre più incandescenti e invece di soluzioni è subissata di spot».

Faccia un esempio.
«Il calo del Prodotto interno lordo non è mai stato così pronunciato dagli anni ’70. Il premier dice che il peggio è passato: non so se sia una prova di fede o di avventatezza. Da mesi dicono che la crisi non c’è, ma tanti perdono lavoro, non sono coperti dagli ammortizzatori sociali, artigiani e commercianti non ce la fanno a pagare gli studi di settore, agricoltori in ginocchio…».

E dunque la piazza a che serve?
«A fare appello ai sentimenti più retrivi per cercare di mobilitare gli elettori non “per” qualcosa ma “contro” gli altri».

Un vantaggio per voi moderati, no?
«Almeno rende chiare le ragioni per cui pensiamo che il bipolarismo vada messo in soffitta. Nella metafora delle due piazze c’è un Paese che non sa guardare avanti ma continua a guardare sempre indietro. Da un lato c’è uno schieramento come il governo Prodi, in versione rinnovata; dall’altro c’è Berlusconi che dà il meglio di sé in piazza perché non riesce a risolvere i problemi e a mantenere le promesse fatte agli elettori».

Allude agli “spot”?
«Secondo la realtà virtuale abbiamo due sole aliquote Irpef, l’abolizione dell’Irap, un piano casa straordinario per l’edilizia… ma non è successo nulla. Per non parlare della mitologia sulle ronde».

In compenso c’è adesso un allarme brogli.
«Se questa è un’altra precostituzione di un alibi, la situazione per questo Paese è mortificante».

E poi c’è il premier che parla di complotto.
«Se avessi raccolto le interviste di uomini del Pdl che hanno parlato della “banda di incapaci” che non è riuscita a presentare le liste giuste… siamo al ridicolo. E’ l’unico Paese dove c’è la manifestazione contro se stessi da parte di chi governa».

I sondaggi danno il Pdl in calo, Berlusconi tenta di recuperare il suo elettorato, no?
«La manifestazione sarà un problema suo. Noi siamo impegnati a sostenere la Polverini, convinti che sarebbe il miglior governatore. Umilmente noto due cose. La prima: la Bonino sostiene che la battaglia è tra lei e Berlusconi? Non cadiamo in questa trappola, la battaglia è tra i programmi e i valori della Polverini e della Bonino. Niente altro. Anche chi contesta Berlusconi cade nella trappola di politicizzare le elezioni: queste sono le regionali, non le politiche».

E la seconda?
«E’ un suggerimento: mi sembra che far sventolare le bandiere della Lega non sia il miglior viatico per aiutare la Polverini. Se quelli di “Roma ladrona” non vengono, forse ci fanno una cortesia».

Dei sondaggi che vedono 4 regioni in bilico e un 6 a 3 per il centrosinistra che dice?
«I sondaggi sono solo sondaggi, comunque dimostrano che c’è una certa parità nel Paese e che noi siamo determinanti. Non è vero che l’Udc è andata con chi vince, ma vince chi è alleato con noi».

Il Tar ha appena bocciato la delibera sulla par condicio togliendo il bavaglio alle tv commerciali che potranno trasmettere trasmissioni politiche sulle elezioni. Giusto?
«Certe cosa capitano solo da noi. Si tratta di una limitazione seria della democrazia. Che non si possano fare in Italia trasmissioni tv nell’unico periodo in cui servono, per permettere ai cittadini di farsi un’opinione, è allucinante. Lo si fa perché si ritiene di controllare i tg che danno un’informazione addomesticata come quella che vuole il governo».

Non è un autogol?
«Penso che il troppo stroppia, che alla lunga la gente queste cose le capisce. Ho una certa fiducia, e forse questi sondaggi in discesa del Pdl dipendono anche da quello che stiamo dicendo».

Nell’ultimissimo scandalo intercettazioni, tra il premier e l’Agcom, il direttore del Tg1 sostiene che anche lei lo chiama spesso, non solo Berlusconi.
«Spero pubblichino tutte le telefonate che gli faccio».

Torniamo alle Regionali. Prevedono che la Lega si rafforzi al Nord.
«Questa formula politica le ha consentito di essere arbitra della politica italiana. Lo sosteniamo da sempre».

E di Bersani che pensa?
«Persona perbene e politico serio. Ma non è un mago, subisce le contraddizioni di guidare un partito diviso in tre: alcuni vanno in piazza con la testa e col cuore, altri solo con la testa e altri non ci vanno proprio. Naviga tra il tentativo generoso di convergenze nuove di governo anche con noi, e la convivenza con Di Pietro e la sinistra estrema».

Cosa gli contesta?
«Rimprovero al Pd di non prendere le misure a Di Pietro. Non pretendo che non ci parlino, ma se gli consentono di menare la danza e fanno capire che c’è una subalternità psicologica, perché si preoccupano che Di Pietro eroda il loro elettorato, allora non va. Il problema è di capire se i comportamenti politici di Di Pietro aiutano l’alternativa o no. Chi chiede l’impeachment per Napolitano o chiede di non firmare il legittimo impedimento, aiuta oggettivamente Berlusconi».

Anche voi, alla fine, non avete votato il legittimo impedimento.
«Ci saremmo astenuti, ma il voto di fiducia ci ha costretti a dire no. Non è una pagina esaltante, è il male minore. Quando eravamo alleati di Berlusconi abbiamo ritenuto che ci fosse un certo accanimento giudiziario. Siamo persone perbene e non abbiamo cambiato idea solo perché ora siamo all’opposizione. Però è un errore gravissimo concorrere a delegittimare la magistratura, fare di tutta un’erba un fascio, è un aiuto ai corrotti e ai ladri. E’ inutile fare leggi anti corruzione se poi si fornisce l’alibi a chiunque venga trovato col “sorcio in bocca” di potersi dichiarare perseguitato dai giudici».

Per finire, vi avvantaggia a Roma la mancanza della lista pdl per la Polverini?
«Dico di no, serve a pochissimo. Ci sono tante liste di supporto alla Polverini. Noi siamo convinti che lei possa avere una chance di governare il Lazio e siamo fortemente impegnati per lei. L’alleanza che la sostiene va oltre il Pdl. E grazie a Dio non contiene la Lega».

5 Commenti
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Bacchisio
Bacchisio
15 anni fa

Queste regionali sono lo specchio di un Paese sempre meno democratico, pobabilmente si crede di tenere sedato gli Italiani con massicce dosi di positività e lasciandoli sfogare nelle piazze una sorta di “Panem et circenses”.
On.Casini tutto questo è fastidioso.

Francesco
Francesco
15 anni fa

Lo spettacolo circense abbonda,
ma il pane scarseggia.
Evidentemente Nerone sapeva fare meglio!

Marta Romano
Marta Romano
15 anni fa

Le piazze non risolvono i problemi, ma fomentano l’odio in un Paese già dilaniato dagli scontri. Le riforme si fanno in Parlamento, e non protestando da una parte contro il Presidente della Repubblica, e dall’altro contro chi, non si è ancora capito.
Farebbero meglio a protestare contro se stessi, perchè dopo 2 anni, non sono riusciti a concludere nessuna riforma, ma soltanto centinaia di spot elettorali.
Marta

Nicola Cassone
Nicola Cassone
15 anni fa

Oggi 13 Febbraio 2010 ho letto sul Sole 24 Ore una notizia davvero singolare.
Nella rubrica riguardante l’immobiliare vedo una foto con qualche riga esplicativa:
Lo scorso 8 Febbraio il premier ha innaugurato “il Gernetto” a Lesmo recentemente ristrutturata e pronta ad ospitare l’Università del pensiero liberale.
Non ho potuto fare a meno nell’ ammirare la grandiosità dell’immobile di pensare al detto tutto fumo e niente arrosto. Dopo un sorriso amaro ho voltato pagina.

gaspare
gaspare
15 anni fa

Nicola e c’è di peggio…
la cosa indecente è che le auto blu sono più di 600.000
è stata fatta una graduatoria tra le varie nazioni.
L’italia è al primo posto ocn più di 600.000 auto blu, cui seguono gli stati uniti con 75.000
Cioè, gli USA hanno circa un decimo delle nostre auto blu.
E sai quanto ci costa tutto ciò? 20 miliardi di euro l’anno.
Basterebbe ridurre ad un terzo le auto blu, per avere un risparmio di almeno 10 miliardi di euro annui che potrebbero essere usati per la ricerca, per le pensioni, per la sanità.



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