postato il 14 Marzo 2010
‘Riceviamo e pubblichiamo’ di Antonio Cannatà
Penso che oggi tutti quanti noi siamo chiamati ad un atto forte! Chiunque si renda conto della gravità di quello che sta succedendo ha l’obbligo di non voltarsi dall’altra parte.
La democrazia, a mio avviso, è in questi giorni in serio pericolo. Le istituzioni che si fanno la guerra tra di loro sono il terreno fertile per ogni tipo di dittatura. Palese o fittizia. Quando a capo delle istituzioni non ci sono uomini “delle istituzioni” con il senso dello Stato, ma solamente arroganti e presuntuosi oltreché loschi figuri allora dobbiamo seriamente preoccuparci per la sopravvivenza delle stesse.
Se un esecutivo si arroga il diritto di usare armi come il decreto per regolamentare una legge elettorale senza, ovviamente, passare dal parlamento a mio parere siamo arrivati al capolinea della libera partecipazione.
Condividendo l’opinione che il partito di maggioranza relativa debba poter partecipare alle elezioni, e rammaricandomi io stesso che il Pdl non ci sia alle prossime elezioni nella provincia di Roma poiché moltissima gente, forse, non andrà a votare, potendo dunque falsare o quantomeno modificare il risultato elettorale, ritengo essenziale il principio che un governo non può pretendere di avocare a se tutti i poteri costituzionali, quando lo stesso cerca di modificare delle linee di pensiero giuridico, ecco che va delineandosi quel disegno di impossessarsi degli stessi poteri che dovrebbero essere intoccabili e sapientemente separati.
Se si vogliono cambiare le regole del gioco, questo è nei poteri di un esecutivo democraticamente eletto, ma va fatto nei tempi e soprattutto nei modi giusti. Il parlamento deve essere la casa del dibattito politico e la sede unica del potere legislativo. Cambiare le carte in tavola con l’uso di decreti è da bari! e da sempre i bari hanno fatto il male di ogni tavolo dove si sono seduti.
E ancor meno reputo utile l’utilizzo indiscriminato della piazza. Non bisogna dimenticarsi che è dalla piazza che nascono le dittature.
Il parallelismo, spero, è alquanto azzardato ma da una “innocua” marcia nella capitale si è dato il via al fascismo! non vorrei che un’altra “innocua” marcia possa dare il via ad altro!
Ogni cosa ha il suo luogo. La baldoria ha la piazza, la legge ha il parlamento. Se si confondono queste cose si rischia che la piazza diventi la legge e il parlamento faccia solo baldoria. E credo, spero anche a ragione, che non sarebbe la cosa più auspicabile. Il ricorso alla piazza va ponderato egregiamente! Alla piazza bisogna ricorrere senza esagerazione. Anche perché il passo tra popolo e massa è davvero breve, forse minimo. E basta un demagogo neanche troppo esperto per guidare la massa, mentre c’è bisogno di un “politico”, uno “statista”, per condurre il popolo!
Per questo oggi io confido nell’unica, spero, reale alternativa di questa politica bipolare. l’Italia non è bipolare e men che meno bipartitica! speriamo che la gente non cada nella logica del terrore leghista o nella politica finta del Pd.
Io oggi voglio avere il coraggio di essere libero da ogni condizionamento e forte nelle mie idee! solo cosi potremo un giorno rendere conto ai nostri figli delle scelte fatte oggi!