Archivio per Luglio 2010

Il vademecum del buon intercettato

postato il 16 Luglio 2010

di Germano Milite

“Pensionati non sapremmo, ma sfigati questi della P3 lo erano di certo”. Così si conclude l’ironico, irriverente e pungente “Vademecum del buon intercettato” proposto da Fare Futuro Web Magazine. Il webzine finiana, proprio come un esperto Dj che deve mixare i migliori successi dell’estate in una compilation alla Festivalbar, sceglie il tormentone estivo (il ddl intercettazioni, appunto) e procede con l’opera di tam-tam.
Del resto la corrente del Presidente della Camera aveva fin da subito dichiarato guerra a quella legge sconsiderata e bocciata praticamente da tutti (si attende il parere negativo solo da Ahmadinejad, ormai). E, così, tramite la penna intelligente di Sergio Talamo, Fare Futuro regala 10 regolette semplici-semplici da seguire per evitare “di fare la figura del pirla” quando si viene intercettati. [Continua a leggere]

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Manovra: l’intervista del Tg5

postato il 16 Luglio 2010


Una manovra impostata sui sacrifici e sul rigore che consente ai furbetti delle quote latte, che per anni non hanno pagato, di essere salvaguardati e di avere sostanzialmente un’amnistia è inaccettabile. Gli onesti non possono fare la parte dei fessi. Tremonti ha fatto anche cose positive, ma su questi aspetti serve maggior rigore.
La nostra ricetta? Più grandi riforme, più coraggio, perché i tagli lineari non hanno mai risolto i problemi.
Draghi ha denunciato il fatto che c’è una fascia di povertà che cresce e una disoccupazione giovanile sempre più forte. La cosa ci preoccupa ed è una analisi che abbiamo fatto anche noi: non serve tirare a campare, serve un governo che affronti le grandi questioni, che prenda atto che la realtà del paese non è quella che a volte descrive il presidente del Consiglio.
Stiamo vivendo al di sopra delle nostre possibilità, purtroppo questa è una consapevolezza che in Europa e in Italia non c’è ancora in modo compiuto.

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Expo 2015, rischia di essere un’occasione persa

postato il 16 Luglio 2010

di Gaspare Compagno

Dopo le dimissioni di Stanca dalla direzione dell’Expo 2015 si rischia che una occasione unica, una vetrina importantissima per Milano e per l’Italia, diventi una occasione persa.

Anzi,  l’on. Casini, in una conferenza a Milano ha testualmente detto che rappresenta “un grande risultato, molto importante” per il capoluogo lombardo, esprimendo ”forti perplessità” sulla gestione dell’evento: ”Non vorremmo che quello che doveva essere un momento di riscatto per Milano, la Lombardia e tutta l’Italia, diventi un’occasione persa”. In tal senso, sono da leggersi le dimissioni di Stanca che rappresentano ”il risultato di una paralisi e di un disagio”.

A questo punto, non bisogna più attardarsi, ma anzi bisogna concordemente lavorare per rilanciare il progetto, e questo per il leader dell’Udc, si può fare solo attraverso “una gestione dell’Expo trasparente ed efficace”.

Su questa visione, si trova d’accordo anche Filippo Penati che afferma “Sull’Expo condividiamo il giudizio di Casini: la sua conquista è stata un successo che poteva essere una grande occasione per Milano e la Lombardia e che invece, per colpa di una gestione pessima, rischia di diventare un’occasione persa”.

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Quote Latte, la multa di pochi che paghiamo tutti

postato il 15 Luglio 2010

di Gaspare Compagno

Le quote latte sono lo specchio della deriva della politica della maggioranza in questo paese: poche voci di buon senso che vengono fatte tacere in nome della tenuta del governo.

E’ di queste ore la notizia che nel braccio di ferro sulle quote latte, il grande sconfitto è il ministro per l’agricoltura Giancarlo Galan, uno che conosce il Veneto e la Lega (che è la vera vincitrice di questo braccio di ferro), che ha dichiarato che i leghisti sono stati “arroganti e irresponsabili”.

 Sulla stessa onda i giudizi, espressi nei giorni passati, dagli onorevoli Casini (che ha dichiarato: ”non si puo’ privilegiare chi per anni non ha pagato il proprio impegno con lo Stato. E’ un pessimo segnale ai cittadini italiani”) e Libè (che ha dichiarato: “Oggi la Lega vuole congelare anche le rateizzazioni che, se così fosse, dovrebbero essere pagate all’Europa dall’intero Paese. E questo mentre agli Italiani onesti vengono chiesti duri sacrifici. Siamo al paradosso”).

Cosa è accaduto oggi? Nonostante l’opposizione del ministro Galan, della Commissione Europea (per bocca del commissario all’Agricoltura, Ciolos) e del variegato fronte dei legalisti che comprende pure le massime organizzazioni del settore, tra cui Confagricoltura, secondo i quali «le multe vanno pagate e basta compromessi», la sospensione delle sanzioni fino al 31 dicembre è entrata nel maxiemendamento alla manovra economica, blindato con la fiducia, che va al voto oggi in Senato.

Ma questo non era sufficiente: i leghisti hanno anche ottenuto che il nuovo testo del provvedimento contenga un esplicito rimando agli «accertamenti in corso», cioè alle indagini condotte dall’Arma dei carabinieri e dall’apposita commissione di indagine sulle quote latte rimandando i pagamenti quanto meno al 31 dicembre.

Ma adesso si pone un problema serio: non solo l’Italia ha già un buco nero di 4 miliardi di euro, ma quasi sicuramente, questa sospensione comporterà una multa da parte di Bruxelles. Multa che si aggira intorno al miliardo di euro come afferma Ciolos, commissario europeo all’agricoltura che ha affermato che la decisione del governo italiano è in contrasto non solo con le norme comunitarie, ma soprattutto con gli impegni assunti da questo governo in sede europea. E non è vero che questo provvedimento del governo va incontro a tutti gli operatori del settore, in quanto proprio le associazioni di categoria sono le prime a scendere in campo contro il governo.

Facciamo i conti: 4 miliardi più 1 miliardo fanno 5 miliardi di euro. Che tutti gli Italiani pagano, solo perchè la Lega deve proteggere i suoi interessi localistici. Perchè badiamo bene, qui non si parla di tutelare i produttori di latte italiani, ma si tratta solamente di premiare i soliti furbi che, non hanno rispettato la legge e ceh scaricano i loro costi su tutti gli Italiani.

In questo caso, alla Lega conviene parlare di una sola Italia, quando i furbastri che la sostengono, devono pagare, allroa è bene spalmare tutte le multe su tutti gli italiani; mentre quando c’è da ricevere soldi, allora non si parla più di Italia, ma di Padania. Tutto questo all’insegna del “ciò che è tuo è mio, e ciò che è mio, resta mio”.

Con questo miliardo avremmo potuto finanziare i bonus di merito degli insegnanti; magari pagare gli insegnanti di sostegno per i bambini portatori di handicap. Magari si potevano migliorare alcuni presidi ospedalieri, o mitigare i sacrifici che questa finanziaria chiede agli Italiani.

E invece no, si tratta di soldi che tutti noi pagheremo per permettere ai soliti furbi di avvantaggiarsene.

Brunetta, ieri ha affermato che le auto blu costano all’Italia 4 miliardi di euro, e poi ha detto che si potrebbe risparmiare la metà di questi soldi, ma io non arrivo a chiedere tanto. Basterebbe risparmiare il 30% per arrivare ad avere 1,2 miliardi di euro in più nelle tasche dello Stato.

Con questi soldi si potrebbero finanziare due, tre progetti bene per vedere dei risultati concreti. E invece no, serviranno a ripianare i debiti dei furbetti delle quote latte.

Con questi soldi, ad esempio, si potrebbe istituire un fondo per le giovani coppie che volessero comrpare casa, o aiutare i lavoratori licenziati, magari proprio le famiglie degli operai che, dati alla mano, sono sempre più povere.

Invece no.

Noi non potremo attuare nulla di tutto ciò, perchè dobbiamo pagare la cecità, la scarsa lungimiranza, l’affarismo, il clientelismo della lega.

Con questo miliardo, potevamo finanziare il quoziente familiare, e invece no, dovremo dire alle famiglie, ai giovani disoccupati, ai meno fortunati, che anche oggi subiranno l’ennesimo ladrocinio, per tutelare i soliti furbi.

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Manovra, Tremonti garante di troppe furberie pro-Lega

postato il 15 Luglio 2010

Lo abbiamo sempre detto la manovra è inevitabile, ma andava fatta con più equità e meno furberia: da un lato si chiedono sacrifici a tutti e si impongono forti tagli agli enti locali e ai servizi, dall’altro si privilegiano i furbetti delle quote latte a scapito degli allevatori che hanno pagato fino in fondo i debiti che avevano nei confronti dello Stato. [Continua a leggere]

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Vergognoso il buco nero delle quote latte

postato il 14 Luglio 2010

La manovra economica è inevitabile, ma costruita male. Basta guardare al mancato impegno della tassazione delle speculazioni finanziarie, ai tagli lineari sui bilanci regionali, che saranno pagati dai cittadini in termini di erogazione di servizi. E poi c’è il buco nero delle quote latte, che è vergognoso perché non si può privilegiare chi per anni non ha pagato a scapito dei cittadini onesti.

Pier Ferdinando

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Ospedale Pediatrico Gaslini:”La Salute, prima di tutto!”

postato il 13 Luglio 2010

di Edoardo Marangoni

Lodo Alfano, d.d.l.  Intercettazioni o cosiddetta “Legge Bavaglio”, Porcellum e via dicendo… Ultimamente si è tanto parlato – a ragione, sia ben chiaro! – di provvedimenti incostituzionali, poiché in violazione dei diritti che la nostra Costituzione dichiara essere fondamentali e irrinunciabili. Tra i tanti valori costituenti la nostra Repubblica, il nostro vivere civile, vi è anche il diritto alla salute, sancito nell’ Art. 32  della Costituzione.
E se ci pensiamo, la salute è proprio una delle corde più sensibili dell’animo di ciascuno di noi. Spesso si dice, con un pizzico di saggezza popolare, “la salute prima di tutto” o “al primo posto c’è la salute”. Ed è vero, senza dubbio. Al primo posto la salute nostra e quella dei nostri cari.

Talvolta, però, ci si dimentica che la Salute, quella vera, quella di qualità, offerta da personale competente, attrezzato e aggiornato, è anche un grande, un notevole costo. E spesso, purtroppo, gli Enti Locali non riescono a sostenere tutti questi costi. O meglio, possono anche riuscire a sostenere i costi, senza però essere più in grado di ottimizzare il servizio e di essere, quantomeno, al passo coi tempi nei trattamenti terapeutici. E ciò, forse, è ancora più deprimente quando a rischiare di subire tagli lineari poco obiettivi sono i centri che rappresentano i fiori all’occhiello della Sanità, quella con la “S” maiuscola.

Uno di questi centri, di questi poli all’avanguardia, è senz’ombra di dubbio l’ Istituto Pediatrico Giannina Gaslini, situato a Genova.
Non vorrei tediare nessuno, me stesso per primo, snocciolando troppi numeri dell’attività clinica, peraltro ottimi, perché credo possano bastarne anche solo alcuni.

Scorrendo i dati, appunto, sono rimasto colpito dal notevole numero di pazienti provenienti da altre Regioni dell’Italia. Anch’io, più volte paziente dell’Ospedale Gaslini, ho fatto parte della sua “Babele di pazienti”: certo i “vicini” piemontesi e lombardi, ma, a sorpresa, anche i più “distanti” siciliani, pugliesi e campani.

Maturano quindi alcune considerazioni. Per prima cosa, perché i “vicini” scelgono il Gaslini, pur avendo ottime strutture più “sotto casa”? Banale poi il luogo comune della “Mala-Sanità” del Mezzogiorno, poiché, se la geografia non è un’opinione, tra Genova e Palermo ci sono poli pediatrici di alto livello, basti  pensare al “Bambin Gesù” di Roma e al “Meyer”di Firenze.
E pare sia il caso di dire che il Gaslini “non conosce confini”! Molti sono anche i pazienti stranieri, e non solo i “vicini” francesi.
Il fatto appunto che sia così frequentato da giovani pazienti provenienti da altre e lontane Regioni credo possa essere sintomatico, oltre che dell’efficienza e dell’efficacia, anche della qualità del servizio

Insomma, per esperienza personale e per breve ma intenso sguardo ai dati, credo di poter dire con certezza che l’Ospedale Pediatrico Giannina Gaslini di Genova sia uno dei Poli Pediatrici più importanti del nostro Paese, uno dei fiori all’occhiello del Sistema Sanitario Nazionale.

Sono quindi convinto che il Governo, ma anzi, la classe dirigente tutta nel suo complesso, fuori dai colori di parte, perché “incolore” deve essere la Sanità, debba farsi carico dei notevoli costi dell’Ospedale Gaslini, poiché i dati dimostrano che i soldi spesi sono, non solo un ottimo investimento per il singolo paziente e le sue cure, anche e soprattutto il segno tangibile e concreto della tutela di un “interesse della collettività”, proprio come dice l’Art. 32 della nostra Costituzione.

Buttiamoci, quindi, nel centro dell’attualità!

La manovra finanziaria “all’inglese”, ossia “lacrime e sangue”, di quest’anno si è completamente dimenticata dell’Istituto Gaslini. Invece di procedere a tagli lineari, che poi vuol dire indiscriminati, a prescindere, che non guardano i dati in profondità, ma si limitano ad una rapida e drastica diminuzione delle risorse, forse si sarebbe dovuto provare a trovare un criterio, qualche parametro per, ancora una volta, stabilire quali fossero i poli ospedalieri da continuare ad incentivare. Con una formula semplice e immediata: “premiare l’Eccellenza!”

Ma i nostri Parlamentari sono quasi 1000… fortunatamente! Sì, ho detto “fortunatamente”, e questa volta è proprio il caso di dirlo!! Avere molti (magari anche troppi) rappresentanti vuol però anche dire poter disporre di migliaia di occhi che leggono gli atti che passano loro sotto gli occhi durante l’iter legislativo. E questa volta è andata bene! 

E’ capitato, infatti, che il Gruppo dell’UDC-Svp e Autonomie al Senato si sia accorto di questa “lacuna” o “dimenticanza”, e abbia quindi saggiamente deciso di presentare un emendamento!
Credo non si possa dire in questo caso che il colore politico conti qualcosa. Va quindi registrata l’ottima “vigilanza”, chiamiamola così, del Gruppo UDC-Svp e Autonomie a tutela del diritto alla Salute, di ogni cittadino e dell’intera comunità.
Sono quindi convinto che l’ emendamento presentato dal Presidente del Gruppo UDC-Svp e Autonomie al Senato, Sen. Gianpiero D’Alia, sia un ottimo segno della vigilanza dei nostri rappresentanti sulla tutela di un diritto così importanti e così sentito, quale è quello alla Salute.

Ciò che possiamo ora augurarci è che la Maggioranza (o “una” Maggioranza, non conta qui il colore!) corra ai ripari al più presto, si accorga della svista e ponga rimedio, approvando questo importante emendamento, che oso definire “di buon senso”.
Non si può procedere come un carro armato di fronte ai diritti fondamentali ed irrinunciabili dei cittadini.
Speriamo che la Maggioranza abbia sempre ben presente questo concetto.
Speriamo che la Maggioranza non continui a governare con quel metodo per il quale un grande pensatore ha coniato la limpida ed illuminata definizione di “tirannide della Maggioranza” (Alexis De Tocqueville).

Per chi poi volesse approfondire, ecco il link ad un interessante resoconto tecnico-giuridico-sanitario della “storia” dell’Art.32 della Costituzione: http://www.dirittosanitario.net/quadernidett.php?quadid=20

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Smartphone e banda larga: come evitare il collasso della rete mobile?

postato il 13 Luglio 2010

Pochi giorni fa, nel corso della relazione annuale dell’Agcom, il presidente Corrado Calabrò ha lanciato un allarme sul possibile collasso nel nostro Paese della rete mobile. “L’Italia è il secondo Paese europeo per diffusione della banda larga mobile – ha affermato – Ma se non interveniamo rapidamente, con il tasso attuale di diffusione degli smartphone, la nostra rete mobile rischia il collasso”.
Calabrò ha quindi portato all’attenzione del governo l’esigenza di agire in fretta per liberare frequenze per la banda larga mobile. Secondo un’indagine effettuata dal Politecnico di Milano, a fine 2009 erano 10 milioni gli utenti che navigavano in mobilità, mentre saranno 12 milioni già entro questa estate. [Continua a leggere]

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