Archivio per Agosto 2010

Basta fango, serve responsabilità nazionale per ricucire il Paese

postato il 14 Agosto 2010


Il presidente della Repubblica, giustamente, ha richiamato alle procedure di carattere costituzionale, che vanno sempre rispettate. Io ho parlato di responsabilità nazionale perché penso che quello che serve non è schierare una parte contro l’altra, è riconciliare l’Italia, gli Italiani, è uscire da questa melma insieme, cercando di ricucire un paese che è terribilmente diviso.
Tutto quello che è avvenuto in questa estate contribuisce in modo straordinario a portare discredito nei confronti del nostro Paese e della politica, per cui io non ho nessuna intenzione di alimentare oltre questa melma di fango che sta inondando tutto e tutti e che a mio parere contribuisce a delegittimare nel mondo l’immagine dell’Italia.

Pier Ferdinando

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14 agosto, Otranto

postato il 13 Agosto 2010

Ore 10,30 – Partecipa alla Messa celebrata nella Cattedrale d’Otranto, in memoria dell’eccidio dei martiri.

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Se i modelli sono questi…

postato il 12 Agosto 2010

“Riceviamo e pubblichiamo” di Chiara Cudini.

Di fronte al crescente numero di scandali che coinvolgono la politica nasce spontanea una riflessione. Se si guarda l’intero sistema in cui la politica si inserisce, la società, si nota che la questione moralità colpisce molto altro, allo sport, al mondo dello spettacolo… praticamente tutte le organizzazioni sociali e le istituzioni in vista ad un certo punto danno motivo di parlare di sé.

Prendiamo quindi il recente “caso Belen”, coinvolta nell’inchiesta che ha fatto chiudere due famose discoteche di Milano, l’Hollywood e The Club, per spaccio di droga. La testimonianza di Belen Rodriguez (“Ho fatto uso di cocaina insieme a Francesca Lodo, a casa sua, solo due volte nei primi giorni di gennaio 2007”), insieme a quella di altre due donne, era stata raccolta nell’ambito dell’inchiesta “Vallettopoli” del 2007 e ha suscitato ora lo scandalo. A febbraio un parlamentare è risultato positivo al test antidroga a cui si sono sottoposti volontariamente 232 parlamentari. Nello stesso mese il famoso personaggio dello spettacolo Morgan dichiara: “Io non uso la cocaina per lo sballo, a me lo sballo non interessa. Lo uso come antidepressivo. Gli psichiatri mi hanno sempre prescritto medicine potenti, che mi facevano star male. Avercene invece di antidepressivi come la cocaina. Fa bene. E Freud la prescriveva. Io la fumo in basi perché non ho voglia di tirare su l’intonaco dalle narici. Me ne faccio di meno, ma almeno è pura”.

Questi sono esempi recenti del comportamento di alcune persone in vista, alle quali si richiede una certa attenzione nel condurre la loro vita, visto che vengono facilmente prese come esempi e modelli di riferimento specie dalle generazioni più giovani. Ma la lista di questi fatti potrebbe andare ben oltre.

Ora, bisogna riconoscere che l’“alta società” è fatta di uomini comuni, che non sono estranei a dubbi, a errori, a indecisioni, e che se agiscono in modo sbagliato spesso è perché loro ritenevano fosse quello giusto o più appropriato. Mi spiego. Ognuno nella vita di tutti i giorni ha davanti delle scelte, che vengono prese in base a ciò che uno ritiene il “bene” per se stesso e che alle volte può non essere il bene comune (es: per poter godere di una vita serena e senza problemi finanziari, scelgo di arricchirmi in tutti i modi, anche illegali). Altre volte capita che una persona agisca in un determinato modo pensando di fare del bene per una certa persona, in realtà finisce però per danneggiarla (es: la madre, iperprotettiva verso il figlio, non gli lascia i suoi spazi, le sue responsabilità e le sue libertà). Detto con le parole di Hegel, noto filosofo tedesco (1770-1831): “La coscienza che propone la legge del suo cuore avverte dunque la resistenza da parte di altri, perché essa contraddice alle leggi altrettanto singole del cuore loro” (Fenomenologia, vol.1).

Ammesso quindi che persone comuni, come noi, possono sbagliare, non si può comunque non stupirsi di fronte agli scandali che di giorno in giorno vengono sollevati: corruzione, droga, pedofilia, risse in parlamento e via dicendo. Infatti, resta il fatto che certi errori non danneggiano solo la reputazione di una persona, ma sono sbagli che si riflettono sulla massa. Come possiamo infatti noi “spettatori” reagire di fronte a tutto ciò? Molti saranno portati a pensare “se possono farlo loro, lo posso fare anche io”, prendendo a modello queste persone; altri perderanno ogni fiducia; altri ancora impareranno l’indifferenza per non procurarsi più tanti dispiaceri e delusioni, rifiutandosi quindi di andare a votare, di accendere la tv, di andare in Chiesa… di credere in qualcosa. Personalmente, penso che ogni mestiere, ogni ruolo abbia una sua importanza e comporti le sue responsabilità. Ad un medico viene richiesta la cura fisica, ma dovrebbe impegnarsi nel curare anche l’anima delle persone sofferenti.

Ad una maestra viene richiesta una buona preparazione, ma sarebbe bene che sapesse rapportarsi in modo costruttivo con i bambini. Ad un politico vengono richieste delle capacità nel gestire lo Stato, ma si sa che prima di tutto dovrebbe occuparsi delle persone. Ad una showgirl e alle persone molto seguite in tv viene richiesto un buon spettacolo, ma dovrebbero stare attente anche al messaggio che trasmettono. In generale, ognuno, indipendentemente dal ruolo che riveste all’interno della società, nella sua vita dovrebbe mantenere una visione generale, tenendo presente di non essere solo ma di vivere circondato da persone con le quali deve convivere, crescere, rapportarsi. Dalle quali riceve qualcosa e alle quali magari offre qualcosa (non mi riferisco all’aspetto materiale).

Ritornando ad Hegel, la soluzione all’antitesi che nasce dalla contrapposizione fra i vari progetti di ogni individuo di realizzare il proprio ideale di vero e di bene, sembra essere proprio quella di uscire dalla propria individualità, giungendo alla consapevolezza di far parte di un’universalità e conferendo quindi alla legge il compito di indicare il vero e il bene universali, riconoscendo a ciascuno tanta libertà quanta questi è disposto a riconoscerne agli altri. Egli era quindi convinto che per una rigenerazione politica, fosse necessaria prima una rigenerazione morale dell’uomo. Ecco allora, che ognuno ridimensionerebbe alcune delle proprie convinzioni, prestando attenzione agli altri e scegliendo che tipo di persona essere. Quest’ultima, a questo punto, può anche diventare modello per qualcun altro.

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Dal 10 al 12 Settembre a Chianciano: per tornare a sperare in un’Italia migliore

postato il 11 Agosto 2010

“Riceviamo e pubblichiamo”, di Giuseppe Portonera

Quando qualcuno mi chiede perché ho scelto di impegnarmi in Politica, rispondo sempre che l’ho fatto pensando che oggi più che mai c’è bisogno di novità, di energie nuove e giovani, in grado di cambiare una situazione sempre più marcia e malmessa. Quando poi mi si chiede perché ho scelto proprio l’Udc, allora chiudo gli occhi per un momento e penso. Di motivi ce ne sarebbero tanti e molti di loro sono classici: la provenienza da una famiglia di tradizione democristiana; l’ispirazione cristiana e moderata della politica di questo partito; il fatto di riconoscermi pienamente negli insegnamenti e nell’eredità di Don Luigi Sturzo e Alcide De Gasperi. Ce n’è però uno, che li supera tutti e che amo riassumere in un solo sostantivo: “coraggio”. È stato proprio il “coraggio” dimostrato dall’Udc che mi ha spinto ad abbracciarlo e a sostenerlo giorno per giorno, fin dal 2008, da quando Pier Ferdinando Casini ebbe il coraggio e la forza di dire no a una confluenza di comodo nel PDL (come fece allora qualcuno che ora ne piange le conseguenze) e di affrontare una campagna elettorale tutta in salita. Che ci avrebbe potuto benissimo far sparire dal Parlamento, come se niente fosse. E invece, per fortuna, quella scelta di coerenza e di coraggio convinse tanti come me, che non se la sentivano di dover scegliere ancora una volta tra Berlusconi e la Sinistra. Allora io, che avevo quattordici anni e nessuna esperienza concreta all’attivo, mi chiesi: “Perché una terza scelta non è possibile? Perché, fin da quando ne ho memoria, l’elettorato è sempre stato costretto a scegliere tra due radicali possibilità?”. E mi risposi dopo aver letto il programma elettorale dell’Udc (divenuto nel frattempo Unione di Centro): “Sì. Un’altra scelta è possibile”.

Da allora non ho mai smesso di sognare, non ho mai smesso di aspettare la nascita dell’alternativa concreta ai due blocchi dai piedi di argilla. Dopo il risultato delle elezioni, erano in molti quelli che mi dicevano che “sprecavo il mio tempo”, che “nell’Udc non c’è futuro”, che “prima o poi sarete fagocitati”. “Figurarsi”, rispondevo io. E infatti, dopo due anni, l’Udc è ancora qui e insieme a tanti altri adesso sta finalmente realizzando quel sogno per cui mi sono sempre battuto. Ed ecco che sempre quelli che prima mi invitavano a cambiare partito, adesso mi dicono che “siete degli opportunisti”, che “il Centro non esiste” e che “il vostro unico scopo è contrattare posti di governo”. “Figurarsi”, continuo a rispondere: questa è l’Estate dei Moderati, di un vasto e composito quadro di uomini “liberi e forti” (per usare un termine a me molto caro) che si sono stancati di rimanere ingabbiati in un “bipolarismo forzato” e che vogliono costruire sul serio la nuova “Alternativa”. Costruita sui temi concreti e, purtroppo, dimenticati: la difesa delle istituzioni democratiche fino in fondo, contro ogni cesarismo; un lavoro di ricucitura del Paese, anziché di divisione; riforme in grado di riattivare il nostro circuito sociale ed economico; la volontà di ridare ai cittadini il diritto di scegliere direttamente i propri rappresentanti (con il ritorno al proporzionale e al voto di preferenza); la concretizzazione di una vera “rivoluzione liberale”, con l’eliminazione degli sprechi eccessivi, degli enti inutili e delle burocrazie superflue; una convivenza armonica e rispettosa tra laici e cattolici; il ripudio di ogni fanatismo ed estremismo. Ci siamo sempre confrontati su questi temi, e proprio su queste fondamentali tematiche abbiamo costruito il nostro futuro: ci siamo battuti con forza, consci di essere minoranza, ma convinti di poter costruire la maggioranza. Altro che Terzo Polo. Qui si lavora per costruire il Primo, sia chiaro. Il Polo della ragionevolezza, della responsabilità, del futuro.

La festa annuale dell’Unione di Centro a Chianciano Terme, è sempre stato un appuntamento chiave in questi anni. Proprio l’anno scorso, con la partecipazione di Francesco Rutelli e di Gianfranco Fini, i giornali si lanciarono nella descrizione di retroscena ed alchimie varie. Mere manovre di palazzo. Il Centro che vogliamo costruire è ben altro. È la convinzione che un’Italia diversa e migliore sia possibile. Ecco perché l’evento di Chianciano di quest’anno (dal 10 al 12 settembre) è l’ultimo tassello sulla nostra strada: è il momento che aspettavamo da tanto e che non possiamo permetterci di perdere. Per raccogliere i frutti della lunga “traversata nel deserto” compiuta dall’Udc, per non gettare alle ortiche tutto il lavoro di questi anni. A Chianciano lanceremo l’Alleanza del Futuro, per far si che l’Alternativa diventi reale!

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Amianto nelle scuole: un compagno di scuola molto pericoloso per i nostri figli

postato il 10 Agosto 2010

“Riceviamo e pubblichiamo”, di Gaspare Compagno

I nostri figli hanno un compagno di scuola silenzioso, invisibile, e molto pericoloso: l’amianto.

Tutti noi conosciamo la pericolosità dell’amianto, responsabile di malattie mortali come l’asbestosi, o il cancro ai polmoni o il mesotelioma, e proprio per questo, con la legge n. 257, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale del 13 aprile 1992, era stato deciso di toglierlo completamente dalle scuole. Ebbene, dopo 18 anni dalla legge, ci sono ancora 2400 scuole con l’amianto nei tetti e nelle pareti, costituendo un pericolo mortale per i bambini e il personale che ogni giorno va a scuola, e queste scuole sono principalmente distribuite nel Nord: a Milano si sa con certezza, di almeno 34 istituti, dove l’amianto è presente e bisognerebbe procedere a bonifica.

La situazione, di per sé grave, assume tinte quasi ridicole se consideriamo che il 29 Aprile scorso, il ministro Maria Stella Gelmini aveva espresso soddisfazione per il reperimento (seppur a fatica) dei soldi necessari per la bonifica, per un ammontare complessivo di 358 milioni. Perchè ridicolo? Perchè in realtà gia nel gennaio del 2009 il governo si era impegnato per questa bonifica, e per renderla operativa trovando i soldi, abbiamo dovuto aspettare 16 mesi. Ma ad aggravare questa situazione, si aggiunge la notizia secondo la quale questi soldi sembra siano spariti, ovvero che, all’impegno formale del governo, non sia seguito il reperimento effettivo dei denari che non sono stati inseriti nella manovra aggiuntiva di Tremonti.

E ora?

L’unica cosa è sperare che in qualche modo, questi soldi vengano inseriti nella prossima manovra autunnale (ebbene si, cari cittadini, dopo la manovra estiva, ci attende anche la classica manovra autunnale), anche se è legittimo nutrire qualche dubbio. Ma questo governo, non aveva a cuore il Nord, come ripete sempre Bossi e la Lega? Evidentemente il difetto sostanziale a fare seguire i fatti agli spot riguarda pure le promesse e gli impegni assunti per il benessere dei bambini e del personale pubblico: a Torino si indaga sulla morte di 28 docenti che potrebbero essere imputabili alla presenza di amianto nelle scuole.

Ma la lista potrebbe allungarsi, infatti, la bonifica dovrebbe essere fatta con le scuole deserte, perché durante i lavori chi non ha le protezioni adeguate respira la polvere mortale; invece in italia la bonifica si esegue tranquillamente mentre le scuole sono aperte come ha testimoniato Domenico Mele ai magistrati.

Ma il punto nodale è: dove sono finiti i 358 milioni destinati all’edilizia scolastica? Non si sa, sono spariti nell’orgia di tagli scriteriati attuati in questa finanziaria.

Basterebbe questo a farci saltare dalla sedia, ma in realtà, questi famosi 358 milioni di euro dovrebbero essere molti di più. Infatti, a marzo scorso si era parlato di sbloccare fondi europei destinati all’edilizia scolastica per complessivi 770 milioni, ma non se ne è saputo più nulla. Anzi, il plafond complessivo dovrebbe essere di 1,9 miliardi di euro, ma di tutta questa montagna di soldi, in 16 mesi il governo ha trovato solo 358 milioni per poi farli sparire immediatamente dopo.

Questa cifra la tira fuori il sottosegretario all’istruzione Raffaele Pizza, che, nel marzo scorso, ha affermato che dei 489 milioni di euro relativi ai primi due piani stralcio deliberati dal Cipe – rispettivamente nel 2004 e nel 2006 – ne sono stati erogati 336,4 milioni. Fermo a zero risulta anche il programma straordinario da un miliardo di euro (se si eccettuano i 226 milioni stornati a favore dell’Abruzzo) varato il 29 gennaio 2009 sulla base dell’intesa raggiunta il giorno prima con le autonomie locali e sostenne che un primo stock di azioni urgenti, dal valore di 350 milioni, era pronto a partire nelle settimane successive.

Eppure di tutti questi soldi non se ne è saputo più nulla, se infatti i mesi successivi sono ricchi di proteste dell’ANCI e dell’UPI per ottenere i fondi promessi per l’edilizia scolastica. Non solo, ma molti di questi finanziamenti sono di provenienza della UE, e quindi non erano un aggravio di spesa per lo Stato italiano, probabilmente sono stati usati come bancomat dal governo per tappare le innumerevoli promesse e spot elettorali.

Vorremmo pregare il governo di fare sparire l’amianto che minaccia i nostri bambini

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Rischio elezioni anticipate, mobilitiamoci nel territorio

postato il 10 Agosto 2010

Cari amici, con la nostra attività negli ultimi mesi abbiamo ottenuto due grandi vittorie: l’elezione di Michele Vietti alla vicepresidenza del Csm e i significativi risultati della nostra opposizione parlamentare. Ma non possiamo riposarci, perché il rischio di elezioni anticipate alla ripresa dei lavori parlamentari è fortissimo. Utilizziamo perciò l’estate per mobilitarci nel territorio.

Pier Ferdinando

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Partito della Nazione, vi propongo un questionario

postato il 10 Agosto 2010

Non si può più prescindere dal costruire un grande Partito della Nazione, che avrà il dovere di risvegliare negli italiani il piacere della partecipazione politica. Un partito che parlerà il linguaggio della riconciliazione nazionale, con l’obiettivo di ricucire un Paese disgregato, impelagato in lotte corporative, che hanno l’unico effetto di allontanare le persone dal dibattito pubblico. Il Partito della Nazione dovrà avere nella partecipazione uno dei propri cardini, vi propongo di compilare questo questionario, sarà utile per conoscerci meglio.

Chianciano sarà l’occasione per fare il punto della situazione, vi aspetto.

Pier Ferdinando

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Gli Italiani senza soldi non vanno in vacanza, ma il PIL cresce

postato il 9 Agosto 2010


di Gaspare Compagno.

Stando al Censis 6 italiani su dieci non andranno in vacanza. Eppure i telegiornali ci mostrano code interminabili sulle autostrade, città d’arte piene, come anche le spiagge e a questo si aggiunge la crescita del PIL, che, ci spiegano, significa un aumento di ricchezza.

Ma è davvero così? I dati bisogna saperli leggere e mettere in relazione. Intanto partiamo dai dati del Censis: solamente poco più del 40% degli italiani potrà permettersi di andare in vacanza a causa della crisi economica che ha fatto perdere il lavoro a centinaia di migliaia di persone. Più nello specifico: meno del 18% delle famiglie italiane a basso reddito potrà permettersi di partire per una vacanza anche breve, mentre per le famiglie a reddito medio il discorso è leggermente migliore, infatti il 46% delle famiglie potranno godersi una breve vacanza.

Il segreto di tutto è proprio nel termine “breve”: a causa dei costi e della minore disponibilità finanziaria, gli italiani riducono i giorni dedicati alla villeggiatura, riducendosi per di più ad una sola settimana. E le città d’arte e le spiagge prese d’assalto? Semplice, spesso si tratta dei residenti medesimi: considerando che la maggior parte degli italiani vive in città considerate “d’arte” o in prossimità di località di montagna o di mare, è facile che i servizi facciano vedere tantissime persone, le quali però non sono turisti.

Sembra strano, ma non lo è, se consideriamo che, secondo il Censis, circa il 58% di cittadini non potrà andare in vacanza e quindi si accontenterà di passare il week end in giro per la propria città. Questi dati sono in linea con i precedenti studi pubblicati dall’ISTAT e da Banca d’Italia che disegnano un quadro di progressivo impoverimento.


Come si spiega questo con la notizia della crescita del PIL? Semplice, l’aumento del PIL non misura la ricchezza degli italiani come soggetti, ma misura quanto viene “prodotto” da una nazione, con il risultato che si può produrre moltissimo e destinare tutto all’esportazione (perché magari il mercato interno è inesistente), o la produzione può essere slegata all’aumento di occupazione.

Un controsenso? Non tanto, se consideriamo il progresso tecnologico che permette di produrre sempre di più con minore personale. Gli esempi sono tantissimi: il più noto è, per noi, la Fiat che in Italia produce lo stesso numero di auto che produce in Brasile, ma con il triplo di impiegati, e anche la STMicroelectronics, ad esempio, produce molto di più con meno dipendenti. In tal senso sono da leggere le dichiarazioni di Telecom che annuncia 3900 licenziamenti anche se mascherati da “messa in mobilità”; o di Unicredit che annuncia 4700 esuberi, come anche la chiusura della Bialetti in Piemonte, della Glaxo in Veneto o della Omsa in Romagna. Quindi, spiace per chi canta “vittoria” nel governo leggendo le stime del PIL, ma gli Italiani sanno bene quale è la realtà economica che attanaglia l’Italia per ora.

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SLA: Fazio risponde all’interrogazione

postato il 6 Agosto 2010

La Sla, sclerosi laterale amiotrofica, è una malattia degenerativa e progressiva del sistema nervoso, che colpisce i neuroni di moto centrali e periferici. Le sue cause sono ancora sconosciute, anche se è accertato che si tratta di una malattia multifattoriale, determinata cioè da un concorso di circostanze.
A fine giugno era stato Pier Ferdinando Casini a presentare un’interrogazione al ministro della Salute per la revisione dei Livelli Essenziali di Assistenza; qualche giorno fa, prima della pausa dei lavori di Montecitorio, un’interrogazione bipartisan a firma dell’onorevole Roberto Rao (Udc) e dei deputati Veltroni e Sarubbi (Pd), Barbieri (Pdl) e Angela Napoli(Fli) torna a chiedere al ministro della Salute di assumere iniziative atte a porre rimedio alle gravi carenze dell’assistenza domiciliare dei pazienti affetti da Sla e a sviluppare la ricerca sulla malattia.

La risposta del ministero della Salute, Ferruccio Fazio. «Il Ministero della Salute rivolge grande attenzione ai pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofica (SLA): con D.M. 27 febbraio 2009 ho provveduto ad istituire la Consulta delle Malattie Neuromuscolari, con il compito di acquisire informazioni sulla qualità dell’assistenza erogata nelle diverse aree del Paese alle persone con malattie neuro-muscolari gravi progressive, di individuare soluzioni efficaci per affrontare le criticità di maggior rilievo, di fornire indicazioni per lo sviluppo di percorsi assistenziali appropriati ed efficaci, di promuovere l’istituzione di Registri per le patologie neuro-muscolari gravi progressive, nonché di suggerire aree prioritarie per la ricerca di base, la ricerca clinica e lo sviluppo di sistemi tecnologici di supporto.

Le problematiche a cui vanno incontro i pazienti affetti da patologie neuromuscolari, quali la SLA, le distrofie muscolari progressive, l’atrofia muscolare spinale, la sclerosi multipla e la “locked in syndrome”, sono state affrontate negli Accordi tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano del l° agosto 2007, del 26 febbraio 2009 e del 25 marzo 2009, limitatamente alla copertura dei bisogni dei pazienti che versano in una condizione di totale impossibilità di comunicazione, pur mantenendo inalterate le capacità cognitive.
Per gli anni 2007, 2008 e 2009, gli Accordi citati hanno previsto un vincolo sulle risorse pari a 10 milioni di euro annui, con lo scopo di incentivare le Regioni a dotarsi di comunicatori ad alta tecnologia per contrastare la perdita progressiva della capacità comunicativa dei pazienti e la conseguente, profonda modificazione dello stile di vita e di relazione con la famiglia e con il mondo esterno.
Queste iniziative debbono essere ulteriormente implementate; peraltro, considerata l’esigenza di costruire un percorso assistenziale specifico, ed il suo continuo aggiornamento in relazione all’evolversi delle patologie, si prevede di vincolare, in accordo con le Regioni, nell’ambito degli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale per l’anno 2010, una quota di 20 milioni di euro da destinare a progetti rivolti a realizzare o potenziare percorsi assistenziali domiciliari che consentano una presa in carico globale della persona affetta da malattie neurologiche degenerative ed invalidanti e dei suoi familiari.
In merito d’assistenza domiciliare al paziente affetto da SLA, si segnala che lo schema di provvedimento di revisione dei LEA, predisposto dal Ministero della Salute, condiviso con le Regioni e trasmesso nel febbraio scorso al Ministero dell’Economia e delle Finanze per il concerto tecnico, include disposizioni esplicitamente riferite al potenziamento dell’assistenza domiciliare e residenziale.
In particolare, per l’ambito domiciliare si prevede l’attivazione di percorsi assistenziali caratterizzati per diversa complessità ed intensità degli interventi in relazione al tipo di patologia, alla fase di evoluzione della malattia, alla progressiva perdita di funzioni e di autonomia, all’evenienza di complicanze e al contesto familiare e socio-ambientale; nelle fasi avanzate della malattia, le cure domiciliari integrate a elevata intensità (III livello) “sono costituite da prestazioni professionali di tipo medico, infermieristico e riabilitativo, accertamenti diagnostici, assistenza farmaceutica e fornitura di preparati per nutrizione artificiale a favore di persone con patologie che, presentando elevato livello di complessità, instabilità clinica e sintomi di difficile controllo, richiedono continuità assistenziale ed interventi programmati articolati sui 7 giorni anche per la necessità di fornire supporto alla famiglia e/o al care-giver. Le cure domiciliari ad elevata intensità sono attivate con le modalità definite dalle regioni e richiedono la valutazione multidimensionale, la presa in carico della persona e la definizione di un “Progetto di assistenza individuale” (PAI). La responsabilità clinica è affidata al medico di medicina generale, al pediatra di libera scelta o al medico competente per la terapia del dolore e le cure palliative, secondo gli indirizzi regionali”.
Per quanto attiene alle iniziative di ricerca, questo Ministero finanzia annualmente la Ricerca Corrente e Finalizzata svolta dagli Istituti di ricovero e Cura a Carattere Scientifico, nonché la ricerca specifica nel settore del doping e della tutela sanitaria dell’attività sportiva.
Tra le ricerche presentate e selezionate nell’ambito del Bando antidoping 2005, sono state approvate e finanziate tre ricerche inerenti la SLA e le malattie neurodegenerative in generale, finanziate per un totale di € 310.000,00. Tra queste, in particolare, risalta la ricerca intitolata “Eccesso di frequenza di SLA fra i calciatori: correlazioni tossico-ambientali e genetiche” condotta dall’Azienda Ospedaliera San Giovanni Battista di Torino, e finanziata per € 90.000,00. Sono in corso ulteriori ricerche, rivolte allo studio dei rapporti tra SLA ed esposizione a farmaci dopanti.
Si fa presente, inoltre, che in occasione dei prossimi bandi per la Ricerca Sanitaria (Corrente e Finalizzata) e per la “Ricerca sui farmaci e sulle pratiche mediche utilizzabili a fini doping nelle attività sportive” sarà possibile, per gli Enti che svolgono attività di ricerca scientifica (Aziende Ospedaliere, Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto Superiore di Sanità, etc.) presentare progetti di ricerca sull’argomento. Per quanto riguarda, in particolare, la maggiore incidenza della SLA tra i calciatori, gli studi scientifici effettuati finora (in Italia è stato condotto nel 2005 un primo studio epidemiologco sui calciatori professionisti italiani ingaggiati in
squadre di serie A e B tra il 1970 e il 2001, poi ripetuto e aggiornato nel 2007), hanno evidenziato che tra i calciatori professionisti italiani il rischio di ammalarsi di SLA è di 6,5 volte più alto rispetto al resto della popolazione generale. Studi specifici su ciclisti e giocatori di basket professionisti hanno escluso casi di SLA tra questi sportivi, e dai risultati sembra emergere che la SLA non possa essere associata all’attività fisica di per sé. In merito alle cause di insorgenza della malattia, i ricercatori ritengono che esista un’interazione tra la predisposizione genetica ed alcuni fattori ambientali. Rispetto al problema del rapporto tra calcio e SLA è stato richiesto, per ora senza successo, all’Uefa di promuovere un dossier a livello europeo, invitando le federazioni calcistiche straniere ad effettuare studi analoghi a quelli effettuati sui calciatori italiani, così da consentire una comparazione del fenomeno su larga scala ed a livello internazionale».

Il testo dell’interrogazione di Rao, Veltroni, Sarubbi, Barbieri e Angela Napoli rivolta al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro della salute. Per sapere – premesso che: la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) o morbo di Lou Gehrig è una malattia degenerativa e progressiva del sistema nervoso che colpisce selettivamente i cosiddetti neuroni di moto (motoneuroni), sia centrali – l° motoneurone a livello della corteccia cerebrale, sia periferici 2° motoneurone, a livello del tronco encefalico e del midollo spinale;
le cause della SLA sono ancora sconosciute, comunque è ormai accertato che la SLA non è dovuta ad una singola causa; si tratta invece di una malattia multifattoriale, determinata cioè dal concorso di più circostanze e le numerose ricerche in corso mirano a chiarire il ruolo di alcuni fattori;
la SLA è una malattia molto difficile da diagnosticare. Oggi non esiste alcun test o procedura per confermare senza alcun dubbio la diagnosi di SLA. È solo attraverso un attento esame clinico, ripetuto nel tempo da parte di un neurologo esperto, ed una serie di esami diagnostici per escludere altre patologie che emerge la diagnosi;
gli esiti di studi scientifici commissionati dalla magistratura hanno evidenziato che in Italia su 24 mila calciatori professionisti monitorati tra il 1970 ed il 2001 i casi di SLA finora accertati sono circa 50 con una incidenza media tra le 6 e le 7 volte superiore a quella riscontrata nella popolazione;
tale incremento dell’incidenza media della malattia – anche se in maniera non così accentuata come in Italia – si è riscontrato anche fra i calciatori inglesi;
tutti gli altri sport indagati dagli studi – pallavolo, basket e ciclismo in particolare – non hanno rilevato tale fenomeno;
gli studi clinici finora effettuati non sono stati ancora in grado di chiarire la correlazione fra
la suddetta malattia (anche nelle sue varianti Bulbare) e l’incremento numerico di casi insorti fra giocatori professionisti di calcio -:
se non si ritenga opportuno assumere iniziative, per quanto di competenza, volte a:
a) porre rimedio alle innumerevoli carenze dell’assistenza domiciliare del paziente affetto
da SLA che essendo impossibilitato a recarsi in strutture ospedaliere, necessita di un intervento continuativo da parte dell’Asl territoriale considerato che su questo punto esistono a tutt’oggi gravi ostacoli di tipo burocratico e normativi, ai quali spesso le regioni non riescono a dare delle soluzioni (ad esempio, la difficile compresenza di medico e infermiere per una semplice somministrazione
di antibiotici endovena nei pazienti affetti da Sla, che è necessaria nelle gravi affezioni polmonari);
b) dati gli ultimi sviluppi della ricerca scientifica, concentrare l’attenzione sull’analisi della popolazione calcistica affetta da Sla e verificare le eventuali connessioni con fattori ambientali: pesticidi, diserbanti o popolazione microbica residente presente nei terreni di calcio.

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Verso il Partito della Nazione?

postato il 6 Agosto 2010

“Riceviamo e pubblichiamo” di Marta Romano.

Sembrava un’utopia, un ritornello da risuonare a pochi mesi dai convegni, per avere qualcosa da dire durante i comizi e invece, in un giorno soltanto, quella che sembrava una chimera, ha piantato il primo mattoncino per la sua fondazione.

Due giorni dopo la decisione comune di  un significativo gruppo di parlamentari, che hanno scelto di astenersi in merito alla mozione di sfiducia nei riguardi di Giacomo Caliendo, vicenda notevolmente diversa da quella di Cosentino seppur il tema della questione morale rimanga centrale, sembra che si sia mosso qualcosa. Dopo due anni di vita, o meglio, di sopravvivenza, ieri è crollato definitivamente il sistema bipolare/falsamente bipartitico all’italiana. Così concepito, era lecito aspettarsi un inceppamento, e quel momento pare essersi consumato fra i banchi di Montecitorio.

Un bipolarismo assurdo, del pensiero unico, innestato nel sistema politico di in un Paese bizzarro, che ha prodotto un blocco e una staticità anormale nella burocrazia italiana, da tempo sui generis.

Ora, dunque, è giunto il momento di voltare pagina, di riscriverne una nuova, per risollevare le sorti di questo Paese. Da oggi, sembra che questa svolta sia stata avviata. Parlo di ciò che può significare questa scelta dei tre esponenti di quella che Casini ha definito “area di responsabilità”,convinti che la cosa migliore da fare fosse la comune astensione.

Da oggi può nascere qualcosa di nuovo, ciò di cui si parla da mesi: il Partito della Nazione. Nonostante il nome non sia ancora sicuro, ciò che è certo è che oggi si è mosso qualcosa.

E’ importante voler aprire le porte di questo progetto, nuovo e innovativo, a chiunque voglia porre al servizio del Paese la propria esperienza e il proprio impegno. Non voglio che questo però significhi svendere il partito: dobbiamo mettere in pratica la meritocrazia. Dobbiamo assegnare le cariche soltanto in base al merito. Questa sarà la prerogativa per un partito che possa ambire ad essere protagonista di questa svolta.

Cosa succederà… Lo scopriremo solo vivendo.

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