Archivio per Dicembre 2010

Rassegna stampa, 17 dicembre

postato il 17 Dicembre 2010
Il Polo della Nazione comincia a muoversi e fa già paura: Fini va all’attacco della maggioranza, mentre Casini rilancia l’agenda dell’opposizione responsabile (senza fare sconti, però).  Dopo la vittoria numerica del Cav (e le continue campagne acquisti), infatti, i giochi si sono riaperti: alle porte c’è il possibile tracollo del bipolarismo così come lo abbiamo conosciuto, con delle forze centrifughe che mirano dritte alla confluenza in nuovi schemi politici. Nel Pd i cattolici e i moderati sono già pronti (infastiditi dalle uscite di Di Pietro e di Vendola), ma anche dentro al PDL sono in molti quelli in movimento; nel frattempo, la coalizione di Centrodestra rimodulata dal voto di fiducia si ritrova con ben 13 partiti: basteranno mai le poltrone promesse? A Roma, intanto, le proteste contro il Governo continuano: il voto sulla riforma Gelmini dovrebbe arrivare entro il 22, mentre sul Messaggero troverete il racconto della detenzione di una ragazza. Infine i temi dell’economia: l’Europa approva il fondo salva-stati; Colannino lancia la provocazione, “più lavoro, più competitività”; l’Espresso mette in guardia dal rischio default per lo Stato.

Fini all’attacco. Casini: convergenza dove serve (Lorenzo Fuccaro, Corriere della Sera)

L’Europa approva il fondo salva-Stati (Ivo Caizzi, Corriere della Sera)

Dopo il big bang, il Cavaliere sostenuto da 13 partiti. Prodi dipendeva “solo” da 11 (Il Messaggero)

Il Polo moderato alla prova. Fini insiste: serve una svolta (Rizza Claudio, Il Messaggero)

Il punto di Folli – Il Pd sotto pressione deve ritrovare al più presto un’iniziativa (Stefano Folli, Sole24Ore)

“Sposiamoci”. E Di Pietro inguaia Bersani (Carlo Bertini, La Stampa)

A Montecitorio: il voto finale sul ddl rifiuti rinviato a martedì (Sole24Ore)

“Vogliamo essere competivi? Lavoriamo di più” (Corriere)

Una ragazza rimessa in libertà: “In 18 nella stanza fredda, per 23 ore senz’acqua né cibo” (Il Messaggero)

“Tentati? Forse, ma non ci muoviamo”. Malessere e rabbia fra i cattolici del Pd (Corriere)

Tagli e straordinari, il sit-in al Senato (Corriere)

Si è dissolto il patto con gli italiani (La Repubblica)

Se fallisce lo Stato (L’Espresso)

Finiani, centristi e piddini nel mirino del Cavaliere (Il Fatto Quotidiano)

Con l’iPad è tutta un’altra news (L’Espresso)

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Giù le mani dai nostri sogni

postato il 16 Dicembre 2010

La sera del 7 dicembre viene trasmesso in prima serata su rai 1 l’imperdibile classico Disney “Cenerentola”. Conclusa la romantica scena del ballo fra Cenerentola e il suo principe, la storia viene interrotta dalla pubblicità, che inizia con quella del programma di Bruno Vespa “Porta a Porta”: sullo sfondo, in formato gigante, ci sono le foto di Sarah e Yara; sopra di loro una scritta a caratteri cubitali “Come difendere i nostri figli?”; in primo piano Bruno Vespa e le sue parole: “Molte ragazzine si saranno commosse davanti a fiabe come quella di Cenerentola ma poi la loro vita è stata spezzata, come successo nei recenti casi di cronaca…”. Tutto questo davanti a più di 7 milioni di telespettatori, fra i quali bambini, adolescenti, giovani, adulti e famiglie.

Personalmente, sono senza parole. Come si fa a trattenere così violentemente i piedi per terra a chi riesce a volare con i sogni e la fantasia semplicemente guardando una fiaba del genere? Con quello spot il ritorno alla realtà sarà stato immediato. L’interruzione pubblicitaria già distoglie l’attenzione e il coinvolgimento emotivo dalla storia, le parole di Vespa, poi, hanno praticamente messo a confronto sogni e realtà, speranza e realismo, ottimismo e cinismo, serenità e dolore… fiducia e paura. Ma noi abbiamo già i tg, i giornali, i cinici, i pessimisti che ci convincono ogni giorno che le difficoltà nella vita sono infinite, che il mondo fa schifo, che non vale la pena combattere, che tragedie e drammi sono sempre in agguato dietro l’angolo, che i sogni sono per i sciocchi. Quello che ci manca, è qualcuno che ci ricordi che vale sempre la pena di lottare, che credere in noi stessi e nelle nostra capacità è fondamentale, che la vita oltre al dolore ci riserba sempre sorprese e gioie… che un sogno si realizza solo se ci crediamo. Ebbene, mi stupisco sempre della quantità di messaggi positivi e di valori che un cartone animato riesce a trasmettere (molto più di molti film per adulti), ma se anche questi vengono rovinati da chi continua a riportare la nostra attenzione sul lato del mondo più brutto e crudele, come facciamo a continuare a sognare?

Ricordiamoci e soprattutto convinciamoci che “Quando desideri qualcosa, tutto l’Universo cospira affinché tu realizzi il tuo desiderio” (Paulo Coelho) e mettiamo in pratica questo verso di una canzone di Eros Ramazzotti: “Segui il passo di un sogno che hai, chi lo sa dove può arrivare…”. I sogni non sono la realtà nel presente, ma possono esserlo nel futuro, se noi ci crediamo. Dunque chiedo rispetto: giù le mani dai nostri sogni!

“Riceviamo e pubblichiamo” di Chiara Cudini

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18 dicembre, Palermo

postato il 16 Dicembre 2010

Ore 12.00 – c/o Cinema Imperia (via Emerico Amari, 160)

Manifestazione  ‘L’UDC siciliana incontra CASINI’

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Per l’OCSE la pressione fiscale sale e per i giovani non ci sono buone notizie

postato il 16 Dicembre 2010

L’OCSE ha pubblicato uno studio dal quale si evince che la pressione fiscale in Italia è elevatissima, pari al 43,5% del PIL (l’anno precedente era al 43,3%), che ci colloca al terzo posto nel mondo. Questo rapporto contraddice palesemente quanto era stato promesso dal governo, ovvero diminuire la pressione fiscale.

A giugno di questo stesso anno, avevamo denunciato che la pressione fiscale in Italia andava aumentando e non certo diminuendo come vuole fare credere certa propaganda, e lo avevamo fatto citando fatti e non parole vuote. Già all’inizio dell’estate, infatti, avevamo dato grande attenzione agli studi del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, i quali avevano rilevato che eravamo primi per la pressione fiscale come affermava Claudio Siciliotti, Presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, andando ben oltre i valori rilevati dall’OCSE, infatti, se consideriamo la pressione fiscale sulla sola componente del Pil che le imposte le paga per davvero, ossia sulla componente depurata della quota stimata di economia sommersa, si vede chiaramente come la pressione fiscale ”reale” in Italia sia superiore: 51,6% nel 2009 rispetto al 50,8% nel 2008, e quindi ben al di sopra del risultato rilevato dall’OCSE (pari al 43,5%).

Come mai questa divergenza tra i dati dell’OCSE e i dati del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti?

Questa differenza è legata alla componente di economia sommersa stimata in Italia, che e’ percentualmente piu’ rilevante di quella di tutti gli altri Paesi europei, esclusa la sola Grecia; in concreto significa che a causa dell’evasione e del sommerso i lavoratori onesti pagano molto di più, e l’indice della pressione fiscale ”reale” cresce significativamente di piu’ di quello che accade con riferimento ad altri Paesi.

A conferma di quanto affermato, possiamo anche citare uno studio della CGIA di Mestre che affermava la stessa cosa e che quantificava il sommerso in Italia pari a 250 miliardi di euro nel 2009.

Quando abbiamo dato grande risalto a questi dati, all’inizio dell’estate, ci augurammo che il governo non li sottovalutasse, ma anzi intervenisse al più presto, purtroppo la nostra speranza è stata disattesa. Oggi non solo vediamo confermati i nostri timori dallo studio dell’OCSE, ma questo stesso studio getta una luce sinsitra sul futuro dell’Italia, perchè denuncia la situazione gravissima in cui versano i giovani e il mondo del lavoro: l’Italia è al penultimo posto tra i 33 Paesi membri per quanto riguarda il tasso dell’occupazione giovanile. Se guardiamo le cifre, osserviamo che in Italia solo il 21,7% dei giovani tra i 15 e i 24 anni è occupato, contro una media Ocse del 40,2%.

E non è tutto, perchè l’Italia ha anche il minor tasso di occupati tra i giovani laureati e la maggior percentuale di giovani «falsi autonomi»: infatti nel 2008 circa il 10% dei giovani occupati italiani risultava autonomo ma senza dipendenti, contro una media del 3% nell’Ue. Che significa “falso autonomo”? Sostanzialmente che è sempre più diffuso il caso in cui aziende assumono giovani ma li costringono ad aprirsi la partita iva, in tal modo l’azienda non ha obblighi verso il giovane, ma anzi può scaricarlo in ogni momento. Tra gli occupati inoltre, riporta ancora lo studio, il 44,4% ha un impiego precario, e il 18,8% lavora part time.

Sono cifre allarmanti, che ci fanno temere per il futuro dell’Italia: sia perchè i giovani sono il futuro, sia perchè se non si da una scossa al mondo del lavoro, sono a rischio anche i conti pubblici dell’Italia stessa. Serve quindi che il governo adesso agisca, proponendo delle riforme concrete e una seria e credibile politica economica e del lavoro.

Flessibilità e svecchiare il mondo del lavoro si, ma senza che questo diventi sfruttamento.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Caterina Catanese

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17 dicembre, Roma

postato il 16 Dicembre 2010

 Ore  11.00 – Sala Alcide De Gasperi – Gruppo UDC – Camera dei Deputati (Via Uffici del Vicario 21)

Conferenza stampa sui diritti della famiglia

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Parleremo con una sola voce

postato il 15 Dicembre 2010


Credo che Berlusconi possa essere facilitato nel dialogo dal fatto che più di 100 parlamentari possano parlare con una sola voce e interloquiscano costruttivamente con il governo. Ci confronteremo per tutte le iniziative da assumere e contrastare quelle che con condividiamo.
Non e’ nostra intenzione fare guerre di religione a nessuno, ma piuttosto cercare di unificare le forze responsabili del Paese. Basta polemiche, basta i toni da giorno del giudizio che abbiamo sentito ieri alla Camera dei Deputati. Guardiamo avanti, guardiamo all’Italia che con le speculazioni internazionali in agguato ha bisogno del concorso di tutti.

Pier Ferdinando

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Berlusconi scherzi con i suoi fanti, ma lasci stare i santi

postato il 15 Dicembre 2010

Nel convulso giorno del voto di fiducia è sfuggita ai più una incredibile dichiarazione attribuita al Presidente del Consiglio: “Anche il Vaticano si è chiesto come mai l’Udc non dia l’appoggio esterno al mio governo”. Non volendo neanche prendere in considerazione l’idea che Oltretevere la prima preoccupazione sia quella di vedere l’Udc alla corte del Cavaliere, restano le parole gravissime, e non smentite, del Premier.

Perché sono gravissime? Non certo perché si esautora Padre Lombardi del ruolo di portavoce della Santa Sede, ma perché  da questa affermazione traspare la concezione utilitaristica che Berlusconi ha della Chiesa e dei cattolici. Il Presidente del Consiglio crede con generici impegni sui valori, con provvedimenti a favore delle famiglie (mai attuati) e cospicui finanziamenti a parrocchie e scuole private di poter fare della Chiesa cattolica un instrumentum regni e di trattarla come una delle azienda di famiglia. No, caro Presidente, lei potrà “convincere” tutti i deputati che vuole, potrà compiacere anche qualche prete e qualche vescovo ma non può tirare nel fango di una insulsa battaglia politica la Sede Apostolica e la Chiesa di Gesù Cristo che, nonostante le umane debolezze, hanno pensieri più importanti del salvare politicamente lei e il suo governo.

E’ triste anche il ricorso da parte di un capo di governo a termini generici e giornalistici come “Vaticano” , un termine che il più delle volte indica la Santa Sede esclusivamente come centro di potere temporale. Vaticano è il nome del luogo dove la tradizione vuole sia stato sepolto San Pietro dopo essere stato martirizzato durante la persecuzione di Nerone, il luogo dunque dove riposa un pescatore galileo che disse il suo no chiaro ai potenti del tempo. Un nome quello di Vaticano che meriterebbe maggior rispetto specie da chi si professa paladino dei valori cattolici.

Presidente, anche se siamo alle comiche finali risparmi la Santa Sede da questo teatrino segua quell’antico e sano principio proprio della saggezza popolare che vuole il profano separato dal sacro e che si concretizza nel celebre detto: “scherza coi fanti ma lascia stare i santi”. I santi si scomodano solo per le grazie importanti, per salvare un governo bastano i fanti a poco prezzo che si possono racimolare alla Camera.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi

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Rassegna stampa, 15 dicembre

postato il 15 Dicembre 2010
The Day After: il giorno dopo l’ennesima vittoria (di Pirro) per il Premier Silvio Berlusconi. Alla fine, il Gov. è uscito vincitore (ma non vittorioso) con 314 voti a favore contro 311 di sfiducia. Pierferdinando Casini, parlando ai giornali, rivendica la coerenza e la compattezza di tutto il gruppo Udc e parla di una “partita nuova”, “tutta da vincere”: provi a governare il Cav, noi ci occupiamo del rilancio del Polo Moderato (leggete dal Messaggero) e nessun tipo di avances potrebbe farci cambiare idea; né quelle di Silvio (a cui rispondiamo, “no grazie”), né quelle delle gerarchie ecclesiastiche (sarebbe bene ricordare, però, che la Chiesa è estranea alle beghe politiche). Delusione poi in casa Fli per i “tradimenti” a sorpresa di Moffa, Siliquini e Polidori: una delusione umana e politica per Fini, che però è così libero dall’obbligo che veniva dalle colombe di restare nel Centrodestra e può, quindi, immaginare anche strade diverse. Da leggere anche tre editoriali: Concita De Gregorio sull’Unità (che ci racconta il Paese sconfitto); Stefano Menechini su Europa (che ci spiega da dove dobbiamo ripartire); Gian Antonio Stella sul Corriere (che, invece, scrive del bunker parlamentare di ieri).

Casini, dopo il voto partita nuova (Lina Palmerini, Il Sole 24 Ore)

Casini: il Cavaliere non ci ha ascoltato ora governi. Se si vota, alle urne col Fli (Claudio Rizza, Il Messaggero)

Casini chiude al premier: vada avanti da solo (Alberto D’Argenio, La Repubblica)

Casini: “Caro Silvio, no grazie” (Paolo Festuccia, La Stampa)

Il leader centrista: la Chiesa estranea a beghe politiche (Avvenire)

Polo dei moderati, vertice per il rilancio (Il Messaggero)

Moffa sparisce, Catia tradisce, Casini resiste (Il Riformista)

Nell’arena di Montecitorio (Gian Antonio Stella, Corriere della Sera)

La Lega “apre” all’Udc ma ha un sogno: le urne (Antonella Rampino, La Stampa)

Pier ringrazia con l’sms (Il Tempo)

Strasburgo: una soluzione per gli eritrei (Diego Motta, Avvenire)

Un Paese sconfitto (Unità)

Tutta la tv digitale già nel 2011 (Sole24Ore)

Le Poste diventano banca al Sud (Libero)

“Fini ha commesso troppi errori, a noi la guida del Polo moderato” (Il Tempo)

Da dove si ricomincia (Europa)

Così parte da Lisbona l’offensiva dolce della Cina in Europa (Il Foglio)

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Berlusconi non ci ascolta, vada avanti da solo

postato il 14 Dicembre 2010

Se si va alle elezioni noi alternativa a Pd e Pdl

Per dar vita a un governo di responsabilità più ampio abbiamo chiesto a Berlusconi di dimettersi prima o dopo il voto alla Camera.
Ha ritenuto di non ascoltare il nostro consiglio. Peraltro ha ottenuto la fiducia che voleva per tre voti e ora ha solo il dovere di governare. Se non sarà in grado di farlo si è lasciata aperta solo una strada: costringere irresponsabilmente il Paese alle elezioni.
Sia chiaro che in quel caso siamo pronti a presentare agli italiani una proposta di governo alternativa al Pd e al Pdl.

Pier Ferdinando

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