10 marzo, Roma
postato il 7 Marzo 2011Ore 15.00 – Palazzo Wedekind (Piazza Colonna, 366 )
Convegno: ‘Centocinquanta anni di Italia. L’unità da compiere’
Convegno: ‘Centocinquanta anni di Italia. L’unità da compiere’
Conferenza stampa
Quello che noi, come Udc prima e come Nuovo Polo ora, andiamo ripetendo da anni – che questa Seconda Repubblica ha fallito, che Centrodestra e Centrosinistra sono ormai superati e che c’è fame di novità – è ormai certificato anche da numerosi sondaggi, che nella nostra Italia sono il termometro più usato per misurare gli umori del popolo elettorale.
A dare inizio alle danze, qualche settimana fa, è stato Nando Pagnoncelli, dell’Istituto Ipsos, che ha mostrato che, se Pier Ferdinando Casini dovesse scegliere di guidare il fantomatico CLN antiberlusconiano, vincerebbe con ampissimo margine su Berlusconi, 45 a 32; se invece – come ad oggi pare – il leader centrista dovesse scegliere di correre da solo, come candidato premier del Polo per l’Italia, attirerebbe a sé il 21% dell’elettorato italiano.
Qualche giorno dopo, è stata la volta di Ilvo Diamanti, che – su La Repubblica – ha pubblicato un’interessantissima “mappa”, da cui è emersa la costante crescita dell’Udc e del Nuovo Polo (passato dal 17% di dicembre al 20 di oggi) e l’aumento graduale della fiducia in Casini, quarto leader nazionale per indice di gradimento, e di Fini, +6,2%.
Su questo scenario è tornato, per la trasmissione televisiva Ballarò, sempre Pagnoncelli, che ha evidenziato il vertiginoso calo del Centrodestra, con i voti moderati in uscita verso il Nuovo Polo; anche in questo caso, interessantissimo il dato di Pier Ferdinando Casini: largamente vincente, infatti, alla guida di una Santa Alleanza contro Berlusconi (48 contro 34); e in caso di una corsa a tre poli, il nostro caro Pier si muoverebbe in una forbice di voti compresa tra il 20 e il 23 %, in crescita costante.
Sabato scorso, infine, la trasmissione In Onda (La 7), ha diffuso un nuovo, interessante sondaggio, concentrato stavolta sul solo Udc. Dall’indagine emerge che il voto potenziale (si tratta quindi di gradimento, che non si traduce per forza in voto elettorale) per il nostro partito è del 14,1%, bacino che noi occupiamo attualmente al cinquanta per cento circa, e che rappresenta una larga fetta della stessa zona elettorale presidiata dal Nuovo Polo – a riprova di quanto sostenuto da Casini. Per quanti, poi, sostengono di guardare con favore al nostro partito e si dichiarano al contempo cattolici, si parla di un 62% di osservanti, di 31% composto da sporadici, e di un 7% costituito da non frequentanti. Nel complesso, i nostri (possibili) elettori, si collocano a Destra – Centrodestra per il 21,2%, al Centro per il 36,3% e a Sinistra – Centrosinistra per il 23,9% (i non collocati sono il 18,6%): questo è un dato da studiare con attenzione, perché dimostra come in questi due-tre anni la stessa base elettorale del partito (che alla vigilia delle politiche del 2008 era per la stramaggioranza di centrodestra) sia cambiata notevolmente, attirando a sé gente e voti, a cui prima non riuscivamo a parlare. Il dato, però, sicuramente più significativo è la distribuzione anagrafica dei voti: il 36,6% è costituito, infatti, da elettori tra i 18 e i 34 anni, il 32,2% tra 35-54 anni, il 31,2% +55 anni. Questo vuol dire che il grosso della nostra base è costituito da giovani o giovanissimi: da gente, cioè, slegata dai vecchi schemi e dalle vecchie logiche politiche e desiderosa di aprirsi a un futuro che tarda, ahinoi, sempre più. Come evidenziato, peraltro, quella dell’Udc è la miglior performance – in quanto a gradimento giovanile – tra i partiti sondati finora: meglio ancora, quindi, dei colossi Pd e Pdl o dei modernisti Idv o Sel (e anche del Fli, a dirla tutta, che pure dell’innovazione ha fatto il suo cavallo di battaglia).
Sono (solo) sondaggi, è vero. E vi confesso che alle stime ho sempre creduto poco: ma i dati che emergono dagli studi sopra riportati, più che un incoraggiamento, sono la prova che quanto abbiamo fatto fin qui, è stato buono e apprezzato dagli elettori. Specie proprio dai più giovani che – non dimentichiamoli mai – devono essere il nostro target primario.
Giuseppe Portonera
Oggi assistiamo ad un degradare della piazza a luogo di scontro anziché di incontro. La Contrapposizione ci sta divorando, non siamo più capaci di capire che tutto può essere opinabile, quindi tutto può essere condivisibile oppure no, ma che ogni cosa fa parte del tutto, che in qualche modo ci appartiene: solo chi è in malafede può continuare a sostenere, e sperare di inculcarci, che bisogna sempre schierarsi e dividersi possibilmente in fazioni che sperano quotidianamente solo di disintegrarsi a vicenda. E’ per questa ragione che non ho condiviso la Piazza del 13 febbraio, poiché a mio avviso , come tutto ormai nel nostro Paese, essa è finita con l’essere strumentalizzata. Ne condividevo i princìpi nobili per cui in molte l’hanno voluta, ossia gridare ciò che Lorella Zanardo ha sapientemente riassunto ne Il corpo delle donne, urlare cioè che “non siamo solo un corpo”, o meglio che non siamo solo quello. Ecco perché ho apprezzato di più ciò che molte donne UDC e non, ma in ogni caso fuori dalla Piazza, hanno fatto il 13 febbraio: sono andate direttamente a chiederlo alle “donne interessate” i perché riguardo la scelta del corpo, magari anche sul marciapiede, ma senza nessun presunto sentimento di superiorità, che ci tiene sempre distanti anni luce dalla verità delle cose e delle situazioni. Il 13 febbraio abbiamo semplicemente assistito alla ennesima protesta contro il Governo, sprecando così una occasione ( a meno che veramente non si voglia scendere nel ridicolo, additando il Premier come unico o maggior responsabile della “questione femminile”) e poi perché dal 14 febbraio non mi è sembrato proprio di vedere e sentire in giro quella tanto agognata solidarietà in rosa. Mi capita spesso invece di osservare il contrario: tanta miseria Femminile, fatta di invidia, gelosia, menzogna ed inganno, gioco sporco e mancanza di lealtà, puntualmente a discapito di altre donne, se c’è di mezzo un uomo o una promozione sul posto di lavoro da contendersi, o anche solo per famelica volontà di sopraffazione da soddisfare. E così siamo solo di fatto passate dalle nostre beghe e contrapposizioni quotidiane alla contrapposizione in grande stile, tra donne di sinistra e donne di destra, che, come era ovvio che fosse, rispondono con la loro piazza pro Premier.
Quando saremo capaci di essere unite invece solo ed esclusivamente dalla parola “donne”, a prescindere da tutto il resto? E soprattutto, quando saremo tutte unite al di là degli interessi maschili? Non dovremmo dimostrare di essere realmente noi, donne e madri capaci di partorire la Vita e l’Amore non solo con le chiacchere, ma con i fatti? Quando dimostreremo di essere madri non solo dal punto di vista biologico, se poi di fatto non perdiamo occasione per trasformarci immediatamente in streghe a caccia della Biancaneve di turno? Quando la smetteranno alcune donne, che non riescono ad ammettere che il Ministro Carfagna sia un buon Ministro, solo perché vorrebbero analizzare con la lente d’ingrandimento il suo passato di “ donna “( come se esso avesse a che fare con il giudizio sul suo operato di Ministro della Repubblica), ma che poi con senso materno assolvono le “ poveri minorenni”, come se quest’ultime fossero sempre incapaci di intendere e di volere? Questo atteggiamento non rivela altro che un subdolo sentimento di razzismo e di invidia, potrei dire “atavico” in molte, troppe donne ancora, purtroppo. L’invidia ovviamente verrà riservata, con annesse maldicenze, ad una donna come Mara Carfagna, bella, capace, stimata da donne e uomini; il razzismo subdolo invece sarà per quelle che, solo apparentemente , suscitano pietà, quelle” povere”, appunto, tali solo perché le donne che le assolvono lo fanno esclusivamente per la loro presunta (solo nella loro testa) sciocca superiorità rispetto ad una tipologia di donna ben precisa. Ma le Donne, le Madri vere non uccidono la dignità di donna in entrambi i casi: né Ministro donna-bella, né giovane donna che ha abbracciato un percorso di vita poco raccomandabile o condivisibile dalla maggior parte delle persone. Questi mezzucci così miseri e bassi, che nulla hanno a che fare con le peculiarità della donna, dovrebbero essere le alte qualità morali che distinguono il gentil sesso dalla presunta volgarità maschile? E la presunta parità donna-uomo è da esprimere facendo solo quello che i maschi hanno fatto fino ad ora, come la partecipazione ad uno spogliarello azzurro o le molestie sessuali che “finalmente” possiamo fare anche noi sul posto di lavoro per la carriera? Nulla da dire su chi fa lo spogliarello e su chi assiste ( visto che Parigi insegna che anche questo può essere trasformato in qualcosa di bello e artistico addirittura!), ma erano solo questi i traguardi importanti da conquistare? Mi piacerebbe se la superiorità biologica della maternità si esplicasse nella proposta di fare una super piazza di richieste condivise da tutte le donne. Madri, sorelle, figlie, che si riuniscono in una mega piazza magari per aiutare concretamente donne e uomini in difficoltà: una piazza per esempio per ed insieme ai malati di Sla, o di qualsiasi altra malattia rara, che priva le persone dell’ autosufficienza necessaria per vivere dignitosamente ogni istante della propria giornata. Una piazza per loro e con loro per chiedere quell’adeguata assistenza e fondi economici che ancora mancano. Se non ora quando? L’ otto marzo, nuovamente in piazza con la sfida di rappresentare e comunicare la dignità della donna, di ogni donna.
“Riceviamo e pubblichiamo” di Elisabetta Pontrelli
L’Italia sta andando a rotoli e ha problemi da cui non esce da almeno vent’anni.
L’Udc non punta a un’alleanza con la destra o la sinistra, ma a un governo ampio di responsabilità nazionale, che metta insieme le persone per bene da una parte e dall’altra. Dovremmo incominciare un po’ tutti a pensare al futuro del Paese.
Noi siamo alternativi alla sinistra perché siamo nel Ppe, e siamo alternativi anche a questo centrodestra imperniato sulla sacralizzazione della figura di Berlusconi. Non ci nutriamo però di antiberlusconismo, perché vogliamo far nascere un’alternativa moderata. Non si deve cadere nella trappola di Berlusconi. Ogni tanto lasciamolo perdere, non c’è bisogno di replicare a tutte le sue dichiarazioni.
Pier Ferdinando
La Mattina – La riforma sarà comunque lo spot elettorale di Silvio (Amedeo La Mattina, La Stampa)
Maroni frena gli Usa su Gheddafi: «Calmatevi, ci penserà I’Europa» (Massimiliano Scafi, Il Giornale)
Panebianco – Tre scenari per una crisi (Angelo Panebianco, Corriere della Sera)
Pronti al debutto 8mila conciliatori (Antonello Cherchi, Sole24Ore)
Mamme italiane senza aiuti. Lavora soltanto una su due (Rita Querzé, Corriere della Sera)
Il Biotestamento va in aula, restano le spaccature nei poli (Alessandra Migliozzi, Il Messaggero)
E’ ospite di ‘Porta a Porta’
«Nuovo polo, niente padroni» (Davide Re, Avvenire)
II testo- un nuovo Csm e separazione delle carriere (Alessandro Trocino, Corriere della Sera)
“Il premier pensa solo ai suoi processi” (Goffredo De Marchis, La Repubblica)
È subito giallo sui processi in corso (Donatella Stasio, Sole24Ore)
Rimpasto, Silvio rilancia per convincere Bossi (Ugo Magri, La Stampa)
Gianfranco scalda i cuori Udc (QN)
Bossi e la Lega si mettono l’abito da sera (Michele Brambilla, La Stampa)
Fine vita, la parola a Montecitorio (Enrico Negrotti, Avvenire)
Scilipoti «Il rimpasto? Io me ne frego Ma se mi chiamano ci sono» (Tommaso Labate, Il Riformista)
E sul tesoro di Tripoli adesso l’Italia frena (Stefano Lepri, La Stampa)
Metti il futuro in agenda (Carola Frediani, Alias)
Io difendo la Chiesa perché credo, non per voti
Quando difendo la Chiesa lo faccio perché ci credo non perché mi aspetto dei voti alle prossime elezioni. Da cattolico difendo la competitività tra la scuola pubblica e quella libera, perché io la definisco così. Ma so che la scuola pubblica italiana è straordinaria. Io ho mandato le mie figlie alla scuola pubblica, e hanno trovato insegnanti straordinari.
Pier Ferdinando