Archivio per Luglio 2011

Anche Titanic si credeva inaffondabile…

postato il 15 Luglio 2011

Anche il Titanic era considerato un transatlantico inaffondabile, ma il comandante non vide un gigantesco iceberg. E tutti furono travolti: ricchi e umili ed il capitano e gli ufficiali non videro terra. Spero che chi guida il Paese riesca a vedere il pericolo.

Pier Ferdinando

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Con la manovra colpiti ceto medio e famiglie, non possiamo essere soddisfatti

postato il 15 Luglio 2011

Ma stiamo facendo, una scelta per l’Italia e per gli italiani

Siamo costretti a fare una manovra emergenziale sotto la spinta del mercato e degli altri Paesi che rischia di essere il primo provvedimento in attesa di altri salassi. Una manovra che mette le mani nelle tasche degli italiani e in particolare dei soliti noti, il ceto medio e le famiglie.
Ma di fronte a chi arriccia il naso e imputa l’opposizione di fare un favore a Berlusconi, rivendico la convinzione di quello che stiamo facendo, una scelta per l’Italia e per gli italiani.
Le assenze del Presidente del Consiglio nei giorni della crisi, dall’inizio del periodo critico venerdì scorso ad oggi, all’approvazione definitiva della manovra, sono il segno palese di irresponsabilità oltre che di inadeguatezza. Basta con queste chiacchiere sulla patrimoniale: e’ giusto inserire criteri di progressività e chiedere un prelievo di solidarietà a chi ha di più. E’ giusto tassare le transazioni finanziarie, colpire le pensioni d’oro, fare di più contro gli evasori che mancano sempre all’appello.

Pier Ferdinando [Continua a leggere]

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Ministeri alla Villa Reale di Monza, il federalismo che costa di più

postato il 15 Luglio 2011

Sono cominciati da qualche giorno i lavori alla Villa Reale di Monza per insediare alcuni uffici periferici dei Ministeri della Repubblica Italiana con a capo i leghisti Calderoli e Bossi.

Mentre il Senatur mostrava il dito medio al tricolore alla festa padana di Besozzo, Calderoli annunciava: “Il 23 luglio alle 11.30 apriremo il mio ministero, quello di Bossi e di Tremonti a Monza, che piaccia o no a Roma. Vi aspettiamo tutti”. E non importa se la maggior parte degli spazi della Villa sono in condizioni precari, non importa se Comune e Regione da tempo si sono impegnati per il restauro del complesso nonostante le ristrettezze finanziarie del momento, a nulla serve che Formigoni, con un bando da 20 milioni di euro per il restauro, abbia già detto che a Monza non c’è spazio per questo tipo di operazioni, il “trasloco padano” s’ha da fare. È semplicemente vergognoso che, mentre le borse toccano il fondo, mentre ci si accinge ad approvare una manovra di lacrime e sangue, il sanguisuga Calderoli utilizzi denaro pubblico per concentrare alcuni uffici periferici facendo arrivare la mobilia da Catania, a 1.300 km di distanza da Monza, schiaffeggiando ulteriormente i brianzoli, maestri del mobile, senza aver nessuno rispetto per loro e per la Villa stessa.

La Villa è un complesso di enorme valore costruita in meno di tre anni dall’architetto Piermarini che ha visto al suo interno teste coronate e che è tutt’ora sede di vari eventi culturali. L’arrivo degli uffici ministeriali e dei suoi inquilini costringerà, purtroppo, a rivedere il progetto del Museo della Villa: la Soprintendenza alle Belle Arti aveva già previsto l’ingresso dei visitatori presso il Cortile della Cavallerizza ma ad Umberto Bossi poco importa, bisognava farlo. Logico pensare che una mossa del genere è stata fatta solo ed esclusivamente per gettare fumo negli occhi a quegli elettori, ultimamente molti, che non vedono più nelle mosse leghiste i propri ideali. Questi personaggi che in settimana giacciono serafici a “Roma poltrona” e il sabato e la domenica presenziano alle feste della Lega offendendo la bandiera e il popolo italiano.

I giovani dell’UDC non ci stanno ed è per questo che siamo pronti a raccogliere le firme in tutta la Lombardia contro questo superfluo trasferimento e spreco di denaro pubblico. Confido nel popolo italiano e sono sicuro che in questo momento di sacrifici ci sia in Brianza, al Nord e in tutta Italia una sola voce che si levi a denunciare questa vergogna affinché vengano ritirati i decreti che permettono l’apertura degli uffici nella Villa Reale di Monza e faccio un appello al Sindaco Mariani e gli chiedo di tornare in sé, di abbandonare l’atteggiamento servile e di non appoggiare questo scempio che si viene a creare in un gioiello architettonico di cui andare orgogliosi.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Michele Trabacchino

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18 luglio, Tessera

postato il 15 Luglio 2011

Ore 15.30 – Pesco Club (Via Triestina 159 )

Partecipa all’incontro UDC: ” Ticket, tagli, tasse – E’questo il nuovo federalismo?”

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Casini: “L’incendio non è spento, ora responsabilità”

postato il 15 Luglio 2011

L’intervista pubblicata su ‘Il Sole 24 Ore’ di Barbara Fiammeri

«II primo, imperdonabile errore sarebbe pensare che l’incendio sia spento». Torna alla metafora con cui nei giorni scorsi spiegò il via libera dell’opposizione allo sprint per il varo di una manovra,che, anche se continua a non piacergli, rappresenta al momento l’unico estintore disponibile. Pier Ferdinando Casini è convinto che siamo ancora in stato di massima allerta e le parole pronunciate in mattinata da Giorgio Napolitano, la certezza del Capo dello Stato che «per il prossimo futuro occorreranno altre prove di coesione» ne sono la conferma. «Noi abbiamo allontanato il problema, che il Governo ha dimostrato di essere incapace di risolvere», ammonisce il leader dell’Udc, che lancia un avvertimento: «Se la maggioranza, passata la festa e gabbato lu santu, si rinchiude nell’autosufficienza allora la situazione è destinata a precipitare».

E la via d’uscita è il Governo di responsabilità nazionale?
Guardiamo i fatti. Tre anni fa noi ci definimmo opposizione repubblicana. Una linea sulla quale poi si è fondata l’alleanza con il presidente Fini egli amici del terzo Polo e sulla quale però ci sono oggi anche Bersani e Di Pietro, che hanno abbandonato la strada dell’antiberlusconismo ideologico.

Presidente lei nei giorni scorsi ha definito il premier superato, ma Berlusconi è sempre là, di fare passi indietro non ci pensa proprio e i numeri in Parlamento ogni volta gli danno ragione…
Ripeto: stiamo ai fatti. Venerdì è stato sferrato il primo attacco dei mercati all’Italia, lunedì c’è stato l’affondo, seguito dall’appello alla coesione di Napolitano a cui l’opposizione ha immediatamente risposto, dando il via libera ad approvare a tempo di record la manovra. In tutto questo Silvio Berlusconi risulta non pervenuto, se si esclude quella nota scritta in cui ha faticato a citare l’opposizione. In sintesi: formalmente il Governo c’è, ma se pensano di andare avanti con i numeri acquistati in Parlamento sarà un’agonia per il governo e per l’Italia. [Continua a leggere]

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Ospite di “In Onda”

postato il 14 Luglio 2011

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Rassegna stampa, 14 luglio ’11

postato il 14 Luglio 2011
Il governo non c’è. E se se ne accorge anche La Padania, che dedica un articolo all’attacco – frontale – che Casini ha riservato a Berlusconi, allora è proprio evidente: secondo il giornale leghista, infatti, il leader Udc ha “azzannato” Silvio, accusando un vuoto di governo ormai intollerabile. ItaliaOggi con un pezzo di Emilio Gioventù, ci racconta poi delle preoccupazioni del centrodestra: le opposizioni ormai fanno paura e i disegni di un governo tecnico con a capo Pisanu o Monti (leggete il fondo sul Corriere di quest’ultimo e l’intervista di Follini su questo tema) sono sempre più concreti; anche Fini, ieri, inaugurando la sede di Fli a Roma ha rilanciato questa prospettiva, rafforzando il suo legame al Nuovo Polo (alla faccia di chi sceglie di tornare indietro). Spazio poi alle “opinioni”: Stefano Cappellini sul Messaggero fa un ampio discorso sui referendum elettorali (e rischi di autogol, specie a sinistra); Angelo Panebianco sul Corriere chiede a gran voce una politica di taglio agli sprechi (sullo stesso tema, leggete Carlo Stagnaro sul Foglio); Cesare Maffi su ItaliaOggi torna a dare del “socialista” a Tremonti; infine, Juan Carlos De Martin, su La Stampa, fa il punto della situazione su internet e l’Italia (non ancora) digitale.

Pier azzanna Silvio: “Non c’è più, supplisce il Colle” (La Padania)

Follini: “Al Paese serve un altro esecutivo” (Aldo Cazzullo, Corriere)

Adesso l’opposizione fa paura (Emilio Gioventù, ItaliaOggi)

Il fantasma del governo tecnico agita la sinistra (Francesco Cundari, Unità)

Sprechi di provincia (Marco Onnembo, Panorama)

Sì o no alla legge? I cattolici in mezzo alla battaglia (Simone Collini, Unità)

Roma, Fini inaugura la sede di Fli e rilancia il terzo polo (Andrea Garibaldi, Corriere)

Quello che serve (davvero) al Paese (Mario Monti, Corriere)

Parma, pronta a voltare pagina. La delusione degli industriali (Dario Di Vico, Corriere)

Sono il sindaco più assediato d’Italia, ma ce l’hanno con me perché non guardo in faccia a nessuno (Damiano Iovino, Panorama)

Mettete a dieta la grassa politica (Angelo Panebianco, Corriere)

Meglio tardi che mai (Carlo Stagnaro, Il Foglio)

Mafia, chiesto il processo per il ministro Romano (Alfio Sciacca, Corriere)

La legge elettorale e il rischio autogol (Stefano Cappellini, Il Messaggero)

Il socialista Tremonti è per lo stato mamma (Cesare Maffi, ItaliaOggi)

Missione di soccorso per l’Italia non digitale (Juan Carlos De Martin, La Stampa)

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Abolizione delle province e tagli ai costi della politica: gli emendamenti UDC alla Manovra

postato il 14 Luglio 2011

Raccogliere l’appello di Napolitano all’unità e a “sbrigarsi con la manovra finanziaria”, e soprattutto a moderare i toni, è un atto dovuto, ma che non ha impedito all’UDC e -in maniera coordinata- a tutte le opposizioni, di presentare degli emendamenti. Con pieno senso di responsabilità, l’UDC ha ridotto a tre i suoi emendamenti, proprio per non appesantire l’iter della finanziaria e contribuire attivamente alla sua genesi.

In particolare mi sembrano degni di menzione due emendamenti: il primo che chiede l’abolizione delle province; il secondo chiede che i tagli agli emolumenti dei politici partano già dal 2012. Quest’ultimo emendamento va anche incontro a quanto chiesto da Draghi, che parlava della necessità di ulteriori tagli se si volevano evitare nuove tasse e mi sembra un atto doveroso verso gli italiani.

Tremonti ha voluto dare avvio a questi tagli dal 2013, non andando a toccare i vitalizi già in atto, perché, afferma, vuole evitare ricorsi in tribunale sui “diritti acquisiti”. Francamente vorrei vedere un simile ricorso, ma al peggio non c’è mai fine. Per questo l’emendamento dell’UDC che anticiperebbe questi tagli al 2012 sarebbe importante, perché servirebbe a fare uscire allo scoperto quei politici bravissimi a parole ma che fanno tutt’altro con i fatti.

L’altro emendamento molto interessante è il taglio delle province che porterebbe ad un risparmio di circa 2 miliardi l’anno, una esigenza avvertita da tutti i cittadini. Anzi, ricordo che era un punto fondamentale nelle promesse elettorali dell’attuale governo; quindi l’UDC chiede che questa promessa sia mantenuta, andando incontro alle aspettative e richieste degli italiani, i quali ormai sono stufi di promesse a cui non seguono mai i fatti.

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Il Testamento Biologico

postato il 14 Luglio 2011

279 si, 206 no, 11 astenuti, la Camera approva!”. Queste parole riecheggiano il 12 luglio 2011 nell’aula di Montecitorio ma la nostra storia parte da qualche anno più in là. 4 aprile 1997: in Spagna a Oviedo i paesi membri dell’Unione Europea firmano la “Convenzione per la protezione dei diritti dell’uomo e la dignità dell’essere umano riguardo alla applicazioni della biologia e della medicina” che invita e vincola i paesi firmatari a creare e ad adottare negli anni seguenti norme contrarie all’accanimento terapeutico e alla regolazione del consenso informatico. A rappresentare l’Italia in quel momento è il primo governo Prodi che presto sarebbe giunto al capolinea con il ribaltone dalemiano. Da quel momento sono passati ben 14 anni, 14 anni intessuti di scontri, astio, fazioni che forse avrebbero potuto e anzi dovuto dare spazio a un maggior dibattito, pacatezza e serenità nell’interesse di tutti .

La “bomba” viene sganciata dal paese dei tulipani nel 2002 con un testo che per molti è la pietra miliare del “diritto all’eutanasia”. In realtà, tale testo stabilisce, non il “diritto all’eutanasia”, l’eccezione di alcune norme del codice penale che prevedevano la non imputabilità del medico per sospensione dell’erogazione di cure -in una regolamentazione peraltro abbastanza rigida- con paziente consenziente. Piccola sottolineatura: la costituzione e il diritto civile olandese, punto di riferimento per il pensiero più libertario, non afferma – così in tutto il resto del mondo – mai esplicitamente che l’eutanasia sia un diritto.

Fra qualche mese, quando il ddl Calabrò sarà definitivamente tramutato in legge con l’approvazione del Senato della Repubblica, anche l’Italia disporrà di una sua legislazione in merito. Ma che cosa afferma nello specifico la legge approvata alla Camera il 12 luglio? Cerchiamo di capirlo insieme.

Essa si compone di nove articoli, il primo dei quali “riconosce e tutela la vita umana, quale diritto inviolabile e indisponibile, garantito anche nella fase terminale dell’esistenza e nell’ipotesi in cui la persona non sia più in grado di intendere e di volere, fino alla morte accertata nei modi di legge”, e vieta esplicitamente “ogni forma di eutanasia e ogni forma di assistenza o di aiuto al suicidio, considerando l’attività medica e quella di assistenza alle persone esclusivamente finalizzate alla tutela della vita e della salute nonché all’alleviamento della sofferenza”.”

Il secondo articolo è sul consenso informato “Salvo i casi previsti dalla legge, ogni trattamento sanitario è attivato previo consenso informato esplicito ed attuale del paziente prestato in modo libero e consapevole”.

Ma il cuore della legge è sicuramente l’articolo 3 che “esprime orientamenti e informazioni utili per il medico, circa l’attivazione di trattamenti terapeutici purchè in conformità a quanto prescritto dalla presente legge”. Si tratta di un vero e proprio testamento biologico, denominato DAT, dalla durata di cinque anni e rinnovabile legato al dichiarante e a un suo fiduciario che sarà contenuto in un archivio unico nazionale e informatico sotto la tutela del Ministero della Salute. Il parere del medico sarà tuttavia vincolante perchè “sentito il fiduciario, annoterà nella cartella clinica le motivazioni per le quali ritiene di seguirle o meno” in base anche alla novità offerte dalla ricerca biomedica nella lotta alle malattie. Escluse dalla sospensione delle cuore sono l’idratazione e l’alimentazione considerate dalla legge non cure ma diritti inalienabili di ogni essere umano.

Non voglio fare discorsoni né rischiare di aprire infiniti dibattiti di stampo bioetico, medico o filosofico: semplicemente invito ciascuno di voi a riflettere molto semplicemente sui contenuti della legge che vi ho elencato in breve e magari a rintracciare e leggere il testo completo.

Piccolo suggerimento: ragioniamo e facciamolo con la nostra testa non facendoci condizionare da schemi di partito ma in base al nostro pensiero, coscienza, rispetto. E’ squallido e insensato prendere posizione perché semplicemente si appartiene a una parte politica e a una certa corrente di pensiero, ognuno di noi ragioni con la sua mente e la sua coscienza. E’ questo l’atteggiamento giusto.

Jakob Panzeri

PER APPROFONDIRE:

La convenzione di Oviedo, consiglio Europeo 4 aprile 1997

Il testo della legge italiana e i dossier allegati sul sito della Camera dei Deputati

La legislazione olandese

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