Archivio per Agosto 2011

15 agosto, Lecce

postato il 14 Agosto 2011

Ore 9.30

Visita il carcere di Lecce, nell’ambito dell’iniziativa dei Radicali “ferragosto in carcere”

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Si chiede al Paese un sacrificio immenso, tutti mostrino senso dello Stato

postato il 13 Agosto 2011

Avanzeremo proposte per rendere la manovra meno iniqua

Dopo tre anni di inutili perdite di tempo e di patetiche rassicurazioni sulla condizione dell’Italia, nel pieno di una tempesta finanziaria mondiale, il governo si e’ finalmente svegliato.
Ma lo ha fatto tartassando i soliti noti che non evadono le tasse, il ceto medio e le famiglie, ed evitando quegli interventi strutturali di cui invece il Paese ha bisogno.
Sembrano tuttavia parzialmente recepite alcune delle nostre indicazioni sulla tassazione delle rendite finanziarie (con l’esclusione di Bot, Cct e Btp), sui tagli alle province e sull’accorpamento dei piccoli comuni, sempre che tutto questo non si riduca all’ennesimo annuncio ad effetto.
E’ un sacrificio immenso quello che il governo chiede al Paese e a cui le forze di opposizione devono corrispondere con grande serietà e senso dello Stato.
La volontà espressa dal presidente del Consiglio di non porre la fiducia su questo decreto ci impegna ad avanzare alla luce del sole, a partire dal Senato, le nostre proposte tese a rendere meno iniqua e ingiusta questa manovra.

Pier Ferdinando

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C’era un muro a Berlino

postato il 13 Agosto 2011

La mattina del 13 agosto 1961 l’immaginaria cortina di ferro di Churchill diventava una terribile realtà per i cittadini di Berlino: tre metri di cemento deturpavano l’ex capitale della Germania unita e la sventravano nei pressi della Porta di Brandeburgo. La “Barriera di protezione antifascista”, questo il surreale nome del muro di Berlino secondo i capi della RDT, era in realtà il muro di una prigione grande quanto la Germania Est il cui fine era evitare che il popolo della Germania socialista potesse scappare nel mondo libero. Ventotto anni dopo, nel novembre del 1989, questo monumento alla tirannia comunista venne travolto dalla storia ma le sue pareti, nel frattempo,  si bagnarono del sangue di almeno 136 persone. Sulla tomba di fantasia del muro una mano berlinese scrisse: “1961-1989, nacque, si bagnò di sangue, morì”.

Adriano Frinchi

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Una manovra non strutturale, infarcita di tasse e balzelli

postato il 13 Agosto 2011

La bozza della manovra varata dal governo  prevede molti punti, alcuni già anticipati nel corso della giornata, ma dando un primo sguardo la manovra non è affatto soddisfacente, perché non è la riforma del sistema Italia che da più parti era stata richiesta.

Il commento dell’on. Galletti è anche più duro: “Questa manovra si presenta priva di elementi strutturali e infarcita di tasse e balzelli che colpiranno in particolare i ceti medi e le famiglie italiane. Saremo responsabili, come sempre, ma la nostra preoccupazione è altissima”.

Perché questo giudizio così duro?

Perché questa manovra è solo una manovra contabile, che in prospettiva rischia di diventare estremamente recessiva per l’economia italiana.

E’ previsto un taglio di 6 miliardi ai ministeri previsti nella manovra correttiva che arriverebbero attraverso la riduzione dei fondi Fas. Da quanto si apprende, infatti, sarebbero contenuti nella bozza tagli alla banda larga per quanto riguarda il ministero dello Sviluppo economico, meno risorse per la prevenzione di rischi di dissesto idrogeologico per quanto riguarda il ministero dell’Ambiente, e tagli all’edilizia scolastica e carceraria per quanto concerne i ministeri dell’Istruzione e della Giustizia. E questi tagli sono gravissimi: intanto abbiamo un enorme gap tecnologico nella banda larga rispetto alle altre nazioni, ma soprattutto ci siamo scordati dell’anno scorso, quando bastarono alcune piogge un po’ più violente del normale per generare morti e danni per svariate diecine di milioni di euro mentre la Liguria e il Veneto erano sotto l’acqua?

Vi è poi un aumento di tasse per le imprese che operano nel settore delle energie rinnovabili e il Governo starebbe valutando di equiparare il livello dell’imposizione sui profitti delle aziende che operano nelle rinnovabili ai livelli di imposizione sui guadagni di chi opere nelle fonti energetiche tradizionali. Allo stato attuale per le imprese operanti nel settore delle rinnovabili si applica una imposizione minore del 3% rispetto al settore delle energie tradizionali, inoltre si prevede il taglio del 30% agli incentivi per le fonti rinnovabili.

Con il prezzo del petrolio alle stelle, con l’energia nucleare bloccata dal referendum, mettere i bastoni fra le ruote alle fonti energetiche rinnovabili è da sconsiderati se consideriamo il peso nel PIL italiano raggiunto da questo settore produttivo.

Ovviamente, i lavoratori pubblici saranno toccati pesantemente, infatti si prevede il pagamento con due anni di ritardo dell’indennità di buonuscita, mentre per gli autonomi si prospetta un aumento della quota Irpef forse a partire dall’attuale 41% per i redditi oltre i 55.000 euro e aumento al 20% della tassazione per tutte le rendite finanziarie, esclusi i titoli di stato che restano al 12,5%.

E’ una manovra di tagli e tasse, senza che vi sia nulla per la crescita e francamente trovo irrispettoso Berlusconi quando dice che “il cuore gli sanguina” quando fino a pochi mesi prima aveva detto che il “peggio era alle spalle”.

Oggi abbiamo tagli ai ministeri, agli enti locali (che ovviamente si rifaranno sui cittadini), alle aziende del futuro, e tasse e soprattutto la possibilità per i dipendenti statali di non avere la tredicesima se non risponderanno a certi requisiti di produttività.

Non è una manovra per la crescita, ma solo una manovra per tirare a campare e questo è, francamente, inaccettabile.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati

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Perché Londra brucia

postato il 12 Agosto 2011

Londra brucia. Tutto ha inizio giovedì 4 agosto nel quartiere di Tottenham, il ventinovenne tassista Mark Duggan, membro di una gang locale e presunto spacciatore di droga, rimane ucciso in un conflitto a fuoco con Scotland Yard durante un tentativo di fuga. La notte successiva Londra brucia: giovani del quartiere nero di Tottenham saccheggiano negozi, incendiano auto, spaccano vetri, assaltano agenti con bottiglie, pietre, spazzatura, molotov artigianali. Subito i principali commentatori associano queste immagini alle rivolte delle banlieau di due anni fa nei quartieri ghetti di Parigi e la colpa delle violenze ricade sul disagio sociale e sull’incapacità di integrare culture diverse. L’intellettuale Roger Scruton, professore di filosofia alla Boston University e autore de “Il manifesto del conservatorismo contemporaneo” subito muove il dito contro il fallimento del multiculturalismo e la sua incapacità di preservare le vere identità culturale annacquandole insieme in un unico meticciato mentre Damian Thompson, editorialista del Daily Telegraph, si esprime con parole durissime :” “Abbiamo creato una cultura della gang violenta, sessista omofobica e razzista; è una vergogna che cadrà sui multiculturalisti bianchi veri responsabile di questo disastro”. I giorni passano, vengono contagiati anche i quartieri di Brixton, Peckam, Islington, Lewisham e Oxford City e il tumulto raggiunge infine anche Liverpool e Manchester spargendosi a macchia d’olio in tutta l’Inghilterra. Più si guarda da vicino queste rivolte più ci si accorge della superficialità e dei gravi errori del primo giudizio: dai tribunali aperti 24 ore su 24 e in cui vengono portate più di 1.200 persone emergono storie incredibili e raccapriccianti: giovani studenti, mamme single, padri di famiglia disoccupati, poveri e non, delinquetelli comuni, gente di ogni etnia, età, origine sociale. La storia più sconvolgente è sicuramente la testimonianza riportata su “Il Corriere della Sera”da Fabio Cavalera della signora Onelia Giannattano, parrucchiera italiana emigrata a Londra: ““Sembrava un angelo, un angelo col caschetto di capelli rossi. Avrà avuto quindici o sedici anni, una ragazzina bellissima. Poi l’angelo è diventata una strega. Era con alcuni giovani, suoi amici, che all’improvviso si sono scatenati. Hanno sfasciato senza una ragione le mie vetrine e razziato ogni cosa. E lei se la rideva tranquilla e mi prendeva in giro: te la fai sotto eh? Quegli occhi, quelle parole di sfida non li dimenticherò mai”.

E allora ci si accorge che il malumore della periferia e dell’integrazione sono solo la miccia, la punta dell’iceberg che cela al di sotto un quadro molto più preoccupante. E’ un’intera società a ribellarsi e a scatenare un incendio di violenza le cui fiamme sono la carenza di desiderio e l’inconsapevolezza del domani.

E tutto ciò mentre è a rischio l’intero modello economico (e non solo) occidentale.

Mala tempora currunt: Londra brucia e noi insieme a lei.

Riceviamo e pubblichiamo Jakob Panzeri

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La confusione di Tremonti e la concretezza di Casini

postato il 11 Agosto 2011

Nonostante l’assolata giornata estiva, una fitta coltre di nubi gravava sull’aula parlamentare dove si sono riunite le commissioni congiunte Affari Costituzionali e Bilancio di Camera e senato per ascoltare le comunicazioni del Ministro dell’Economia Giulio Tremonti.

Dopo aver parlato per tre quarti d’ora, il ministro ha sostanzialmente lasciato dietro di sé solo una fumosa cortina di buone intenzioni e confuse ricette sui modi e sui tempi necessari per tentare di uscire dalle pericolose secche in cui si trova incagliata l’economia del Paese.

La sensazione di una maggioranza di governo in piena confusione è stata poi confermata dagli interventi del segretario politico del PDL Angelino Alfano e dal Capogruppo della Lega Nord alla Camera Marco Reguzzoni; i loro interventi, lungi dal chiarire le intenzioni del Governo, hanno invece confermato le distanze tra diverse correnti anche all’interno della stessa formazione politica.

Ancora una volta, l’unico intervento chiaro e comprensibile è stato quello tenuto da Pier Ferdinando Casini a nome dei gruppi parlamentari dell’Unione di Centro. Nel suo discorso ha dapprima stigmatizzato la tendenza, che continua tuttora, della attuale compagine governativa a voler minimizzare e banalizzare la situazione italiana perché, se è verso che esiste una crisi che coinvolge l’intero continente europeo e molte altre economie mondiali, è anche vero che nascondere le specificità della crisi italiana non aiuta a trovare vie d’uscita percorribili.

Dopo aver ricordato come, di fatto, la BCE abbia “commissariato” la politica italiana con la sua lettera, Casini ha anche avvertito che il commissariamento deve intendersi rivolto all’intero sistema politico italiano, non alla sola maggioranza di governo. In merito alle proposte di riforme istituzionali, il leader dell’Unione di Centro ha bocciato duramente la proposta di modifica dell’art. 41 della Costituzione in materia di libertà economiche definendola puramente demagogica; diversamente ha concordato sulla possibilità di studiare modifiche all’articolo 81 della Carta al fine di introdurvi l’obbligo del pareggio di bilancio, pur con le dovute garanzie.

Passando a temi più rapidamente concretizzabili, Casini ha ricordato come il prolungarsi dell’indecisione sulle misure da prendere rischi di far arrivare il Paese al 2012 con la necessità di nuovi e pesanti tagli lineari che andrebbero ancora una volta a danneggiare le famiglie, le disabilità ed i lavoratori dipendenti più svantaggiati. Per scongiurare questo pericolo, la ricetta dell’Unione di Centro si basa quindi su almeno cinque ingredienti di base: costi della politica, riforma del fisco,liberalizzazioni, riforma delle pensioni e del mercato del lavoro.

Per il capitolo sui costi della politica la proposta verte sull’accorpamento dei piccoli Comuni e l’abolizione delle province con attribuzione delle relative funzioni ai Comuni, anche in forma consorziata; inoltre graduale dismissione delle partecipazioni nelle aziende municipalizzate.

Per quanto riguarda il sistema fiscale, Casini si è detto favorevole alla tassazione delle rendite finanziare, ad eccezione di BOT e CCT, e ad una seria riflessione sull’ICI la cui abolizione ha messo molti Comuni in una situazione di grave dissesto. Disco verde anche ad un contributo di solidarietà da parte dei redditi più alti con strumenti che tengano conto però della composizione famigliare del percettore.

Per dare nuova linfa all’economia del Paese, via libera anche ad un cospicuo pacchetto di liberalizzazioni che riguardino i servizi pubblici locali, le farmacie, le banche nonché le reti energetiche e le professioni. Sul punto il leader dell’Unione di Centro ha ricordato a Tremonti che l’input deve necessariamente partire proprio dal Governo che deve dimostrarsi libero dalle pressioni delle lobby parlamentari.

Sul tema della riforma delle pensioni, via libera all’agganciamento dell’età pensionabile con quello della durata della vita media ma anche in questo caso l’Unione di Centro si dichiara intransigente rispetto all’introduzione di una sorta di quoziente famigliare che consenta di differenziare il trattamento a favore dei nuclei famigliari che più di altri anno sofferto le scelte economiche fatte da questo governo negli ultimi tempi.

Ultimo punto è la riforma del mercato del lavoro, che deve partire da un concetto semplice: più flessibilità in uscita e maggiori garanzie al precariato giovane, con agevolazioni fiscali alle imprese che incentivino la trasformazione dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato perché il tema della precarietà sta diventando una emergenza devastante per i giovani ed il loro futuro.

Vedremo nei prossimi giorni se questi suggerimenti concreti, saggi e socialmente giusti sapranno essere raccolti e valutati da chi ha il compito di governare questo nostro Paese.

Riceviamo e pubblichiamo Roberto Dal Pan

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Crisi, l’intervento in Commissione

postato il 11 Agosto 2011
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