24 ottobre, Bologna
postato il 24 Ottobre 2011Ore 17.30 – Archiginnasio – Sala dello Stabat Mater (Piazza Galvani, 1 )
Partecipa a Bologna alla presentazione del libro di Virginiangelo Marabini “Voltandomi indietro. Sessant’anni tra la gente”
Partecipa a Bologna alla presentazione del libro di Virginiangelo Marabini “Voltandomi indietro. Sessant’anni tra la gente”
Casini: Parigi non può ridicolizzarci (Maria Teresa Meli, Corriere della Sera)
Casini- “L’Italia non può essere ridicolizzata” (Paolo Festuccia, La Stampa)
L’opposizione- «Umiliati e trattati come la Grecia» (Diodato Pirone, Il Messaggero)
Diamanti – Il Paese sospeso tra indignazione e sfiducia (Ilvio Diamanti, La Repubblica)
Le irriverenti risate della coppia Merkel-Sarkozy su Berlusconi non mi hanno stupito. Ridere di Berlusconi all’estero è cosa molta comune, è sufficiente per rendersene conto fare un giro sui siti stranieri di satira o parlare con la gente comune. Personalmente quando all’estero ho citato Berlusconi mi sono imbattuto nelle crasse risate di un addetto alla sicurezza dell’aeroporto di Tel Aviv, nell’imbarazzo di una ragazza di Helsinki e nel sorriso ammiccante di un cameriere francese. Chiaramente un conto è ridere per strada tra gente comune, un altro conto è ridere ad un vertice internazionale. Di certo c’è che le risate della cancelliera tedesca e del presidente francese ma anche quelle dell’uomo di strada sono un indice preoccupante: nessun premier italiano aveva mai ricevuto un trattamento simile. A queste risate però bisogna rispondere, e la risposta la può dare solo Silvio Berlusconi. Non basta mettere il broncio e dire che “non si è mai stati bocciati”, occorre una decisa inversione di rotta, un cambio di stile e una presa di coscienza: l’Italia in questa congiuntura politico-economica non si può permettere un premier considerato alla stregua del pacchiano Bokassa. Occorre perciò un’immagine nuova, un’immagine di un paese coeso, impegnato e affidabile. Dubito però che questo si possa fare dal palco del congresso del movimento di Scilipoti o preoccupandosi della sorte di Lavitola. Una risata ci sta seppellendo, riusciranno Berlusconi e la maggioranza a rendersene conto?
Adriano Frinchi
“Riceviamo e pubblichiamo” di Jakob Panzeri
Il primo settembre 1969, mentre re Idris si trovava a Bursa, in Turchia, in un complesso termale con la moglie e il suo seguito, un giovane militare di tendenze progressiste e nazionaliste sancisce con un pacifico colpo di stato la fine della monarchia libica istituendo il Comando della Rivoluzione. A poco più di ventisette anni, è il più giovane capo di stato del mondo e fa sognare una “repubblica araba, libera e democratica”.
42 anni dopo. Il Colonnello ha la testa appoggiata alla gamba di una persona. Sanguina. In un secondo frammento appare riverso sul cofano di una jeep. Lo tirano giù e lui sta in piedi, anche perché dei guerriglieri gli fanno da stampella. Si sente gridare due volte: «Tenetelo in vita». Poi gli spari e un cadavere trascinato nella polvere.
Finisce così, tra sangue e calcinacci, la vita di Muammar Gheddafi, il giovane profeta dell’Africa unita rivelatosi uno dei più crudeli assassini e dittatori d’Africa.
Immagini da macelleria messicana trasmesse su tutte le reti nazionali e i telegiornali senza alcun filtro, una scelta sicuramente opinabile, forse mediata da poco buon senso. Molte altre testate e reti internazionali come l’inglese BBC hanno scelto invece di mostrare solo le scene precedenti alla morte del dittatore, lasciando disponibili i frammenti successivi sul proprio sito internet dopo aver avvisato della gravità della scena. Chissà se per ogni bambino che ha visto le immagini di Gheddafi morente ci fosse anche vicino un adulto in grado di spiegarli la realtà dei fatti e il significato di tanta violenza! Non si tratta di censura ma unicamente di buonsenso, come espresso nella dichiarazione Capogruppo dell’Udc in Commissione di Vigilanza Rai, Roberto Rao.
Non si può gioire per la morte di un essere umano, di un qualsiasi essere umano, perché non è lecito a un uomo uccidere un altro uomo. La sua scomparsa non cancella le sofferenze che ha inflitto a migliaia e migliaia di libici. Ci auguriamo che la morte di Gheddafi, che si porta nella tomba anche molti misteri come il massacro di Lockerbie- il più grave attentato aereo terroristico dopo l’11 settembre- non segni solo la morte di un dittatore, ma la morte di un intero sistema di amicizia e di potere che ha coinvolto tutto l’Occidente, troppo spesso preoccupato dai suoi affari economici ed energetici per poter guardare all’inesprimibile sete di libertà presente nel cuore umano e al desiderio di democrazia dei popoli mediorientali e nordafricani schiacciati da soprusi e regimi. Questa è la nostra vera gioia e speranza.
Molti altri Gheddafi, sconosciuti ai più e volutamente ignorati dai media occidentali, avvelenano la grande terra africana: una terra dal respiro millenario dove l’uomo è nato e dove oggi regimi e dittature allattano i loro figli al seno sterile della morte fustigando la libertà come preda ringhiosa sanguinante al sole.
E’ ora di voltare pagina, di costruire una nuova politica mediterranea e africana perché questi popoli possano volgere i loro visi d’ebano alla brillantezza del sole e all’ alba di una notte che sembra infinita.
Neanche di fronte gli evidenti e imbarazzanti ritardi di Berlusconi.
Nessuno è autorizzato a ridicolizzare l’Italia, neanche di fronte agli evidenti e imbarazzanti ritardi con cui il Governo Berlusconi affronta la crisi. Non mi è piaciuto il sorriso sarcastico di Sarkozy nella conferenza stampa di oggi, e credo che anche per lui sia il momento di dimostrare equilibrio e serenità all’altezza delle responsabilità che ha assunto.
Pier Ferdinando
Terzo polo, ultima chiamata: il Pdl rinunci al suo premier (Andrea Garibaldi, Corriere)
Se scoppia la Lega, qui esplode tutto (Vittorio Feltri, Il Giornale)
Schifani boccia le preferenze: “Sono da Prima Repubblica” (Alessandro Trocino, Corriere)
Lo Statuto del Veneto. Fantasia senza limiti (Michele Ainis, Corriere)
Le preferenze del Cav fanno implodere il Pdl. E l’Udc non abbocca (Andrea Carugati, l’Unità)
Il Terzo Polo chiude ai superuomini. Fini: presto al voto (Simone Collini, l’Unità)
Il lento Achille e la tartaruga anarchica (Guido Rossi, Sole24Ore)
“I parlamentari Pdl vengano con noi” (Chiara Spagnolo, La Repubblica)
“Governo di responsabilità”, ultimo appello del Terzo Polo (Francesco Gioffredi, Il Messaggero)
I cattolici non vogliono un partito tutto loro (Renato Mannheimer, Corriere)
E il bipolarismo alla fine ha prodotto 26 partitini (Mattia Feltri, La Stampa)
Chiamparino punta il dito: sinistra ambigua, isoli i teppisti (Il Giornale)
Allarme infiltrati alla marcia No Tav (Maurizio Tropeano, La Stampa)
Il Pdl si chiarisca le idee sulla legge elettorale, poi si puo’ intavolare un confronto. Adesso la trattativa non c’è per la semplice ragione che hanno le idee confuse. Il presidente del Consiglio ha detto una cosa giusta sulle preferenze ed è stato subito contraddetto da tutti quelli che pensano di non essere rieletti.
Noi pensiamo invece che bisogna dare ai cittadini la possbilità di scegliere i parlamentari, un risultato che si puo’ ottenere con i collegi uninominali o con le preferenze.
Molti parlamentari che combattono le preferenze lo fanno perché temono di non essere rieletti. Gli va bene lo status quo ed essere designati dai partiti, perché è più facile rientrare nelle grazie del leader che ammazzarsi di lavoro per andare a prendersi i voti con il contatto diretto con i cittadini.
Pier Ferdinando
Pier Ferdinando Casini interviene all’Assemblea del Terzo Polo a Lecce .
Gli uomini e le forze che compongono il Terzo Polo hanno esperienze diverse. Molti di noi sono stati all’opposizione sia con il governo Prodi che con il governo Berlusconi. Ma non ci hanno mai comprato. E pensiamo che l’unica strada che possiamo affrontare in Italia è quella di rimboccarci le maniche, affrontare ricette impopolari, affrontare la realtà e i sacrifici.
L’Italia è a un bivio: o facciamo propaganda, spot elettorali che hanno portato il Paese nel baratro, o parliamo un linguaggio di verità.
Convention del Terzo Polo: ” Riparte il Sud, cresce l’Italia”