postato il 3 Aprile 2012
Caro Presidente,
noto con piacere, che finalmente, almeno lei, ha maturato la convinzione che non è possibile portare avanti una politica che, anche nel lungo termine, abbia come obiettivo principe il bene del Paese e degli italiani tutti, se per cercare di vincere le lezioni, con 2 coalizioni contrapposte, la politica è costretta a raccattare di tutto, ed il contrario di tutto, politicamente parlando. Mi dispiace, che per ora non tutti abbiano compreso la portata di questa svolta, e le sue implicazioni positive, a quel che leggo, tanto da farla passare per un comico. Nonostante tutto, proprio grazie alla capacità della politica, di superare le forti contrapposizioni dei partiti, stiamo riconquistando la fiducia e la stima non solo dei mercati finanziari, ma anche di tutto il mondo politico e civile.
Stiamo dimostrando che se siamo uniti e non ci impantaniamo in lotte politiche esasperate, riusciamo a tirar fuori quanto di meglio hanno gli italiani. Pensate che solo pochi mesi fà eravamo considerati una macchietta dal mondo intero.
Vada avanti così, ormai le differenze tra centro destra e centro sinistra, sono molto meno di quelle che esisterebbero entro le due coalizioni costrette a comprendere anche gli estremismi di destra e di sinistra.
Francesco Lauria
postato il 3 Aprile 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi
“Aspettando la rivoluzione” è l’ultimo testo di Antonio Ghirelli, galantuomo e maestro di giornalismo, che volle mettere nero su bianco cento anni di storia del socialismo italiano. Mi è capitato spontaneamente di accostare il titolo di questo straordinario saggio di Ghirelli alle reazioni piuttosto piccate di Luciano Violante e Fausto Bertinotti alla rinuncia da parte di Pier Ferdinando Casini ai benefit di ex Presidente della Camera.
Violante e Bertinotti, come uomini di sinistra anche se non assimilabili totalmente alla storia del socialismo italiano, hanno passato gran parte della loro vita ad attendere la rivoluzione. Una rivoluzione, più precisamente la trasformazione della società e la conquista dell’eguaglianza e della libertà, sempre aspettata e sempre rinviata. Purtroppo i rinvii nella sinistra italiana non si contano e la rivoluzione , anche quella più semplice dei comportamenti, diventa difficile se non impossibile. Non stupiscono allora i mugugni e le accuse di ipocrisia da parte di Violante e Bertinotti alla lettera di rinuncia dei benefit di Casini: forse fanno parte di quella endemica, e per certi versi deleteria, dinamica dell’attesa/rinvio della rivoluzione.
C’è un però in questa storia: la rivoluzione questa volta la sta facendo Pier Ferdinando Casini, uno di quelli che una volta i giovani Violante e Bertinotti avrebbero chiamato reazionario, e che oggi invece si distingue per un rivoluzionario buonsenso che corre veloce come un tweet. Le rivoluzioni in fondo sono così, partono da piccoli gesti e si propagano velocemente sorprendendo i difensori dello status quo e anche coloro che hanno atteso e rinviato per troppo tempo.
postato il 2 Aprile 2012
Sulla questione degli “esodati”, di cui avevamo già scritto, è tornato oggi Pier Ferdinando Casini. Questa mattina il leader dell’Udc ad Agorà, RaiTre, ha precisato: “Bisogna parlare con una voce sola e le idee chiare. Una soluzione ancora non c’è ma c’è la volonta’ dei partiti che sostengono governo e del governo stesso di trovare una soluzione. Non facciamo una caccia al tesoro con indiscrezioni giornalistiche che possono solo danneggiare gli interessati. Bisogna definire e rassicurare coloro che sono in questa situazione ed evitare gli abusi”. Poi da Cuneo, per un appuntamento a sostegno della candidatura a sindaco di Federico Bornia, Casini è stato ancora più netto: “Occorre fare meno battute e più fatti”. Il tema è all’attenzione del Governo ed invito tutti ad evitare di fare battute o anticipare mirabolanti soluzioni. Le soluzioni sono difficili, ha concluso Casini, e comportano soldi per le casse dello Stato ma vanno trovate”.
postato il 2 Aprile 2012
Mettere insieme italiani più capaci del Paese e per il Paese
Oggi serve al Paese una grande forza nazionale, popolare, che sia in condizione di andare oltre la politica. Vedo nel nostro futuro un partito con tecnici, politici, e mi auguro che tanti esponenti del governo vogliano far politica. Le vecchie alleanze non vanno più.
Io sto lavorando a un partito oltre l’Udc e oltre il Terzo Polo che sia capace di riunificare gli italiani e di parlare il linguaggio della verità e che abbia il coraggio di scelte impopolari. Un partito che rappresenti il mondo dell`associazionismo cattolico, del mondo del sindacato e delle imprese. A questo lavorerò nel prossimo anno. A me interessa mettere insieme gli italiani più capaci del Paese e per il Paese.
Pier Ferdinando