Archivio per Agosto 2012

Rassegna stampa, 17 Agosto ’12

postato il 17 Agosto 2012
Rassegna stampa, quella di oggi, dominata dalle reazioni (numerose e interessate) alla lettera-appello firmata da un gruppo di intellettuali di area liberale e pubblicata sul Corriere, qualche giorno fa. I problemi messi in risalto e le soluzioni offerte da gente come Giannino, Boldrin, Zingales o De Nicola, interrogano tutti i partiti dello schieramento politico, ma principalmente quelli “centristi”, che si sono fatti alfieri dell’operato del Governo Monti (che, pur tra i mille limiti e difficoltà, è il più liberale e riformatore che abbiamo avuto in questi vent’anni). Dall’Udc (a cui, nella lettera, viene riconosciuto coraggio per essersi aperti a mondi lontani dalla politica) sono arrivate le prime aperture: e su questo si concentra Pigi Battista, che fa un’analisi interessante e condivisibile sulla necessità di organizzare un partito forte e diverso da tanti (tattici) centrini (mentre Menichini, sul Post, è convinto che il problema di leadership dei liberali si possa risolvere solo cercando un’alleanza col Pd – ci permettiamo di dissentire).

Casini promuove il professore, malumori tra i colonnelli Pdl. (il Messaggero)

Tanti centri (piccoli e confusi). (Pierluigi Battista, Corriere della Sera)

Il problema dei liberali. (Stefano Menichini, il Post)

Dellai e il grande centro: guarderà a sinistra. (Paola Di Caro, Corriere della Sera)

Montezemolo e Giannino: ora partito popolare e liberale. (Avvenire)

Tra i 5 Stelle è scontro totale. Grillo attacca Favia per la tv, ma la base processa il leader. (Marco Marozzi, la Repubblica)

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Sulle tasse basta prendere in giro gli italiani

postato il 16 Agosto 2012

Davanti a una pressione fiscale eccessiva, abbassare le tasse è un obiettivo comune, ma non si possono nuovamente prendere in giro gli italiani con promesse che rischiano di rimanere sulla carta.
Pier Ferdinando

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La Windjet affonda. Cosa succede nei cieli italiani?

postato il 16 Agosto 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati

L’estate è divenuta improvvisamente molto amara per tutti i viaggiatori che avevano scelto la Windjet come compagnia aerea. A questi problemi, dobbiamo aggiungere da un lato i rischi professionali per gli 800 dipendenti che adesso vedono per loro un futuro molto nero e dall’altro i tanti interrogativi che solleva una vicenda che si presenta alquanto intricata, tanto che il Segretario regionale dell’Udc Gianpiero D’Alia afferma: “è vicenda molto grave e dai contorni oscuri. Bisogna fare subito chiarezza sul perché Alitalia rompe la trattativa alla vigilia di ferragosto e su quali sono le reali condizioni economiche di Windjet e se ci sono responsabilità dell’attuale management”.

E aggiunge: “esprimiamo totale solidarietà ai lavoratori Windjet. Non si può pensare di fare una trattativa al ribasso sulla pelle di 800 lavoratori. Auspichiamo che il tavolo convocato dal ministro Passera possa produrre risultati e sollecitiamo tutte le parti in causa ad adoperarsi con senso di responsabilità perché la Sicilia e l’Italia non possono permettersi un ennesimo fallimento”.

Recentemente un articolo de Linkiesta a firma di Marco Giovanniello ha lanciato l’ipotesi di “licenziare” Riggio, presidente dell’ENAC, perché non avrebbe vietato alla compagnia aerea catanese di vendere biglietti aerei, oltre che avere impedito a Lufthansa di insediarsi a Malpensa.

Duole dirlo, ma la vicenda è più complicata di così.

Chiariamo alcuni punti, dicendo alcuni fatti certi (ma, mi rendo conto, noti solo a pochi) e poi avanzerò alcune considerazioni:

1) che windjet fosse in via di fallimento, si sapeva da mesi. E per mesi intendo almeno 12-18 mesi;

2) non sta all’ENAC stabilire se una compagnia è finanziariamente solida. Questo spetta ai giudici (in caso di fallimento e/o truffa), o ai proprietari. In ogni caso ricordo che ci sono organi preposti al controllo e verifica dei bilanci, ma non si tratta dell’ENAC, che deve solo verificare il rispetto delle norme di sicurezza e all’assegnazione degli slot (ovvero le finestre di atterraggio e decollo), assieme all’Antitrust, sugli aeroporti italiani.

3) Lufthansa decise di non investire su Malpensa, non certo per i capricci dell’Enac, ma perchè si ritrovò una situazione “pesante”: stiamo parlando del 2008, ovvero del piano di salvataggio Alitalia. All’epoca il governo decise: A) di tutelare Alitalia-Cai, mantenendo e rafforzando il monopolio su Roma (i vincoli che bloccavano l’antitrust sono caduti solo in questi mesi e l’antitrust sta già imponendo a Cai di lasciare alcuni slot); B) di non aiutare l’altro hub, Malpensa, che ha sempre avuto il problema di una fortissima concorrenza con Linate (e anche Bergamo-Orio al Serio) che, unito ai collegamenti non proprio ottimali, ha sempre reso problematica lo scalo di Malpensa (per inciso, ha problemi anche come scalo merci, visto che la tav latita ancora).

4) Windjet, è posseduta da una finanziaria chiamata Finaria (posseduta a sua volta da Pulvirenti), la quale è finanziariamente solidissima (secondo Pulvirenti ha un giro di affari di 400 milioni a fronte di un indebitamento di 20 milioni), semplicemente non vuole più operare in perdita e non si vogliono fare travasi di risorse dalla suddetta finanziaria a Windjet.

5) chiudendo windjet, gli slot saranno liberi, ma non credo che, per motivi di antitrust, Cai possa prenderseli (se non quelli in fasce secondarie). Più probabile Meridiana (che attualmente li sta occupando) o Ryan Air o altri operatori.

Questi sono i fatti, certi e acclarati.

Passiamo ad altri fatti e alcune considerazioni.

La trattativa per l’acquisizione di Windjet, da parte di Alitalia Cai, va avanti da mesi (per inciso pare che vi sia anche una trattativa sotterranea tra Cai e Meridiana; la trattativa in questione è stata chiusa e riaperta varie volte a seconda delle disponibilità degli Emiri arabi e di Cai), ma solo recentemente si era giunti alla stretta finale. In base all’acquisizione, Alitalia doveva (per imposizione dell’antitrust) cedere alcuni slot altrimenti avrebbe operato in posizione di monopolio assoluto. A questo punto, Alitalia Cai fece una offerta che Pulvirenti giudicò irricevibile e la rispedì al mittente (fine giugno 2012) e quindi la compagnia guidata da Ragnetti decise di alzarsi dal tavolo non proseguendo più con le trattative (per inciso, Cai non si siederà al tavolo convocato da Passera e ha chiarito che non intende in alcun modo proseguire la discussione con Windjet mentre Pulvirenti fa sapere di stare trattando con altri vettori e di volere proseguire le trattative in solitario.

Detto quanto sopra, facciamo un esercizio di ipotesi (ed ecco le famose considerazioni).

Probabilmente, stiamo assistendo ad un gioco delle parti.

Avendo chiuso la partita con la vecchia Alitalia che verrà liquidata definitivamente (quando si chiuderà la CIG straordinaria per i dipendenti rimasti e non inseriti in CAI, la vecchia società potrà chiudere definitivamente i battenti, anche perché gli asset venduti e vendibili non bastano a rimborsare tutti i creditori integralmente), Alitalia Cai ha interesse a cercare di sopravvivere (ha i bilanci in perdita) fino al Gennaio 2013 e presentarsi a quella data con una certa “consistenza” in termini di slot, aerei, traffico. Perchè? Perchè (altro fatto noto e acclarato e lo trovate negli accordi del 2008) nel 2013 vi sono due scadenze importanti: nel gennaio 2013 scade la prima clausola di Lock-up per gli azionisti, ovvero il divieto di vendere la propria quota, e quindi gli azionisti potranno vendere agli altri azionisti (tra cui figura Air France) la propria quota. Si sa per certo che molti azionisti non vedono l’ora di liquidare , anche in perdita, la propria quota (per inciso hanno provveduto, Autostrade, Marcegaglia e Benetton in primis a svalutare in bilancio la quota Alitalia di loro pertinenza). Si pensava che Air France si sarebbe fatta avanti, ma anche AF ha i suoi problemi di bilancio e per un paio di anni non credo se ne parli dell’acquisto di Alitalia (almeno stando alle dichiarazioni ufficiali dell’Amministratore Delegato di Air France). La seconda scadenza è settembre 2013, in cui scade la seconda clausola di lock-up, alla scadenza della quale gli azionisti potranno vendere a chi vogliono la loro quota.

Quindi, da gennaio a settembre 2013, potranno vendere la loro quota solo agli altri azionisti, da settembre 2013 potranno venderla a chiunque si presenti alla loro porta.

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Caro Grillo, sordo e grigio ci sarai tu

postato il 14 Agosto 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Giuseppe Portonera

Non c’è che dire, Beppe Grillo sa sempre come catturare l’attenzione. Sa sempre cosa bisognerebbe non dire, pur di aumentare la propria visibilità. Sa fare rumore, sa urlare, sa strepitare. Per questo andrebbe ignorato, lasciato solo nei suoi deliri, come un albero che cade in una foresta disabitata. Da parte mia, mi sforzo di fare sempre così, rifiutando di appassionarmi ai dibattiti che scoppiano dopo ogni dichiarazione grillina. Oggi, però, non ce l’ho fatto. È stato quando ho letto queste parole: «Deputati e senatori servono solo a prendere lo stipendio e a obbedire agli ordini di partito votando sì a qualunque porcata. Bisogna prenderne atto e licenziarli, approfittarne mentre trascorrono un agosto dorato. Chiudete il Parlamento, sgombrate i loro uffici. Camera e Senato sono ormai ridotti peggio dell’aula sorda e grigia evocata da Mussolini. I parlamentari a larve di democrazia ben pagate». Le ha pubblicate Grillo in un editoriale sul suo blog. Sono a dir poco scandalose: perché sono false, violente e pericolose. Sono false, perché i deputati votano in coscienza, in maniera condivisibile o meno, ma sempre legittima; sono violente, perché espressioni come “licenziarli, approfittarne mentre trascorrono un agosto dorato”, “chiudete il Parlamento, sgombrate i loro uffici” sono degne di una dittatura; sono pericolose, perché rievocano – in maniera esplicita, senza infingimenti – Mussolini, da cui viene addirittura mutuata l’espressione dell’aula sorda e grigia.

Non è accettabile che gli attacchi, perversi e sistematici, di Grillo alle istituzioni (lo Stato peggio della Mafia, il Presidente della Repubblica da tagliare, ora il Parlamento) vengano tollerati, inseriti in un’aria da campagna elettorale. Sono solo boutade di un ex comico? Nient’affatto. Sono affermazioni politiche di un leader politico – questo sì, sordo e grigio. Affermazioni legittime? Dal mio punto di vista sicuramente no. Ma certo prendo atto che i grillini sono pronti ad arruolare anche Mussolini nella loro eterna crociata contro la Casta. E ci complimentiamo con loro, vivissimi prolungati e reiterati applausi!

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L’appello di Casini: “Un patto di rigore per il dopo Monti”

postato il 13 Agosto 2012

«Chiunque vinca, si impegni prima di tutto sul risanamento»

 L’intervista di Carlo Bertini  a Pier Ferdinando Casini su ‘la Stampa’

L’emergenza non può considerarsi conclusa e quindi auspico che i partiti firmino prima del voto un memorandum d’intesa, con precisi impegni da attuare per il risanamento del paese, siglando un patto che andrà rispettato da chiunque vinca le elezioni». Pier Ferdinando Casini lancia questo assist a Monti per aiutarlo a convincere i mercati che il 2013 non rappresenterà una totale incognita; e chiarisce che la «Cosa bianca» vedrà la luce, ma senza fretta, al momento della convocazione delle urne, quindi non a settembre o ottobre. Anche questo un chiaro segnale di prudenza per mettere il governo al riparo da attacchi strumentali per il possibile coinvolgimento nel progetto di alcuni ministri in carica.

Ma il cantiere della «Cosa bianca» è in piena attività: quando verrà battezzata?
«Noi riteniamo sia giusto presentare un’offerta politica composta da persone perbene, che credono importante continuare lo spirito del governo Monti, e da tante personalità oggi esterne alla politica. Non ci sono uomini della provvidenza, né predestinati. Alle politiche bisognerà presentare una lista in grado di rappresentare queste esigenze. Non serve avere fretta: non credo che le elezioni ci saranno a settembre-ottobre. L’importante è ciò che gli italiani troveranno sulla scheda elettorale. E nessuno si deve sciogliere dentro qualcosa, neanche l’Udc…» [Continua a leggere]

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L’intervento del Gip di Taranto sull’Ilva danneggia tutti

postato il 12 Agosto 2012

L’ordinanza del gip di Taranto sull’Ilva rischia di segnare il punto di non ritorno di una vicenda drammatica che coinvolge migliaia di lavoratori e le loro famiglie e arriva dopo anni di incuria e di noncuranza in primo luogo da parte delle autorità locali preposte alla funzione di vigilanza e di controllo della salute dei cittadini.
In tutto il mondo questa decisione verrà interpretata come esempio di una cultura anti-industriale che sta sedimentandosi nel nostro Paese. Tanto era ragionevole la decisione del tribunale del riesame che conciliava l’esigenza di risanamento e la difesa dei posti di lavoro, così questo intervento a gamba tesa del gip fa solo danni a tutti.
L’autonomia della magistratura è un principio che va difeso e che sempre abbiamo difeso ma il protagonismo di certi magistrati di dubbia competenza fa più male alla credibilità della magistratura di tanti suoi incalliti denigratori.

Pier Ferdinando

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