Archivio per Agosto 2012

Il sostegno a Monti segno di una linea politica seria

postato il 10 Agosto 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Attilio Biancalana

Oggi si richiede ad una forza politica, ad un leader politico abilità, coerenza d’intenti, generosità, coraggio e…. autentiche relazioni internazionali. Il tempo dei giochini di prestigio, quelli per cui entri da una parte ed esci dall’altra, quelli per cui ci sei o non ci sei è impossibile.

L’Udc ha una linea politica seria, persegue una linea politica originale, autonoma, non subalterna ma frutto di una grandissima tradizione politica italiana ed europea. Tradizione che coniuga l’identità e l’autonomia del proprio pensiero con il bene comune.

Perché non riconoscerlo? E’ evidente. Basta guardare i fatti. L’Udc non solo ha resistito alla “vile” tenaglia del maggioritario ed alla “mignottocrazia” ma è stato protagonista propositivo di questa stagione politica. Sostenendo senza se e senza ma il governo Monti, reso precario dalla ristrosia e dai “distinguo” del Pd e del Pdl, il Presidente Casini ha scelto il bene dell’Italia, della gente comune. Personalmente sono orgoglioso di poter contribuire, anche se in minima parte, a questo disegno in questa drammatica stagione politica.

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Prima i programmi, dopo le alleanze

postato il 10 Agosto 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Raffaele Reina

Ogni tanto vale la pena ricordarsi perchè abbiamo come simbolo l’insegna dello Scudocrociato. Significa battaglie di libertà combattute a favore dei più deboli, perchè potessero riconciliarsi anch’essi con la Patria, nel post-fascismo e nel dopoguerra.

La conquista di un tetto, di un lavoro, di un salario rappresentavano per la DC la via per rafforzare la democrazia e per far crescere la libertà nella coscienza degli italiani. Da qui le decise conquiste economiche e sociali di una Nazione libera che si proiettava in una Europa libera. Se tutto ciò non va riconosciuto al partito di De Gasperi si commette il più grave e imperdonabile peccato di omissione.

In ossequio a questa lezione,proprio perchè attraverso lo Scudocrociato ci riteniamo suoi legittimi “discepoli”(non che altri,avendo vissuto la medesima esperienza politica, non lo siano), dobbiamo prima definire il nostro “ubi consistam” da cui far scaturire programmi e linea politica, e poi confrontarci con gli altri partiti per eventuali alleanze.

In tale prospettiva,senza superbie e senza tanti timori,con chi accetta i nostri programmi finalizzati alla crescita del Paese, non solo dal punto di vista economico, quindi, al bene comune, noi possiamo stringere alleanze in ogni direzione, senza per questo scandalizzare, opportunisti e demagoghi in particolare.

Tutto il resto appartiene al vaniloquio gossipparo.

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Il buio della disinformazione

postato il 10 Agosto 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Francesco Scavone (lettera inoltrata alla redazione del Tg1)

Egregi giornalisti e redattori del Tg1,

più volte nel nostro Paese si torna a discutere (e a dividersi) sulla libertà e l’obiettività dell’informazione. Un tema senza dubbio cruciale, che non dovrebbe di norma presentarsi nella vita di un paese civile. Soprattutto se le riflessioni nascono in riferimento al telegiornale di punta del servizio pubblico.

Parlo di me e della mia esperienza personale. Credevo finita l’era Minzolini, l’era di telegiornali sfacciatamente di parte, con servizi monocolore ed editoriali da far accapponare la pelle (perdonate la sincerità). Ma, forse e purtroppo, mi sbagliavo. E ne ho avuto la triste prova negli ultimi giorni, quando il dibattito politico – seguendo la scia delle temperature agostane – si è fatto più rovente ed infuocato. Dibattito che ha visto il Popolo della Libertà accanirsi su Casini, reo di aver dichiarato di essere disponibile nel 2013 ad una convergenza con i riformisti, per dare continuità al lavoro iniziato da Monti. Non sono intenzionato ad entrare nel merito del dibattito, pur riservandomi di notare con stupore l’esagerata rabbia che ha contornato tutte le dichiarazioni degli esponenti del Pdl (cito emblematicamente Lupi “Chiederemo sua espulsione dal PPE” ). Rabbia a cui sono state contrapposte risposte nel merito, ultima fra tutte la lettera di Casini al Corriere della Sera .

Peccato che spesso i media siano ciechi, non si sa per quale ragione, di fronte a questi scambi di battute, preferendo riportare notizie monche e distorte. E’ il caso dell’edizione del TG1 di ieri sera, nella quale è apparso un servizio sull’argomento. Guardandolo, ho notato un evidentissimo sbilanciamento dalla parte delle dichiarazioni degli esponenti Pdl, riservando a Cesa una misera e non conclusiva replica. Proporre al telespettatore un servizio incompleto nell’edizione principale, quella delle ore 20, è già discutibile. Ma è ancor più deprecabile che ciò si ripeta nelle edizioni successive, dimostrando che quell’incompletezza d’informazione era voluta e non derivante da fretta o ritardo nell’aggiornamento.

Allora ho ritenuto tanto doveroso quanto spontaneo scrivere ai vertici del partito, non tanto per portarli a conoscenza dell’accaduto, bensì per sentire il loro parere a riguardo. La risposta del capo della segreteria politica, Antonio de Poli, è stata chiara e precisa. “È chiaro che in un momento delicato per la politica e per l’informazione ci sarebbe bisogno di credibilità e professionalità.

Rivolgo a voi questa breve riflessione, unitamente alla mia disapprovazione. Monti pochi giorni fa ha parlato di una luce che si incomincia a vedere in fondo al tunnel della crisi. Il Paese  ha bisogno di quella luce, non offuschiamola o danneggiamola con il buio della disinformazione.

Cordialmente,

Francesco Scavone

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Ospite di Uno Mattina

postato il 8 Agosto 2012

Nello spazio di approfondimento mattutino del Tg1

Leggi l’intervista integrale [Continua a leggere]

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Noi a carte scoperte. L’unica via anti crisi è una grande coalizione

postato il 7 Agosto 2012

Pubblichiamo dal “Corriere della Sera” la lettera di Pier Ferdinando Casini al Direttore, Ferruccio De Bortoli

Caro direttore,

il professor Angelo Panebianco con il suo fondo «Il dilemma dei centristi» e l’onorevole Angelino Alfano nella sua intervista al «Corriere» affrontano da angolature diverse il tema dell’Italia, del suo futuro e del ruolo dei centristi. Mi permetta alcune considerazioni.
Noto una gran voglia da parte di tutti i protagonisti della politica italiana di affrettarsi a tornare al passato, di archiviare il governo Monti e questa stagione come se fosse un incidente della storia, un ingombro da cui liberarsi al più presto per tornare alle meraviglie già viste. A sinistra affiorano nostalgie diffuse per alcuni governi come quello di Prodi che non hanno certo lasciato un gran ricordo negli italiani. A destra la cosa è ancora più visibile: dopo 20 anni si ripropone Berlusconi rimuovendo qualsiasi autocritica sul fallimento della cosiddetta rivoluzione liberale troppe volte annunciata e avanzando le solite promesse di abbassamento della pressione fiscale, abolizione dell’Imu e via cantando come se chi le propone in questi 20 anni fosse stato sulla luna.
A Bersani va dato atto di aver capito che è necessario introdurre qualche elemento di novità e non a caso parla di patto tra progressisti e moderati; nel Pdl nulla che non sta il ritorno a un passato già sperimentato e le stesse problematiche dell’Italia di oggi servono ad accreditare l’idea che Berlusconi sia stato solo vittima di una congiuntura europea sfavorevole.

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Blandire e punire, la strategia (perdente) del Pdl

postato il 6 Agosto 2012

di Adriano Frinchi

Il rapporto tra Pdl e Udc non è mai stato facile, soprattutto perché la nascita del primo ha segnato il definitivo allontanamento dell’Udc dal centrodestra berlusconiano: il discorso del predellino rappresentava un percorso politico totalmente contrario alla tradizione politica dei democratici cristiani, e il rapporto veniva reso sempre più ostico dalla volontà manifesta di voler inglobare l’Udc nel Pdl. Il no a Berlusconi e in generale al sistema bipartitico che il Cavaliere voleva instaurare con la sponda di Veltroni hanno fatto guadagnare a Pier Ferdinando Casini il ruolo di “nemico pubblico numero uno” per il Pdl.

Berlusconi contro l’insubordinazione di Casini schierò tutta la sua potenza di fuoco, che nel 2008 non era indifferente: una campagna di denigrazione e una massiccia campagna acquisti avevano l’obiettivo dichiarato di cancellare i centristi dal Parlamento in nome del voto utile. Nonostante l’offensiva berlusconiana l’Udc riuscì a superare lo sbarramento del 5% e portò  in Parlamento i suoi rappresentati.

La sopravvivenza politica dell’Udc e il suo essere determinante in alcuni passaggi politici fondamentali come le dimissioni di Berlusconi  hanno determinato un cambiamento di strategia nel Pdl, o almeno tra i fedelissimi del Cavaliere. Già perché nel Pdl una parte consistente, fatta di persone serie come Frattini e Pisanu, non ha nessuna intenzione di assumere il ruolo dell’amante respinta così ben interpretato dai fondamentalisti berlusconiani.

L’amante respinta è colei che alterna schizofrenicamente parole d’amore e minacce, e questa è l’icona perfetta del rapporto tra Pdl e Udc, con il primo nei panni dell’amante respinta. Il partito del Cavaliere, terrorizzato dai sondaggi, piuttosto che pensare a riformulare la propria proposta politica, passa il tempo a consumarsi nell’amore-odio per l’Udc. Così un giorno sui giornali ci sono le dichiarazioni d’amore di Maria Stella Gelmini mentre un’altro giorno si assiste ad una vera e propria spedizione punitiva, con tanto di complicità in Rai e in certa stampa, contro l’Udc. Accade poi che si esageri con l’olio di ricino e che Maurizio Lupi arrivi a chiedere l’espulsione dell’Udc dal Ppe.

Blandire e punire, questo è lo strabismo che vive il Pdl nei confronti dell’Udc. Una strategia perdente che oltre a far scadere il livello del dibattito politico paralizza la riorganizzazione del campo dei moderati. Ma forse non siamo davanti ad una strategia sbagliata, siamo solamente davanti al tentativo di riproporre uno schema fallimentare che veda ancora Berlusconi dominus dell’area moderata. Si accorgeranno tristemente che ancora una volta aveva ragione l’Udc.

 

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Psicoterapia europea

postato il 6 Agosto 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Anna Giunchi

Le parole di Mario Monti, riguardanti una possibile disgregazione psicologica dell’Europa, devono far riflettere tutti quei governi che ragionano in un’ottica strettamente individualista, preoccupati e disgregati nelle proprie politiche interne. Il premier ha infatti espresso il pericolo di una vera e propria perdita di identità europea, pericolo che potrebbe presentarsi qualora l’euro possa rappresentare elemento di divisione tra i paesi dell’Eurozona. In questo caso, infatti, si distruggerebbero le fondamenta di un serio e auspicabile progetto europeo.

Gli interventi “terapeutici” di Mario Draghi, pronti quanto prima a risolvere con urgenza questi conflitti, sono stati accolti favorevolmente dal Premier. Draghi, infatti, dal board della Bce, ha garantito sostegno unanime attraverso pianificate azioni complesse che agiranno in tempi diversi. L’Italia, che è il Terzo stato piu’ importante dell’ Unione Europea, non può permettersi di “retrocedere” uscendo dall’Euro.  Il lavoro della Bce ha messo in campo gli strumenti adeguati per fronteggiare una crisi recessiva, fronteggiando la speculazione e ricercando una stabilità fiscale.

Rimane il difficile compito di recuperare una perfetta mobilita’ del lavoro utilizzando politiche fiscali compensative e non restrittive. Perché tutto questo sia possibile ci vuole, da parte degli stati membri, il riconoscimento di una identità comune: quella degli Stati Uniti d’Europa.

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