Archivio per Settembre 2012

Sulla legge elettorale bisogna trovare un’intesa

postato il 12 Settembre 2012

Si può trattare sul premio, non sulle preferenze

Bisogna trovare un’intesa sulla legge elettorale. Siamo pronti a venire incontro al Pd sulla richiesta del premio di maggioranza alla coalizione ma per noi le preferenze sono un punto fondamentale per restituire ai cittadini la possibilità di scegliere i parlamentari. Bisogna sedersi intorno a un tavolo  e, nel giro di ottobre, arrivare con un testo in Aula. Nelle trattative si mostrano i muscoli, ma ora e’ il tempo della testa e non credo che il Pd abbia perso il senno.

Pier Ferdinando

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Germania baluardo UE, da oggi tutti più forti

postato il 12 Settembre 2012

La Corte tedesca ha dato il via al Fondo Salva Stati. E’ la dimostrazione che possiamo fidarci della Germania e contare sui tedeschi. Abbiamo sempre pensato che la Germania non fosse un ostacolo ma il principale baluardo per l’Europa. Da oggi siamo tutti un po’ piu’ forti.

Pier Ferdinando

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A proposito di moderati e progressisti

postato il 12 Settembre 2012

Riceviamo e pubblichiamo di Francesco Scavone

Abbiamo trascorso l’estate a sentir ripetere alla politica le parole “moderati” e “progressisti”. Un’evocazione sovente che ci ricordava due aree politiche sì differenti, ma avvicinabili per dar continuità agli sforzi di risanamento ed uscita dalla crisi del nostro Paese. Inutile dire che molte sono state le polemiche scatenatesi, molti anche i distinguo, e tanti altri ancora gli appelli disperati a Vendola. Come se il leader di Sel fosse a capo di tutta l’area progressista e potesse condizionarne scenari e scelte.

Mettiamo bene in chiaro qualche passaggio che, se pur ampiamente spiegato, è stato motivo di dubbio per l’opinione pubblica. Così come è diventato cavallo di battaglia per buona parte della politica e della stampa che, senza contenuti, ha usato delle chiare affermazioni per operare sterili strumentalizzazioni. Ripeto: il campo dei moderati, la storia ce lo insegna, è alieno da quello dei progressisti e viceversa. Lo ha ripetuto Bersani (“Tra Vendola e Casini, scelgo Vendola.”), lo ha ribadito Casini (“Noi fabbrica dei moderati, con il PD una gara diversa.”) e pochi giorni fa alla convention di Chianciano lo ha riaffermato Cesa (“Non siamo una costola della sinistra.”). La contrapposizione, però, non ha mai impedito sane collaborazioni. Prendo a modello non la nostra storia – qualcuno potrebbe obiettare – bensì i recenti passaggi politici tedeschi. La Germania, infatti, ha vissuto momenti simili di collaborazione, vedendo SPD e CDU/CSU parte di uno stesso esecutivo in casi di necessità.

Eppure nel centrosinistra c’è ancora chi è ossessionato da Casini e dal progetto di “Lista per l’Italia” che l’Udc sta portando avanti da protagonista. Continuano gli attacchi, le prese di distanza, le ironie. Tutto legittimo, per carità. Se non fosse che a furia di guardare in casa degli altri, spesso si rischia di pensare poco alla propria. Mi spiego meglio: l’Udc, o meglio, la forza che, allargata ad altre esperienze della politica, dell’associazionismo e della società civile, si presenterà alle urne, ha chiara la propria rotta. Che sostanzialmente è quella della continuità con il Governo attuale presieduto da Monti. Una continuità che non affonderà nel solo rigore le sue mosse, ma che partirà dall’agenda di questo esecutivo per compiere altre scelte, di riforma e di crescita, che un Governo politico sarebbe più forte e legittimato per intraprendere. Il centrosinistra invece passa più tempo ad allontanarsi dalle forze moderate che a ragionare sulle proprie. Basta un rapido giro di notizie per capirlo: a Roma in Parlamento il Partito Democratico sta portando avanti con determinazione e, c’è da dirlo, responsabilità la strada aperta dai cosiddetti tecnici. Qualche centinaio di metri più in là ritroviamo Vendola, già saldamente alleato del PD, che si reca alla Cassazione per quesiti referendari che rinnegano le riforme montiane. Come si può vedere un fronte del genere? Disomogeneo nei fatti, omogeneo a parole. Come se io iniziassi a costruire una casa, già pensando a come demolirla il prossimo anno. Non mi dilungo, la contraddizione è palese. Forse sarebbe il caso di tornare a focalizzarsi sui contenuti. Così come a Chianciano con le “Primarie delle idee” è iniziato un percorso di proposte e tematiche.

Mi permetto un’ultima riflessione. Bersani a Reggio Emilia ha detto: “Monti ha messo il treno sui binari, noi dobbiamo farlo ripartire.” Attento Pierluigi, c’è qualcuno che vuole farlo deragliare.

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L’impegno politico come atto d’amore per l’Italia

postato il 12 Settembre 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Maria Pina Cuccaru

“Francesco, va’ e ripara la mia casa che, come vedi, è in rovina”. 

Sono passati 800 anni da quando Francesco d’Assisi si sentì rivolgere queste parole dal Crocifisso a San Damiano; lui vi scorse la richiesta di riformare la Chiesa, caratterizzata allora da un forte potere temporale e dal degrado morale, riportandola al Vangelo. E lo fece. Non come gli “eretici” di allora, che proponevano un rinnovamento al di fuori della Chiesa, ma restandoci dentro, perchè la amava in quanto voluta da Cristo. Sapeva dei suoi difetti, ma riuscì a rinnovarla senza rinnegarla anzi, la sua opera fu un atto d’amore.

Vi chiederete se mi è saltato in mente di farvi una lezione di catechismo. Beh, male non fa. In realtà quest’episodio mi è venuto in mente in questi giorni, durante le giornate di Chianciano, che hanno visto tanti esponenti politici e della società civile discutere dei problemi del paese e delle possibili soluzioni. Nonostante le critiche di chi ha visto nella manifestazione l’ennesima passerella politica piena di parole e vuota di fatti, io ho visto l’impegno di tanti, soprattutto giovani, a riparare la casa in rovina: mettere il proprio impegno per ricostruire l’Italia.

La politica è malata. La società italiana è malata. Inutile negarlo. Come si risponde a questo? Da una parte possiamo rinnegare il sistema democratico italiano, che prevede l’esistenza di partiti politici, rifugiandoci nell’antipolitica e distruggendo il sistema attuale per costruirne uno nuovo. Oppure possiamo rinnovare la politica attuale, senza però rinnegarla o distruggerla. Vedere i difetti, correggerli, e impegnarsi per riparare la macchina politica attuale. Riparare la propria casa perchè, come tutti vedono, è in rovina, un atto d’amore verso una Repubblica che si ama e si vuole curare come una madre ammalata.

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Nasce una nuova Italia

postato il 11 Settembre 2012

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Al lavoro per unire area vasta, senza personalismi

postato il 11 Settembre 2012

Io lavoro per unire un’area vasta che c’e’ nella politica italiana e che va dal Pd al Pdl, non mi interessa indugiare sulle polemiche e sui personalismi.
Al momento delle elezioni gli italiani non ci perdonerebbero l’incapacità di dare vita a una nuova cosa frutto della buona politica e della società civile. Per questo andiamo avanti con tutte le persone che vogliono lavorare.

Pier Ferdinando

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T’insulteranno a gran voce e tu ridi, ti chiuderanno la bocca e tu scrivi

postato il 11 Settembre 2012

di Giuseppe Portonera

Luca Sofri, giornalista e autore del blog Wittgenstein, ha scritto domenica scorsa un post molto duro, a tratti gratuitamente cattivo, sicuramente disinformato, sul nostro partito. Lo ha scritto partendo da uno dei luoghi comuni più abusati della politica italiana: quello che vuole che l’Udc non abbia una linea politica, non parli di contenuti, si limiti a interessarsi solo di accordi e alleanze. Come ogni luogo comune, è sempre facile da usare: quando hai un buco da riempire, un post che non sai a chi dedicare, ecco che ti ricordi che c’è quel partito che tutti si ostinano a definire ininfluente, piccolo, ma che poi è sempre commentatissimo, qualsiasi cosa decida di fare. Ma, come ogni luogo comune, è anche facilmente smontabile. Andiamo con ordine.

Sofri esordisce andando sul sicuro (e stuzzicando le intelligenze migliori del suo pubblico):

“L’UdC è un non partito, che deve una sua considerevole forza elettorale alla raccolta degli avanzi degli altri partiti”

ma non contento, si procede:

“vota UdC chi non si riconosce in nessuna delle identità diverse incarnate dagli altri partiti, ed è infine rassicurato da un partito che non ha identità”.

e poi spara la bordata finale, accuratamente studiata:

“Conoscete una posizione dell’UdC sulla Giustizia? Sulla Scuola? Sull’articolo 18? Sul precariato? Sulle riforme costituzionali? Sulla ricostruzione della Rai? Sulle liberalizzazioni? Eccetera, grandi e piccole. Due sole posizioni sono chiare, dell’UdC: quelle retrograde e filoclericali sui temi etici e quelle sulla riforma elettorale”

Ora, appena letto questo post, ho immediatamente deciso di rispondere. L’ho fatto alle 22:01 del 9 settembre 2012: solo che il commento, stranamente, è rimasto in attesa di essere moderato fino all’indomani mattina. Dopo aver aspettato invano, ho deciso di farlo notare direttamente a Sofri, tramite un tweet: cinque minuti dopo era stato sbloccato, con relativa risposta dell’autore. Il mio commento è questo:

“Questo post è una delle cose più ridicole che abbia mai letto. E le spiego subito perché (ah, sono in conflitto di interessi, “milito” per l’Udc): si lamenta di non conoscere nessuna posizione chiara dell’Udc; ma mi risulta che lei faccia il giornalista, ha provato a informarsi, a documentarsi?

Andiamo per rapidi punti, non voglio certo svilire il dibattito di qualità che si è sviluppato tra i commenti.

  1. Sulla Giustizia: abbiamo ripetuto più e più volte che il nostro sistema giustizia ha grosse criticità e vanno risolte con quattro provvedimenti che riteniamo irrinunciabili e non rinviabili: anticorruzione, intercettazioni, responsabilità civile dei magistrati, situazioni delle carceri. Abbiamo ripetuto più e più volte che la Riforma della Giustizia è la prima riforma economica che serve a questo Paese (lo ha ripetuto anche Casini dal palco di Chianciano, oggi), perché la mala giustizia (intesa come somma dei tempi biblici delle cause, dei livelli di corruzione, dell’assenza della certezza del diritto e della legge) ci fa perdere moltissimo in competitività e sviluppo economico. Qui, per esempio, ne ho scritto (ma wow, dirà lei: questi sanno pure scrivere, non si limitano a dire rosari). 
  2. Sull’Art 18: sempre pensato fosse un “non problema”: la riforma del mercato del lavoro deve tutelare i più deboli. Quelli che l’Art 18 non ce l’hanno e non lo avranno mai.
  3. Sulle riforme costituzionali: su questo le posizioni all’interno del partito sono variegate (mannò, dirà lei: questi qui c’hanno pure le posizioni variegate! mica pensava esistesse solo Giovanardi, nevvero?). Su una cosa concordiamo però: se si vogliono fare davvero queste benedette (e a mio avviso, necessarie) riforme costituzionali, non si possono usare gli ultimi mesi di questa legislatura. Ne serve, di legislatura, una nuova e che sia costituente, fin dal principio.
  4. Sulla ricostruzione della Rai: abbiamo apprezzato le mosse del Governo e dei nuovi vertici Rai. Il nostro capogruppo in Vigilanza, Roberto Rao, ha sempre ripetuto che l’urgenza è rimettere in sesto i conti dell’azienda e dopo si potrà pensare anche ad aprire al Mercato l’azienda (perché vale il principio del “un servizio pubblico non è necessariamente statale”).
  5. Sulle liberalizzazioni: mi scusi, ma qui ho riso. Cioè, se lo ricorda chi ha mandato in vacca le liberalizzazioni del Governo Monti? E davvero non si ricorda di cosa dicemmo noi all’epoca? Era per caso in vacanza, aveva il pc spento? Le do una notizia: noi vogliamo un piano serio, organico e vasto di liberalizzazioni e privatizzazioni. (ummaronna!!! un altro post, le giuro che non la importuno più, poi).

Ora, avrà notato che le ho linkato diversi pezzi che ho scritto (il conflitto d’interessi l’ho dichiarato su). Non so se lei, oberato com’è di lavoro e impegnato a scrivere certi post deliziosi, aveva mai buttato prima l’occhio sul sito di Pier Ferdinando Casini (immagino di sì: il lavoro del giornalista è quello di informarsi e informare, no?). Se non l’avesse mai fatto, ci provi: scoprirà che non abbiamo “intellettuali” vicini all’Udc, è vero (?), ma le idee ce le abbiamo lo stesso. Certo, per dire: queste idee le sintetizziamo e le argomentiamo in post che scriviamo noi, semplici ragazzi, che non abbiamo mai pubblicato un libro, insegnato in un’Università prestigiosa, scritto sui grandi giornali nazionali (io però ho diretto il giornale scolastico del mio liceo, ci tengo che si sappia). Semplici ragazzi, ok, ma che non permettono certo di farsi trattare così, con sufficienza e altezzosità (e non dica che è così, mi ha appena detto che sono come il traffico dopato che si compra su Google, gesùmio).

Ultima cosa: il partito cresce per gli scarti che ruba agli altri? Lo vada a dire ai volontari e ai militanti che sono stati a Chianciano, quest’anno. Lo vada a dire ai protagonisti di questo articolo (scritto da un giornalista che aveva prima messo in dubbio l’esistenza dei militanti Udc, poi è venuto qui a Chianciano e ha cambiato idea: chissàcomemai) http://www.repubblica.it/politica/2012/09/08/news/udc-42190931/. Buone cose”.

La controrisposta di Sofri, invece, è questa:

Rispondo a “Portos” (nomi e cognomi da adulti, neanche nell’UdC):
1. Non vedo una sola posizione sulla giustizia in quello che scrive: “riforma della giustizia” la vogliono tutti.
2. E quindi nessuna posizione neanche su questo.
3. posizioni “variegate” e quindi nessuna posizione del partito.
4. “rimettere in sesto i conti”: come, non si sa. Privatizzare? Vendere due reti? Una? Una rete senza pubblicità? Una fondazione? Boh.
Mantengo la mia opinione (informata), mi spiace se ne sia offeso: sui “militanti” e sull’efficienza della macchina non ho mai avuto dubbi, come ho scritto.

In sostanza, a ogni rilievo mossogli il nostro Sofri ha risposto che “io continuo a non vedere nulla”. Perfetto. Facciamo allora che mentre molti giornalisti passano il loro tempo a criticare l’attività politica di un partito, senza neanche conoscerla, noi continuiamo a lavorare, a mettere su idee, a trovare il modo di renderle concrete. E facciamo pure che da ora in poi ce ne freghiamo di chi ci offende e ci tratta con così tanta sufficienza e altezzosità.

(il titolo è preso in prestito dalla canzone degli Articolo 31, I consigli di un pirla)

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Rassegna stampa, 10 Settembre ’12

postato il 10 Settembre 2012
Ieri grande discorso di Pier Ferdinando Casini, a conclusione dell’edizione annuale di Chianciano. Il nostro leader ha rilanciato l’idea di una Lista per l’Italia, che raccolga tutti coloro che sostengono la necessità di continuare sulla strada tracciata dal Premier Monti, senza dubbi o tentennamenti. “Dopo Monti c’è Monti”, ha detto: e quando si dice “Monti” non ci riferisce solo alla persona fisica del premier (il cui contributo personale sarà in ogni caso imprescindibile e irrinunciabile, si tranquillizzi Alfano) ma soprattutto all’Agenda che ha messo in campo, attraverso la quale vogliamo modernizzare questo Paese, restituendolo alla dignità che merita. Da non perdere il retroscena di Amedeo La Mattina, su La Stampa, che racconta dell’incontro ristretto che Casini ha avuto con i principali dirigenti Udc: a loro ha ricordato che “qui ora si pedala, mettiamoci in gioco, non si può tenere bloccato il tappo altrimenti saranno gli altri a farlo saltare” e che quindi non ci sono spazi per maldipancia, dubbi o resistenze. Abbiamo tolto il nome Casini dal simbolo, e lo abbiamo fatto per ricordare che questo non è il partito di qualche singolo, ma una realtà collettiva che crescerà, presto (come del resto sottolinea Olivero, sul Messaggero).

Casini lancia la lista per l’Italia: Dopo Monti c’è Monti. (Mario Ajello, il Messaggero)

Casini: Monti-bis. Alfano non ci sta: allora si candidi. (Roberto Bagnoli, Corriere della Sera)

Casini insiste. per me dopo Monti c’è Monti. (Silvio Buzzanca, la Repubblica)

Casini striglia i mal di pancia Udc. (Amedeo La Mattina, La Stampa)

Ichino: E’ uno sbaglio voler archiviare Monti. (Maria Paola Milanesio, il Mattino)

Anticorruzione, la Severino: Vale dal 2 al 4% del reddito. (Grazia Longo, La Stampa)

Olivero, Acli: cattolici tentati dal non voto questa offerta può contrastare la disaffezione. (il Messaggero)

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