Accettare le sfide è doveroso ma non cedere agli inganni lo è altrettanto
postato il 8 Ottobre 2012A “Otto e Mezzo” con Lilli Gruber
A “Otto e Mezzo” con Lilli Gruber
Ad Alfano che ha lanciato un appello ad unire tutti i moderati io rispondo con molta chiarezza: nella mia vita ho sempre accettato le sfide ma mi sono sempre sottratto agli inganni.
In un momento come questo e’ d’obbligo la cautela e per questo voglio capire se il Pdl, nel fare l’appello ad unire i moderati, cerca soltanto di allargare il suo spazio elettorale, o si pone realmente il problema di una aggregazione di un’area moderata. E, in quest’ultimo caso, voglio capire se il Pdl e’ pronto a fare autocritica sui venti anni di governo Berlusconi, perché siamo ormai abituati alle giravolte del Cavaliere.
Pier Ferdinando
Monti, il patriottismo riformatore e la rinascita civile. (Mario Ajello, il Messaggero)
Anti-corrotti, braccio di ferro sulla prescrizione. (Liana Milella, la Repubblica)
Dal 1977 al 2012- il «centro» moderato che ancora non c’è. (Lina Palmerini, il Sole 24 Ore)
La cultura senza idee vive di assistenzialismo. (Pierluigi Battista, Corriere della Sera)
Giustizia lumaca, 18 miliardi persi. (Francesco Grignetti, La Stampa)
Impegno politico è testimonianza (Savino Pezzotta, La Sicilia)
Casini ai democratici: Sel e Idv alleanza impossibile. (Claudio Marincola, il Messaggero)
Casini: facciano chiarezza sulle alleanze con Idv e Sel. (Corriere della Sera)
Il mestro tramontio del federalismo all’italiana. (Roger Abravanel, Corriere della Sera)
Il convitato di pietra al tavolo del dopo voto. (Eugenio Scalfari, la Repubblica)
Capaldo: Partiti, la mia riforma è in Parlamento. (Mariolina Sesto, il Sole 24 Ore)
Quel che resta (molto) da fare. (Francesco Giavazzi, Corriere della Sera)
Adornato: Il montismo come uscita dal ventennio bruciato. (Pierluigi Battista, Corriere della Sera)
Il tramonto politico dei big ex Dc. (Fabio Martini, La Stampa)
Spero Monti dia segnali da questa legislatura
Le famiglie italiane sono in grande difficolta’. Il governo Monti dia segnali concreti, a partire da questa legislatura, per l’allentamento della pressione fiscale sulle famiglie, a cominciare da quelle piu’ numerose.
Pier Ferdinando
La lista civica di Casini & co. prenderebbe il 35% dei voti. (Franco Adriano, Italia Oggi)
Berlusconi-Penelope sulla legge elettorale. (Francesco Verderami, Corriere della Sera)
Berlusconi medita l’addio alla politica. (Carmelo Lopapa, la Repubblica)
Elezioni politiche – Una sfida sull’Europa. (Sergio Fabbrini, il Sole 24 Ore)
Il Pd oltre le primarie. (Adriano Sofri, la Repubblica)
L’agenda digitale nel paese lento. (Oscar Giannino, il Messaggero)
Startup e occupazione: il motore economico dell’Italia è altrove. (Antonio Lupetti, Woorkup.com)
Che cosa sappiamo di Yoani Sanchez. (il Post)
“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati
In riferimento all’articolo apparso sul quotidiano La Stampa dal titolo “Chi si nasconde dietro l’agenda Monti”, l’on.le Galletti ha affermato “pensiamo di aver contribuito, certamente più di altri, alla nascita e al percorso del governo Monti creando prima le condizioni per la sua nascita e sostenendolo poi con le nostre proposte in tema di liberalizzazioni, riforma del lavoro, spending
review e riforma della giustizia, solo per citare alcuni esempi” e poi ha continuato ricordando che l’Udc non vuole assistenzialismo statale né per il Sud, né per il Nord.
Premesso che l’articolo in questione è firmato da Luca Ricolfi, personaggio che stimo, nonostante in un suo libro (Dossier italia) abbia difeso il “contratto con gli italiani” stipulato da Berlusconi affermando che in fondo era stato realizzato (almeno per la maggior parte), posso serenamente dire che l’articolo sembra essere stato scritto da un marziano o da una persona che ignora parecchie cose, in particolare sulla posizione dell’Udc.
Ricolfi porta avanti una analisi politica tagliata con l’accetta e, soprattuto, incentrata su uno schematismo vecchio e pieno di preconcetti: a destra abbiamo una politica conservatrice, al centro una politica statalista, a sinistra una politica che non saprei definire. Il punto è che Ricolfi non si è minimamente documentato, altrimenti avrebbe visto non solo le proposte enumerate dall’on.le Galletti, ma soprattutto avrebbe visto che l’Udc aveva proposto ben prima di tanti altri, una robusta agenda per abbattere il digital divide e sviluppare Internet a banda larga (ricordiamo che questo ci porterebbe ad un aumento del PIL di circa 70 miliardi di euro). Già questo ci fa capire che l’Udc una sua agenda ce l’ha, come anche degli obiettivi: risanare i conti non è un target secondario, perché senza il risanamento non possiamo fare investimenti.
Ma al di là delle proposte presentate nel passato, il punto di fondo è che non si può e non si deve parlare di statalismo secondo vecchi schemi: la spesa statale può essere tagliata, e, soprattutto, deve essere indirizzata meglio e la prova si trova quando ho scritto dei fondi comunitari usati per progetti del valore medio di 5.000 euro. Questi progetti non migliorano il PIL, non creano occupazione o opportunità, sono solo una scorciatoia presa da alcuni che vedono nello Stato una mucca da macellare senza pensare al domani. L’Udc vuole sostituire a questa miriade di progetti, pochi progetti che creino le infrastrutture e le condizioni necessarie perché si possa esplicare al meglio la libera iniziativa imprenditoriale.
Propugnare un Monti-bis, come ad esempio fa Casini, non equivale a sostenere la “mucca da macellare”, bensì è un modo rendere produttiva la mucca. Tutto ciò però presuppone libertà d’azione. La vera forza di Monti è stata proprio quella di essere al di fuori del sistema politico e in quanto tale non essere inscatolato nei rigidi schematismi che hanno condizionato la vita politica italiana degli ultimi 20 anni e che proprio Ricolfi riconosce come uno dei mali della Seconda Repubblica.
Liberi dalle contrapposizioni rigide e schematiche, ci si è concentrati sulle riforme e sugli interventi normativi per rilanciare l’Italia dopo avere evitato per un soffio il disastro ereditato dal precedente governo: da quanti anni si aspettava un provvedimento per ridurre le auto blu o le province? Eppure il precedente governo ha avuto 4 anni di tempo, ma non lo ha potuto fare perché avviluppato in un continuo battibecco improduttivo sia al suo interno (si veda anche ora cosa sta accadendo all’interno del PDl dopo il caso del Lazio) che al suo esterno (pensiamo alla guerra continua avviata da berlusconi contro la magistratura e contro gli altri politici). Monti forma il suo governo a Novmebre 2011 e a giugno 2012 (dopo 7 mesi) presenta il disegno di legge per dimezzare le province e dimezzare le auto blu. Sette mesi per un risultato concreto, contro 4 anni di chiacchiere inutili (quantunque supportate dall’agenda politica tanto cara a Ricolfi).
Sostenere Monti, significa sostenere la centralità della politica, scindendola dalle chiacchiere di cortile e dai gossip (quante pagine di giornali dedicati al bunga bunga o alla Minetti che sfila in costume da bagno?), e questo non è forse quello che si chiede a chi ci governa?
Vogliamo parlare di agenda, come chiede Ricolfi? Facciamolo, ma dobbiamo essere coscienti che è un falso problema, perché sappiamo cosa serve: svecchiare il mondo del lavoro in Italia garantendo i lavoratori, ma senza che questo si trasformi in rigidità contrattuale; serve rivedere il sistema fiscale; serve combattere l’evasione fiscale; serve incoraggiare gli investimenti. Tutti sanno cosa serve, ma il problema vero è “come fare queste cose” e questa è la vera forza di chi sostiene Monti, perché non ci si perde in chiacchiere da bar consci che il mondo moderno fugge le perdite di tempo e l’eccessiva rigidità, mentre richiede rapidità di esecuzione e massima flessibilità, perché il mondo è in continua evoluzione, anzi, citando Baumann, potremmo dire che siamo in “costante mutamento in una realtà liquida e multiforme”.
Solo l’Udc votò contro questo federalismo pasticciato
Gli interventi contro la corruzione e contro i costi della politica sono un segnale forte verso una moralità che va recuperata non con le parole ma con i fatti. Il Governo ha fatto due cose importanti: la legge contro la corruzione, che va approvata subito senza ulteriori perdite di tempo, e gli interventi contro i costi della politica. Solo noi dell’Udc avevamo sostenuto che questo federalismo confuso e pasticciato, creato dalla riforma del Titolo V della Costituzione e poi dagli interventi del Governo Berlusconi, avrebbe portato ad una de-responsabilizzazione dei centri di spesa. I fatti, purtroppo, ci hanno dato ragione. Ed ora l’unico modo per buttare lontano da noi il sospetto, e respingere la corruttela di ladri che ci sono nella politica, è fare riforme incisive oggi e subito.
Pier Ferdinando
Sempre più lontano il ritorno della politica. (Marcello Sorgi, La Stampa)
Il piano del Pdl- azzerare tutte le cariche. (Francesco Verderami, Corriere della Sera)
Roma, 2 dicembre: il Cav. azzera il Pdl e rinasce Forza Italia. (Salvatore Merlo, Il Foglio)
Passi avanti e nodi aperti. (Fabrizio Forquet, il Sole 24 Ore)
Di rigore si muore. (Enrico Cisnetto, Il Foglio)
Scommessa digitale nel decreto Sviluppo. (Valentina Conte, la Repubblica)
Il cuore smarrito del presidente. (Vittorio Zucconi, la Repubblica)
La notte della sconfitta, ma chissà. (Giuliano Ferrara, Il Foglio)
Partecipa all’Happy Family Days – la festa per la famiglia