Archivio per Gennaio 2013

Le 13 bugie che vi hanno raccontato su Mario Monti

postato il 10 Gennaio 2013

La saggezza popolare ci ricorda che “le bugie hanno le gambe corte”, se poi le bugie sono dette da Berlusconi sembra che siano ancora più corte. E non è una questione di “statura accademica”. Il Cavaliere nel tentativo disperato di una improbabile rimonta sta riversando, oltre agli insulti più classici nei confronti di Pier Ferdinando Casini, tonnellate di falsità su Mario Monti. Un nostro lettore si è preso la briga di smascherare tutte le bugie messe in circolazione sul Presidente del Consiglio. Una lettura interessante, un antidoto contro la disinformatia berlusconiana.

di Michael Surace

1) MONTI NON HA FATTO NULLA PER RISOLVERE LA CRISI Falso. In 1 anno, a tempo di record, ha promosso leggi e decreti che hanno portato lo Spread da 550 a 270, praticamente dimezzato. Vuol dire più di 6 Miliardi di debito in meno. E l’Italia, al contrario di altri Paesi in difficoltà (Spagna e Grecia), non ha fatto ricorso ai prestiti europei, ma ce l’ha fatta da sola senza indebitarsi.

2) LO SPREAD È UNA BUFALA, NON INCIDE SULLE FAMIGLIE ITALIANE. Falso. L’aumento del differenziale tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi impatta non solo sulle finanze pubbliche, ma anche su quelle di famiglie e imprese. Sulle famiglie, in quanto l’aumento dei rendimenti per il rischio-Paese ha effetti rialzisti pure sui prestiti e tassi dei mutui. E le imprese subiscono le conseguenze negative di un rialzo dei tassi dei BTP, in quanto sono costrette ad offrire un premio più alto sui mercati dei capitali (o alle banche) per finanziarsi. E il divario dei rendimenti tra imprese italiane e straniere (ad esempio, tedesche) penalizza le prime, in quanto le grava di un costo maggiore, rendendole meno competitive. Nei mesi scorsi, ad esempio, le aziende italiane hanno dovuto corrispondere il 5,5% medio di interessi sui loro prestiti, mentre quelle tedesche intorno al 3,5%. Ciò ha avuto anche l’effetto di spiazzare gli investimenti in Italia, con beneficio della Germania.

3) MONTI NON HA TOLTO I PRIVILEGI ALLA CASTA POLITICA, NON HA APPROVATO LA LEGGE ELETTORALE. Falso, non è stato Monti. La casta della politica si è autodifesa, , tra Monti e il Partiti di maggioranza si reggeva sulla ripartizione di ruoli: il Governo si sarebbe occupato di questioni economiche e il Parlamento di riforme istituzionali, compresi legge elettorale, stipendi, province… E come si è visto tutto affossato grazie a PD-PDL!

4) MONTI HA FAVORITO LE BANCHE. Falso, semmai ha fatto qualcosa che le ha fatte infuriare; pensate alla gratuità dei conti corrente per i pensionati con ISEE inferiore a 7.500 euro o con una pensione fino a 1.500 euro/mese e l’inserimento di una tassa bancaria sui conti oltre un certo reddito. Per non parlare della richiesta franco-italiana a livello europeo della Tobin tax. E infine l’aver “disturbato” le regine delle banche mondiali, le banche svizzere, con un accordo in cantiere tra il governo presieduto da Mario Monti e il Governo Svizzero per combattere l’evasione (questo scoraggerà il deposito di capitali italiani nelle banche elvetiche).

5) IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, AMICO DI MONTI, SI È AUMENTATO LO STIPENDIO. Falsissimo. Il Presidente della Repubblica non si è aumentato lo stipendio, la notizia è stata smentita da una nota del Quirinale, la trovate sul sito del Quirinale. Ha dovuto semplicemente ripristinare lo stipendio più alto per il successivo Presidente della Repubblica, perché Napolitano si era auto ridotto lo stipendio già nel 2011 (vedi qui) ma non poteva decidere che le stesse riduzioni di stipendio decise da lui potessero influire anche sul futuro PdR senza una legge che lo prevedesse. Il totale del risparmio del Quirinale tra rinunce di parte dello stipendio e tagli vari auto impostasi dallo stesso Napolitano vale circa 70 milioni di Euro di risparmio.

6) MONTI NON HA FATTO NULLA PER IL LAVORO. Falso. È ovvio che in 1 anno i risultati di politiche per l’impiego non possono essere visibili, ma basti pensare al grande concorso pubblico dell’Istruzione che oltre a garantire lavoro a migliaia di docenti, ha svecchiato dopo decenni maestri e professori della Scuola italiana. A questo si sono aggiunte maggiori tutele per l’Apprendistato e soprattutto da oggi gli stagisti non potranno più essere sfruttati a costo zero, ma è stato stabilito uno stipendio lordo minimo di 400 euro.

7) MONTI NON HA FATTO NULLA PER L’ISTRUZIONE. Falso. I provvedimenti voluti dal Ministro Profumo ha contrastato almeno in parte i Baroni universitari, imponendo concorsi centrali. Stessa cosa vale per l’istruzione: ha svecchiato dopo decenni maestri e professori che finalmente potranno insegnare con nuove tecniche, nuova mentalità e nuovi strumenti. In Italia siamo ultimi in Europa per l’utilizzo di strumenti tecnologici (tablet, computer ecc.) per l’insegnamento, con questa epocale entrata di nuovi prof forse potremo colmare questo gap ed essere più competitivi. A questo va aggiunto l’introduzione di un metodo “meritocratico” per l’elargizione dei fondi agli atenei che vengono valutati positivamente sia dagli stessi studenti nella qualità dell’insegnamento che dai parametri di Ricerca. Su quest’ultimo capitolo ricordiamo che, al contrario di quanto aveva fatto il precedente Governo, il fondo per la Ricerca universitaria è stato mantenuto intatto.

8) MONTI FA QUELLO CHE VUOLE LA GERMANIA. Falso! Monti è stato il nemico numero 1 di Angela Merkel, almeno dal punto di vista economico. L’Italia ha proposto e fatto approvare contro i parere della Merkel il “fondo salva Stati”, ha iniziato un tavolo di collaborazione con la Francia per chiedere a Bruxelles politiche per la crescita in chiave anti tedesca.

9) MONTI NON HA INTRODOTTO L’IMU PER LA CHIESA. Falso. L’IMU verrà pagata anche dalla Chiesa nelle strutture non dedicate alla pratica religiosa (e ce ne sono molte), ma così come non la pagheranno Sindacati, Fondazioni, ONLUS ecc. La Commissione Europea si è detta soddisfatta e ha chiuso la procedura di infrazione aperta con il precedente Governo Berlusconi.

10) L’IMU L’HA CREATA MONTI. Falso! L’IMU è stata pensata e voluta dal precedente Governo, la proposta di legge infatti è a firma Calderoli, con l’intento di aumentare le entrate dei Comuni in ottica federalista. Il Governo Monti non ha fatto altro che riprenderla e destinarne una parte allo Stato; l’intenzione di Monti per il prossimo Governo è però quello di eliminare la quota dello Stato (abbassandola di conseguenza) e facendo incassare l’imposta solo ai Comuni per le proprie casse.

11) MONTI NON HA VOLUTO INTRODURRE LA PATRIMONIALE PER TASSARE I RICCHI. Falso. I partiti che hanno sostenuto Monti hanno affossato qualsiasi tentativo del Governo di introdurre patrimoniali: questo ha portato allora alla ripresa del progetto IMU del precedente Governo che in sostanza comunque colpisce soprattutto le classi più abbienti in quanto colpisce in maniera pesante chi ha multiproprietà: in Italia ricordiamo che la vecchia ICI era la tasse sulla casa più bassa d’Europa che premiava i proprietari di multiproprietà, ergo la classe più abbiente, mentre ora c’è stato un riequilibrio con l’IMU.

12) L’EUROPA HA CONDANNATO L’IMU. Falso. Notizia smentita dalla Commissione Europea la sera stessa del giorno che è stata messa in giro. Il rapporto della UE infatti riguardavo uno studio dell’ICI tra il 2008 e il 2011 in quanto tassa che non contemplava la progressività del reddito. Mentre l’IMU ha introdotto almeno sconti per le famiglie, con 50 euro a figlio. La Commissione europea ha solo criticato infine la mancata rivalutazione catastala che in molti comuni porta ancora a gravi disequilibri tra mega appartamenti in centro in cui il catasto ancora fornisce valori ben al di sotto di quelli di mercato.

13) MONTI NON VUOLE CANDIDARSI PER PAURA DI NON PRENDERE VOTI. Falso. Monti per legge non può candidarsi perché già Senatore a Vita, e per Costituzione non può candidarsi in nessun collegio. Sfatiamo un altro mito: in qualità di Senatore a vita Monti può comunque essere scelto dal Presidente della Repubblica per creare un nuovo Governo perché la legge prevede che sia Presidente del Consiglio non chi prende più voti, ma chi, sulla base della fiducia ottenuta in Parlamento sentiti i capigruppo, viene nominato dal Capo dello Stato.

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L’intervista al Tg5

postato il 10 Gennaio 2013

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Gettito fiscale trattenuto al Nord? Un’altra bugia

postato il 10 Gennaio 2013

“Riceviamo e pubblichiamo” di Vincenzo Massimo Pezzuto

Siamo alle solite. Le solite ed inimitabili trovate populistiche made in Berlusconi, le stesse che hanno dominato la politica degli ultimi venti anni in Italia. Il ritorno dell’alleanza con il carroccio fa partorire un’altra proposta scellerata e priva di fondamenta economiche: trattenere il 75% del gettito fiscale nella macroregione del Nord Italia. Se da un lato la rinata alleanza non ha ancora un candidato Premier certo (forse perché sono parecchi i sostenitori sponda Lega che si vergognano del Cavaliere), dall’altro lato è già in grado di parlare, si fa per dire, di programmi e proposte. Se il buongiorno si vede dal mattino, credo che la coalizione, nata in notturna, sia destinata a brancolare nel buio. Meno male che a fornire uno spiraglio di luce nelle tenebre del populismo ci ha pensato Roberto Occhiuto ad Agorà, programma in onda su Rai3.

L’esponente centrista ha sottolineato, giustamente, che se anche per assurdo si potesse fare ciò si potesse fare, si creerebbe una voragine tale da richiedere agli italiani il pagamento di 10 volte l’Imu, che il Cavaliere promette di abolire. Berlusconi, come futuro Ministro dell’Economia, dimostra così di essere davvero un buon intenditore in materia finanziaria e di contabilità di Stato. Un vero e proprio premio Nobel! L’Italia non può più sostenere proposte del genere e l’esempio lo abbiamo già avuto e le conseguenze le stiamo attualmente pagando. Un federalismo in salsa leghista approvato in tutta fretta ha solo pasticciato un sistema fiscale già precario. Non è più tempo per slogan irrealizzabili e promesse populistiche. E’ giunto il momento di parlare con dati alla mano e di proporre riforme e idee concrete e fattibili agli elettori, non di arrivare a promettere, per meri fini propagandistici, anche il “mare in Lombardia”.

A voi la scelta se optare per chi vive di contraddizioni, di populismo, di demagogia o per chi ha deciso, in tempi non sospetti, di dire le cose come stanno, di sostenere il taglio della spesa pubblica e delle Province (riforma fatta cadere da altri schieramenti poco responsabili, non certo dall’Unione di Centro).

 

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Valzer padano

postato il 8 Gennaio 2013

“Riceviamo e pubblichiamo” di Francesco Scavone

Quando un partito rinnova i suoi vertici vantando gloriosamente l’intenzione di cambiare passo, tutto fa ben sperare. E facevano ben sperare anche le intenzioni di Maroni che solo pochi mesi fa agitava scope e rivendicava novità, tutto volenteroso di dare alla Lega un profilo più moderno e, mi permetto, civile. Quando accadono cose di questo genere, ci si aspetta che alle parole seguano i fatti, secondo un filo logico di coerenza e serietà, a maggior ragione se il partito in questione è proprio quello che grida e fa morali in Parlamento e si dichiara limpido e integerrimo. Col passare del tempo però la verità viene sempre a galla e rischiano di  avere ragione coloro che – io in primis,  perdonate se mi schiero in prima fila – da tempo credono di avere gli elementi per dimostrare senza indugio quanta demagogia e quanto populismo di facciata ci sia in espressioni così discutibili di politica.

Mi spiego meglio, lo farò con i fatti. Da un parte mi aiutano i giornali che in questi giorni stanno riportando sempre più insistentemente notizia di altriscandali leghisti collegati ai rimborsi elettorali. Dall’altra mi aiutano le dichiarazioni principali che Maroni ha pronunciato nel corso di quest’ultimo anno di opposizione convintamente antiberlusconiana e antimontiana.

«Noi siamo in opposizione, voi siete in maggioranza. L’alleanza è finita» diceva Maroni all’indomani dell’insediamento del Governo Monti, il 29 Novembre 2011.

«Ora possiamo esprimere il nostro dissenso, in modo anche colorito. In questo senso è divertente. Con Berlusconi abbiamo votato tante cose indigeribili» aggiungeva prima del Natale scorso (22 Dicembre 2011), rinfacciando al Cavaliere anni di provvedimenti “indigeribili”, dimenticando però di fare autocritica sulla propria condotta parlamentare (non erano “coloriti” anche prima?).

I mesi trascorrevano e i leghisti, fermi sulle loro posizioni, si affermavano come i più audaci sostenitori della causa antiberlusconiana. I toni sono tornati insistenti negli ultimi mesi di Governo, quando l’avvicinarsi delleelezioni hanno posto come necessità una decisione più chiara. Niente da fare, i leghisti rimanevano delle stesse convinzioni, demonizzando qualsiasi tipo di accordo, locale e nazionale, con il Pdl.

Mi limito ad un’elencazione, ogni commento è superfluo.

«Qualcuno dice che la grande ammucchiata Bersani-Vendola-Casini farà tornare la Lega alleata di Berlusconi. Ma chi l’ha detto? Ma chi lo vuole?»
(2 Agosto 2012)

«La Lega con Berlusconi come nel ’94? E’ una cosa che mi pare di aver già visto qualche anno fa: un deja vu. Noi siamo per il cambiamento, per il nuovo e guardiamo al futuro»
(28 Agosto 2012)

«Le nostre condizioni non cambiano: la Lega Nord non può fare alleanze con chi sostiene Monti. Siamo noi l’opposizione vera»
(18 Settembre 2012)

«La Lega Nord non farà alleanze per le prossime elezioni politiche con forze che abbiano sostenuto il governo Monti»
(30 Novembre 2012)

«La minaccia di far cadere le giunte di Veneto e Piemonte? Una barzelletta. Possibile sostegno della Lega a Monti. Idem. Ma chi è questo B?»
(13 Dicembre 2012)

«Berlusconi ha deciso di occupare tutti gli spazi televisivi. Non so quanto gli renda, perché poi la gente inizia a dirsi stufa, perché ripete le stesse cose e non credo che gli porterà più consensi»
(20 Dicembre 2012)

Siamo arrivati ai  giorni nostri e la situazione è completamente ribaltata. La sirena elettorale è suonata anche a Via Bellerio, unita al timore di un insuccesso e all’ambizione malcelata di voler a tutti i costi la poltrona di Governo anche in Lombardia. Non l’avevate previsto? Io sì. Un partito che per anni si presenta alle elezioni col totem del federalismo e una volta seduto al Governo puntualmente non agisce è un partito su cui avere sospetti. Si potrà dire: ma l’antiberlusconismo è rimasto saldo, infatti hanno chiesto che il Cavaliere non sia il candidato a Palazzo Chigi. Mi permetto di notare che in ogni caso l’alleanza c’è, così come il rientro in una coalizione guidata storicamente da Berlusconi. E poi, gli stessi strali erano lanciati anche quando Berlusconi era ancora nell’ombra, non candidato, e c’era Alfano a rappresentare il Pdl.

Scusate se sono sembrato di parte, ma era inevitabile. Però, in conclusione, un elogio lo faccio: oggi apprezzo di più la Lega e ammiro i leghisti. Non ho mai visto nessuno così abile a rimangiarsi in breve tempo fiumi di parole.

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Tra Pdl e Lega accordo della disperazione

postato il 8 Gennaio 2013


Quello tra Lega e Pdl e’ un accordo della disperazione, ma gli elettori vedono che la campagna elettorale pone due possibilità: Bersani o Monti, il resto e’ un deja vu un pò triste. Non si capisce chi tra Berlusconi, Tremonti e Alfano sia il candidato vero, dobbiamo fare una caccia al tesoro per capirlo. Berlusconi aveva detto che c’era bisogno di chiarezza e ora hanno fatto un’operazione così chiara che da stasera ci sono tre candidati del Pdl e della Lega.

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A La Telefonata di Belpietro

postato il 7 Gennaio 2013

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Tre proposte per la Sanità

postato il 7 Gennaio 2013

“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati

Il Servizio Sanitario Nazionale è spesso stato criticato per gli sprechi e il non eccelso livello di assistenza. Il problema è che è ancora ancorato ad una visione “vecchia” che non tiene conto delle mutate esigenze della società.

Bisogna quindi passare da una situazione in cui si garantisce “l’aspirina gratuita a tutti” ad un sistema che tenga conto anche delle nuove esigenze della famiglia.

Uno dei probemi sui cui il sistema sanitario è deficitario, è l’assistenza ai malati di patologie cronico-degenerative, come ad esempio l’alzheimer e il parkinson, legate all’invecchiamento della popolazione e i bisogni propri di chi è disabile.

Diventa necessario, quindi, spostare risorse da trattamenti e medicine cui ormai possono giungere tutti (la famosa asprina gratuita per tutti) a quei trattamenti che sono maggiormente pesanti per le famiglie quali la lungodegenza e le malattie degenerative.

Una soluzione è nel progetto sperimentale avviato pochi mesi fa riguardo all’assistenza domiciliare agli anziani non autosufficienti, che fornisce assistenza migliore al malato e ha costi pari alla metà rispetto all’ospedalizzazione.

Ma la sanità può anche essere una grande risorse per l’occupazione e una ricchezza per l’economia italiana e per questo motivo bisogna puntare decisamente ad incoraggiare investimenti pubblici, ma soprattutto privati, per la ricerca e la produzione di farmaci e strumenti medici in Italia. Per fare ciò occorre una painificazione di lungo periodo e il coinvolgimento di soggetti privati.

Quanto detto sopra ci porta ad un altro punto: maggiore trasparenza.

Il cittadino deve potere verificare sempre con facilità sia l’operato delle ASL e delle strutture pubbliche (e chiaramente anche dei dirigenti e di chi vi lavora) sia anche le partnership tra pubblico e privato, sia le strutture private convenzionate, in modo che sia sempre chiaro e verificabile dove e come vengono spesi i soldi dei cittadini e si possa verificare sempre la qualità del servizio.

Per attuare questo un passo fondamentale è nell’agenda digitale, perché con la possibilità di digitalizzare tutto e consultare via internet si dà la possibilità al cittadino di fare verifiche.

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