Afghanistan, no a tagli per le forze armate
Il Parlamento apra una riflessione sui tagli alla Difesa imposti dal ministero dell’Economia. Il Governo ha carta bianca per innalzare la qualità tecnica degli armamenti, noi siamo per proseguire l’impegno in Afghanistan contro il terrorismo, per la libertà del popolo afghano, per la pace internazionale. Non si tratta di creare una polemica politica sui tagli ma, di svolgere un impegno comune e rappresentare al ministero dell’Economia che verso la Difesa non si può procedere ragionieristicamente come per altri comparti. Lo richiede la complessità degli impegni internazionali e il comparto delle Forze Armate stressato per la mancanza risorse. I tagli non incidono sulla sicurezza e operatività dei nostri ragazzi, ma in futuro rischiano di essere dannosi. Perciò impegniamo il Parlamento ad una riflessione comune su questo tema.
Pier Ferdinando
Trovo poco ragionevole la politica dei “tagli uguali in situazioni diseguali”. A maggior ragione non approvo i tagli alla Difesa, alle Forze dell’Ordine.
Se non erro, il “voto sull’Afghanistan” è stato il primo provvedimento del Governo Prodi II che ci ha trovato pienamente favorevoli, al contrario del resto dell'(allora) Opposizione di Centrodestra.
Allora, come ora, non conta il colore del Governo, ciò che conta è il pieno sostegno e il totale appoggio ai nostri militari, senza se e senza ma.
Fu quello il primo voto importante che ci smarcò dal Centrodestra. Il primo sintomo di una profonda diversità nell’intendere la politica. Il primo passo verso una politica seria.
Allora era, ed oggi è, giusto sostenere le nostre Forze Armate impiegate in operazioni militari all’estero.
Che la guerra sia “una brutta cosa” e che, in più, “costa un sacco” sono questioni da affrontare. Ma qui non si tratta di giusto o sbagliato, quando si parla di uomini che rischiano la vita non ci sono costi che tengano.
Si può pensare ad un ridimensionamento degli uomini e dei mezzi impiegati, ma chi è là deve essere equipaggiato al meglio, certamente chi è là in guerra deve essere sicuro che il suo Paese non lo abbandonerà.
Dopo aver tagliato i fondi alle volanti, sarebbero i tagli ai militari. E se non si avranno più fondi… “copia-incolla”… c’è già chi suggerisce di fare le “Ronde Tricolori”, di stanza all’estero! Slogan pronto “padroni… anche a casa loro”! Sarebbe il colmo… Un lato positivo, però, ci sarebbe…
Condivido in pieno questo monito al governo,da parte dell’ onorevole Casini, che (e questo non è nuovo)anche questa volta ha dimostrato di anteporre gli interessi nazionali a qualsiasi polemica partigiano-campanilistica e meramente propagandistica.
Il primo compito della politica è quello di garantire la difesa interna ed esterna, che concerne la sussistenza dello Stato stesso. Se un governo non fà questo, può esser promotore di tutte le riforme di questo mondo, ma ha fallito. Mi auguro che il governo ci pensi su due volte prima di tagliare i fondi ai nostri soldati in missione all’ estero. Al taglio dei fondi alle forze di polizia si è risposto col panno caldo delle ronde, certamente efficienti da un punto di vista propagandistico, ma non adeguate, a soddisfare in concreto le esigenze di sicurezza dei cittadini. Dopo aver in parte abdicato all’ interno,non vorrei che lo stato, venisse meno anche alle sue responsabilità internazionali, per via di un ragionieristico errore di valutazione, studiato freddamente su di un tavolino del ministero dell’ economia. Questo sarebbe molto grave per il prestigio dell’ Italia all’ estero, ma soprattutto per la condizione in cui si troverebbero ad operare non già i nostri soldati, che hanno contribuito, con successo e sacrificio, all’ “esportazione” e ,ora, contribuiscono al “mantenimento” della democrazia, ma tutti i civili che con vari ruoli, collaborano con le autorità e con la popolazione Afghana, per costruire un futuro migliore.
Penso che una manovra economica vada fatta con intelligenza e lungimiranza.
L’ipotesi dei tagli agli sprechi è molto valida, ma i tagli vanno fatti con cura e precisione. Quelli fatti alla Difesa e alle Forze dell’Ordine sono un grave errore, che vanno a minare l’efficienza di uno degli eserciti migliori nel mondo.
Tagliando i fondi alle forze armate, il Governo dimostra di essere miope e di non guardare al futuro delle popolazioni che il nostro esercito aiuta ogni giorno e,soprattutto, andrebbe a destabilizzare quell’equilibrio già precario venutosi a creare nelle zone più delicate dell’Afghanistan. Proprio per questo noi, oggi, chiediamo al Parlamento di rivedere questa manovra finanziaria, e di esaminare con attenzione ogni punto, soprattutto quello riguardante le Forze Armate e le Forze dell’Ordine.
Marta
Per la verità, secondo me, con i tagli, una limitazione alla operatività dei nostri ragazzi ci sarebbe. Purtroppo quotidianamente si può constatare che molti uomini delle forze armate ormai rimangono addirittura senza carburante per girare in pattuglia nelle nostre città. Questo comporta sicuramente un ridimensionamento alla sicurezza, pertanto non servono proclami ma impegni concreti e reale sostegno a chi ci garantisce ogni giorno la libertà!