postato il 19 Luglio 2009 | in "Politica, Spunti di riflessione"

Al governo con la sinistra in caso di emergenza

Penso all’esempio tedesco ma l’Unione non è riproponibile

Intervista 'La Stampa'Pubblichiamo da ‘La Stampa’

Onorevole Casini, fra cento giorni il Pd avrà un nuovo segretario. Come segue la sfida fra Bersani, Franceschini e Marino?
«Con interesse, perché il Pd è il secondo partito italiano e dobbiamo capire bene quali sono le indicazioni, i progetti dei candidati. E con un po’ di preoccupazione».
Preoccupazione?
«Mah, insomma, c’è gia una candidatura, e mi riferisco a quella di Marino, che di per sé rivela una difficoltà del partito nell’interpretare il rapporto fra il Paese, l’identità cristiana e la sua laicità. Il presupposto della candidature indica che questo è un nodo irrisolto».
Ma lei quale dei tre vedrebbe più volentieri incoronato?
«No, guardate, io non voglio fare il convitato di pietra. Seguo con interesse e distacco l’evolversi dei lavori, e basta. Qualcun altro, e penso a Di Pietro, anche attraverso Grillo, sta iniettando alte dosi di veleno, lavora alla distruzione del Pd. Non è un caso che Enrico Letta dica che il suo Pd dovrà fare riferimento a Napolitano».
Perché non è un caso?
«Perché oggi il Pd è ondeggiante fra il rispetto delle istituzioni, di cui Napolitano è il garante e il custode, e la deriva dipietrista alla quale il partito corre dietro per non perdere elettori. Portarsi Di Pietro in Parlamento è stato un errore enorme di Veltroni».
Anche perché parlava di vocazione maggioritaria.
«Speravo si fossero liberati di questa illusione che è stato il più grande regalo a Berlusconi. Ma non basta non parlarne più quando, come ha fatto Franceschini, si dice no al sistema elettorale tedesco: cioè si costruisce un equivoco politico e si resuscita come l’araba fenice quel bipartitismo che vuole Berlusconi»
Perfetto, ma quello che vorremmo capire è quanto il congresso del Pd influirà sul futuro dell’Udc. Lei ha in animo un progetto, il grande partito di centro…
«Ed è un progetto che rimane in campo».
Ma un conto è se vince Bersani, un conto se vince Franceschini…
«No, il progetto rimane in campo, va avanti indipendentemente da quello che dicono, fanno e decidono gli altri. Noi abbiamo una processione di dirigenti del Pd che vuole aderire, in queste ultime settimane anche tanti del Pdl. In ogni caso il progetto si rafforza».
Forse è per questo che da sinistra, talvolta, qualcuno ipotizza che lei potrebbe essere il leader di una nuova coalizione di centrosinistra?
«Ma non è possibile. Non potrei mai essere un nuovo Prodi perché mi mancano due requisiti fondamentali».
Primo?
«Primo, non sono Prodi. Ho un’altra storia. Non esprimo il cattolicesimo dossettiano che è di Romano e che ha nella sua ragione costitutiva di trovare un punto d’incontro tra la sinistra e parte del mondo cattolico. Prodi è irripetibile, è figlio di una storia che privilegia queste assonanze sulla grande questione sociale».
E secondo?
«E in secondo luogo non c’è la mia volontà. Non credo a un simile progetto politico. Se si pensa
all’Udc come alla Margherita del 2010 si compie una sciocchezza. Si ripeterebbero gli stessi
errori commessi dall’Unione. Prodi non ha fallito perché è uno stupido, anzi. Ha fallito perché il progetto non stava in piedi allora, e non starebbe in piedi adesso un governo che somma l’estrema sinistra e l’Udc magari passando per Di Pietro».
Quindi non se ne fa niente.
«Niente».
Neanche se il futuro ponesse condizioni nuove, impreviste, diciamo così d’emergenza?
«Diciamo così: se il futuro ci ponesse davanti a condizioni impreviste, eccezionali, e si pensasse, come in Germania, di mettere in piedi una Grande Coalizione per fare cose limitate nel tempo, per affrontare l’emergenza e per tornare poi a essere alternativi una volta recuperata la normalità, beh, il discorso cambia…».
Ma questo non è il centrosinistra, è il Cln.
«L’esempio è appropriato. E’ chiaro che bisogna capire se e quando ne ricorressero analoghi presupposti storici».
Lei parla in questo modo, eppure anche Roberto Formigoni la invita. Dice che lei è candidato alla successione di Berlusconi insieme con Tremonti e Fini.
«Questa è una carineria di cui lo ringrazio. Ma temo per loro che il Pdl sia una costruzione che non sopravvivrà a Berlusconi. Il premier ha un carisma che copre tante magagne e il Partito del Sud, composto da gente che cerca poltrone perché non ne ha, è l’ultimo esempio. Non si pone il problema della futura leadership del Pdl perché il Pdl non ha futuro senza Berlusconi».
Quanto influisce in tutto questo il caso delle escort? L’Udc è rimasto ai margini della polemica.
«Non voglio esprimere pareri anche perché noi, e gli altri partiti, siamo spettatori troppo interessati per farlo. Ritengo che gli italiani leggano e si rendano conto da soli di quello che sta succedendo. Quanto al nostro giudizio, credo lo si immagini. Ma non a certo con mozioni tipo quella di Zanda che si affronta il problema».
Perché?
«Perché è una mozione ridicola, nella quale si dice che chi governa “deve assumere comportamenti coerenti tra la vita pubblica e quella privata”. Cioè si dice che chi governa deve comportarsi bene. E’ una cosa che sta fra l’infantilismo politico e l’ipocrisia moralistica. Le chiacchiere stanno a zero: se il Pd ritiene di censurare Berlusconi per i suoi comportamenti privati e su quelli magari chiede di insediare una commissione d’inchiesta, allora tutti saremo obbligati a dare risposte limpide e chiare. Ma o si ha questo coraggio o si lascia perdere. Altrimenti siamo davanti a un “vorrei ma non posso” che fa cadere in ridicolo la politica italiana».

11 Commenti
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Valentina Ottobre
Valentina Ottobre
15 anni fa

“Il premier corteggia Casini in funzione anti-Lega”: questo uno dei titoli dei giornali di oggi. Non possiamo permettere che si cada nell’errore di pensare ancora che l’UDC sia un mero mezzo della maggioranza da usare a suo piacemento per rimanere al governo.
Nè tantomeno si può pensare, come dice il Presidente Casini, all’UDC come “La Margherita del 2010”, poichè i principi che lo rappresentano sono altri.
Ben venga tuttavia un accordo in caso di stato “emergenza” (Casini ha perfettamente spiegato tale situazione)… e io personalmente credo che un pò già lo siamo.

Marta Romano
Marta Romano
15 anni fa

Quindi non se ne fa niente.
«Niente».
Speriamo.
Un’alleanza con il centro-sinistra, un nuovo progetto copia dell’Unione sarebbe da stupidi, da incoscienti e incoerenti. Noi,non lo siamo.
Marta

Livio Napoleone
Livio Napoleone
15 anni fa

Saggie parole di un leader doroteo, lontano da compromessi improponibili con una sinistra conservatrice e invertebrata. Noi dell’ Udc resteremo il centro moderato di questo Paese e faremo accordi con altre forze politiche solo a determinate condizioni imprescindibili. Non emuleremo mai quell’ ircocervo della Margherita pronta a piegarsi alle sirene della sinistra massimalista e dipietrista. Anche perchè siam cattolici liberali,ispirati dalla dottrina sociale della chiesa, i cattolici-sociali,ergo catto-comunisti, sono alla nostra sinistra e lì giaceranno nei secoli dei secoli.

giovanni pelliccia
giovanni pelliccia
15 anni fa

seminiamo bene e con l’aratro sempre dritto sulla stella polare.
e aspettiamo…

alberto cacciatore
15 anni fa

« ..se il futuro ci ponesse davanti a condizioni impreviste, eccezionali, e si pensasse di mettere in piedi una Grande Coalizione per fare cose limitate nel tempo, per affrontare l’emergenza e per tornare poi a essere alternativi una volta recuperata la normalità, beh, il discorso cambia…».
Bastano queste parole per far capire che si ha intenzioni concrete di essere una valida alternativa a questo governo, che si sente al sicuro sol perchè il nostro elettorato non è di sinistra. Allora che giungano pure i giorni in cui questo governo inizi a fare i conti con una “nuova coalizione alternativa cattolica ” e che magari a guidarla sia il nostro Presidente Casini.

Fernando miele
15 anni fa

Diventa sempre più difficile capire quali aderenti ha veramente L’UDC . Forse l’Onorevole Casini dorà semplificare le intenzioni per far crescere i veri cattolici ne partito ,sicuramente non lo è leggendo affermazioni di molti aderenti contro , percentuali di elettori indecisi e non più invogliati di votare.
Fernando Miele

Angela Matarrese
Angela Matarrese
15 anni fa

Bisogna assolutamente sconfiggere il bipolarismo malato e contrario alla nostra tradizione che si è tentato di imporre attraverso le modifiche della legge elettorale che hanno portato ad un sistema assurdo con un parlamento di nominati senza che gli elettori abbiano una reale possibilità di incidenza.

Paolo Fornasari
Paolo Fornasari
15 anni fa

Mi sembrano parole molto sagge quelle del nostro leader: è giusto continuare col nostro progetto del nuovo Partito a prescindere da chi vincerà la corsa alla segreteria del PD…Dobbiamo riuscire davvero a sconfiggere questo bipolarismo malato che in 15 anni ha prodotto ben pochi risultati…

Niki Bufo
15 anni fa

Dobbiamo essere convinti del nostro percorso politico, contrastando il bipartitismo, ma cerchiamo di affermare con altrettanta convinzione i nostri valori e la nostra ideologia, evitando strane alleanze. Siamo e dobbiamo rimanere una concreta alternativa, perciò “una Grande Coalizione… solo… per fare cose limitate nel tempo, per affrontare l’emergenza”. Avanti così!

antonio
antonio
15 anni fa

Scusate un po’,ma se vi dicono di allearvi con
rifondazione,pannella ecc,voi cosa fate ?
Io sono del pdl,ma se Berluscni fa o dice delle
cose sbagliate io lo riconosco,ma voi fate lo
stesso con Casini ?

Ahmed Aly
Ahmed Aly
15 anni fa

La sicurezza e gli immigrati: Chiedo alla Chiesa italiana di avere il coraggio di denunciare senza mezzi termini una legge che fa a pugni con i fondamenti della fede cristiana.Non avrei mai pensato che un paese come l’Italia avrebbe potuto varare una legge così razzista e xenofoba.Voi che avete vissuti per secoli emigrando per cercare un tozzo di pane.Questa legge è stata votata sull’onda lunga di un razzismo e di una xenofobia crescenti di cui la Lega è la migliore espressione. Il cuore della legge è che il clandestino è ora un criminale.Vorrei ricordare che criminali non sono gli immigrati clandestini ma quelle strutture economico-finanziarie che obbligano le persone a emigrare.



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