Caro Grillo, sordo e grigio ci sarai tu
“Riceviamo e pubblichiamo” di Giuseppe Portonera
Non c’è che dire, Beppe Grillo sa sempre come catturare l’attenzione. Sa sempre cosa bisognerebbe non dire, pur di aumentare la propria visibilità. Sa fare rumore, sa urlare, sa strepitare. Per questo andrebbe ignorato, lasciato solo nei suoi deliri, come un albero che cade in una foresta disabitata. Da parte mia, mi sforzo di fare sempre così, rifiutando di appassionarmi ai dibattiti che scoppiano dopo ogni dichiarazione grillina. Oggi, però, non ce l’ho fatto. È stato quando ho letto queste parole: «Deputati e senatori servono solo a prendere lo stipendio e a obbedire agli ordini di partito votando sì a qualunque porcata. Bisogna prenderne atto e licenziarli, approfittarne mentre trascorrono un agosto dorato. Chiudete il Parlamento, sgombrate i loro uffici. Camera e Senato sono ormai ridotti peggio dell’aula sorda e grigia evocata da Mussolini. I parlamentari a larve di democrazia ben pagate». Le ha pubblicate Grillo in un editoriale sul suo blog. Sono a dir poco scandalose: perché sono false, violente e pericolose. Sono false, perché i deputati votano in coscienza, in maniera condivisibile o meno, ma sempre legittima; sono violente, perché espressioni come “licenziarli, approfittarne mentre trascorrono un agosto dorato”, “chiudete il Parlamento, sgombrate i loro uffici” sono degne di una dittatura; sono pericolose, perché rievocano – in maniera esplicita, senza infingimenti – Mussolini, da cui viene addirittura mutuata l’espressione dell’aula sorda e grigia.
Non è accettabile che gli attacchi, perversi e sistematici, di Grillo alle istituzioni (lo Stato peggio della Mafia, il Presidente della Repubblica da tagliare, ora il Parlamento) vengano tollerati, inseriti in un’aria da campagna elettorale. Sono solo boutade di un ex comico? Nient’affatto. Sono affermazioni politiche di un leader politico – questo sì, sordo e grigio. Affermazioni legittime? Dal mio punto di vista sicuramente no. Ma certo prendo atto che i grillini sono pronti ad arruolare anche Mussolini nella loro eterna crociata contro la Casta. E ci complimentiamo con loro, vivissimi prolungati e reiterati applausi!
Buonasera
C’è del vero in ciò che lei afferma, specie quando sostiene che un determinato tipo di atteggiamento mal si addice a chi vuole
occuparsi di politica in modo serio, civile e democratico. E non c’è dubbio che spesso l’iperbole retorica scade nel violento e
pericoloso arcipelago del populismo e della demagogia.
In effetti, devo confessare che pur leggendo regolarmente il suo blog, non ho ancora ben capito cosa abbia in mente il Sig.
Grillo.
Tuttavia una seria riflessione politica dovrebbe portare a chiedersi il perché di un certo successo dei movimenti di protesta.
Perché a mio modesto modo di vedere di questo si tratta: il fenomeno del grillismo nasce da un malessere sempre più generale e
diffuso.
Non è certo possibile banalizzare un discorso complesso come questo, ma non ci vuole una laurea in sociologia o scienze economiche
per capire da dove nasca questo malessere.
Nel nostro sistema – Paese, è abbastanza evidente, che ci sono due classi sociali: i furbetti e gli onesti. Organizzati, uniti e
compatti i primi, soli, spaesati e vessati i secondi. Una parte di questi ultimi, evidentemente, si è un po’ stufata di essere
presa in giro da chi gestisce il potere. Perché checché se ne dica, accanto agli uomini politici seri e perbene, vi è anche un
bella fetta di personaggi “scesi in campo” non per il bene comune, ma per il tornaconto proprio e dei propri sodali.
Da qui le tutele e le super tutele delle leggi ad personam, dei conflitti di interesse negati, delle leggi elettorali
partitocratiche, della sperequazione sociale, del precariato, della svendita ai privati di pezzi di stato, dello sperpero di
denaro pubblico, della delocalizzazione delle imprese, e via dicendo (l’elenco sarebbe davvero molto lungo).
Quindi, secondo me,il primo responsabile del successo di movimenti demagocici e populisti è proprio la politica, incapace di dare
risposte vere ed efficaci ai problemi reali del Paese e dei cittadini.
Di più. Con rare eccezioni, non ha neanche il buon senso di dare il buon esempio di fare qualche sacrificio, tutto sommato
oggettivamente neanche così gravoso, in un momento in cui invece richiede grossi sacrifici a tutti i cittadini onesti (eh sì,
perché a perseguire i furbetti con riforme strutturali serie non ci pensa minimamente: a quando una tobin tax ? A quando una
riforma fiscale che limiti l’evasione e promuova lo sviluppo ?).
Inoltre questa politica, apparentemente succube del potere economico, si dimostra incapace anche a garantire la sopravvivenza del
tessuto produttivo con la devastante conseguenza che le imprese chiudono, si perdono posti di lavoro e nessun nuovo investitore
viene allettato a fare impresa qui da noi.
Così, “grazie” a fatti concreti di questo tipo (non si tratta ahimé di pure teorie), prende sempre più corpo la percezione di una
classe politica privilegiata, chiusa nel proprio palazzo dorato (una casta, appunto), autoreferenziale, sorda alle esigenze del
cittadino, quando non addirittura ostile e vessatoria.
Pertanto, se la nostra classe politica e dirigente non sarà capace di fare un salto di qualità, lasciandosi alle spalle le vecchie
logiche partitiche e rinnovandosi per davvero (non basta cambiare nome per rifarsi una verfginità!), è fin troppo facile prevedere
un futuro a tinte fosche in cui demagogia e populismo prenderanno sempre più il sopravvento.
Ecco perché anch’io sono tra quelli che guarda con interesse al progetto politico più volte annunciato dal Presidente dell’UDC e
mi auguro per il bene di tutti che tale progetto riscuota il successo che serve, per risollevare le sorti di un Paese che, con
tutti i suoi limiti, è pur sempre il mio Paese.
“vivissimi prolungati e reiterati applausi” triste ma vero e dopo il discorso di Mussolini alla camera dei deputati nel Gennaio del 1925, il popolo italiano ignaro di tutto ed incantato dal duce lo seguirà come un cagnolino fino alla mattanza, e pensare che Mussolini disse:” L’Italia, o signori, vuole la pace, vuole la tranquillità, vuole la calma laboriosa. Noi, questa tranquillità, questa calma laboriosa gliela daremo con l’amore, se è possibile, e con la forza, se sarà necessario.”