Caro Ricolfi, dietro l’agenda Monti c’è solo voglia di fare
“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati
In riferimento all’articolo apparso sul quotidiano La Stampa dal titolo “Chi si nasconde dietro l’agenda Monti”, l’on.le Galletti ha affermato “pensiamo di aver contribuito, certamente più di altri, alla nascita e al percorso del governo Monti creando prima le condizioni per la sua nascita e sostenendolo poi con le nostre proposte in tema di liberalizzazioni, riforma del lavoro, spending
review e riforma della giustizia, solo per citare alcuni esempi” e poi ha continuato ricordando che l’Udc non vuole assistenzialismo statale né per il Sud, né per il Nord.
Premesso che l’articolo in questione è firmato da Luca Ricolfi, personaggio che stimo, nonostante in un suo libro (Dossier italia) abbia difeso il “contratto con gli italiani” stipulato da Berlusconi affermando che in fondo era stato realizzato (almeno per la maggior parte), posso serenamente dire che l’articolo sembra essere stato scritto da un marziano o da una persona che ignora parecchie cose, in particolare sulla posizione dell’Udc.
Ricolfi porta avanti una analisi politica tagliata con l’accetta e, soprattuto, incentrata su uno schematismo vecchio e pieno di preconcetti: a destra abbiamo una politica conservatrice, al centro una politica statalista, a sinistra una politica che non saprei definire. Il punto è che Ricolfi non si è minimamente documentato, altrimenti avrebbe visto non solo le proposte enumerate dall’on.le Galletti, ma soprattutto avrebbe visto che l’Udc aveva proposto ben prima di tanti altri, una robusta agenda per abbattere il digital divide e sviluppare Internet a banda larga (ricordiamo che questo ci porterebbe ad un aumento del PIL di circa 70 miliardi di euro). Già questo ci fa capire che l’Udc una sua agenda ce l’ha, come anche degli obiettivi: risanare i conti non è un target secondario, perché senza il risanamento non possiamo fare investimenti.
Ma al di là delle proposte presentate nel passato, il punto di fondo è che non si può e non si deve parlare di statalismo secondo vecchi schemi: la spesa statale può essere tagliata, e, soprattutto, deve essere indirizzata meglio e la prova si trova quando ho scritto dei fondi comunitari usati per progetti del valore medio di 5.000 euro. Questi progetti non migliorano il PIL, non creano occupazione o opportunità, sono solo una scorciatoia presa da alcuni che vedono nello Stato una mucca da macellare senza pensare al domani. L’Udc vuole sostituire a questa miriade di progetti, pochi progetti che creino le infrastrutture e le condizioni necessarie perché si possa esplicare al meglio la libera iniziativa imprenditoriale.
Propugnare un Monti-bis, come ad esempio fa Casini, non equivale a sostenere la “mucca da macellare”, bensì è un modo rendere produttiva la mucca. Tutto ciò però presuppone libertà d’azione. La vera forza di Monti è stata proprio quella di essere al di fuori del sistema politico e in quanto tale non essere inscatolato nei rigidi schematismi che hanno condizionato la vita politica italiana degli ultimi 20 anni e che proprio Ricolfi riconosce come uno dei mali della Seconda Repubblica.
Liberi dalle contrapposizioni rigide e schematiche, ci si è concentrati sulle riforme e sugli interventi normativi per rilanciare l’Italia dopo avere evitato per un soffio il disastro ereditato dal precedente governo: da quanti anni si aspettava un provvedimento per ridurre le auto blu o le province? Eppure il precedente governo ha avuto 4 anni di tempo, ma non lo ha potuto fare perché avviluppato in un continuo battibecco improduttivo sia al suo interno (si veda anche ora cosa sta accadendo all’interno del PDl dopo il caso del Lazio) che al suo esterno (pensiamo alla guerra continua avviata da berlusconi contro la magistratura e contro gli altri politici). Monti forma il suo governo a Novmebre 2011 e a giugno 2012 (dopo 7 mesi) presenta il disegno di legge per dimezzare le province e dimezzare le auto blu. Sette mesi per un risultato concreto, contro 4 anni di chiacchiere inutili (quantunque supportate dall’agenda politica tanto cara a Ricolfi).
Sostenere Monti, significa sostenere la centralità della politica, scindendola dalle chiacchiere di cortile e dai gossip (quante pagine di giornali dedicati al bunga bunga o alla Minetti che sfila in costume da bagno?), e questo non è forse quello che si chiede a chi ci governa?
Vogliamo parlare di agenda, come chiede Ricolfi? Facciamolo, ma dobbiamo essere coscienti che è un falso problema, perché sappiamo cosa serve: svecchiare il mondo del lavoro in Italia garantendo i lavoratori, ma senza che questo si trasformi in rigidità contrattuale; serve rivedere il sistema fiscale; serve combattere l’evasione fiscale; serve incoraggiare gli investimenti. Tutti sanno cosa serve, ma il problema vero è “come fare queste cose” e questa è la vera forza di chi sostiene Monti, perché non ci si perde in chiacchiere da bar consci che il mondo moderno fugge le perdite di tempo e l’eccessiva rigidità, mentre richiede rapidità di esecuzione e massima flessibilità, perché il mondo è in continua evoluzione, anzi, citando Baumann, potremmo dire che siamo in “costante mutamento in una realtà liquida e multiforme”.
Buongiorno, dott. Pezzati
Lei scrive:
“Il punto è che Ricolfi non si è minimamente documentato, altrimenti avrebbe visto non solo le proposte enumerate dall’on.le Galletti, ma soprattutto avrebbe visto che l’Udc aveva proposto ben prima di tanti altri, una robusta agenda per abbattere il digital divide e sviluppare Internet a banda larga (ricordiamo che questo ci porterebbe ad un aumento del PIL di circa 70 miliardi di euro). Già questo ci fa capire che l’Udc una sua agenda ce l’ha, come anche degli obiettivi: risanare i conti non è un target secondario, perché senza il risanamento non possiamo fare investimenti.”
Forse l’UdC ha un’agenda ma, pur sostenendo sperticatamente questo governo, non riesce a portarla avanti oppure l’ha conservata nel cassetto. Di contro è un classico di tutti politici italiani: pensare a leggi, pensare a soluzioni e pensare a come metterli in salamoia, per ben conservarsi. Di un’agenda scritta gli Italiani non hanno bisogno, gli Italiani hanno bisogno di fatti che tardano paurosamente ad arrivare.
Lei scrive anche:
“La vera forza di Monti è stata proprio quella di essere al di fuori del sistema politico e in quanto tale non essere inscatolato nei rigidi schematismi che hanno condizionato la vita politica italiana degli ultimi 20 anni e che proprio Ricolfi riconosce come uno dei mali della Seconda Repubblica.”
E’ certo che stiamo parlando dello stesso Monti? Monti fuori dal sistema politico? Ma stiamo scherzando? Attualmente questo Monti che io conosco ha attuato tutte le leggi che il governo precedente, per propria incapacità, perchè sottoposto a continui ricatti e per totale mancanza di credibilità, non riusciva a portare avanti.
Non è vero che Monti è fuori dal sistema politico, Monti ha obbedito al sistema politico. La prova? Quando agli inizi, mentre si parlava di riforma del sistema pensionistico (contro tutti gli Italiani medio/piccoli), mentre si parlava di riforma del lavoro e dell’abolizione dell’art.18 (contro tutti i lavoratori), quando agli inizi, dicevo, Monti si appellò al parlamento per una riduzione dei costi della politica, si arrestò immediatamente di fronte alle barricate alzate dal parlamento: “quello dei costi della politica è un fatto che solo i politici possono toccare… per rispetto della costituzione!”
E se Monti, invece di rispettare le barricate, rivolto al parlamento, in seduta pubblica con relativa ripresa televisiva, avesse detto: “Signori, stante che secondo “il sole 24 ore” del 2008 i costi della politica ammontano a più di 120 miliardi di euro, io, per rispetto di quegli Italiani a cui chiedo sacrifici, sono costretto almeno a dimezzarli, con un taglio netto. Voi, costituzionalmente, potrete dopo ripartirvi il resto nelle forme proporzionali che stabilirete! Dopo di che rimetto la proposta al voto “palese” del parlamento, perchè gli Italiani hanno il diritto di sapere chi è favorevole e chi contrario.”
Se Monti avesse mostrato la sua capacità di influenza sulla classe politica, gli Italiani oggi affronterebbero i sacrifici richiesti con più coraggio. Ma Monti non l’ha fatto!
Monti, allo stato attuale, ha fatto quello che facevano gli altri governi: si è arreso davanti alle varie lobby, si è arreso davanti alle caste, ma, ad onor del vero, sta salvaguardando le banche… ma era il suo mestiere, mi pare.
Una citoyenne
@ citoyenne: l’agenda dell’udc non è tenuta nel cassetto, ma sta venendo attuata: da anni battevamo sull’agenda digitale e sul digital divide e con l’ultimo decreto sta venendo attuato.
Battevamo su alcuni provvedimenti sulle start up e stanno venendo realizzati.
Abbiamo chiesto per anni la riduzione delle province e a luglio il governo ha fatto votare tale provvedimento. Mi sembra quindi che l’agenda udc sia più viva che mai, con varie proposte presentate e discusse in parlamento (e da questo approvate).
E qui passiamo a Monti: è vero, monti sta attuando molte leggi che il precedente governo non poteva perchè ingabbiato.
Mi scusi, ma il precedente governo non è riuscito a ridurre il numero delle province, monti si.
Il precedente governo non era riuscito a fare approvare un provvedimento per ridurre le auto blu: Monti si (e le sta già riducendo da gennaio).
Monti ha attuato il provvedimento per sbloccare i pagamenti della pubblica amminsitrazione.
Sono tutti provvedimenti che attendevano da tempo che qualcuno li sbloccasse, ma che none rano mai stati neanche proposti per i veti incrociati che bloccavano l’azione del precedente governo.
Infine lei parla di monti che taglia della metà i costi della politica, prendendo l’analisi del sole 24 ore.
Mi scusi, ma evidentemente non ha letto bene l’analisi. In quei 120 miliardi vi è di tutto e di più e la parte che riguarda i politici veri e prorpi (gli stipendi dei deputati e senatori, per capirci) è minima. Fa scalpore, certo, ma è minima. Il resto dei 120 miliardi riguarda tutta una serie di provvedimenti, aziende e persone che non sono politici, ma che fanno funzionare la pmacchina della politica e dello stato.
Ma al di là di questa considerazione, lei dimsotra di ignorare la costituzione. Nessun presidente del consiglio può d’imperio, taglaire della metà quei 120 miliardi di euro, nè può proporre alcunchè senza il consenso del parlamento. La costituzione sancisce che Presidente della Repubblica, Parlamento, Corte costituzionale dweterminino da sè il loro budget annuale senza doverne rendere conto alcuno e senza essere costretti a rendere pubblica la ripartizione delle spese.
Se monti avesse proposto, sic et simpliciter, un dimezzamento di quei 120 miliardi, la propsota nons arebeb neanceh stata strappata, direttamente sarebbe stata giudicata irricievibile per le norme della csotituzione e quindi manco aperta la busta che conteneva tale propsota.
Per fare quello che lei dice ci vuole una modifica della costituzione che, tradotto in parole povere, significa doppia votazione a camera e senato con maggiroanza qualificata e a distanza di 6 mesi da ogni votazione ed eventuale referendum confermativo.
i temi per realizzare tutto cià superano i 24 mesi.
Al di là dei tempi, però, ribadisco che non è nei poteri di Monti fare quanto da lei detto. Monti può sedersi in tribunale e condizionare il Consiglio Superiroe della Magistratura? No, perchè glielo vieta la costituzione, perchè non rientra nnei suoi poteri. Allo stesso modo la costituzione vieta a monti di fare quello che lei dice.
Buongiorno, dott. Pezzati
Indubbiamente la costituzione io non la conosco o forse è meglio dire che non la riconosco. Se furono i nostri padri costituenti a porre quella norma:
“La costituzione sancisce che Presidente della Repubblica, Parlamento, Corte costituzionale dweterminino da sè il loro budget annuale senza doverne rendere conto alcuno e senza essere costretti a rendere pubblica la ripartizione delle spese.”
se furono i padri costituenti, dicevo, a porre questa norma debbo pensare che o furono troppo ottimisti, o furono anch’essi in malafede; ed allora quel rispetto che ho sempre avuto nei loro confronti, non mi pare logico ed opportuno di continuare ad avercelo. E dire che uscivano da una dimostrazione pratica, la guerra, di quanto “lupo” può essere l’uomo.
Mi rammarico!
Una citoyenne
..cambiare subito la costituzione.Ma c’è pure scritto che l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro.. ed invece la figlia della Fornero(che ha cancellato le pensioni) ha due posti fissi super pagati sotto casa ed i nostri figli o sono disoccupati o o precari sottopagati. Mai articolo fu così disatteso !!!!!!!!
@ citoyenne: non è che furono troppo ottimisti o in malafede. Il loro agire segue una logica: si voleva evitare che di fatto vi fosse un controllo da parte di uno degli organi costituzuionali a danno degli altri e che quindi vi fosse un “potere” o un organo costituzionale preminente rispetto agli altri. Lavorarono sull’equilibrio di potere, poi questo equilibrio è stato disatteso nel corso del tempo, ma qui poi entrano in gioco le singole persone.
Non penso prevedessero un bungabunga o un fiorito.