Sulla Libia siamo passati dal baciamano a Gheddafi all’uccisione del figlio. Sono certo che sulla mozione presentata dal Carroccio Berlusconi e la Lega arriveranno a un qualche pateracchio, perché il potere non hanno intenzione di perderlo.
La Lega è un cane che abbaia ma che poi non morde, ma è importante che qualcuno pensi anche all’Italia.
Noi penseremo prima all’interesse del Paese e poi alle beghe politiche. Sulla Libia si gioca una partita molto seria e votare una mozione che fissa il termine delle ostilità è impossibile, perché significa dare un colpo alla credibilità della missione alla quale l’Italia partecipa.
È doveroso che il Parlamento assuma una posizione chiara sulla Libia. Il governo è in uno stato confusionale e in una paralisi totale, mentre la Lega solleva polemiche pensando alla campagna elettorale. Siamo all’irresponsabilità allo stato puro.
Il Terzo polo ha scritto la prima bozza della mozione che impegna il governo ad aumentare la flessibilità operativa dei propri velivoli con azioni mirate contro obiettivi militari sul territorio, partecipando così alle operazioni alleate per assicurare la protezione della popolazione civile nel rispetto della Risoluzione 1973.
Ci auguriamo si realizzi una unità, perché l’interesse nazionale viene prima delle beghe politiche e della campagna elettorale che Bossi vuole fare su questi temi.
E’ doveroso quindi che il Parlamento si pronunci.
Sì a passaggio parlamentare, ma stop a proclami La decisione del governo è il naturale sviluppo delle scelte fatte a marzo ed io d’accordo su un passaggio parlamentare, che in democrazia e’ sempre utile, ma non credo sia vincolante. Tuttavia, sulla gestione della questione libica il governo si è coperto di ridicolo: ha cambiato venti volte opinione e tutte le volte lo ha comunicato ai giornali o in diretta televisiva. Siamo passati dal ‘non disturbo Gheddafi’, al ‘partecipiamo ma non spariamo’. Ora evitiamo altri proclami pubblici che rischiano di essere contraddetti nell’arco di una settimana e di farci perdere credibilità.
Pensare oggi, mentre l’Italia è in grave crisi di credibilità internazionale, di ridimensionare la nostra presenza nelle missioni di pace significa fare un atto di autentico harakiri politico.
Vogliamo farci ascoltare di più in Europa e sembriamo non capire che queste missioni rappresentano l’unico biglietto da visita serio del nostro Paese nel mondo. Mi auguro che il governo non commetta questo errore compiendo l’ennesimo tributo alla demagogia e all’improvvisazione.
Sull’immigrazione ci vorrebbe un fronte comune in Europa. Non c’è certo bisogno di ultimatum, soprattutto se non si ha credibilità per farlo, e la credibilità di Berlusconi è sotto gli occhi di tutti.
Dobbiamo invece fare quello che ha detto il Presidente della Repubblica, e cioè chiedere una corresponsabilità all’Europa con la serenità di chi non cambia opinione ogni giorno.
Bisogna stare dalla parte dei ribelli che vogliono il cambiamento della Libia
Non possiamo stare dalla parte dei tiranni. Tra le vittime ed i carnefici l’Italia ed il suo sistema di liberta’ devono essere al fianco delle vittime.
C’e’ stata l’illusione che Gheddafi potesse essere il nostro gendarme per non fare venire gli extracomunitari in Italia. Non ci si puo’ servire, pero’, dei dittatori perche’ questi prima o poi si dimostrano per quello che sono. E poiche’ tutti sanno cio’ che faceva questo signore da 41 anni, noi non possiamo che stare dalla parte di quei ribelli che, malgrado le incertezze le contraddizioni, vogliono il cambiamento della Libia.
E’ da irresponsabili dividersi anche sul tema dell’immigrazione
O l’Europa si pone seriamente il problema di aiutare l’Italia o tra poco non solo l’Italia, ma anche i Paesi limitrofi, saranno invasi dagli immigrati. Lo spaccato che emerge è drammatico perché, accanto a una parte minoritaria che ha il diritto ad essere accettata come rifugiati – penso a chi viene dall’Iran, dall’ Iraq, dalla Somalia, dalla Eritrea – la maggior parte dei tunisini che stanno in questi centri sono lì in attesa di andare via e non hanno alcun titolo ad essere trattenuti.
Quello che chiediamo è un piano straordinario perché è da irresponsabili dividersi anche sul tema dell’immigrazione facendo polemica gli uni contro gli altri, la destra contro la sinistra, chi è al governo contro chi sta all’opposizione.
Questo è un evento a cui non si può reagire con le solite categorie ideologiche della destra o della sinistra. Qui non c’entra neanche il tema dell’accoglienza o del buonismo, c’entra un’analisi realistica della situazione.
No a divisioni, il ruolo dell’Italia ne uscirebbe indebolito
Nella storia dei Paesi chi guida mette la sua faccia nei momenti facili e in quelli difficili. Ieri e oggi questo Paese meritava la presenza del Presidente del Consiglio perché non si può guidare il Paese e far prevalere i tatticismi.
La scelta della missione in Libia era inevitabile. Stiamo intervenendo in un Paese dove Gheddafi era pronto a epurazioni, stava facendo massacri di civili, di chi si era ribellato. La comunità internazionale si è mossa tardi e male, c’è confusione nella catena di comando, ci sono polemiche che non fanno onore alla coalizione, c’è un protagonismo francese fuori luogo che non è del tutto estraneo ad interessi che nulla hanno a che fare con nobile politica ma andare in ordine sparso oggi significa indebolire il ruolo dell’Italia.
Affronteremo con senso dello Stato il dibattito parlamentare di domani, ma una cosa deve essere chiara: siamo addolorati per le migliaia di donne e di uomini assassinati da Gheddafi e dai suoi scherani, non certo per la sorte del leader libico. Tra il carnefice e le vittime non abbiamo dubbi da che parte stare.
Presentiamo l’Italia in sede internazionale come un Paese unito e solidale
Dobbiamo affrontare al più presto in Parlamento un dibattito perche’ ciascuno si assuma le proprie responsabilita’. Io opererò e mi auguro ci sia un’ampia unita’ tra le forze politiche, perche’ oggi non e’ il momento delle divisioni e delle liti: è il momento di dimostrare che prima di tutto vengono l’Italia e gli italiani.
La cautela non e’ solo della Lega, e’ di tutti, ma io mi auguro che in questo momento tutti facciano prevalere sugli interessi di parte e sulle piccole polemiche l’interesse dell’Italia e degli italiani che e’ quello di presentare nella sede internazionale un Paese unito e solidale che partecipa con convinzione perché, anche in queste ore, ci arrivano notizie drammatiche di massacri effettuati da Gheddafi di uomini inermi che nessuno difende.
Pubblicato da Pier Ferdinando Casini | su: Facebook
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