Tutti i post della categoria: Giovani

L’esperienza di Pioltello, come vincere al nord

postato il 1 Luglio 2011

Quando ai primi di novembre 2010 abbiamo deciso di intraprendere il cammino di preparazione alle elezioni amministrative del maggio 2011, noi “Giovani per Pioltello” ci siamo trovati di fronte ad una scelta: accettare le lusinghe e le proposte di PD o PDL o creare una alternativa, costruita sui giovani, sui programmi e soprattutto sulla nostra città. Scegliere il PD, il sindaco uscente e un’alleanza molto sbilanciata a sinistra, avrebbe significato avere la quasi certezza (poi puntualmente verificatasi) della vittoria, e quindi di un posto in Giunta; ma avrebbe anche e soprattutto significato la svendita del nostro patrimonio di idee e battaglie portate avanti nei precedenti 5 anni in consiglio comunale e in tutta la città.

Viceversa scegliere di allearsi con PDL e Lega avrebbe potuto darci il vantaggio di raccogliere tutte le opposizioni presenti sul territorio (eccezion fatta per IDV che per dissidi con il sindaco ha deciso di correre in solitaria) ma ci avrebbe anche fatto perdere quello spirito e quel modo di far politica che ci ha sempre contraddistinto fin dal 2006. Pioltello è una cittadina di circa 36.000 abitanti, divisi in 4 quartieri; una città tendenzialmente di centro destra alle elezioni politiche, europee e regionali, ma che in occasioni di ogni tornata elettorale amministrativa si riscopre di centro sinistra (da ormai 16 anni). Per chi come noi cerca di costruire un’alternativa tra questi due poli, gli spazi sono ristretti e la conformazione del territorio (i 4 quartieri ognuno con le proprie particolarità) non aiuta di certo. In seguito ad una assemblea di tutti gli iscritti alla lista Giovani per Pioltello (fatta insieme agli iscritti UDC) si è deciso di aprire un canale di dialogo con il neonato gruppo di Futuro e Libertà per l’Italia, qui a Pioltello rappresentato da Ronnie Basile (avvocato, classe 1980) ex capogruppo di AN e responsabile PDL locale con il quale i nostri rapporti sono sempre stati ottimi. A metà dicembre la scelta: formiamo un polo, lo chiamiamo: Polo per Pioltello. Ne entrano a far parte Fli, UDC e Giovani per Pioltello, più la costituenda sezione locale dell’API. Il lavoro è tanto, partiamo con i banchetti nelle piazze, utili per spiegare la nostra nuova formazione, le nostre prime proposte e per presentare il nostro candidato sindaco, Ronnie Basile.

Da metà dicembre al 7 di maggio tutti i sabati e le domeniche mattina siamo stati nelle piazze della nostra città con tre gazebi e tanti attivisti, giovani, ragazzi e ragazze, uomini e donne. Abbiamo creato entusiasmo tra le persone, con alcuni slogan legati a tematiche locali, ma anche attraverso un ciclo di 5 incontri ognuno dei quali relativo ad un punto del programma: Politiche sociali (la famiglia al centro), legalità e sicurezza (Pioltello città del convivere civile), urbanistica e territorio (conservazione, recupero e tutela), commercio e trasporti (unire per rivitalizzare), cultura e sport (protagonismo giovanile).

L’idea che abbiamo cercato di trasmettere ai pioltellesi è stata quella di un gruppo forte, unito, preparato e realmente pronto a diventare classe dirigente, desideroso di dare una svolta alla nostra città. La difficoltà maggiore che abbiamo incontrato è stata quella di far capire alle persone che al di là dei partiti nazionali, al di la dei leader politici, sul territorio, a Pioltello la vera alternativa al centro sinistra non erano PDL e Lega ma era il Polo per Pioltello. A poco a poco questo messaggio è passato e così il 16 maggio abbiamo potuto festeggiare. La nostra coalizione ha raggiunto il 12,29%, risultando a tutti gli effetti il terzo polo pioltellese alle spalle del centro sx (47,82%) e del centro destra (28,64%). In particolare, all’interno della nostra coalizione un ottimo risultato è stato il nostro: la lista Giovani per Pioltello – UDC ha ottenuto 1014 voti, pari al 7,21%! Se consideriamo che nel 2006 le due liste GxP e UDC (allora separate) non avevano superato insieme il 5% (500 voti i GxP, 217 l’UDC) è davvero un grande risultato. Abbiamo anche avuto all’interno della nostra lista il consigliere che ha conquistato il maggior numero di voti (283 preferenze per Andrea Galimberti), che da pochi giorni è stato eletto anche vice presidente del consiglio comunale. Polo per Pioltello ha eletto quindi 3 consiglieri comunali di minoranza (su 10) e nei prossimi 5 anni farà certo sentire la propria voce.

Insomma, noi pensiamo di aver davvero ottenuto il massimo. La nostra lista è stata la forza trainante dell’intera coalizione (la lista di Fli ha ottenuto il 3,56% e l’API l’1,89%) ed ha ottenuto consensi intorno al 21% nei seggi di Pioltello Vecchia, vale a dire il centro storico della città. Ora iniziano 5 anni di opposizione, con la responsabilità di non deludere i 1014 pioltellesi che hanno dato fiducia ai Giovani per Pioltello – UDC.

Giovani per Pioltello – UDC

 

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Noi siamo gli “impegnados”

postato il 28 Giugno 2011

Negli ultimi mesi, spinti dal vento di rivolta proveniente dalla Spagna degli Indignados, molti giovani hanno scelto di scendere in piazza e di parlare di temi come il nucleare e l’acqua pubblica, tuttavia questa voglia di partecipare è stata per certi versi “sfruttata” dalla propaganda referendaria che ha dato alla consultazione un certo tono demagogico e populista.

Una gran parte di chi si é presentato alle urne, infatti, era convinto di votare per mantenere l’acqua pubblica. Tutti sanno, o almeno quelli di buon senso, che l’argomento in questione era la privatizzazione dei servizi, dei centri di distribuzione, e non dell’acqua. Si parlava di aste ad evidenza pubblica che avrebbero dato la possibilità anche a privati e semi-privati di partecipare. Probabilmente, a vincere sarebbero stati gli enti pubblici che fino ad allora avevano gestito il servizio.

Si parlava di infine di intervenire per migliorare la situazione italiana, dato che il nostro Paese é quello in cui la tariffa dell’acqua é più cara, e dove c’é un 40% di dispersione di questa risorsa primaria nei vari percorsi della rete idrica. Eppure di ciò si è parlato ben poco, mentre io avrei voluto parlarne.

E avrei voluto farlo senza scendere in piazza a protestare, perchè non voglio essere soltanto una degli indignados. Io voglio far parte di un gruppo di ragazzi che, stufi e sì anche un po’ incazzati, vogliono far sentire la propria voce attraverso proposte e soluzioni. Io, più che degli indignados, voglio far parte del gruppo degli “impegnados”.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Marta Romano

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I giovani, il precariato e ‘l’Italia migliore’

postato il 16 Giugno 2011

L’Italia peggiore… I precari ‘svogliati’, che non hanno voglia “di andare al mercato a scaricare cassette di frutta e verdura”, che passano il tempo sulla Rete usandola “come un manganello per agguati squadristici”. Hanno suscitato indignazione e polemiche le dichiarazioni del ministro Brunetta a margine del convegno “Giornata dell’innovazione”. Tutto ha avuto inizio quando un gruppo di precari ha chiesto la parola per porre delle domande al ministro che, dopo aver ‘inquadrato’ gli interlocutori, ha abbandonato la sala apostrofandoli come ‘l’Italia peggiore’ e scatenando un coro di ‘buffone’ e ‘vai a lavorare’. [Continua a leggere]

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Idee e passione in convention, puntiamo sui giovani

postato il 12 Giugno 2011
A luglio il Nuovo Polo per l’Italia organizzerà una convention dedicata ai giovani. Troppo spesso si ripete, in maniera purtroppo riduttivistica, che i giovani rappresentano il “futuro” di una società: il Nuovo Polo vuole ribaltare quest’idea, per dimostrare che le nuove generazioni non sono solo l’avvenire del nostro Paese, ma già oggi ne rappresentano il “presente”.
Il nostro stesso progetto politico non può prescindere dalla partecipazione numerosa e produttiva di ragazzi e ragazze, di gente con idee nuove e chiare, che ci aiuti ad elaborare un’agenda di impegni e proposte concrete per rilanciare questo nostro (vecchio) Paese: dalla Scuola all’Università, da Internet a un impegno politico di nuovo conio. Per riuscirci, dobbiamo lavorare insieme. Il Nuovo Polo può vincere se ci siete anche voi, se su di voi fonda le proprie basi.
Vi invito a costruire insieme questa iniziativa, con le vostre proposte, i vostri progetti, le vostre speranze, ma soprattutto con la vostra passione. Prossimamente vi comunicherò i dettagli dell’incontro, fin d’ora inoltrate idee e adesioni.

Pier Ferdinando
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L’Italia? Un “Paese per vecchi”. Sempre meno matrimoni e meno nascite

postato il 19 Maggio 2011

L’Italia? È un ‘Paese per vecchi’, in cui ci si sposa sempre meno, si fanno sempre meno figli e si continuano a perdere posti di lavoro. È un ritratto a tinte fosche quello che emerge dal rapporto Istat “Il matrimonio in Italia“. In particolare, lo studio evidenzia come negli ultimi due anni ci sia stato un netto calo dei matrimoni, quasi 30 mila in meno.

Ci si sposa meno e più tardi e si rimane in famiglia più a lungo. Giovani bamboccioni penserete. Ma i dati parlano di una difficoltà sempre maggiore a trovare un lavoro stabile, ad affrontare le spese per andare a vivere da soli. Ed ecco che, al giorno d’oggi, chi decide di compiere il grande passo ha già in media 35 anni, almeno dieci in più rispetto all’età delle nozze dei propri genitori.

Le ragioni per le quali si fatica a crearsi una propria famiglia sono quindi strettamente legate al maggior tempo che si impiega nel raggiungere una stabilità economica, alla precarietà del lavoro accentuata dalla crisi. Ma, come sostiene il quotidiano Avvenire, dipendono anche dalla mancanza di politiche a favore della famiglia, tante volte annunciate e poi cadute nel dimenticatoio. Tanto che, come ha rivelato un recente rapporto Ocse e come più volte da noi sottolineato, l’Italia è in fondo alle classifiche degli aiuti alla famiglie nell’area dei paesi occidentali.

L’Udc ha più volte ribadito l’esigenza che per le famiglie ci sia una politica concreta, non fatta di spot ma di provvedimenti seri.

E allora la domanda da porre al governo, anche alla luce di questa nuova fotografia dell’Italia di oggi è sempre la stessa: quando politiche per la famiglia?

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Il limite di questa riforma della giustizia è il rinvio a leggi ordinarie

postato il 12 Marzo 2011

Così cambieranno ad ogni legislatura

Il limite di questa riforma costituzionale della giustizia e’ il continuo rinvio alle leggi ordinarie. Non mi interessano calcoli, tatticismi, meschinerie, mi interessa capire qual e’ il contenuto di questa riforma.
C’e’ il rischio che, ad ogni legislatura, la maggioranza di turno cambi le leggi ordinarie a cui rinvia il nuovo testo della Costituzione e questo sarebbe l’imbarbarimento finale del nostro rapporto tra politica e giustizia.
Se vogliamo sfasciare definitivamente il sistema giudiziario facciamo una bella cornice di nuove norme costituzionali rinviando a leggi ordinarie che ogni maggioranza che viene cambia a piacimento, dopodiché cambiamo l’Italia.

Pier Ferdinando

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Il Partito che vorrei…

postato il 8 Marzo 2011

Siamo alle solite.
Mancano pochi mesi alle elezioni comunali, e i paesi sembrano risvegliarsi, o meglio, i partiti sembrano uscire dal letargo, ripopolarsi. Ormai tutti, dal PDL, al PD, passando per API,MPA,IDV (chi più ne ha, più ne metta!), pullulano di gente interessata solo ed esclusivamente al bene del proprio Comune.
Chissà perché, però, quest’amore per il proprio paese e questa voglia di fare politica si riaccendano soltanto in un periodo di tempo così breve, e si spengano, troppo spesso, pochi mesi dopo il voto.
In realtà, per me, la politica, l’essere in un partito, è tutt’altro. La vita di partito va ripensata.
Per me, significa partecipazione, continua e disinteressata, alla vita politica di un paese, significa vivere a contatto con i problemi di tutti i giorni, vederli con i propri occhi, toccarli con mano. Far parte di un partito significa, prima di tutto, sedersi in cerchio, guardarsi negli occhi, e discutere, discutere e discutere. Condividere notizie, portare alla luce problemi e, insieme, formulare proposte. Insieme, per l’appunto.
Infatti, continuo a credere che in un partito ogni tesserato debba avere pari dignità nelle assemblee. Nonostante io venga da un’esperienza fortunata, nonostante io abbia potuto assaporare in prima persona una viva attività partitica, so che in molti casi quella che io ho vissuto come normalità in questi anni, è pura utopia.
Quasi sempre, la situazione è questa: le assemblee non esistono, le sedi sono ermeticamente chiuse, e le chiavi sono detenute dai soliti vecchi volponi della politica, che organizzano riunioni per pochi eletti.
Fortunatamente, non è sempre così. In alcuni casi, continua a sopravvivere quella passione e quella voglia di fare politica, e si anima nei cuori di persone che credono, come me, che la vita di partito debba fondarsi su partecipazione e condivisione. Quella condivisione di idee, di gioie e, perché no, anche di delusioni, che può rendere grande un partito.
Ebbene, la mia speranza è proprio questa: che nei partiti si possa respirare quest’aria nuova, di cambiamento. Soltanto così, riacquisirebbero credibilità, anche agli occhi dei giovani, e forse tornerebbero ad animarsi, non solo a pochi mesi dalle elezioni.
L’unico errore da non commettere è lasciare che chi fa politica per passione, in maniera del tutto disinteressata, possa essere scavalcato da chi, a pochi mesi dal voto, brama per mettersi in mostra.
Soltanto così, credo, si potrà voltare pagina ed iniziare ad immaginare un nuovo modo di fare politica e dunque far tornare i giovani alla politica.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Marta Romano

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La mia generazione è diversa da quella passata

postato il 14 Febbraio 2011


Non voglio dire che sia peggiore o migliore, ma che presenta dei tratti decisamente differenti. I valori sono sempre gli stessi anche se hanno subito dei cambiamenti. Uno, in particolare, sul quale mi voglio soffermare, è quello della politica, un valore che non ci coinvolge più.

Eppure la politica non è una cosa per “dinosauri”, come la si vuole rappresentare oggi. La politica è passione per una causa,  per un ideale. E’ rabbia per qualcosa che non riteniamo giusto, o perché non ci piace la società di oggi. Intanto i giovani se ne infischiano. E’ qui che sta la differenza generazionale. La mia generazione è di quelli che hanno capito, già da giovanissimi che il sistema è questo e nulla può essere cambiato. Che è meglio appassionarsi a uno  sport o a un passatempo che sia leggero e divertente. Ecco, manca anche la dimensione di divertimento alla politica. Divertimento che non si trova solo nello “sballo”, ma anche in altre attività che coinvolgano la persona, che la invoglino a socializzare e interessarsi.

La mia generazione è quella dei disillusi.

Gli ideali si possono mettere tranquillamente da parte. Sappiamo rassegnarci ad una nazione che probabilmente non riuscirà ad offrirci un posto di lavoro, come una mamma che non riesce ad accontentare i bisogni dei figli. Una mamma che ci dice “bamboccioni” e che ci offre lavori che riteniamo non all’altezza dei nostri studi e delle nostre capacità. Non abbastanza remunerati per pagarci un mutuo o il prezzo di un affitto, spesso improponibile.

Non importa.

Non è un problema cercare lavori più gratificanti e con pagamenti più generosi in altri paesi.  Forse perché siamo meno legati, da tradizioni e usanze, alle nostre terre. Seguiamo il detto “morto un Papa se ne fa un altro”, senza tante nostalgie e malinconie. Anzi, con la voglia di divertirsi e crearsi nuove amicizie. Preferiamo questo “sforzo”, noi, che combattere contro chi non vuole cambiare lo status quo.  In fondo la disillusione ci ha preparato a questo.  D’altro canto, penso che un paese che lascia partire i suoi giovani senza muovere un dito, ha fallito nell’aspetto più importante della politica, ovvero creare il futuro. Il continuo sperpero di risorse degli anni passati è stato fatto senza lungimiranza.

Pensandoci bene, conviene a molti che questa mia generazione sia fatta di gente disillusa, perché solo loro potrebbero scuotere veramente l’Italia, basta guardare dall’altra parte del Mediterraneo.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Giovanni Blesi

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Non esistono strade “facili”, facciamo spirare il vento del cambiamento

postato il 25 Gennaio 2011

Leggendo le vicende degli ultimi giorni, sembra di essere arrivati a toccare il fondo e,una volta arrivati lì, di aver iniziato a scavare. Ogni giorno una notizia nuova, altri particolari scabrosi di vicende che, francamente, al Paese non servono. Un particolare, però, mi ha colpito più di tutti: leggere che c’è un padre che incita la propria figlia ad intraprendere una strada più “facile”, per arrivare al successo. Fa rabbrividire.

Sono cresciuta in una famiglia in cui mi è stato insegnato a coltivare valori come il rispetto, la legalità, la dignità della persona. Queste, per me, non sono parole vuote, ma sono il fondamento della mia formazione.

Ed oggi, che ho 18 anni, e mi accorgo di avere la stessa età di Ruby, soffro nel vedere certe cose. Rimango indignata, allibita, sconvolta.

Soffro nel vedere un Paese in cui tutto è lecito, dove non c’è più alcun limite e alcun freno. E’ un Paese in cui l’ambizione e la brama del successo hanno calpestato l’etica e la morale, dove la legalità è una parola inflazionata, da scrivere su qualche muro, su qualche volantino o su qualche programma elettorale. Mi preoccupa che non ci sia più indignazione.

Ma davvero l’unica soluzione per raggiungere i propri obiettivi è tentare scorciatoie eticamente discutibili?

Non è certo mia intenzione parlare di etica, del suo rapporto (spesso ignorato, per comodità) con la politica. Il mio è, più che altro, una sconsolata presa di coscienza ma, allo stesso tempo, una sorta di appello. Sono convinta che tutti, donne e giovani in particolar modo, si sentano ancora offesi come me da queste notizie e credo ancora che ci sia qualcuno ancora in grado di indignarsi, di vergognarsi per ciò che accade.

C’è bisogno di uno scatto d’orgoglio e spero che questa triste storia possa servire almeno ad innescare il cambiamento che attendiamo da così tanto tempo.

C’è ancora chi, come me, fiero dell’educazione ricevuta, vuole dimostrare che non tutto in questo Paese è da buttare. Forse, dai giovani e dalle donne, nascerà il vento del cambiamento.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Marta Romano

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Il governo è occupato solo a difendere Berlusconi

postato il 22 Gennaio 2011

Il vero scandalo che c’è è che abbiamo un Governo mobilitato a 360 gradi per difendere Berlusconi dai suoi ‘bunga bunga’ mentre il Paese va a rotoli. Gli uomini del Governo e del Pdl sono tutti impegnati nei talk-show per spiegare come erano le serate del bunga bunga e le bugie dei magistrati.
Il Governo non c’è, non si stanno occupando dei problemi del Paese mentre cresce la disoccupazione, i giovani non hanno prospettive, le imprese chiudono. Quando gli italiani capiranno – come credo che stiano capendo- che serve un governo che risolva i problemi del Paese, capiranno il fallimento di questa stagione.

Pier Ferdinando

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