«Silvio al Colle? No. Lui ha solo diviso»
postato il 6 Febbraio 2011Anche il Pd ha fallito e la “santa alleanza” non è il mio progetto
L’intervista a Pier Ferdinando Casini pubblicata su Avvenire di Arturo Celletti
«Berlusconi è convinto che fino a quando resiste a Palazzo Chigi è più forte. Ma non è così. La scelta di restare asserragliato nella roccaforte del governo lo rende solo più debole. Infinitamente più debole».
Parla piano Pier Ferdinando Casini, e all’improvviso, anche se ha davanti solo il cronista di Avvenire, si rivolge direttamente al capo del governo. «Non ti garantisci restando immobile nel bunker, ma solo avendo la lucidità di capire che un disegno politico non si esaurisce nella propria persona». È un invito forte a fare un passo indietro per aprire una fase nuova. È un appello a privilegiare la Politica rispetto alle convenienze. E a capire che il progetto di un grande rassemblement dei moderati che abbia come riferimento i valori del Partito popolare europeo è ancora possibile.
Casini insiste: «Non sarò io a indicare a Berlusconi una soluzione, un nome, un percorso. Tocca a lui capire che questo è il momento della generosità e delle scelte coraggiose. Tocca a lui individuare in fretta una soluzione. Perché ormai è diventato un ostacolo anche per i suoi attuali compagni di cordata. E perché se avesse il coraggio di lasciare Palazzo Chigi, quelle convergenze che oggi appaiono impossibili diventerebbero immediatamente realizzabili. E così tante riforme. Penso a una grande intesa sulla giustizia. E penso a segnali chiari sulle intercettazioni: non serve il bavaglio che pretende Berlusconi, ma certo potrebbero essere disciplinate in fretta e con vasto consenso». Diètro quel pressing prende forma il “salvacondotto” per il Cavaliere.
Casini insiste: «Silvio trovi la forza di gestire l’ultima fase con le armi della politica. E non arroccandosi nel fortino e gridando al complotto». [Continua a leggere]