Tutti i post della categoria: Giustizia

La risposta che la politica deve ad Enzo Tortora

postato il 18 Settembre 2010

Venticinque anni fa dei magistrati napoletani scrivevano la pagina più nera della giustizia italiana, il 17 settembre 1985 Enzo Tortora dopo ben sette mesi di detenzione veniva ingiustamente condannato a 10 anni. Soltanto dopo un anno e dopo un’infinità di umiliazioni la Corte d’Appello di Napoli assolveva con formula piena il celebre conduttore diPortobello e iniziava un processo per calunnia per tutti quei pentiti che per svariati motivi si erano accaniti contro il povero Tortora.

Sono passati venticinque anni, Enzo Tortora sfinito dal suo calvario giudiziario e da un tumore si è spento nel 1988, i giudici che si accanirono contro Tortora non sono stati oggetto nemmeno di una indagine o di un procedimento disciplinare, anzi hanno continuato tranquillamente le loro carriere, e Gianni Melluso, uno dei pentiti che accusò Tortora, è tornato in libertà nel 2009 e ha chiesto perdono ai familiari di Tortora. Sono passati venticinque anni e nonostante tante altre vittime della malagiustizia e il “referendum Tortora”  del 1987  nessuna seria riforma della giustizia italiana è stata messa in cantiere.

Oggi il centrodestra al governo, che in passato era stato uno dei paladini per la battaglia sulla giustizia giusta, è impantanato nella polemica politica per alcuni provvedimenti che sembrano più che altro mirati a liberare il Premier dai suoi guai giudiziari e il dibattito politico verte unicamente intorno a questi temi con l’unica lodevole e scontata eccezione dei radicali che custodi della memoria del caso Tortora hanno presentato una mozione parlamentare chiaramente passata sotto silenzio. Sì perché c’è anche il silenzio della stampa e delle tv che si indignano e fanno le barricate contro il ddl sulle intercettazioni ma non sono capaci di condurre una campagna per la giustizia giusta, forse perché la giustizia giusta non fa vendere tante copie e non alza gli indici di ascolto televisivi come le gogne mediatiche, le manette sotto i riflettori e i tabulati delle intercettazioni sbattuti in prima pagina.

Enzo Tortora alla fine della sua odissea giudiziaria tornando alla conduzione del suo Portobello disse: “io sono qui, e lo so anche, per parlare per conto di quelli che parlare non possono, e sono molti, e sono troppi. Sarò qui, resterò qui, anche per loro”. Venticinque anni dopo la voce di Tortora, e di quelli come lui, è una voce inascoltata che continua a chiedere a chiedere la responsabilità civile dei magistrati, la separazione della carriere, un sistema che vagli la professionalità dei magistrati, l’incompatibilità tra permanenza nell’ordine giudiziario e incarichi elettivi e non, la modernizzazione tecnologica degli uffici giudiziari, la semplificazione delle modalità di notifica degli atti giudiziari, un adeguamento degli organici del personale e tempi standard dei procedimenti civili e penali. Chi avrà il coraggio e la responsabilità di rispondere ad Enzo Tortora?

“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi

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Il processo breve è un’indecenza

postato il 2 Settembre 2010

Il tema sociale è la priorità per il Paese

Il tema sociale è la priorità per il Paese.  Dico alla maggioranza e a Berlusconi:  togliete di mezzo questo processo breve perché non ha nulla di credibile, non e’ una cosa che si possa fare, e’ un’indecenza.
Oggi il tema sociale, e in particolare quello dell’occupazione, è la priorità più sentita.
Noi chiediamo che ci sia un impegno forte per le imprese, le industrie e il lavoro degli italiani.
E’ singolare che davanti a una crisi che colpisce il mondo del lavoro e le imprese italiane, ci sia l’incapacità da parte del governo di nominare il ministro dello Sviluppo economico.

Pier Ferdinando

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Processo breve: non voteremo quel testo. Al Paese non serve un’amnistia

postato il 29 Agosto 2010

Non entriamo in un governo dove l’unico che conta è Tremonti

L’intervista a Pier Ferdinando Casini su Il Corriere della Sera di Aldo Cazzullo

«Dove eravamo rimasti? Al predellino, quando ci venne spiegato che i moderati fuori dal Pdl non avrebbero avuto diritto di cittadinanza? Al bipartitismo, quando Veltroni e Berlusconi ci additarono come sbocco della transizione italiana la terra promessa di due partiti unici? Invece tutto è andato nella direzione da noi denunciata. Il goffo tentativo di ridurre la politica italiana al bipartitismo ha posto sul piedistallo due grandi vincitori: non il Pd e il Pdl, ma Di Pietro e la Lega».

Presidente Casini, è la sua estate. Tutti la cercano. Berlusconi la voleva al governo. Bersani la vuole nell’Alleanza democratica.
«È l’estate in cui si tocca con mano quel che diciamo da tempo: la Lega è diventata l’arbitro della politica italiana. Per fortuna Berlusconi ha impedito le elezioni anticipate, e ha fatto bene. Il voto in autunno sarebbe stato non solo un’ammissione di responsabilità da parte del Pdl, costretto a interrompere la legislatura dopo due anni come Prodi, nonostante i cento deputati di maggioranza. Berlusconi ha capito che sarebbe stato la vittima designata. Avrebbe trainato la coalizione alla vittoria alla Camera, impallando il Senato. A quel punto la Lega e una parte della sinistra avrebbero fatto nascere il governo Tremonti». [Continua a leggere]

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Ferragosto in carcere

postato il 14 Agosto 2010

Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. Così si legge nell’articolo 27 della Costituzione italiana e mai come oggi questo principio fondamentale è smentito dalle reali condizioni delle carceri italiane che patiscono un sovraffollamento senza precedenti, che questo blog ha già più volte denunciato: 68.206 detenuti sono letteralmente stipati nei penitenziari italiani in condizioni precarie se non inumane.

Il sovraffollamento degli istituti penitenziari unito ad una notevole riduzione dell’organico del personale di ogni livello che lavora nelle carceri ha reso questi luoghi dei veri e propri gironi infernali, dei luoghi dove viene mortificata l’umanità ed anche lo spirito dell’art. 27 della Costituzione, dei luoghi terribili dunque dal quale purtroppo troppo spesso “libera” solo la morte come risulta dalle cifre sui detenuti suicidi: 40 dall’inizio del 2010, 594 negli ultimi dieci anni. Ma quest’anno il suicidio è ricomparso tra coloro che in carcere lavorano da inizio anno infatti già 4 agenti di Polizia penitenziaria si sono tolti la vita e il 23 luglio si è ucciso anche il Provveditore alle carceri della Calabria, Paolo Quattrone. In questo affollato girone infernale c’è purtroppo posto anche per i bambini fino ai tre anni d’età che secondo la legge possono rimanere in carcere con le loro mamme detenute. Ed anche per i bambini delle detenute scatta l’allarme sovraffollamento, in particolare nel carcere di Rebibbia il nido della sezione femminile segnala 19 presenze a fronte dei 14 posti.

Per accendere i riflettori su questa emergenza, che non conosce vacanza, 170 tra deputati e senatori di tutti i partiti parteciperanno al “2° Ferragosto in carcere, si tratta di una imponente visita di sindacato ispettivo che si svolgerà nel fine settimana di Ferragosto e che vedrà i parlamentari nei corridoi e nelle celle delle 205 case circondariali e di reclusione del territorio nazionale compresi gli istituti per minori. All’iniziativa aderisce anche l’Udc, che si conferma sempre più impegnata sul fronte caldo delle carceri con la denuncia delle criticità del sistema penitenziario (sovraffollamento, suicidi, manutenzione e carenza d’organico della polizia penitenziaria) e l’opera di convincimento presso le forze politiche sulla necessità di un risolutivo Piano nazionale delle carceri.

“E’ importante – spiega l’on. Roberto Rao, Capogruppo in commissione giustizia a Montecitorio, dopo aver visitato la Casa circondariale Buoncammino di Cagliari – che la massiccia partecipazione di parlamentari non rappresenti il modo per lavarsi la coscienza una volta l’anno e poi dimenticarsi di affrontare con serietà e responsabilità il problema in commissione e nelle aule parlamentari. Questo è quello che ci hanno chiesto le persone che vivono e operano all’interno delle carceri: i tanti, troppi reclusi in attesa di giudizio, coloro che stanno giustamente scontando la pena e gli agenti di polizia penitenziaria, il personale medico, sanitario ed educativo”. “Anche a Cagliari – spiega – è evidente che solo grazie alla disponibilità e flessibilità degli operatori si riesce a sopperire alle carenze di organico e di fondi, con encomiabile sacrificio da parte di tutto il personale: grazie a loro la barca non affonda. Occorrono interventi legislativi rapidi, seri e approfonditi: questa e’ una priorità della giustizia, che dovremmo affrontare alla ripresa dei lavori parlamentari prima di altre iniziative, anche utili ma che riguardano solo un gruppo ristretto di cittadini”.

L’iniziativa “Ferragosto in carcere”, che ha ricevuto anche il plauso della Conferenza Episcopale Italiana, sarà dunque un importante momento di solidarietà, approfondimento e denuncia. L’Udc sarà parte integrante di questa iniziativa, oltre a Roberto Rao parteciperanno all’iniziativa: Enzo Carra (al carcere di Civitavecchia), Amedeo Ciccanti (al super carcere di Ascoli), Teresio Delfino (alle carceri di Saluzzo e di Cuneo), Anna Teresa Formisano (al carcere di Cassino), Pierluigi Mantini (al carcere de L’Aquila), Lorenzo Ria (alla Casa circondariale Borgo S. Nicola di Lecce), Mario Tassone (al carcere di Siano ed al carcere minorile di Catanzaro) e Domenico Zinzi (al carcere di Santa Maria Capua Vetere). Ai parlamentari si aggiungono anche i consiglieri regionali Pippo Gianni (Sicilia), Enrico Marcora (Lombardia), Giovanni Negro (Piemonte) che svolgeranno le visite ispettive nelle rispettive regioni.

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Csm, la nomina di Vietti mi inorgoglisce

postato il 2 Agosto 2010

La nomina di Michele Vietti alla vicepresidenza del Csm mi inorgoglisce e mi emoziona. Con Vietti ho condiviso la responsabilità di guidare i deputati dell’Unione di Centro in Parlamento. Speriamo che possa contribuire, anche per l’ampio consenso ricevuto, ad aprire una pagina nuova nel rapporto tra il potere legislativo e l’ordine giudiziario.

Pier Ferdinando

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Caso Brancher, governo pensi ai problemi della gente, non ai ministri

postato il 5 Luglio 2010

Ora si accantoni disegno di legge sulle intercettazioni

Pier Ferdinando CasiniE’ ora che il Governo si preoccupi più dei problemi degli italiani che di quelli dei suoi ministri e affronti rigorosamente la manovra che rischia di tagliare servizi sociali fondamentali per i cittadini. In molte regioni italiane i tagli investiranno i trasporti pubblici locali e i servizi scolastici: temi molto più rilevanti che le dimissioni di Brancher. L’epilogo di questa vicenda, nata male e finita peggio, è comunque positivo. Mi auguro che il Presidente del Consiglio faccia la stessa scelta anche per la legge sulle intercettazioni accantonando questo testo e costruendo una soluzione condivisa da votare subito dopo l’estate. E’ bene evitare altri colpi di sole.

Pier Ferdinando

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Intercettazioni, sono tre le cose da cambiare

postato il 3 Luglio 2010

intercettazioni

La legge sulle intercettazioni così com’è non va. Il testo approvato dal Senato contiene almeno tre cose su cui dovremo intervenire: l’aver lasciato fuori dalle deroghe reati fondamentali come il riciclaggio e l’estorsione; i 75 giorni di intercettazioni rinnovabili con un meccanismo che non sta in piedi, e una gravissima violazione del concetto di libertà di stampa visto che le multe agli editori comporteranno inevitabilmente uno squilibrio tra i poteri della proprietà e il principio dell’autonomia dei giornalisti.
E’ inaccettabile diminuire il tasso di legalità del Paese. Non possiamo aumentare la delinquenza per tutelare la privacy. Per questo alla maggioranza dico: sediamoci intorno a un tavolo e miglioriamo insieme il testo.

Pier Ferdinando

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Intercettazioni, o il testo cambia o non ci sarà legge

postato il 2 Luglio 2010

Pier Ferdinando CasiniSe la maggioranza non accetta di cambiare il ddl sulle intercettazioni vuol dire che non vuole che questa legge, che pure andrebbe fatta per tutelare la privacy e non certo per indebolire la tutela della legalità, venga approvata. Alla maggioranza diciamo: basta esibizionismo muscolare, costruiamo assieme una proposta diversa, che tuteli la privacy, la legalità e la libertà di stampa.

Pier Ferdinando

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Mozione di sfiducia Brancher, Casini risponde ad una sostenitrice

postato il 26 Giugno 2010

Casini_studio

Riceviamo e pubblichiamo una lettera alla redazione:

Caro Presidente,
Sono alcuni giorni che impazza sul web la polemica nei riguardi di Brancher. Un ministero, l’ennesimo, istituito per favorire il federalismo (come se non ne bastassero altri 3!), mentre quello dello Sviluppo Economico rimane vacante. Intorno alla figura di Bracher, inoltre, i dubbi sono tanti e lui stesso non fa che alimentarli. L’ultimo passo, chiedere il legittimo impedimento, con la pronta e fredda risposta di Napolitano: “Ministro senza portafoglio, nessun legittimo impedimento”.
La politica, però, in merito a Brancher è divisa, e ciò non fa che accrescere le perplessità nei cittadini che, davanti a tali discussioni, si trovano sempre più spaesati.
Ecco, oggi mi sento proprio così: spaesata. La mia domanda è proprio questa: come si muoverà l’UDC in caso di un’eventuale mozione di sfiducia nei riguardi di Brancher?
Buon lavoro da una sua sostenitrice, l’Italia ne ha tanto bisogno.
Marta

Pier Ferdinando Casini risponde:

I Parlamentari dell’UDC decideranno insieme il da farsi in caso di presentazione di una mozione di sfiducia: E’ fin troppo chiaro come il nostro giudizio sia negativo, sia dal punto di vista generale (non si doveva estendere il legittimo impedimento a tutti i Ministri), sia dal punto di vista particolare (che bisogno c’era di un Ministero inutile?). A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca, diceva Andreotti.
Detto questo, cara Marta, le mozioni di sfiducia hanno solo l’effetto di ricompattare maggioranze traballanti, qui c’è un dissidio durissimo aperto fra Pdl e Lega ed anche all’interno del Pdl. Siamo così sicuri che la mozione di sfiducia, al di là delle intenzioni, non rappresenti un aiuto insperato?
Pier Ferdinando

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Manovra: irresponsabile negarne l’urgenza, ma servono tagli più incisivi

postato il 17 Giugno 2010


Il disegno di legge sulle intercettazioni, la manovra economica, il futuro della Fiat di Pomigliano.
Sono solo alcuni dei temi affrontati da Pier Ferdinando Casini ospite di ‘Unomattina’.

Intercettazioni. “Siamo tutti spiati noi, io sicuramente sì, lei non lo so, gli italiani penso un po’ meno. Ma al di la’ di quanto siamo spiati io credo sia giusto tutelare la privacy, sia giusto tutelare il diritto di riservatezza degli italiani”. Pier Ferdinando Casini ricorda la strada indicata dal suo partito, quella di porre un ‘tetto’ alle spese per le intercettazioni per limitarne l’attuale abuso e dice: “Dobbiamo fare una legge che, tutelando il diritto alla riservatezza, non impedisca alle indagini delicate di avvalersi di uno strumento fondamentale come le intercettazioni telefoniche perché servono in modo determinante per sconfiggere criminalità e delinquenza”. [Continua a leggere]

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