Tutti i post della categoria: Rassegna stampa

«Il premier non è De Gasperi, ma no ai veti. Sbaglia Luigi se si fida ancora di Salvini»

postato il 25 Agosto 2019

Conte ha evitato per due volte la procedura di infrazionie UE. Non capisco la pregiudiziale Dem, mentre è giusto chiedere ai grillini di chiudere il forno con la Lega.


L’intervista di A. Gentili pubblicata sul Messaggero

Presidente Casini, la trattativa tra Pd e 5Stelle arranca. Zingaretti ha ribadito il no al Conte bis e chiede a Di Maio di chiudere ogni interlocuzione con la Lega. Come se ne esce?
«Non dobbiamo meravigliarci di queste difficoltà, è ovvio che dopo anni di scontri e incomprensioni tra i due partiti il percorso sia accidentato. Nessuno ha la bacchetta magica. Però la politica è compromesso. E oggi il Pd e i 5Stelle hanno interesse a realizzare questo compromesso. Zingaretti, che ha l’enorme responsabilità di condurre la trattativa, pone una questione giusta. E una meno».

Qual è quella giusta?
«La richiesta a Di Maio di chiudere, se è ancora aperto, il forno con la Lega è sacrosanta. Sottolineo il se è ancora aperto perché anche uno sprovveduto della politica capisce che il più interessato ad agitare l’ipotesi del doppio forno è proprio Salvini. Come è logico che il capo della Lega lavori a fare il guastatore della trattativa tra 5Stelle e Pd. Ma credo che Salvini lanci fake news, faccia fuffa». [Continua a leggere]

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“L’accordo Pd e CinqueStelle? Aiuterebbe Bonaccini”

postato il 23 Agosto 2019

Zingaretti non vuole ascoltare Renzi? Allora ascolti Prodi e i big emiliani. Non dia un vantaggio a Salvini

L’intervista di Silvia Bignami pubblicata su Repubblica di Bologna

«Le cose inutili è inutile farle. E in
questo momentola cosa inutile è
agitarsi…». Il senatore di Bologna
Pier Ferdinando Casini segue dal￾la spiaggia delle vacanze le angustie sulla crisi, con la trattativa
tra Pde 5 Stelle che balla e traballa per diverse ore. Il veterano del
parlamento, ormai in pianta stabile nel centrosinistra, avverte però il leader dem Nicola Zingaretti: «Se non ha voglia di ascoltare Renzi, ascolti almeno Romano Prodi, che gli ha consigliato la via di un accordo». Un patto giallo-rosso che tra l’altro converrebbe anche all’Emilia Romagna alvoto in autunno: «A Bonaccini conviene un accordo. Altrimenti la Lega riprenderà fiato e forza».

Casini, eppure la trattativa
pare più in salita di quel che sembrava all’inizio, tra veti e controveti, paletti e precisazioni. Lei che dice?

«Vedremo. L’unica cosa veramente importante, in realtà, è capire se i 5 Stelle faranno dichiarazioni di apertura a un dialogo col partito democratico.
Se sarà così, allora partirà un percorso. Altrimenti penso che il Capo dello Stato nominerà in fretta un governo elettorale e scioglierà la Camere per andare a nuove elezioni». [Continua a leggere]

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«Nuova maggioranza? Chi votò von der Leyen. Giusto Conte all’Ue»

postato il 18 Agosto 2019

Italia isolata per colpa di Salvini

L’intervista di Paola Di Caro pubblicata sul Corriere della Sera

Il primo terreno di verifica di una possibile, nuova maggioranza «deve essere l’Europa». Per uscire dal «pericoloso isolamento» nel quale l’Italia è finita anche grazie ad un ministro dell’interno «disattento a quello che accadeva sull’immigrazione perché impegnato a fare campagna elettorale su quei temi», incauto perché «non si possono dire cose gravissime come
“mi trovo meglio a Mosca che in altre capitali europee», dalla parte sbagliata quando si è trattato di votare per la
presidente della Commissione europea von der Leyen, cercando «un fronte sovranista che l’ha tradito, visto che
anche i polacchi e Orban si sono schierati con lei». Per questo secondo Pier Ferdinando Casini oggi una nuova maggioranza potrebbe nascere dalla convergenza tra le forze che hanno sostenuto la Von der Leyen: Pd, M5S e perfino Forza Italia.

L’Europa è il faro?
«È essenziale, sia per le politiche sull’immigrazione che per quelle economiche. Oggi siamo ininfluenti, la Spagna ci ha sostituito nel rapporto
con Germania e Francia. E la crisi politica nasce proprio per diverse visioni sull’Europa, non certo sulla Tav». [Continua a leggere]

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“Non si può consentire che a scegliere modi e tempi della crisi sia Salvini”

postato il 13 Agosto 2019

Accordo difficile, non impossibile

L’intervista di Valerio Valentino pubblicata sul Foglio

Se gli si chiede un pronostico secco, lui un po’ riluttante se la cava così:
“Complicata, ma non impossibile”. Lo dice Pier Ferdinando Casini, al termine di una giornata trascorsa a Palazzo Madama a cercare di capire la piega degli eventi. “E’ ancora tutto confuso”, dice l’ex presidente della Camera, ora senatore nel guuppo delle Autonomie. “ma mi sembra che anche nel Pd piano piano si stiano incastrando i vari pezzi. Diamo tempo al tempo: del resto tutti sanno che questa operazione, un governo alternativo ancora tutto da delineare, se la si farà la si dovrà fare sia con l’assenso di Nicola Zingaretti, sia quello di Matteo Renzi”. [Continua a leggere]

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«Serve un governo di garanzia elettorale Zingaretti rifletta e tolga a Salvini la regia»

postato il 12 Agosto 2019

L’intervista di Generoso Picone pubblicata sul Mattino

«Crisi anomala? È una crisi completamente anomala, forse la più inconsueta mai vista nella storia parlamentare italiana», commenta Pier Ferdinando Casini, oggi senatore del Gruppo per le Autonomie eletto con il sostegno del Pd, già presidente della Camera, 36 anni di Parlamento e 10 legislature alle spalle.

Casini, ammetterà comunque di aver attraversato altri frangenti politici delicati e complessi almeno come questo.
«Nessuno come questo, però. Siamo di fronte a una crisi aperta alla vigilia di Ferragosto da un signore che crede di essere il padrone dell’Italia, che pretende di dettare la linea e i tempi su scioglimento del governo e convocazione del Parlamento credendo che le Istituzioni siano in suo possesso, che annuncia di voler puntare addirittura avere i pieni poteri. Se penso alle critiche feroci piovute prima su Silvio Berlusconi e poi su Matteo Renzi, ecco che quanto sta dicendo e compiendo Matteo Salvini mi appare decisamente incomparabile». [Continua a leggere]

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«Una sceneggiata e comunque non si vota»

postato il 19 Luglio 2019

Nessun automatismo tra crisi ed elezioni, ci sono alternative in Parlamento

L’intervista di Alessandro Farruggia a Pier Ferdinando Casinipubblicata su QN

«Per questa vicenda il governo non cadrà. Può darsi che il confronto sia vero, che il malessere sia reale, ma a mio avviso il tutto si ridurrà a una sceneggiata. Non credo proprio che Salvini voglia tornare al voto con Berlusconi e i 5 Stelle tutto possono pensare tranne che andare ad elezioni. E quindi il temporale è destinato a passare». Così un politico di lungo corso come Pier Ferdinando Casini, deputato dal 1983, ex presidente della Camera, oggi senatore nel Gruppo per le Autonomie.

Presidente Casini, certo è che le contraddizioni tra i due alleati sembrano aver raggiunto un punto critico, e questo rischia di paralizzare il governo.
«Questa situazione va chiarita e in tempi brevi. O i due partner di governo riescono ad andare avanti in modo minimamente decoroso, o se devono continuare così tra litigi quotidiani e veti contrapposti, allora veramente è meglio che stacchino la spina e facciano cascare il governo. Sia chiaro, questo chiarimento non deve essere extraparlamentare, ma deve avvenire nelle sedi proprie. Una crisi di questa portata deve essere avere il suo epicentro nel Parlamento».

Ma se alla fine il governo cascasse, che scenari si aprirebbero? Salvini dice che in tal caso l’unica alternativa sarebbero le elezioni.
«Se cadesse il governo si aprirebbe una fase che nessuno oggi può dire quali esiti avrebbe. Il tema dell’alternativa è nelle mani delle forze politiche e del Capo dello Stato. Nessuno di coloro che è al governo ha la possibilità di decidere lo scioglimento delle Camere. Può concorrere a una soluzione piuttosto che un’altra, ma se in Parlamento emergesse una maggioranza, è chiaro che alle elezioni non ci si andrebbe».

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Dem e M5S sbagliano, non si fa campagna elettorale con le commissioni d’ inchiesta

postato il 17 Luglio 2019

Ho presieduto quella sulle banche. Fu un errore. Sul caso Russia non ha bisogno di indagare il Parlamento, c’è già la Procura di Milano

L’intervista di Dino Martirano pubblicata sul Corriere della Sera

«Continuiamo pedissequamente a sfasciare le istituzioni utilizzando impropriamente le commissioni d’inchiesta che diventano succursale impropria della campagna elettorale». Il senatore Pier Ferdinando Casini, che da presidente della Camera si era già battuto su questo terreno, dice di essere «saltato sulla seggiola» quando ha letto che il Partito democratico aveva chiesto l’istituzione di una commissione d’inchiesta,sull’affaire Metropol-Lega,seguito a ruota dal M5S che intendeva allargare l’indagine parlamentare al finanziamento dei partiti.

Nella XVII legislatura, però lei accettò di presiedere la commissione sulle crisi bancarie voluta dal Pd al governo che inseguiva il M5S allora all’opposizione.
«Ho accettato di presiedere quella commissione, ritenendo di avere gli strumenti per svolgere con moderazione quel compito, ma prima non avevo votato per la sua istituzione. Mi domando infatti: sulle banche abbiamo fatto una cosa intelligente a spostare in una sede istituzionale il regolamento di conti tra renziani e non renziani? Credo che sia stata una grossa stupidaggine,creando problemi al sistema creditizio. Ma oggi vedo che stiamo percorrendo lo stesso sentiero. Il Pd ha sbagliato sulle banche e sbaglia oggi su Salvini».

Il M5S chiede una commissione d’inchiesta sul finanziamento dei partiti. Sbagliano anche i grillini?
«L’errore dei grillini e ancora più grande perché loro, non avendo la forza di aprire una crisi di governo, cercano un regolamento di conti con l’alleato della Lega».

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Al centro c’è una prateria. Calenda e gli altri devono muoversi

postato il 11 Giugno 2019

L’errore dei protagonisti è voler chiedere a Salvini o a Zingaretti l’autorizzazione a costruire un’esperienza. Così si ha zero credibilità.

L’intervista di Maria Teresa Meli pubblicata sul Corriere della Sera

Senatore Casini, che emerge dal voto?
«Che c’è uno spazio che possiamo definire in molti modi, i nostalgici lo possono chiamare di centro, altri liberal-democratico, altri ancora moderato. E davanti a questa opportunità straordinaria i protagonisti cadono in un errore mortale: vogliono chiedere l’autorizzazione a costruire un’esperienza di questo tipo a Salvini o a Zingaretti. Ora per me Zingaretti e Salvini non sono sullo stesso piano: il primo è una persona che io politicamente stimo e Salvini no, però è sempre un errore».

Di chi parla?
«Toti è impegnato a costruire una succursale di Forza Italia che, raccordata con la Meloni, diventerà inevitabilmente l’alleato di comodo di Salvini. Una cosa improponibile. Dall’altra parte, invece, molti pensano di costruire una “post-Margherita” che serva a rendere competitivo il Pd».

Si riferisce a Calenda?
«Calenda ha il merito di aver esplicitato quello che molti pensano in silenzio. Ma questa operazione deve andare in campo senza le autorizzazioni preventive. Perché sennò ha zero credibilità. I tempi non sono un problema. Anzi, la possibilità di un voto anticipato è solo un vantaggio perché il blitz pre elettorale è molto più efficace di un processo di fondazione di un partito con tutti i riti che provocano malintesi e logoramento».

Calenda si è fermato, Renzi pure, Sala pensa a Milano.
«Bisogna che i protagonisti comincino a metter fuori gli attributi sennò questa operazione non ci sarà mai. Anche se politicamente c’è tutta. Abbiamo un logoramento dei 5 Stelle, abbiamo la polarizzazione su Salvini di quello che era il vecchio centrodestra. E abbiamo Zingaretti che, meritoriamente, è impegnato a ricostruire le fondamenta di un partito che era quello con Bersani e D’Alema. Ma questo è anche quello che ti rende scoperta una prateria: non dimentichiamoci le débâcle di Ferrara e Forlì». [Continua a leggere]

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«Un nuovo partito di centro vale più del 10%. Renzi? È in grado di parlare ai moderati»

postato il 4 Giugno 2019

C’è uno spazio enorme, non lasciamo l’Italia in mano a irresponsabili estremisti anti-UE. A Calenda dico: non ha senso chiedere l’autorizzazione a Zingaretti. Dentro FI c’è chi non vuole morire salviniano.

 

L’intervista di Fabrizio Nicotra pubblicata sul Messaggero

«Se vogliamo evitare che gli irresponsabili al governo portino l’Italia verso la rovina e che l’ondata di demagogia e pressappochismo travolga tutto, noi dobbiamo coprire lo spazio immenso che si è creato al centro». Pier Ferdinando Casini, ex presidente della Camera e oggi senatore del gruppo delle Autonomie, è uno che di centro se ne intende e secondo lui è arrivata (o ritornata) l’ora che i «moderati si mettano al lavoro per occupare questo spazio. Che nel Paese vale più del 10%». E gli interlocutori possono essere tanti: da Matteo Renzi a Carlo Calenda fino a chi, dentro Forza Italia, non vuole morire salviniano.

Presidente davvero ritiene che in una fase di tripolarismo Lega, Pd, M5S ci sia la possibilità di un nuovo soggetto di centro?
«C’è uno spazio immenso, che è un delitto non coprire se non vogliamo che l’Italia resti vittima degli estremismi, dell’antieuropeismo e dei populismi. Per arrestare l’ondata di demagogia e di pressappochismo, dobbiamo capire che al centro ci sono praterie che vanno colmate. Gli italiani non possono essere lasciati nelle mani di irresponsabili che, senza alcuna cognizione di economia e di finanza, ci stanno portando a una guerra con l’Europa che per i nostri interessi sarà letale».

Quali segnali le danno questa convinzione?
«Io giro l’Italia e c’è tanta gente che chiede ai moderati di rimettersi in marcia. FI ondeggia ormai tra il vassallaggio a Salvini e la voglia di rinascere facendo qualcosa di più decoroso. Nel Pd Zingaretti sta facendo un lavoro serio, che non sottovaluto. Ma ci sono tanti elettori che il Pd non lo votano: alle Europee il Pd ha preso il 22% e, se pensiamo che Leu non ha presentato la lista, la somma è quella delle Politiche. Anche con qualche alleato, ma senza una massa critica diversa, i dem sono condannati alla testimonianza». [Continua a leggere]

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Contro Salvini l’antifascismo non basta

postato il 18 Maggio 2019

I Dem sono l’unica forza in grado di ridare dignità al paese, ma c’è bisogno anche di noi moderati. I delfini di Merola? Finiranno in acquario.

L’intervista di Andrea Chiarini pubblicata su la Repubblica di Bologna

Pier Ferdinando Casini, un centrista sbilanciato a sinistra. Tanto da organizzare per oggi un’iniziativa targata Pd con i candidati alle Europee Paolo De Castro e Francesca Puglisi (Oratorio dei Fiorentini, alle 10). Forse anche per smentire le voci di un riavvicinamento a Forza Italia.

Casini, finirà che l’esorcista arriverà anche per lei.
«Non lo temo, anzi, considerata la mia ormai lunga carriera politica gli esorcismi potrei farli io…».

Battute a parte, ora promuove eventi Pd: è l’ultima svolta?
«Intanto lo faccio per sdebitarmi con quel popolo che mi ha sostenuto e votato alle politiche, poi De Castro e Puglisi sono due persone che conosco e stimo. Francesca ha solo un difetto: è fortitudina». [Continua a leggere]

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