Tutti i post della categoria: Riceviamo e pubblichiamo

Luca Sofri: un intellettuale disinformato!

postato il 17 Settembre 2012

Riceviamo e Pubblichiamo, di Attilio Biancalana

Ho letto l’articolo del dr.Sofri su un giornale online della mia città e così l’ho brevemente commentato:

“Luca Sofri un intellettuale disinformato e velleitario!

Luca Sofri deve aver alzato il gomito per fare simili affermazioni. E di brutto anche perché non conosce la recente storia d’Italia. Il gruppo dirigente dell’Udc è notevole e non è secondo a nessuno. Si parla di intellettuali come i professori Buttiglione ed Adornato, sindacalisti come Pezzotta, giuristi come Vietti (vicepresidente del Csm), figure storiche come De Mita, costituzionalisti come D’onofrio, figure espressione del mondo cattolico come la Binetti, la Santolini, Marconi ed altri ancora. Dire che Pd o Pdl o lega od Idv o Grillo hanno una identità culturale e politica ben definita è dire una sciocchezza mentre al contrario l’Udc fa parte del PPE e dell’Internazionale democratica cristiana di cui l’on Casini è presidente.”

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Legge elettorale unico strumento per ridare credibilità alla politica

postato il 17 Settembre 2012

“Riceviamo e pubblichiamo”, di Gattestro

Buonasera Presidente, concordo con lei. La legge elettorale, dal mio punto di vista, è assolutamente prioritaria, in quanto è l’unico strumento concreto per costringere i partiti a fare un passo indietro. Solo così quando i partiti formeranno le liste dovranno tener conto della loro credibilità e presentabilità agli elettori. Solo così potremo finalmente riavere un Parlamento abitato da meno “nominati” e più “eletti”. Solo così si potrà finalmente ricostruire un legame vero e diretto tra gli elettori di una circoscrizione e i propri rappresentanti inviati in Parlamento.

La legge attuale (non certo da me) definita “porcellum”, al contrario, ha consentito ai vertici dei partiti di mettere sul seggiolone chi volevano loro. Con tutto quello che ciò ha comportato.

Francamente non capisco come non si riesca a vedere una cosa così evidente.

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Centri e centrini

postato il 13 Settembre 2012

di Adriano Frinchi

E’ in questi giorni a disposizione una interessante indagine demoscopica condotta da Ipsos e commissionata dalle Acli sugli orientamenti politici dell’elettorato cattolico. La fotografia scattata da Ipsos è molto interessante: crollano le preferenze per il centrodestra, si passa dal 51,7% del 2008 all’attuale 31,2%, che viene superato dal centrosinistra (33,8%). L’area dell’ex Terzo Polo si ferma al 16,4% tallonata a sorpresa dal Movimento 5 Stelle che raccoglierebbe tra i cattolici il 13,7%. Ma il dato più rilevante è che il 43,1% dei cattolici non andrebbe alle urne. Secondo Ipsos questa diserzione delle urne è dovuta alla mancanza di una offerta politica convincente che, sempre secondo l’indagine, dovrebbe essere una lista civica nazionale non catalogabile come “partito cattolico”.

Fin qui l’indagine Ipsos-Acli che a dire il vero non fa che confermare un dato che, se così si può dire, era nell’aria. Non sembra però, almeno fino a questo momento, si muova qualcosa di significativo in questo senso. Ad eccezione di Pier Ferdinando Casini e dell’Udc sembrano infatti prevalere nell’area moderata veti e protagonismi e sullo sfondo rimane un Pdl paralizzato dalla paura e sempre più in crisi di identità. Nessun centro dunque ma tanti aspiranti ‘centri’.

In tutta onestà, e non per il semplice fatto di essere ospitato dal blog di Casini, sembra che gli unici ad aver capito urgenza e metodo di una nuova proposta politica siano proprio i centristi dell’Udc che a Chianciano hanno spalancato le porte ai protagonisti dell’esperienza del governo Monti e al mondo dell’associazionismo e dell’impresa, dimostrandosi anche disposti a fare un passo indietro rispetto alla consolidata realtà dell’Udc.

L’iniziativa di Casini tuttavia non è stata accolta con favore da altri due aspiranti protagonisti dell’area moderata, Italia Futura di Luca Cordero di Montezemolo e Fermare il declino di Oscar Giannino, che sono stati piuttosto velenosi con Casini e i suoi. Ora, non voglio fare la difesa d’ufficio di Casini, non penso ne abbia bisogno, ma ritengo che le posizioni di Montezemolo e Giannino, anche se in alcune parti condivisibili, non diano un contributo importante alla costruzione di quella proposta politica che gli italiani chiedono.

E’ il momento, anche per Montezemolo e Giannino, di dire cosa vogliono fare da grandi, di dire se vogliono o meno partecipare alla costruzione di una nuova area politica che raccolga l’eredità riformista del governo Monti. Per far ciò è necessario mettere da parte protagonismi e rispettive diffidenze perché se i moderati italiani pensano di costruire qualcosa cominciando a dire che Casini è troppo vecchio, Montezemolo troppo ricco e Giannino si veste male, non si andrà troppo lontano.

E’ necessario dunque che i ‘centri’ si incontrino, si confrontino e comincino a costruire la nuova proposta politica. Dietro l’angolo c’è il rischio dei ‘centrini’ di una galassia moderata pulviscolare che inevitabilmente farà vincere altri mandando in fumo il lavoro di Mario Monti. Gli anni recenti ci hanno insegnato che i ‘centrini’ danneggiano solo l’area moderata: è sufficiente pensare alle elezioni politiche del 2001 quando Forza Italia sfiorava il 30% e i centristi rimasero sotto il 5% perché divisi tra il tandem Ccd-Cdu (3,2%) e Democrazia Europea di Sergio D’Antoni (2,3%). Nella storia politica italiana ci sono poi altre esperienze politiche che per quanto di qualità e con eccellenti protagonisti rimasero sempre marginali perché incapaci  di incontrare altre tradizioni politiche.

La scelta a cui sono chiamati gli attuali protagonisti dell’area moderata è dunque tra una grande forza politica e l’ennesimo partitino con grandi aspirazioni e pochi voti. Il primo serve all’Italia il secondo è buono solamente per far aggiungere un’altra colonnina ai sondaggisti.

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A proposito di moderati e progressisti

postato il 12 Settembre 2012

Riceviamo e pubblichiamo di Francesco Scavone

Abbiamo trascorso l’estate a sentir ripetere alla politica le parole “moderati” e “progressisti”. Un’evocazione sovente che ci ricordava due aree politiche sì differenti, ma avvicinabili per dar continuità agli sforzi di risanamento ed uscita dalla crisi del nostro Paese. Inutile dire che molte sono state le polemiche scatenatesi, molti anche i distinguo, e tanti altri ancora gli appelli disperati a Vendola. Come se il leader di Sel fosse a capo di tutta l’area progressista e potesse condizionarne scenari e scelte.

Mettiamo bene in chiaro qualche passaggio che, se pur ampiamente spiegato, è stato motivo di dubbio per l’opinione pubblica. Così come è diventato cavallo di battaglia per buona parte della politica e della stampa che, senza contenuti, ha usato delle chiare affermazioni per operare sterili strumentalizzazioni. Ripeto: il campo dei moderati, la storia ce lo insegna, è alieno da quello dei progressisti e viceversa. Lo ha ripetuto Bersani (“Tra Vendola e Casini, scelgo Vendola.”), lo ha ribadito Casini (“Noi fabbrica dei moderati, con il PD una gara diversa.”) e pochi giorni fa alla convention di Chianciano lo ha riaffermato Cesa (“Non siamo una costola della sinistra.”). La contrapposizione, però, non ha mai impedito sane collaborazioni. Prendo a modello non la nostra storia – qualcuno potrebbe obiettare – bensì i recenti passaggi politici tedeschi. La Germania, infatti, ha vissuto momenti simili di collaborazione, vedendo SPD e CDU/CSU parte di uno stesso esecutivo in casi di necessità.

Eppure nel centrosinistra c’è ancora chi è ossessionato da Casini e dal progetto di “Lista per l’Italia” che l’Udc sta portando avanti da protagonista. Continuano gli attacchi, le prese di distanza, le ironie. Tutto legittimo, per carità. Se non fosse che a furia di guardare in casa degli altri, spesso si rischia di pensare poco alla propria. Mi spiego meglio: l’Udc, o meglio, la forza che, allargata ad altre esperienze della politica, dell’associazionismo e della società civile, si presenterà alle urne, ha chiara la propria rotta. Che sostanzialmente è quella della continuità con il Governo attuale presieduto da Monti. Una continuità che non affonderà nel solo rigore le sue mosse, ma che partirà dall’agenda di questo esecutivo per compiere altre scelte, di riforma e di crescita, che un Governo politico sarebbe più forte e legittimato per intraprendere. Il centrosinistra invece passa più tempo ad allontanarsi dalle forze moderate che a ragionare sulle proprie. Basta un rapido giro di notizie per capirlo: a Roma in Parlamento il Partito Democratico sta portando avanti con determinazione e, c’è da dirlo, responsabilità la strada aperta dai cosiddetti tecnici. Qualche centinaio di metri più in là ritroviamo Vendola, già saldamente alleato del PD, che si reca alla Cassazione per quesiti referendari che rinnegano le riforme montiane. Come si può vedere un fronte del genere? Disomogeneo nei fatti, omogeneo a parole. Come se io iniziassi a costruire una casa, già pensando a come demolirla il prossimo anno. Non mi dilungo, la contraddizione è palese. Forse sarebbe il caso di tornare a focalizzarsi sui contenuti. Così come a Chianciano con le “Primarie delle idee” è iniziato un percorso di proposte e tematiche.

Mi permetto un’ultima riflessione. Bersani a Reggio Emilia ha detto: “Monti ha messo il treno sui binari, noi dobbiamo farlo ripartire.” Attento Pierluigi, c’è qualcuno che vuole farlo deragliare.

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L’impegno politico come atto d’amore per l’Italia

postato il 12 Settembre 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Maria Pina Cuccaru

“Francesco, va’ e ripara la mia casa che, come vedi, è in rovina”. 

Sono passati 800 anni da quando Francesco d’Assisi si sentì rivolgere queste parole dal Crocifisso a San Damiano; lui vi scorse la richiesta di riformare la Chiesa, caratterizzata allora da un forte potere temporale e dal degrado morale, riportandola al Vangelo. E lo fece. Non come gli “eretici” di allora, che proponevano un rinnovamento al di fuori della Chiesa, ma restandoci dentro, perchè la amava in quanto voluta da Cristo. Sapeva dei suoi difetti, ma riuscì a rinnovarla senza rinnegarla anzi, la sua opera fu un atto d’amore.

Vi chiederete se mi è saltato in mente di farvi una lezione di catechismo. Beh, male non fa. In realtà quest’episodio mi è venuto in mente in questi giorni, durante le giornate di Chianciano, che hanno visto tanti esponenti politici e della società civile discutere dei problemi del paese e delle possibili soluzioni. Nonostante le critiche di chi ha visto nella manifestazione l’ennesima passerella politica piena di parole e vuota di fatti, io ho visto l’impegno di tanti, soprattutto giovani, a riparare la casa in rovina: mettere il proprio impegno per ricostruire l’Italia.

La politica è malata. La società italiana è malata. Inutile negarlo. Come si risponde a questo? Da una parte possiamo rinnegare il sistema democratico italiano, che prevede l’esistenza di partiti politici, rifugiandoci nell’antipolitica e distruggendo il sistema attuale per costruirne uno nuovo. Oppure possiamo rinnovare la politica attuale, senza però rinnegarla o distruggerla. Vedere i difetti, correggerli, e impegnarsi per riparare la macchina politica attuale. Riparare la propria casa perchè, come tutti vedono, è in rovina, un atto d’amore verso una Repubblica che si ama e si vuole curare come una madre ammalata.

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T’insulteranno a gran voce e tu ridi, ti chiuderanno la bocca e tu scrivi

postato il 11 Settembre 2012

di Giuseppe Portonera

Luca Sofri, giornalista e autore del blog Wittgenstein, ha scritto domenica scorsa un post molto duro, a tratti gratuitamente cattivo, sicuramente disinformato, sul nostro partito. Lo ha scritto partendo da uno dei luoghi comuni più abusati della politica italiana: quello che vuole che l’Udc non abbia una linea politica, non parli di contenuti, si limiti a interessarsi solo di accordi e alleanze. Come ogni luogo comune, è sempre facile da usare: quando hai un buco da riempire, un post che non sai a chi dedicare, ecco che ti ricordi che c’è quel partito che tutti si ostinano a definire ininfluente, piccolo, ma che poi è sempre commentatissimo, qualsiasi cosa decida di fare. Ma, come ogni luogo comune, è anche facilmente smontabile. Andiamo con ordine.

Sofri esordisce andando sul sicuro (e stuzzicando le intelligenze migliori del suo pubblico):

“L’UdC è un non partito, che deve una sua considerevole forza elettorale alla raccolta degli avanzi degli altri partiti”

ma non contento, si procede:

“vota UdC chi non si riconosce in nessuna delle identità diverse incarnate dagli altri partiti, ed è infine rassicurato da un partito che non ha identità”.

e poi spara la bordata finale, accuratamente studiata:

“Conoscete una posizione dell’UdC sulla Giustizia? Sulla Scuola? Sull’articolo 18? Sul precariato? Sulle riforme costituzionali? Sulla ricostruzione della Rai? Sulle liberalizzazioni? Eccetera, grandi e piccole. Due sole posizioni sono chiare, dell’UdC: quelle retrograde e filoclericali sui temi etici e quelle sulla riforma elettorale”

Ora, appena letto questo post, ho immediatamente deciso di rispondere. L’ho fatto alle 22:01 del 9 settembre 2012: solo che il commento, stranamente, è rimasto in attesa di essere moderato fino all’indomani mattina. Dopo aver aspettato invano, ho deciso di farlo notare direttamente a Sofri, tramite un tweet: cinque minuti dopo era stato sbloccato, con relativa risposta dell’autore. Il mio commento è questo:

“Questo post è una delle cose più ridicole che abbia mai letto. E le spiego subito perché (ah, sono in conflitto di interessi, “milito” per l’Udc): si lamenta di non conoscere nessuna posizione chiara dell’Udc; ma mi risulta che lei faccia il giornalista, ha provato a informarsi, a documentarsi?

Andiamo per rapidi punti, non voglio certo svilire il dibattito di qualità che si è sviluppato tra i commenti.

  1. Sulla Giustizia: abbiamo ripetuto più e più volte che il nostro sistema giustizia ha grosse criticità e vanno risolte con quattro provvedimenti che riteniamo irrinunciabili e non rinviabili: anticorruzione, intercettazioni, responsabilità civile dei magistrati, situazioni delle carceri. Abbiamo ripetuto più e più volte che la Riforma della Giustizia è la prima riforma economica che serve a questo Paese (lo ha ripetuto anche Casini dal palco di Chianciano, oggi), perché la mala giustizia (intesa come somma dei tempi biblici delle cause, dei livelli di corruzione, dell’assenza della certezza del diritto e della legge) ci fa perdere moltissimo in competitività e sviluppo economico. Qui, per esempio, ne ho scritto (ma wow, dirà lei: questi sanno pure scrivere, non si limitano a dire rosari). 
  2. Sull’Art 18: sempre pensato fosse un “non problema”: la riforma del mercato del lavoro deve tutelare i più deboli. Quelli che l’Art 18 non ce l’hanno e non lo avranno mai.
  3. Sulle riforme costituzionali: su questo le posizioni all’interno del partito sono variegate (mannò, dirà lei: questi qui c’hanno pure le posizioni variegate! mica pensava esistesse solo Giovanardi, nevvero?). Su una cosa concordiamo però: se si vogliono fare davvero queste benedette (e a mio avviso, necessarie) riforme costituzionali, non si possono usare gli ultimi mesi di questa legislatura. Ne serve, di legislatura, una nuova e che sia costituente, fin dal principio.
  4. Sulla ricostruzione della Rai: abbiamo apprezzato le mosse del Governo e dei nuovi vertici Rai. Il nostro capogruppo in Vigilanza, Roberto Rao, ha sempre ripetuto che l’urgenza è rimettere in sesto i conti dell’azienda e dopo si potrà pensare anche ad aprire al Mercato l’azienda (perché vale il principio del “un servizio pubblico non è necessariamente statale”).
  5. Sulle liberalizzazioni: mi scusi, ma qui ho riso. Cioè, se lo ricorda chi ha mandato in vacca le liberalizzazioni del Governo Monti? E davvero non si ricorda di cosa dicemmo noi all’epoca? Era per caso in vacanza, aveva il pc spento? Le do una notizia: noi vogliamo un piano serio, organico e vasto di liberalizzazioni e privatizzazioni. (ummaronna!!! un altro post, le giuro che non la importuno più, poi).

Ora, avrà notato che le ho linkato diversi pezzi che ho scritto (il conflitto d’interessi l’ho dichiarato su). Non so se lei, oberato com’è di lavoro e impegnato a scrivere certi post deliziosi, aveva mai buttato prima l’occhio sul sito di Pier Ferdinando Casini (immagino di sì: il lavoro del giornalista è quello di informarsi e informare, no?). Se non l’avesse mai fatto, ci provi: scoprirà che non abbiamo “intellettuali” vicini all’Udc, è vero (?), ma le idee ce le abbiamo lo stesso. Certo, per dire: queste idee le sintetizziamo e le argomentiamo in post che scriviamo noi, semplici ragazzi, che non abbiamo mai pubblicato un libro, insegnato in un’Università prestigiosa, scritto sui grandi giornali nazionali (io però ho diretto il giornale scolastico del mio liceo, ci tengo che si sappia). Semplici ragazzi, ok, ma che non permettono certo di farsi trattare così, con sufficienza e altezzosità (e non dica che è così, mi ha appena detto che sono come il traffico dopato che si compra su Google, gesùmio).

Ultima cosa: il partito cresce per gli scarti che ruba agli altri? Lo vada a dire ai volontari e ai militanti che sono stati a Chianciano, quest’anno. Lo vada a dire ai protagonisti di questo articolo (scritto da un giornalista che aveva prima messo in dubbio l’esistenza dei militanti Udc, poi è venuto qui a Chianciano e ha cambiato idea: chissàcomemai) http://www.repubblica.it/politica/2012/09/08/news/udc-42190931/. Buone cose”.

La controrisposta di Sofri, invece, è questa:

Rispondo a “Portos” (nomi e cognomi da adulti, neanche nell’UdC):
1. Non vedo una sola posizione sulla giustizia in quello che scrive: “riforma della giustizia” la vogliono tutti.
2. E quindi nessuna posizione neanche su questo.
3. posizioni “variegate” e quindi nessuna posizione del partito.
4. “rimettere in sesto i conti”: come, non si sa. Privatizzare? Vendere due reti? Una? Una rete senza pubblicità? Una fondazione? Boh.
Mantengo la mia opinione (informata), mi spiace se ne sia offeso: sui “militanti” e sull’efficienza della macchina non ho mai avuto dubbi, come ho scritto.

In sostanza, a ogni rilievo mossogli il nostro Sofri ha risposto che “io continuo a non vedere nulla”. Perfetto. Facciamo allora che mentre molti giornalisti passano il loro tempo a criticare l’attività politica di un partito, senza neanche conoscerla, noi continuiamo a lavorare, a mettere su idee, a trovare il modo di renderle concrete. E facciamo pure che da ora in poi ce ne freghiamo di chi ci offende e ci tratta con così tanta sufficienza e altezzosità.

(il titolo è preso in prestito dalla canzone degli Articolo 31, I consigli di un pirla)

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Alle parole seguono i fatti: pagamenti alle imprese e Agenda Digitale

postato il 8 Settembre 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati

Lo scorso inverno, il Premier Monti ha annunciato un piano per Agenda Digitale e ha spiegato di voler accorciare i tempi di pagamento da parte della pubblica amministrazione verso i fornitori privati e le aziende in genere.
Ora, finalmente, alle parole seguono i fatti.
Entro settembre sarà attivo il software che permetterà alla Pubblica Amministrazione l’unificazione dei debiti verso le imprese e il pagamento dei medesimi: si tratta di sbloccare la bellezza 95 miliardi di euro. Una boccata di ossigeno fondamentale per le aziende. E non è tutto. Entro il 14 ottobre il governo recepirà una direttiva comunitaria che impone di effettuare i pagamenti della PA alle aziende entro 30 gironi dalla fatturazione: un passo importante per rendere l’Italia  un paese più dinamico.
E se parliamo di dinamismo non possiamo dimenticare l’Agenda Digitale che entro settembre diverrà realtà, con obiettivi e tempi certi, oltre che finanziamenti per le start up e per abbattere il digital divide. Ricordo che abbattere il digital divide significa risparmiare 40 miliardi di risparmi per la pubblica amministrazione e un aumento del PIL di circa 70 miliardi.
Questi sono i fatti che seguono alle parole di un Governo che sta puntando sullo sviluppo, dopo avere evitato il baratro ereditato dal precedente Governo Berlusconi.

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#Chianciano, lo sport al centro!

postato il 8 Settembre 2012

di Francesco Scavone

Oggi a Chianciano è andata in scena una pagina di grande italianità. Sul palco della convention UDC sono stati accolti con ovazioni e orgoglio alcuni dei campioni olimpionici (Antonio Rossi campione olimpionico di kayak, Diego Occhiuzzi argento nella sciabola individuale e bronzo a squadre, Valerio Aspromonte oro nel fioretto a squadre, Elisa Santoni campionessa olimpionica, leader delle farfalle, ginnastica ritmica).

Il messaggio che hanno voluto lanciare, in conversazione con i giovani del partito, è stato di speranza e di grande concretezza. Hanno portato con sé le loro esperienze di vita, piene di sano agonismo, di voglia di fare e di mettersi in gioco. “Quando mi capita di ribaltarmi duranti gli allenamenti in acqua” ha detto Rossi “mi rialzo con forza e con la consapevolezza che bisogna sempre essere pronti ripartire.” Parole che ci riportano a quello che stiamo vivendo in Italia: la crisi ha ribaltato il nostro sistema sociale e economico, ma con forza stiamo cercando di rialzarci e di rimetterci in gioco. Tutto ciò grazie a formazioni che hanno fatto, da tempo in modo lungimirante o di recente, una scelta di responsabilità, un investimento sul futuro. Anche gli atleti hanno parlato di investimenti, di promozione, riferendosi al mondo dello sport. Hanno detto: “Anche se il calcio un po’ ci oscura, continuiamo a fare allenamenti e gare con la stessa abnegazione.” Un discorso che traspongo facilmente nel mondo politico: il populismo cerca di offuscare il lavoro di chi tenta di far rialzare l’Italia. Lo fa apertamente con urla e offese, più velatamente con promesse irrealizzabili e proclami. Eppure c’è chi con serietà porta avanti un’agenda di grande rilievo, non rinunciando a mettere la faccia di fronte a scelte difficili e impopolari. L’incontro si è poi spostato sul piano internazionale: “L’Italia è un grande Paese, anche se spesso noi stessi non lo riconosciamo. Siamo ben qualificati prima in Europa, poi nel mondo.” Quale miglior momento per ricordarlo di questo? Un momento in cui, dopo essere sprofondati nella derisione e nella mancanza di fiducia, riacquistiamo il nostro prestigio che ci permette di avere maggiore voce in capitolo in un’Europa in divenire?

Il mondo dello sport, oggi, oltre ad aver rappresentato motivo di grande gioia, è stato lo spunto per ricordare metaforicamente al Paese il contesto che viviamo. Anche questo è #Chianciano!

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Ci siamo, #Chianciano è il meeting di chi vuole governare

postato il 6 Settembre 2012

di Giuseppe Portonera

Ci siamo. Il 7 settembre ricomincia il nostro tradizionale appuntamento di partito, come sempre a Chianciano: saranno tre giorni, fino a domenica, ricchi di incontri e dibattiti, con moltissimi ospiti e protagonisti di primo piano. Il via, ufficialmente, alle 17 di venerdì, con i saluti istituzionali e l’intervento d’apertura del nostro segretario, Lorenzo Cesa; ma si entrerà subito nel clou dell’evento, con gli interventi di Bonnani (CISL), Riccardi (Ministro della Cooperazione), Ornaghi (Ministro dei Beni Culturali), Vietti (Vice presidente CSM) e Martone (sottosegretario al Lavoro). Sabato 8 giornata fittissima: la mattinata sarà occupata infatti dagli interventi di diversi big, da Marcegaglia (ex Presidente di Confindustria) a Olivero (ACLI), passando per De Vicenti (sottosegretario allo sviluppo), arrivando a Petrucci (Presidente CONI, che sarà accompagnato dai campioni olimpionici) e Catania (Ministro dell’Agricoltura). Grandi ospiti anche nel pomeriggio: alle 15.00 apre le danze Patroni Griffi (Ministro della Funzione Pubblica), seguito da Dellai (Presidente Trentino Alto Adige), Clini (Ministro dell’Ambiente), Rossi (Italia Futura, firmatario del manifesto Fermareildeclino). Star del pomeriggio saranno Corrado Passera (ministro Sviluppo economico) che si confronterà con le domande dei giovani presenti in sala e Gianfranco Fini (Presidente della Camera), che sarà intervistato da Carlo Fusi (Il Messaggero). Domenica, infine, dopo gli interventi programmati di alcuni deputati, il nostro leader Pier Ferdinando Casini chiuderà ufficialmente la festa.

Come potete ben vedere, leggendo il programma, il nostro meeting annuale si annuncia diverso dalle edizioni precedenti. In tutti questi anni, infatti, Chianciano è stata l’occasione per fare il punto della situazione sull’anno appena trascorso, per tirare il nostro personale bilancio dell’attività di un anno. Questa volta, invece, Chianciano sarà molto di più: per la prima volta offriremo il palco della nostra festa a ospiti nuovi, che non fanno parte del nostro partito, ma che sono attori a cui guardiamo con enorme interesse, nel processo di costruzione di una nuova casa che sia pronta ad accogliere tutti coloro che vogliono trasformare questo Paese, per restituirlo finalmente alla dignità che gli spetta. Saranno presenti molti ministri del Governo Monti, che in questi ultimi 9 mesi ha rappresentato la conquista più alta del nostro lavoro e impegno, con cui interagiremo e ci confronteremo, spiegando cosa è stato fatto e cosa bisogna ancora fare, meglio di quanto sia stato già fatto. Ci saranno anche esponenti della cosiddetta società civile, di quei mondi ai quali ci siamo aperti e di cui ci sentiamo ormai parte integrante, uniti come siamo da un comune sentire su rigore e crescita (penso per esempio ai firmatari del manifesto Fermareildeclino).

Chianciano sarà molto di più rispetto agli altri anni, anche perché stavolta ci sarà la possibilità per chiunque vorrà, presente in sala o collegato da casa, di interagire con i nostri ospiti. Oltre la diretta sulla web tv, infatti, potrete seguire l’hashtag #Chianciano, su twitter, insieme ai nostri profili @estremocentro e @udctw, tutti gli aggiornamenti: inoltre, usando sempre #Chianciano potrete inviarci i vostri suggerimenti, i vostri consigli, le vostre intuizioni, le domande che vorreste porremmo agli ospiti sul palco. Tutti i tweet, in più, faranno da sfondo ad ogni intervento. Potete seguirci pure su Fb, postando le vostre foto: le migliori andranno sul profilo personale di Pier Ferdinando Casini (ah, e se siete pure su Instagram non esitate a usarlo: l’hashtag è sempre #Chianciano). Tutto questo sarà la nostra festa e faremo di tutto perché sia, soprattutto, la vostra festa: di tutti quelli che, come noi, sono pronti a mettere animo e cuore in una nuova avventura. Perché in tutti questi anni abbiamo tenuto fermo il punto e presidiato il campo: ora è arrivato il momento di osare, di vincere e di governare. Seguiteci, ripartiamo da qui.

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Ecco il nuovo ISEE

postato il 4 Settembre 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati

L’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) è stato creato nel 2002 per calcolare la situazione economica di un individuo o di un nucleo familiare, prendendo in considerazione reddito, patrimonio e caratteristiche della famiglia. Questo indicatore, fondamentalmente, permette al cittadino di accedere o meno a determinati servizi, esenzioni e agevolazioni statali o locali.

I criteri del suo calcolo stanno per essere modificati dal governo Monti per renderlo più equo e permettere che solo le famiglie realmente disagiate possano accedere ai servizi e alle agevolazioni garantite dall’ISEE.

Prima di tutto, si procederà ad una rivalutazione del valore degli immobili (come per l’IMU) e di conseguenza l’abitazione principale andrà a incidere per un 60% in più rispetto ad ora; a questo bisogna aggiungere che, probabilmente, verrà eliminata anche l’esenzione che copre attualmente quelle fino a 51mila euro di rendita catastale, a fronte però del fatto che questa stessa rendita sarà conteggiata solo al 75% e sarà al netto dell’eventuale mutuo ancora da pagare. Quindi se da un lato si procede alla rivalutazione degli immobili, questa rivalutazione rientrerà solo per ¾ e solo per la parte eccedente il mutuo da pagare. Facciamo un esempio pratico: la mia abitazione viene rivalutata e da un valore ipotetico di 100, passa a 160; ai fini ISEE dovrò calcolare prima il 75% di 160 (e quindi 120), e al valore dovrò togliere il mutuo da pagare (supponiamo che il mutuo sia pari a 70) e quindi dovrò inserire il valore di 50 (dato da 120 – 70) nell’ISEE. Questa modifica, se da un lato appesantisce il valore degli immobili nel calcolo ISEE, dall’altro permette di conteggiare i mutui e quindi di venire incontro soprattutto alle giovani coppie.

Per quanto riguarda la parte reddituale, invece, ai redditi Irpef si sommeranno anche i redditi esenti e le entrate tassate in altro modo, quindi nel calcolo rientreranno anche la cedolare sugli affitti, i premi di produttività, l’indennità di accompagnamento. Risultano esclusi dal conteggio la social card e i voucher.

Indubbiamente con queste inclusioni, il reddito lievita notevolmente, ma il governo ha pensato ad una serie di misure compensative tramite alcune detrazioni (quasi tutte con un limite massimo): si sottrarranno gli assegni al coniuge e ai figli, le spese per i disabili, il 20% del reddito da lavoro dipendente o della pensione, una quota degli affitti e una franchigia sull’abitazione di proprietà. Gli interessi maturati sugli investimenti finanziari avranno un tetto: finora erano parametrati al rendimento del Btp a 10 anni, ma senza alcun vincolo. Per i conti correnti non si dovrà più indicare il saldo al 31 dicembre, ma sarà presa in considerazione la situazione di un giorno scelto a caso negli ultimi tre mesi dell’anno (per aggirare provvidenziali “svuotamenti” dei conti stessi in prossimità della data di controllo). Cambieranno anche le metodologie per calcolare le altre rendite finanziarie e i patrimoni all’estero ai fini della definizione del valore ISEE.

Infine, verrà modificata la modalità stessa della compilazione della dichiarazione, che non verrà più redatta dal cittadino, ma saranno INPS e Agenzia delle Entrate a certificare i dati reddituali e patrimoniali già in loro possesso e il contribuente dovrà solo presentare le eventuali spese da sottrarre o correggere gli errori che dovesse riscontrare.
Queste modifiche, contrariamente a quanto affermato da certe strumentalizzazioni, non servono a “risparmiare” tagliando il Welfare agli italiani, ma servono, semmai, a fare emergere chi ha realmente bisogno, da chi invece usa questi servizi senza averne bisogno e quindi permettere una più attenta distribuzione dei servizi dello stato sociale, senza diminuirne l’entità.

Se, ad esempio, io non ho reddito da lavoro, ma ho delle rendite finanziarie per 100.000 euro annui, con il vecchio sistema, sarei stato ritenuto più meritevole di chi magari lavora per 1000 euro al mese e ha un conto corrente a 0. Invece con il nuovo sistema, viene giustamente preferito il lavoratore da 1000 euro al mese e conto corrente a 0.

Il risultato, sperato, è quello di scoprire i “falsi poveri”, o di chi aggira la legge: supponiamo una donna non sposata con due figli, che convive stabilmente con un uomo, attualmente ai fini ISEE risulta come ragazza madre monoreddito, con la quasi certezza di poter accedere a tutta una serie di risorse (come ad esempio la possibilità di mandare i suddetti figli a un asilo nido pubblico al costo minimo) a prescindere dal contributo che porta il convivente al reddito familiare (che può essere anche molto alto), di fatto “rubando” il servizio ad altre famiglie, magari più bisognose ma anche più oneste.

Sono esempi di casi limite che però sfociano nell’ingiustizia e nello spreco di risorse; lo scopo delle modifiche di questo governo è proprio evitare queste ingiustizie e dare i servizi a chi ne ha realmente bisogno.

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