Tutti i post della categoria: Riceviamo e pubblichiamo

Caro Grillo, sordo e grigio ci sarai tu

postato il 14 Agosto 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Giuseppe Portonera

Non c’è che dire, Beppe Grillo sa sempre come catturare l’attenzione. Sa sempre cosa bisognerebbe non dire, pur di aumentare la propria visibilità. Sa fare rumore, sa urlare, sa strepitare. Per questo andrebbe ignorato, lasciato solo nei suoi deliri, come un albero che cade in una foresta disabitata. Da parte mia, mi sforzo di fare sempre così, rifiutando di appassionarmi ai dibattiti che scoppiano dopo ogni dichiarazione grillina. Oggi, però, non ce l’ho fatto. È stato quando ho letto queste parole: «Deputati e senatori servono solo a prendere lo stipendio e a obbedire agli ordini di partito votando sì a qualunque porcata. Bisogna prenderne atto e licenziarli, approfittarne mentre trascorrono un agosto dorato. Chiudete il Parlamento, sgombrate i loro uffici. Camera e Senato sono ormai ridotti peggio dell’aula sorda e grigia evocata da Mussolini. I parlamentari a larve di democrazia ben pagate». Le ha pubblicate Grillo in un editoriale sul suo blog. Sono a dir poco scandalose: perché sono false, violente e pericolose. Sono false, perché i deputati votano in coscienza, in maniera condivisibile o meno, ma sempre legittima; sono violente, perché espressioni come “licenziarli, approfittarne mentre trascorrono un agosto dorato”, “chiudete il Parlamento, sgombrate i loro uffici” sono degne di una dittatura; sono pericolose, perché rievocano – in maniera esplicita, senza infingimenti – Mussolini, da cui viene addirittura mutuata l’espressione dell’aula sorda e grigia.

Non è accettabile che gli attacchi, perversi e sistematici, di Grillo alle istituzioni (lo Stato peggio della Mafia, il Presidente della Repubblica da tagliare, ora il Parlamento) vengano tollerati, inseriti in un’aria da campagna elettorale. Sono solo boutade di un ex comico? Nient’affatto. Sono affermazioni politiche di un leader politico – questo sì, sordo e grigio. Affermazioni legittime? Dal mio punto di vista sicuramente no. Ma certo prendo atto che i grillini sono pronti ad arruolare anche Mussolini nella loro eterna crociata contro la Casta. E ci complimentiamo con loro, vivissimi prolungati e reiterati applausi!

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Il sostegno a Monti segno di una linea politica seria

postato il 10 Agosto 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Attilio Biancalana

Oggi si richiede ad una forza politica, ad un leader politico abilità, coerenza d’intenti, generosità, coraggio e…. autentiche relazioni internazionali. Il tempo dei giochini di prestigio, quelli per cui entri da una parte ed esci dall’altra, quelli per cui ci sei o non ci sei è impossibile.

L’Udc ha una linea politica seria, persegue una linea politica originale, autonoma, non subalterna ma frutto di una grandissima tradizione politica italiana ed europea. Tradizione che coniuga l’identità e l’autonomia del proprio pensiero con il bene comune.

Perché non riconoscerlo? E’ evidente. Basta guardare i fatti. L’Udc non solo ha resistito alla “vile” tenaglia del maggioritario ed alla “mignottocrazia” ma è stato protagonista propositivo di questa stagione politica. Sostenendo senza se e senza ma il governo Monti, reso precario dalla ristrosia e dai “distinguo” del Pd e del Pdl, il Presidente Casini ha scelto il bene dell’Italia, della gente comune. Personalmente sono orgoglioso di poter contribuire, anche se in minima parte, a questo disegno in questa drammatica stagione politica.

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Prima i programmi, dopo le alleanze

postato il 10 Agosto 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Raffaele Reina

Ogni tanto vale la pena ricordarsi perchè abbiamo come simbolo l’insegna dello Scudocrociato. Significa battaglie di libertà combattute a favore dei più deboli, perchè potessero riconciliarsi anch’essi con la Patria, nel post-fascismo e nel dopoguerra.

La conquista di un tetto, di un lavoro, di un salario rappresentavano per la DC la via per rafforzare la democrazia e per far crescere la libertà nella coscienza degli italiani. Da qui le decise conquiste economiche e sociali di una Nazione libera che si proiettava in una Europa libera. Se tutto ciò non va riconosciuto al partito di De Gasperi si commette il più grave e imperdonabile peccato di omissione.

In ossequio a questa lezione,proprio perchè attraverso lo Scudocrociato ci riteniamo suoi legittimi “discepoli”(non che altri,avendo vissuto la medesima esperienza politica, non lo siano), dobbiamo prima definire il nostro “ubi consistam” da cui far scaturire programmi e linea politica, e poi confrontarci con gli altri partiti per eventuali alleanze.

In tale prospettiva,senza superbie e senza tanti timori,con chi accetta i nostri programmi finalizzati alla crescita del Paese, non solo dal punto di vista economico, quindi, al bene comune, noi possiamo stringere alleanze in ogni direzione, senza per questo scandalizzare, opportunisti e demagoghi in particolare.

Tutto il resto appartiene al vaniloquio gossipparo.

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Il buio della disinformazione

postato il 10 Agosto 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Francesco Scavone (lettera inoltrata alla redazione del Tg1)

Egregi giornalisti e redattori del Tg1,

più volte nel nostro Paese si torna a discutere (e a dividersi) sulla libertà e l’obiettività dell’informazione. Un tema senza dubbio cruciale, che non dovrebbe di norma presentarsi nella vita di un paese civile. Soprattutto se le riflessioni nascono in riferimento al telegiornale di punta del servizio pubblico.

Parlo di me e della mia esperienza personale. Credevo finita l’era Minzolini, l’era di telegiornali sfacciatamente di parte, con servizi monocolore ed editoriali da far accapponare la pelle (perdonate la sincerità). Ma, forse e purtroppo, mi sbagliavo. E ne ho avuto la triste prova negli ultimi giorni, quando il dibattito politico – seguendo la scia delle temperature agostane – si è fatto più rovente ed infuocato. Dibattito che ha visto il Popolo della Libertà accanirsi su Casini, reo di aver dichiarato di essere disponibile nel 2013 ad una convergenza con i riformisti, per dare continuità al lavoro iniziato da Monti. Non sono intenzionato ad entrare nel merito del dibattito, pur riservandomi di notare con stupore l’esagerata rabbia che ha contornato tutte le dichiarazioni degli esponenti del Pdl (cito emblematicamente Lupi “Chiederemo sua espulsione dal PPE” ). Rabbia a cui sono state contrapposte risposte nel merito, ultima fra tutte la lettera di Casini al Corriere della Sera .

Peccato che spesso i media siano ciechi, non si sa per quale ragione, di fronte a questi scambi di battute, preferendo riportare notizie monche e distorte. E’ il caso dell’edizione del TG1 di ieri sera, nella quale è apparso un servizio sull’argomento. Guardandolo, ho notato un evidentissimo sbilanciamento dalla parte delle dichiarazioni degli esponenti Pdl, riservando a Cesa una misera e non conclusiva replica. Proporre al telespettatore un servizio incompleto nell’edizione principale, quella delle ore 20, è già discutibile. Ma è ancor più deprecabile che ciò si ripeta nelle edizioni successive, dimostrando che quell’incompletezza d’informazione era voluta e non derivante da fretta o ritardo nell’aggiornamento.

Allora ho ritenuto tanto doveroso quanto spontaneo scrivere ai vertici del partito, non tanto per portarli a conoscenza dell’accaduto, bensì per sentire il loro parere a riguardo. La risposta del capo della segreteria politica, Antonio de Poli, è stata chiara e precisa. “È chiaro che in un momento delicato per la politica e per l’informazione ci sarebbe bisogno di credibilità e professionalità.

Rivolgo a voi questa breve riflessione, unitamente alla mia disapprovazione. Monti pochi giorni fa ha parlato di una luce che si incomincia a vedere in fondo al tunnel della crisi. Il Paese  ha bisogno di quella luce, non offuschiamola o danneggiamola con il buio della disinformazione.

Cordialmente,

Francesco Scavone

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Psicoterapia europea

postato il 6 Agosto 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Anna Giunchi

Le parole di Mario Monti, riguardanti una possibile disgregazione psicologica dell’Europa, devono far riflettere tutti quei governi che ragionano in un’ottica strettamente individualista, preoccupati e disgregati nelle proprie politiche interne. Il premier ha infatti espresso il pericolo di una vera e propria perdita di identità europea, pericolo che potrebbe presentarsi qualora l’euro possa rappresentare elemento di divisione tra i paesi dell’Eurozona. In questo caso, infatti, si distruggerebbero le fondamenta di un serio e auspicabile progetto europeo.

Gli interventi “terapeutici” di Mario Draghi, pronti quanto prima a risolvere con urgenza questi conflitti, sono stati accolti favorevolmente dal Premier. Draghi, infatti, dal board della Bce, ha garantito sostegno unanime attraverso pianificate azioni complesse che agiranno in tempi diversi. L’Italia, che è il Terzo stato piu’ importante dell’ Unione Europea, non può permettersi di “retrocedere” uscendo dall’Euro.  Il lavoro della Bce ha messo in campo gli strumenti adeguati per fronteggiare una crisi recessiva, fronteggiando la speculazione e ricercando una stabilità fiscale.

Rimane il difficile compito di recuperare una perfetta mobilita’ del lavoro utilizzando politiche fiscali compensative e non restrittive. Perché tutto questo sia possibile ci vuole, da parte degli stati membri, il riconoscimento di una identità comune: quella degli Stati Uniti d’Europa.

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I tecnici sono un’opportunità da non perdere

postato il 3 Agosto 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Patrizia

I tecnici di questo governo devono avere un futuro. Gli italiani tutti ne hanno le tasche piene della politica, i tecnici sono un opportunità, non se li faccia scappare.Quello che credo sia fondamentale è restare il più lontano possibile da berlusconi e dal Pdl nelle prossime chiamate alle urne, i governi del pdl sono stati governi ad esclusivo interesse personale, ora voltiamo pagina. Buon lavoro Presidente

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Ecco il “Percorso famiglia” del governo

postato il 3 Agosto 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati

Il governo Monti prosegue la sua attività e ha lanciato il progetto “Percorso Famiglia” con lo scopo di lanciare una serie di misure urgenti per sostenere i nuclei in difficoltà, e associa misure strutturali e misure di emergenza.

Questo progetto, presentato lo scorso 31 luglio dal Ministro della Cooperazione Internazionale e dell’Integrazione, con delega alla Famiglia, Andrea Riccardi, dal Presidente dell’ABI, Giuseppe Mussari e da alcune associazioni dei consumatori firmatarie dell’accordo (Acu, Adiconsum, Adoc, Asso-Consum, Assoutenti, Casa del consumatore, Cittadinanzattiva, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori), è stato quasi totalmente ignorato dai grandi media, pur presentando delle misure molto importanti per le famiglie. Questo progetto è la risposta a quanti accusano questo governo di inerzia verso i problemi delle famiglie.

Sostanzialmente cosa prevede questo “Percorso Famiglia”?

Prima di tutto un sostegno per l’acquisto dell’abitazione, tramite la modifica del Fondo Per la Casa, un fondo consente alle giovani coppie di ottenere un mutuo agevolato per l’acquisto della prima casa anche se sono precari. Le modifiche renderanno l’accesso più semplice e renderà i tassi maggiormente in linea con il mercato attuale, abbassando il tasso di interesse. Concretamente, le associazioni prevedono di sbloccare 1 miliardo di euro di mutui per le giovani coppie italiane (in cui uno dei due componenti ha un contratto precario).

Il punto successivo è la proroga triennale (proroga che è stabilità dall’articolo 12 della legge di stabilità 2012) del Fondo di credito per i nuovi nati. Il fondo risale al 2009 e nacque con lo scopo di permettere, ai genitori di figli nati tra il 2009 e il 2014, di richiedere prestiti a tasso agevolato fino ad un massimo di 5mila euro. Per inciso, la domanda deve essere presentata entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello di nascita o di adozione del figlio per cui si richiede il prestito (quindi fino a giugno 2015), indipendentemente dal reddito e dalle motivazioni alla base della richiesta.
Dal 1 gennaio 2010 al 30 giugno 2012, le banche hanno confermato 25.986 garanzie e sono stati erogati finanziamenti per 127.266.226,70 euro, concessi da 141 banche in tutte e 20 le regioni.
Oltre che sul sito del fondo (di cui abbiamo riportato il link) maggiori informazioni si possono avere al numero verde 803-164.

Il progetto prevede altri due punti denominati “crescita della famiglia” e “maturità della famiglia”.

Il primo prevede un sostegno per lo studio dei figli facilitando l’erogazione dei finanziamenti del Fondo Studenti (sbloccando finanziamenti per 400 milioni di euro).

Il secondo, invece, prevede la proroga della sospensione dei mutui per le famiglie con difficoltà a pagare le rate. La sospensione ha validità per un anno e si può attivare in caso di perdita del posto di lavoro, cessazione del contratto a termine, morte, grave infortunio, entrata in cassa integrazione. Su invito del governo, inoltre, le associazioni di categoria e l’ABI si sono formalmente impegnate a trovare misure aggiuntive a sostegno delle famiglie che, scaduto l’anno di moratoria, abbiano ancora problemi con le rate e tale impegno ha prodotto dei risultati concreti fin da subito, infatti, hanno determinato che:

– le domande possono essere presentate entro il 31 gennaio 2013
– la scadenza entro cui si devono verificare gli eventi che determinano l’avvio della sospensione, è prorogata al 31 dicembre 2012
– sulla base delle disposizioni di vigilanza per le banche, per l’accesso alla misura di sospensione, l’arco temporale per la definizione di ritardo nel pagamento delle rate è rimodulata a 90 giorni;
– alla sospensione delle rate dei mutui potranno essere ammesse soltanto le operazioni che non ne abbiano già fruito.

Secondo i dati forniti, al 31 marzo 2012 i mutui sospesi dalle banche sono circa 68.000 (8 miliardi di debito residuo). Questo ha garantito alle famiglie interessate una liquidità aggiuntiva di circa 7mila euro a nucleo, 513 milioni di euro in totale.

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Combattere la malasanità

postato il 1 Agosto 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Jakob Panzeri

Ancora un caso di “malasanità” denunciato dal “Mattino”: diciannovenne diabetico muore dopo infusione di una flebo di cortisone. Leggere queste notizie, come il bambino morto per la trasfusione di latte, mette addosso un’ enorme rabbia e tristezza; i responsabili, spesso a causa di negligenza o di mancato rispetto delle pratiche di prevenzione sanitaria, meritano di presentarsi davanti alla giustizia.

Tuttavia penso che a volte dovremmo fare anche trasmissioni in cui parlare delle buone notizie, delle vite salvate, dei trapianti e delle operazioni riuscite, dei centinaia di successi che avvengono ogni giorno in tanti ospedali italiani e che sono il 99% della sanità.

Mi raccontava un neurochirurgo di un paziente che l’aveva citato in giudizio per una cicatrice lasciatagli 15 anni prima in un’operazione in cui gli aveva salvato la vita, gli aveva chiesto i danni morali.

Sento un clima di generale sfiducia verso la sanità, dai casi più piccoli, come la signora anziana in pullman che confessa all’amica di far finta prendere i medicinali per la pressione che gli ha dato il medico di famiglia perché “vuole fare esperimenti sulla mia pelle”, ai casi gravi, come quelle persone che pensano che l’Aids sia solo un’invenzione della cause farmaceutiche o pensano di curare un tumore con parole magiche e infusi di erbe.

Combattiamo duramente la malasanità e  il sentimento di disagio e di disprezzo che in tanti, in troppi, hanno verso la medicina.

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Se Orbán torna alla carica e pensa a sostituire la democrazia

postato il 30 Luglio 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Giuseppe Portonera

Della difficile e controversa situazione ungherese mi sono già occupato precedentemente, quando il premier di centrodestra del Paese, Viktor Orbán, aveva dato avvio a una preoccupante “svolta a destra”, smettendo i panni dell’uomo di governo moderato e liberale e indossando quelli dell’uomo forte, presunto artefice della rinascita nazionalista della “Grande Ungheria”. Avevo già all’epoca espresso profonda preoccupazione per come gli avvenimenti stavano precipitando (anche dal punto di vista economico, visto che l’Ungheria risente pesantemente della crisi) e avevo avanzato l’idea che l’Europa – a riprova del fatto che è comunità democratica, prima che sede di scelte tecniche – non potesse restare inerme mentre in uno dei suoi Paesi membri la Democrazia veniva messa a dura prova.

Ora, la situazione – che sembrava inizialmente rientrata nei binari – è tornata in una fase critica. Due giorni fa, Orbán, intervenendo a un meeting dell’associazione degli imprenditori magiari, ha addirittura evocato la possibilità di dover inventare un “nuovo sistema” che sostituisca quello democratico, perché il suo popolo, “semi-asiatico”, “capisce soltanto la forza”: “noi speriamo che non sia necessario introdurre un nuovo sistema che rimpiazzi la democrazia, ma noi abbiamo comunque bisogno di nuovi sistemi economici e di nuove idee”; mentre a un raduno studentesco nella città di Baile Tusnad ha attaccato duramente la UE, accusandola di perdere tempo dietro “ai giocattoli per maiali e allo stato d’animo delle oche, mentre centinaia di migliaia di cittadini stanno perdendo il lavoro e la moneta unica sta collassando”. Due attacchi, speculari e complementari, che chiariscono il modello di azione politica che Orbán sembra ormai deciso a portare fino in fondo: rafforzamento del potere centrale in patria (non escludendo svolte veramente autoritarie) e progressivo sganciamento dalle istituzioni comunitarie, approfittando del malcontento popolare e delle difficoltà del momento.

Già in Ungheria le reazioni sono state di sdegno diffuso. Népszava, quotidiano di sinistra sottolinea che “se qualcuno dubitava ancora che Orbán fosse un partigiano dei regimi autoritari e non della democrazia ci ha pensato lui stesso a dimostrarlo. Il suo discorso non è stato un lapsus, ma un’espressione dei suoi pensieri più reconditi. Ora sappiamo cosa pensa dell’Europa, dell’Ungheria e della democrazia”. Persino Magyar Nemzet, il quotidiano tradizionalmente più vicino al primo ministro, fa fatica a difenderlo. Secondo il quotidiano “la diagnosi sull’Unione è abbastanza pertinente: il problema è trovare il giusto mezzo tra interesse nazionale e interesse comune. Quello che abbiamo ascoltato da Orbán è un monologo, e non un dialogo. Questo non è un buon segno”. Ma le parole più nette arrivano dal settimanale liberale Magyar Narancs, che scrive: “se daremo una nuova chance a Orbán nel 2014 gli daremo ragione, perché dimostreremo che siamo veramente un popolo semi-asiatico”.

Appare chiaro, quindi, come le prese di posizioni di Orbán siano ben oltre il livello di guardia consentito. È qui che entriamo in gioco noi, con l’UE: se vogliamo mantenere l’Ungheria di Orbán all’interno dei limiti di una democrazia veramente tale, dobbiamo agire, scegliendo accuratamente i nostri obiettivi e il metodo da seguire (distinguendo le scelte politiche non condivisibili ma legittime, dal resto) e ribadendo la difesa dei nostri principi democratici e costituzionali. Contro ogni involuzione reazionaria e autoritaria. Contro il ritorno di spettri che questa crisi economica rischia di rendere più consistenti.

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Se i consumatori sono costretti a pagare i costi di investimenti sbagliati

postato il 27 Luglio 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Giovanni Portonera

Qualche giorno fa la Camera ha approvato, all’interno del decreto sviluppo, un emendamento bipartisan che introdurrà il capacity payment, una remunerazione degli impianti calcolata in base alla potenza messa a disposizione e non alla semplice produzione. Si tratta di un salvagente per le centrali termoelettriche messe in difficoltà in questi mesi dall’alta penetrazione delle fonti rinnovabili, in particolare il fotovoltaico, che ormai sono arrivate a produrre kwh a costi minimi e con priorità di dispacciamento.

Le fonti rinnovabili sono però intermittenti e non programmabili, quindi è necessario tenere centrali termoelettriche a ciclo combinato in funzione, pronte a riequilibrare il sistema elettrico in caso di mancanza di approvvigionamento da energia verde. I costi saranno pagati però dai consumatori e la bolletta potrebbe subire un aumento di 500-800 milioni di euro, con un carico maggiore per le pmi e le famiglie. Questo senza contare che nel mercato elettrico italiano c’è una sovraccapacità di circa il 30%, che in questo momento non serve ai consumatori: con il capacity payment questa potenza in eccesso verrà remunerata e per il consumatore si tratterà di una doppia beffa, perché si tratterebbe di un prelievo oneroso per un bene di cui non ha bisogno.

A cosa si deve questa situazione di stallo? Principalmente alla mancanza di un serio piano energetico nazionale, più volte chiesto dagli operatori del settore, e da scelte avventate – e alla prova dei fatti, non proficue – di imprenditori che, pur consapevoli della possibile espansione del settore delle rinnovabili, hanno continuato a fare investimenti sbagliati. Infatti le centrali termoelettriche dovrebbero lavorare per circa 5000 ore  per ripagare i costi fissi: oggi, però, ne lavorano per 3000-4000 a causa del fotovoltaico e per rifarsi dei mancati guadagni alzano il prezzo dell’energia durante le ore serali in modo ingiustificato. Un comportamento economico, suicida e ingiustificato, oltre che inaccettabile per i consumatori.

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