Tutti i post della categoria: Spunti di riflessione

Perché non saremo mai sudditi di destra e di sinistra

postato il 21 Luglio 2012

Chi come Alemanno dice che guardiamo un giorno a destra e un giorno a sinistra, non ha capito nulla.
Noi abbiamo la nostra storia e non vogliamo essere vassalli né di destra né di sinistra.
Sui temi eticamente sensibili non diamo e non accettiamo ultimatum; sulle scelte economico e finanziare vogliamo combattere gli sprechi, tagliare la spesa pubblica per abbassare la pressione fiscale e rilanciare lo sviluppo; in politica estera vogliamo creare gli stati uniti d’Europa.
La nostra è l’area della responsabilità contro il populismo. Il populismo è una malattia che sia sotto il profilo sociale che istituzionale si trova ovunque.
La nostra è l’area della responsabilità e per noi le alleanze non potranno più essere costituite sulla sudditanza degli uni agli altri. Noi organizziamo questo campo, auguri agli altri.

Pier Ferdinando

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Bene torrada Rossella, “femina” dei giorni nostri

postato il 20 Luglio 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Maria Pina Cuccaru

“Ciao Rossella, e bene torrada,
faghimus festa pro custos congruos,
gosadi in paghe sos afetos tuos,
s’isula intrea fit tota ispantada,
como seguru ca l’as alligrada
a Simugheo, e a sos fizos suos,
fin totus in anneu e in oriolu,
preighende donzi die, in su dolu.”

(Tonino Cau, Tenores di Neoneli)

La Sardegna è donna, è madre. Lo è sempre stata, dalla notte dei tempi. In una società agropastorale l’uomo stava per settimane o mesi lontano da casa con le greggi, e chi teneva le redini della casa era la donna, gestendo l’economia domestica e la vita familiare. Ciò ha temprato il carattere delle “feminas” sarde, forti, fiere e decise, ma capaci di grande generosità e amore verso il prossimo, fosse un figlio o un perfetto estraneo.

Rossella non è diversa. Una donna piccola ed esile, ma che ha dimostrato generosità e coraggio, andando ad aiutare sconosciuti in difficoltà in aree geografiche pericolose. Al punto da sperimentare sulla sua pelle il male che vorrebbe che questi angeli non svolgessero il loro lavoro. Per 286 giorni è stata rapita e tenuta prigioniera. 286 giorni in cui la sua terra non ha mai smesso di aspettarla e chiedere con forza la sua liberazione, come fa una mamma per una figlia. La Sardegna è questo per i suoi figli: una madre.

Oggi Rossella è libera, e riabbraccerà la sua terra domani. Ma per poco. Nonostante abbia sperimentato sulla sua pelle il pericolo ha espresso il desiderio di tornare in quella terra ostile dove tante persone hanno bisogno di lei. Coraggiosa e testarda, ma nella generosità. Da brava “femina”.

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L’abbraccio di Borsellino

postato il 19 Luglio 2012

Nel commovente racconto di Antonino Caponnetto non c’è solo una straordinaria esperienza umana, ma in quell’ultimo abbraccio di Paolo Borsellino al suo amico, collega e capo c’è anche la metafora della vicenda umana di Borsellino. Tra le braccia di Borsellino non c’era solo Caponnetto, c’era la sua vita, il suo lavoro, la sua missione. C’eravamo tutti noi.

A vent’anni dalla tragica morte di Borsellino, a vent’anni da quello straziante abbraccio, è giunto il momento che questo Paese abbracci la memoria del giudice palermitano, e la abbracci per non farla più scappare via, quasi per assimilarla totalmente.

E’ giunto il momento di restituire quell’abbraccio, che forse in un momento difficile è mancato a Paolo Borsellino.

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Bisogna evitare che il buco della Sicilia contagi l’Italia

postato il 18 Luglio 2012


Non possiamo accettare che la Sicilia sia trasformata in un nominificio, in spregio al buco che sta evidenziandosi sempre di più. Bisogna fermare questa deriva, in nome e per conto dei siciliani. L’intervento del presidente del Consiglio è serio, e segue alla denuncia del presidente D’Alia e degli industriali siciliani e di tutte le forze politiche responsabili che non vogliono il disastro in Sicilia perchè si contagerebbe presto l’Italia.

Pier Ferdinando

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Napolitano e Monti ci hanno salvato dalla bancarotta

postato il 14 Luglio 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Cittadino

Buongiorno, Presidente
la sua linea di appoggio convinto al Governo Monti è sacrosanta in quanto tutti i cittadini di buon senso capiscono che se ci siamo fino ad oggi salvati e non abbiamo fatto la fine della Grecia lo dobbiamo a Napolitano ed a Monti, nonostante gli errori fatti (nessuno è infallibile). E’ giustissimo anche che i partiti si impegnino per il futuro a seguire le linee dell’attuale governo altrimenti torneremo ad avere all’estero credibilià pari a zero. Poi, dato che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, se gli Italiani torneranno a scegliere di essere rappresentati o dai vari venditori di tappeti-bunga bunga o dai no tav, no rigassificatori, no autostrade etc. anzichè da persone preparate e credibili, allora chi è causa del suo mal pianga se stesso. Un cittadino.

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E’ arrivato il tempo di volare. Non solo sui campi di calcio.

postato il 29 Giugno 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Maria Pina Cuccaru

Stamattina a svegliarmi è stato un sms, che mi annunciava un’importante vittoria ottenuta dal Premier Monti riguardo allo scudo anti-spread, che ha ottenuto il risultato di far crollare il famigerato differenziale di ben 40 punti e di far volare i mercati. Grande soddisfazione da parte del nostro Presidente del Consiglio il quale porta a casa una vittoria importante nel senso della stabilità dell’euro e della sua credibilità sul fronte dei mercati internazionali, con un grosso freno alla speculazione.

La cosa più bella di questo risultato è stata il sentimento che ha suscitato in me, qualcosa che, confesso, non provavo più da tempo: la speranza. Dentro di me ho pensato: ora si può, anzi, si deve crescere!

Questi campionati Euro2012 credo che abbiano avuto un ruolo non indifferente sullo stato d’animo degli italiani: hanno restituito loro il sentimento di speranza. Abbattuti da decenni di mala politica, uccisi da troppe tasse, senza spiragli di crescita, gli italiani avevano smesso di sperare ma anche di reagire, erano diventati apatici; ma agli abitanti del Bel Paese basta un campo di calcio e un pallone per restituire loro la speranza di poter riconquistare l’Europa. E credo non solo in campo calcistico.

Dopo tante giornate buie, abbiamo bisogno di spalancare le finestre per far entrare il sole nella vita pubblica e nel quotidiano di ciascuno di noi.

E allora via con le riforme, la crescita, il taglio degli sprechi inutili che ci portiamo da troppo tempo e la concentrazione delle risorse in ciò che può produrre ricchezza. Abbiamo troppi rami secchi, in politica e nella società: dobbiamo avere il coraggio di tagliarli! Investiamo sul merito, diamo fiducia ai giovani che vogliono far crescere l’Italia, ai piccoli imprenditori che costituiscono la maggior pare della nostra realtà imprenditoriale, alle donne che hanno diritto a dare il loro contributo nella società senza rinunciare al dono più prezioso che possono dare al nostro paese, la maternità.

L’Italia ha bisogno di un nuovo miracolo economico, ed è arrivato il momento. Questo è il tempo della crescita, della speranza, del nuovo miracolo economico. Ringrazio le forze che con coerenza e determinazione hanno sostenuto il Premier anche quando nessuno capiva perchè lo facessero (in questo l’UdC ha dato una profonda lezione di coerenza), e chiedo loro di impegnarsi ancora di più affinchè l’Italia torni a volare, perchè adesso ce lo meritiamo!

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La cittadinanza negata al Dalai Lama

postato il 27 Giugno 2012

“Riceviamo e pubblichiamo” di Jakob Panzeri

Ieri il Dalai Lama, dopo aver visitato le popolazioni terremotate dell’Emilia, ha incontrato al Teatro Dal Verme di Milano un migliaio di studenti liceali e universitari. Un messaggio di pace e di speranza, un invito a non cedere a una crisi economica che si erge a morale trasformando i nostri sogni in un’epoca di passioni tristi, la necessità di porre sempre più un accento etico nella nostra società mettendo al centro la libertà religiosa, che comprende anche la libertà di essere a-religiosi. Il sindaco Giuliano Pisapia ha poi donato al Dalai Lama i sigilli della città.

Troppo facile. Troppo comodo sbrigarsela così.

Che tristezza vedere il Consiglio Comunale di Milano negare la cittadinanza onoraria al Dalai Lama. Un gesto vile. L’ideale che si piega alla realpolitik, alle minacce della Cina di non partecipare ad Expo 2015. O si era davvero determinati ad andare fino in fondo oppure dovevamo pensarci prima e non proporgli la cittadinanza, così abbiamo fatto una pessima figura doppia, davanti al Tibet e davanti alla Cina a calarci così le braghe. Ahi serva Italia di dolore ostello!

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Dall’irrilevanza dei cattolici alla presenza dei cristiani

postato il 25 Giugno 2012

di Adriano Frinchi

Ernesto Galli della Loggia nel suo contributo sul Corriere della Sera al dibattito sull’opportunità di un nuovo partito cattolico afferma chiaramente due cose: non c’è bisogno di un nuovo partito cattolico, ma è assolutamente necessaria una voce cristiana nella politica e nella società italiana.

L’analisi di Galli della Loggia è largamente condivisibile e la diagnosi sull’irrilevanza dei cattolici è una preoccupante realtà. Ci sono soluzioni? Sì, ma non vanno cercate nella formule politiche. L’impossibilità di formare un partito cattolico e l’irrilevanza politica dei cattolici sono figli del cambiamento del cattolicesimo. La questione dunque non è politica ma squisitamente teologica, e per la precisione ecclesiologica.

Il partito unico dei cattolici oggi è impossibile perché non esiste più il monolite del cattolicesimo romano, ma, nonostante la Chiesa istituzionale si muova in senso contrario, esiste un “cattolicesimo liquido”, per usare un aggettivo caro a Zygmunt Bauman, plurale e con diverse sensibilità ai limiti dello “scisma sommerso” evocato da Pietro Prini. Il partito unico era il percorso più naturale in politica per una “cattolicità solida”, oggi per come conosciamo il mondo cattolico il modello del partito unico non è più proponibile.

La strada allora è quella di ripensare la presenza politica dei cattolici, una presenza che va ripensata alla luce del grande dibattito che inevitabilmente animerà la Chiesa cattolica nei prossimi anni.

I cattolici dovranno fare i conti con la pluralità, non solo della società ma anche del mondo cattolico. Ecco perché più che di cattolici bisognerà parlare di cristiani, per includere le diverse sensibilità, le legittime diversità ed aprirsi a livello ecumenico.

Perché i cristiani ritornino alla politica, perché riescano a tornare “lievito” per usare un’immagine evangelica, i cristiani dovranno tornare all’essenzialità liberante del messaggio evangelico. Forse negli ultimi anni si è prestato più attenzione a documenti o a note, oggi bisogna tornare senza esitazione al Vangelo. Non c’è manifesto o documento programmatico che tenga di fronte al Vangelo, e la presenza dei cristiani in politica non può prescindere da esso.

La presenza cristiana in politica non riparte dalle alchimie politiche, ma alla luce del Vangelo e concretamente, ad esempio, da una scelta fondamentale per i poveri. I poveri nella Sacra Scrittura sono gli oppressi, i curvati, secondo un termine ebraico che è entrato a far parte della spiritualità cristiana. I poveri sono gli anawîm, i sottoposti, nei confronti dei quali Dio si curva, diventa il misericordioso perchè volge lo sguardo ai miseri. L’opposto dei poveri nella Bibbia non sono i ricchi, ma i potenti, quei potenti che, nel Magnificat, “vengono rovesciati dai loro troni”.

Ecco, il posto dei cristiani nella politica e nella società è accanto ai poveri, chinati su ogni forma di povertà umana. E questa non è anti politica, e nemmeno criptosocialismo. E’ solamente Vangelo.

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«Sì a un asse progressisti-moderati»

postato il 25 Giugno 2012

Pubblichiamo dal Corriere della Sera l’intervista a Pier Ferdinando Casini

di Andrea Garibaldi

ROMA—A questo punto, chiediamo a Pier Ferdinando Casini, c’è la possibilità di elezioni a ottobre?
«Il rischio esiste. E arriva dal centrodestra, soprattutto».

Un ritorno in scena di Berlusconi…
«Con buona pace di Schifani che aveva chiesto sostegno più netto a Monti e degli sforzi di Alfano, Berlusconi è tornato a dare le carte e a spingere il Pdl verso la solita deriva del populismo. Ero sicuro che sarebbe finita così. È la risposta a chi mi accusava di non fare una proposta per un grande partito dei moderati».

Berlusconi pensa che attaccando l’euro e l’Europa «tedesca» riprenderà voti.
«Può certamente prendere più voti. Si mantiene in un recinto sicuro, ma isola il Pdl in uno scivolamento a destra che lo renderà ininfluente nella prossima legislatura. Vedo che ora chiede il 51 per cento, ma lui aveva il 51 per cento dopo le elezioni 2008! Fa di tutto per stabilire che la colpa è sempre di qualcun altro, Fini, Casini… in realtà ha promesso la riforma liberale e ha perso una decina di anni». [Continua a leggere]

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