In Europa dobbiamo difendere l’identita’ cristiana del nostro Paese.
Chi viene in Italia deve venire accolto con apertura ma noi non dobbiamo vergognarci di dire chi siamo, da dove veniamo e dove vogliamo andare. Difendere la nostra tradizione cristiana significa difendere noi stessi, la nostra storia perché noi ci fermiamo la domenica e non il venerdì, perché non abbiamo ammesso nella nostra società la poligamia, perché non accettiamo l’infibulazione delle donne, i matrimoni combinati tra bambini, siamo per la parità tra uomo e donna, noi crediamo nella libertà religiosa.
Siamo figli della nostra civiltà e la nostra civiltà e’ figlia di quelle radici giudaico-cristiane. Affermare queste radici non significa fare un atto di fede, significa difendere noi stessi.
Non possiamo solo fare cucu o raccontare barzellette, dobbiamo coinvolgere l’Europa nel pattugliamento delle fasce costiere. Si deve avere il pugno duro contro gli scafisti, ma il trattamento per i disperati che arrivano in Italia spinti dalla fame deve essere diverso.
Se la nostra politica estera non consistesse soltanto in cucù ai vertici e barzellette, i nostri governanti si accorgerebbero che in tema di immigrazione l’Europa ha lasciato l’Italia completamente sola. Noi non siamo per un Stato duro, come ha sostenuto Maroni, ma per uno Stato giusto, come lo puo’ essere un padre di famiglia che sa comprendere le diverse situazioni in cui si viene a trovare. A me sembra che l’Unione europea, proprio per la distanza che ci separa da quell’istituzione, abbia abbandonato l’Italia nella risoluzione dei problemi legati all’immigrazione clandestina e a tutto quello che ne conviene. Se avessimo dei governanti che si occupassero seriamente della questione, capirebbero che all’Europa sarebbe da chiedere il sostegno finanziario non solo per affrontare i problemi immediati, ma per realizzare, insieme ai paesi rivieraschi del Mediterraneo, una politica di cooperazione che faciliterebbe la creazione di centri d’accoglienza anche in quegli Stati da cui l’immigrazione ha origine. Ciò aiuterebbe molto l’Italia ad affrontare il problema, in coordinamento e con l’appoggio di tutti i Paesi dell’area e sopratutto di quelli europei.
Dissi che gli scafisti che buttavano a mare i bambini a qualche centinaio di chilometri dalle nostre coste andavano affrontati con le armi: ne sono totalmente convinto ancora. Non dimentichiamo che questi scafisti sono dei delinquenti abituali, ma un conto è sparare sugli scafisti, che commettono questi atti efferati; un conto è sparare sulla gente, questo non mi è passato neanche per l’anticamera del cervello, ci mancherebbe altro.
Si dice no ad una società multietnica che già esiste. Il problema non è quello di tanta gente che va in giro per il mondo, il problema è chi alimenta il racket della prostituzione, della droga e della criminalità. Con la demagogia, pero’, non si risolve nulla. Se fosse passata la proposta dei “medici spia” avremmo ottenuto il grande risultato che un extracomunitario che contrae una malattia infettiva nel suo Paese ed arriva in Italia, per paura di essere denunciato non sarebbe andato da un medico per farsi curare. Quindi o avrebbe diffuso la malattia tra gli italiani o, come credo, in ogni grande città italiana sarebbe sorto anche il racket della sanità clandestina in nero per visitare gli extracomunitari, e quindi la criminalità avrebbe allargato la sua fascia di affari. La demagogia porta alla rovina, non alla soluzione dei problemi.
La sicurezza è un tema molto delicato: meno apprendisti stregoni ci sono, meglio è. Devono essere carabinieri e polizia a difenderci, non le ronde, o potrebbero fare danni. Non si possono togliere finanziamenti alle forse dell’ordine e dare agevolazioni alla ronde. E’ un messaggio devastante, una idea malsana.
Il Presidente della Camera Fini ha ragione a dire che sulle spalle dei rifugiati non si puo’ fare la campagna elettorale. E’ un’operazione cinica e inaccettabile. Peraltro abbiamo un ministro che dovrebbe ricordarsi dei suoi obblighi istituzionali: La Russa non è al Bagaglino della politica, è ministro della Difesa della Repubblica italiana. Dichiarare guerra all’Onu è una sciocchezza e mi augurerei che il presidente del Consiglio si dissociasse da affermazioni così avventate: si può anche non essere d’accordo nel merito con le affermazioni fatte dalla signora Boldrini, ma quanto detto da La Russa è demenziale. Il ministro si è dimostrato più estremista di Maroni, che invece ha dimostrato maggior senso di responsabilità istituzionale.
Per quel che riguarda le dichiarazioni di La Russa sul ruolo dell’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr) e della sua portavoce, Laura Boldrini, credo che un ministro della Difesa, prima di parlare, dovrebbe pensarci non una, ma dieci volte, proprio per il ruolo istituzionale che ha. Questo è il senso delle istituzioni che deve avere chi presiede ad un ruolo così delicato. Credo che dichiarare guerra all’Onu non sia una buona iniziativa, né un’idea geniale.
Pier Ferdinando
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Pubblicato da Pier Ferdinando Casini | su: Facebook
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