postato il 16 Maggio 2009
Sui respingimenti la politica va fatta a livello europeo. Poiché il Presidente del Consiglio dice sempre che noi in Europa siamo quelli che contano di più è strano che ci lascino soli nel risolvere il problema più grosso che hanno l’Italia e gli italiani. Per cui chiediamo che gli europei vengano coinvolti fortemente, magari per realizzare dei centri di raccolta temporanea su criteri di umanità dall’altra parte del Mediterraneo, gestiti dall’Unione Europa con il controllo delle Nazioni Unite.
La politica del Governo sull’immigrazione e’ piena di luci e di ombre. Le ombre sono le ronde, il medico spia, i professori spia, che per fortuna siamo riusciti a cassare dal testo della legge. Le ombre sono il reato d’immigrazione clandestina che renderà concretamente più difficili i respingimenti.
Pier Ferdinando
postato il 15 Maggio 2009
Uno Stato serio non può essere cattivo o buono, deve semplicemente essere giusto. Deve essere comprensivo verso chi viene in Italia a lavorare nelle nostre famiglie, nelle nostre aziende, nelle nostre case, con i nostri anziani e inflessibile e duro contro chi viene ad alimentare il racket della prostituzione, della droga, della criminalità. La ricetta è semplice.
Pier Ferdinando
postato il 14 Maggio 2009
Per affrontare il problema dell’immigrazione il presidente del Consiglio deve chiamare l’Europa al redde rationem perché i Paesi coinvolti, tra cui l’Italia, non possono andare avanti in ordine sparso. Su un punto siamo tutti d’accordo: l’Europa non ci può lasciare soli. Se andiamo a votare per le elezione europee, dobbiamo ricordare che sull’immigrazione illegale, così come sull’energia, l’Unione non può procedere in ordine sparso. E’ profondamente ingiusto che Malta, Cipro, Spagna e Italia siano lasciate ad amministrare il problema come se fosse solo un problema loro. E’ necessario che, finito questo dibattito, non si continui a parlare di problemi così terribilmente seri con le teste rivolte alla campagna elettorale, perché con la propaganda un Paese non va avanti, una società che non riafferma il principio di legalità ma va verso un futuro molto buio. [Continua a leggere]
postato il 13 Maggio 2009
Quando si parla di immigrazione si deve riflettere. I nostri figli vengono spesso assistiti da persone extracomunitarie, così i nostri anziani e le persone non autosufficienti; le nostre fabbriche si aprono grazie a loro. Dire che l’Italia non è una società multietnica è una sciocchezza. La questione è un’altra, e cioè l’esigenza di rilanciare la natalità nel nostro Paese, con una grande proposta per la famiglia: il quoziente familiare. Gli italiani devono fare più figli, perché questo è un tema politico, non riguarda astrattamente la società. Per affrontare i problemi relativi all’immigrazione bisogna inoltre avere una capacità di coinvolgere l’Europa nella politica di respingimento umano. Non parliamo solo di respingimento, ma di respingimenti e umanità, di centri da realizzare nei Paesi rivieraschi, con la collaborazione delle Nazioni unite e dell’Europa per assistere queste persone, che non possono essere abbandonate al loro destino.
Pier Ferdinando
postato il 13 Maggio 2009
Il dibattito sull’immigrazione si fa sempre più caldo. Un’indagine dell’Unioncamere, l’associazione delle Camere di commerio, rivela che dal punto di vista dell’occupazione la nostra è già una società multietnica: in Italia il 7,2% delle imprese è infatti gestito da extracomunitari, e il 9,7% della ricchezza prodotta nel Paese è legata a lavoratori e imprenditori extra Ue. Cosa ne pensate?
postato il 12 Maggio 2009
L’Unione Europea dovrebbe costituire una struttura in Africa per regolare i flussi migratori e non costringerci a far fronte sempre all’emergenza. Viviamo già in una società multietnica, che lo si voglia o meno: i discorsi di Berlusconi sono solo demagogici. E intanto continua la rincorsa fra la Lega e il presidente del Consiglio sulla pelle degli immigrati più disperati. Non a caso, Calderoli ha proposto di dare al premier una tessera leghista ad honorem. Ma la politica di sicurezza richiede essere fatta con serietà, non per propaganda. La politica estera è solo la politica dei cucù e degli scherzi oppure questo governo ha l’autorevolezza per porre questo problema all’Europa e di fare in modo che l’Italia non si trovi da sola? [Continua a leggere]
postato il 11 Maggio 2009
Se il nostro Paese è così prestigioso in Europa, perché l’Unione non si è mossa prima? Chiediamo che l’Europa non ci lasci soli nella lotta al contrasto all’immigrazione clandestina. Nello stesso tempo, sappiamo che non è con gli slogan che si combatte questa battaglia. E’ una battaglia molto più seria. Qui, a forza di ronde, che sono l’abdicazione dello Stato, medici spia e professori spia, siamo alla frutta, veramente.
Pier Ferdinando
postato il 11 Maggio 2009
Non so in che mondo viva Berlusconi, ma negare una società multietnica significa vivere fuori dalla realtà. Il problema non è dire no agli extracomunitari o alla società multirazziale che c’è già, ma dire sì ad un’accoglienza alle persone oneste, ed essere rigorosi contro i clandestini e i disonesti. Mi sembra che ci sia molta demagogia nella posizione di chi dice no alla società multirazziale, che in Italia già esiste. Dire no alla società multietnica quando abbiamo un presidente degli Usa con la pelle nera equivale a tornare all’età della pietra.
Pier Ferdinando
postato il 9 Maggio 2009
Quando qualcuno arriva a teorizzare la possibilità di avere dei vagoni per i milanesi, siamo di fronte a pulsioni razziste. Per fortuna non sono le posizioni maggioritarie, ci mancherebbe lo fossero. Ci sarebbe da mettersi le mani sui capelli.
Pier Ferdinando
postato il 8 Maggio 2009
Una nuova tempesta politica legata ai temi della sicurezza e dell’immigrazione è nata dopo le dichiarazioni del parlamentare e segretario milanese della Lega nord, Matteo Salvini. Giovedì mattina, mentre presentava i candidati milanesi per le Europee e le provinciali, Salvini ha affermato: «Prima c’erano posti riservati agli invalidi, agli anziani e alle donne incinte. Adesso si può pensare a posti, o vagoni, riservati ai milanesi». Parole che hanno dato vita a un vespaio di polemiche, nonostante il segretario abbia poi dichiarato che «era solo una provocazione per dire che i residenti sono ormai una minoranza e come tale vanno tutelati». [Continua a leggere]