Tutti i post della categoria: I 9 punti

Perchè la politica leghista ha fallito miseramente

postato il 11 Aprile 2011

Come tramutare 25mila immigrati in un problema

Come mai la base della Lega Nord negli ultimi tempi si dimostra così delusa ed insofferente nei confronti dei vertici? Come mai, questo partito che per anni è stato descritto come “l’unico veramente capace di parlare alla gente”, da oramai diverso tempo perde appeal nei confronti del suo elettorato? Cosa di rovinoso è alla fine emerso nella politica del Carroccio e, in generale, da questa pseudo destra di stirpe berlusconaina? La spiegazione potrebbe essere molto più semplice di quanto si possa credere: nel mondo globalizzato e frenetico, per via paradossale, ciò di cui si ha meno bisogno per comprendere la realtà e gli intrecci socio-antropologici è proprio il tanto abusato pregiudizio; ovvero quella scorciatoia di pensiero che permette di incasellare la maggiorparte di avvenimenti e comportamenti umani in una schiera di etichette precise e “recitanti”.
Un tipo di ragionamento che si basa sull’automatismo delle valutazioni e sull’utilizzo sistematico e perpetuo degli stereotipi, infatti, non è assolutamente in grado di soddisfare i bisogni del tessuto sociale nel lungo periodo. E’ come un padre che asseconda ogni capriccio dei proprii figli perchè non ha la forza (e le capacità) per educarli. Poi i figli crescono viziati ed egoisti e si rivoltano contro il genitore che non ha saputo governarli e guidarli verso strade meno lontane dalla felicità.
Proprio perché siamo sempre di più e sempre più “mescolati”, la risposta che un politico serio e lungimirante dovrebbe dare al suo elettorato, dovrebbe allontanarsi il più possibile dalle derive egoistico-razzistoidi e dalle placide spiagge del buonismo. Ciò perchè, nel 2011, in Italia come in ogni altra parte del mondo, occorre accettare il fatto che la società in cui viviamo è infinitamente più complessa ed eterogenea rispetto a quella di 30-40-50 o 100 anni fa.
La realtà nella quale ci barcameniamo con sempre maggior difficoltà è difatti composta da persone e situazioni che possono (devono) essere viste e valutate da una serie quasi infinita di angolazioni. Un tipo di considerazione così semplice (o addirittura banale, se preferite) sfugge però clamorosamente alla maggiorparte dei politici nostrani. Dalla sedicente destra alla sedicente sinistra, si naviga difatti da un estremo all’altro; da un pragmatismo spicciolo, ipermaterialista e miope, ad un buonismo relativista altrettanto semplicistico e per questo limitato e limitante oltre che ipocrita e contraddittorio.
In tal modo, però, non si fa altro che alimentare paure ed assecondare atteggiamenti figli di altre epoche e di altre necessità. Nel nostro paese, in parole povere, si sprecano gli “emotivi” e non si trova traccia alcuna dei programmatici, dei saggi e dei lungimiranti. Si parla alla pancia nell’ossessiva ricerca dell’immediato e nell’atavica e comoda abitudine alla sussistenza. Si vive, insomma, rattoppando e non avendo la pazienza di cucirsi un bell’abito nuovo. Per questo, dopo il fallimento del sogno delle sinistre italiane, ci si avvia al secondo fallimento, forse ancora più clamoroso e “doloroso”, delle cosiddette destre.
La dimostrazione plateale di tale claudicante e cieco andazzo generale, è il clamoroso imbarazzo nel quale  è caduto uno stato che conta oltre 60 milioni di abitanti e che, a causa di una guerra esplosa nel vicino Nordafrica, si ritrova a dover accogliere appena 25.000 immigrati.
Il Carroccio ed il Pdl, dopo aver criticato (ed insulato) l’Unione Europea ad intervalli regolari, invocano ed anzi pretendono un aiuto “dall’alto” per gestire una situazione che, qualunque governo dotato della minima capacità organizzativa e della giusta coesione, potrebbe affrontare senza eccessivi problemi.
Ma senza contrapposizioni e filo spinato intorno agli orticelli, movimenti come la Lega Nord non hanno alcuna ragione di esistere. Senza il delirio protezionista che snobba il resto del mondo salvo quando ci sono in ballo questioni di “danè”, il Senatùr non potrebbe dar da mangiare ai propri elettori. Eppure, proprio coloro che votano per Bossi e company, dovrebbero rendersi conto dell’odiosità intollerabile di una certa filosofia di pensiero e, soprattutto, volendo guarda al proprio portafoglio, della controproduttività della politica made in padania.
E così, in attesa dell’uomo della provvidenza (che al contrario di ciò che sostiene il qualunquistico e modaiolo pensiero serve ora più che mai), l’Italia continua a retrocedere nel ranking mondiale e scivola all’ottavo posto; superata anche dal Brasile e sempre più ripiegata su sé stessa. Per questo, come ripeto sempre ed instancabilmente, i giovani che ancora abitano la penisola non devono fuggire ma combattere; combattere per non lasciare questo paradiso nel quale hanno avuto la fortuna di nascere alla mercee di diavoli che presto o tardi dovranno morire.

Di Germano Milite

Commenti disabilitati su Perchè la politica leghista ha fallito miseramente

Immigrazione, Italia isolata in Europa

postato il 10 Aprile 2011

Sull’immigrazione non abbiamo una politica, siamo isolati in Europa e le isterie della Lega non hanno certo risolto i problemi, anzi li hanno accentuati.
Confidare oggi nell’Europa dopo aver demolito per anni l’idea che l’Europa politica servisse, questo ha fatto la Lega, credo sia la più grande delle sciocchezze che si potessero fare.

Pier Ferdinando

 

1 Commento

Governo drammaticamente assente

postato il 9 Aprile 2011

Scossa a Costituzione è solo fumo

La riforma della Costituzione è un’altra delle scosse epocali che Berlusconi vuole dare, cioè fumo, perché l’arrosto non arriva mai. Infatti, i temi veri dell’immigrazione e dell’economia non vengono mai affrontati. Su questo il nostro governo è drammaticamente assente e confuso. Berlusconi si diverte a parlare di tutto, compreso il bunga bunga, ma non delle cose che riguardano gli italiani: le famiglie stanno scivolando nell’area della povertà e la scossa epocale all’economia non si è  vista.

Pier Ferdinando

 

 

2 Commenti

Sull’immigrazione troppi errori del governo e ora siamo soli

postato il 8 Aprile 2011

Dopo tutti gli slogan, le chiacchiere e le promesse, in realtà siamo a zero. La Francia ci chiude le porte, l’Europa, in cui abbiamo una credibilità molto bassa, ci chiude le porte e la Tunisia forse pure. C’e’ da preoccuparsi  anche per lo spirito di solidarietà nazionale e c’e’ da dire, a chi ci ha portato fino a questo punto: ‘Vedete quante sciocchezze avete detto negli anni passati. Oggi davanti ad un problema epocale siamo tutti terribilmente soli’.

Pier Ferdinando

5 Commenti

Le contraddizioni del governo sono figlie degli equivoci di questi anni

postato il 7 Aprile 2011

Le contraddizioni politiche sono figlie degli equivoci politici che il governo ha portato avanti in questi anni.

Dall’elenco dei centri di prima accoglienza si evince che non c’è una regione dell’Italia del Nord. Il problema non è Maroni, ma la contraddizione politica di mettere una parte della nazione contro l’altra. Ci comportiamo con le parti del territorio nazionale, come l’Europa si comporta con noi. I cocci che raccogliamo sono quelli della mancanza di un’Europa politica.

Pier Ferdinando

1 Commento

Quella strana attrazione leghista per le uniformi militari

postato il 4 Aprile 2011

Dopo la pagliacciata delle ronde, fallite miseramente perché respinte dalla stessa società civile, invece di perdere tempo con queste ’boutade’, il Carroccio pensi a governare e a sostenere seriamente le Forze dell’Ordine, che per colpa degli ingenti tagli del governo non hanno le risorse e i mezzi necessari per difendere i cittadini”. Questo il duro commento del Segretario Nazionale dell’Unione di Centro On. Lorenzo Cesa in merito alla Proposta di Legge n. 4174, primo firmatario l’on. Gidoni della Lega Nord, che propone l’istituzione del “Corpo dei volontari militari per la mobilitazione”, in buona sostanza una specie di milizia regionale con compiti di protezione civile e concorso al mantenimento dell’ordine pubblico.

La proposta di una forza paramilitare ad ordinamento regionale, in verità, fa parte della preistoria leghista in quanto il primo a parlare di regionalizzazione dell’Esercito mi pare sia stato il sen. Franco Rocchetta nel lontano 1992; da allora si sono succedute varie ipotesi di lavoro sullo stesso tema, dalla regionalizzazione del Corpo Forestale dello Stato, alla Guardia Nazionale Padana fino a giungere alle famigerate ronde. Lo stesso on. Gidoni qualche giorno addietro si era fatto promotore di una ulteriore iniziativa legislativa volta ad incentivare l’arruolamento dei giovani del nord Italia nelle Truppe Alpine, allo scopo di contrastare il fatto che “nei reparti alpini il personale proveniente dalle regioni settentrionali si attesta intorno al 9 per cento(virgolettato tratto dal resoconto dell’intervento in aula sul p.d.l.).

Tralasciando ogni altra considerazione in merito alla questione, mi pare il caso di segnalare il fatto che il proponente indichi quale motivo della sua iniziativa legislativa la scarsità di personale a disposizione per i compiti connessi con la gestione delle emergenze in senso lato; orbene, ciò è singolare se analizziamo i freddi numeri forniti dalle statistiche ufficiali dove si riporta come in Italia vi sia il più alto numero di appartenenti alle Forze di Polizia di tutta Europa, pari a ben 325.000 unità senza contare le forze di polizia ad ordinamento locale. Ad essi vanno aggiunti i circa 30.000 effettivi del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco ed i circa 190.000 uomini e donne delle tre Forze Armate fino a raggiungere un totale di circa 550.000 persone impiegate nei settori della sicurezza e difesa nazionale; quasi un addetto ogni 100 abitanti!

Di sicuro, gli appartenenti alle forze di polizia e forze armate gradirebbero che gli esponenti di questa maggioranza di governo dedicassero almeno parte delle loro energie a tentare di risolvere i molteplici problemi che affliggono il comparto sicurezza e difesa, in primo luogo la perdurante carenza di stanziamenti economici necessari all’espletamento dei livelli minimi di servizio. Una forte maggioranza di questo mezzo milione di donne ed uomini in uniforme ha dato fiducia alle ultime elezioni alle formazioni di centro-destra, fidandosi delle promesse che ad ogni piè sospinto venivano rivolte loro dai massimi rappresentanti di quella parte politica. Ora a questi servitori dello Stato non rimane che stringere i denti e continuare a fare, come sempre, il loro dovere ma con la certezza di essere stati ingannati e presi in giro con parole quali “specificità” che in realtà nascondevano tagli agli stipendi, penalizzazioni previdenziali e compressione dei diritti costituzionali.

Un’ultima preghiera: per non mortificare ulteriormente quanti ogni giorno mettono a repentaglio la loro vita per garantire la sicurezza degli altri cittadini, lasciamo perdere questa sottospecie di Milizia Volontaria per la Sicurezza … Regionale. Altrimenti, come scrive Metilparaben, finiremo alle milizie condominiali.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Roberto Dal Pan

1 Commento

La diversità, vera ricchezza delle donne

postato il 2 Aprile 2011

“Non rinunciate a nulla, neppure a una briciola della vostra identità femminile, del vostro amore per i bambini, della vostra cura per i malati, della vostra gentilezza, del vostro dominio su voi stesse, della vostra fedeltà alla coscienza e al senso del dovere, perché la politica ha un enorme bisogno di tutte queste cose”.
Nel leggere queste parole di Millicent Garrett Fawcett mi stupisco di quanto queste parole siano attuali. Eppure sono state scritte nel 1894 da una suffragetta, ai tempi in cui le donne non avevano neppure il diritto di voto. Da quel tempo molte cose sono cambiate, e adesso le donne possono finalmente dire di aver raggiunto una piena parità di diritti nel lavoro e nella politica. Ma ne siamo davvero sicuri? E soprattutto, a quale prezzo?
Di sicuro oggi una donna può studiare in qualsiasi campo, può aspirare ad una ottima carriera lavorativa, può impegnarsi in politica, può addirittura fare il soldato. Ma allora come mai ancora troppe donne occupano i vertici delle aziende o ricoprono importanti incarichi pubblici, nonostante le statistiche indichino che le donne a scuola e all’università conseguono risultati migliori degli uomini?
Credo che la risposta sia da ricercare nella frase che ho ricordato. Noi donne abbiamo lottato e ottenuto di poterci affermare nel lavoro e nella politica, ma credo che nel farlo abbiamo dimenticato chi siamo realmente. Ci siamo trasformate in quegli “uomini mancati” di cui parlava Rousseau quando diceva: «educate le donne come gli uomini e quanto più rassomiglieranno al nostro sesso, tanto minore sarà il potere che avranno su di noi». Se ci pensate, noi facciamo tutto quello che fanno gli uomini, abbiamo gli stessi orari di lavoro, perseguiamo gli stessi obiettivi e manteniamo gli stessi ritmi. Con la colossale differenza che noi, a differenza loro, torniamo a casa la sera tardi, stremate, col pensiero di: frigo da riempire, bambini da andare a ritirare (manco fossero pacchi postali!), cena da preparare, camicie da stirare (poche di noi hanno chi gliele stira), casa da rendere presentabile (pulire è una parola grossa!), genitori anziani di cui quantomeno interessarsi, compiti dei bambini da controllare… E la lista potrebbe essere infinita. Ovvio che, con questi ritmi, poche riescono ad affermarsi e sempre troppe devono scegliere fra carriera e famiglia. Una volta laureate, passiamo un’eternità fra un contratto a progetto e l’altro, senza diritti, pagate con stipendi da fame; comprare casa è un’utopia, fare un figlio poi, ma siete matti? Con la lettera di dimissione in bianco firmata da noi e pronta all’uso nel cassetto del capo? E anche chi ha avuto la fortuna di non arrivare a questi eccessi (tutt’altro che rari), credete che una volta incominciata la gravidanza si vedrà rinnovato il contratto? E quelle mosche bianche che hanno un contratto a tempo indeterminato, come faranno a produrre quanto o più di prima, con quel che costano gli asili nido (quelli aziendali sono molto spesso un’utopia e in quelli comunali non c’è mai posto) e con tutti gli imprevisti che possono portare una mamma ad allontanarsi da lavoro? Ci sforziamo di ricoprire un ruolo che non è tagliato sulla nostra pelle, quello della macchina da lavoro che non guarda il cuore dei propri dipendenti o le sue esigenze, ma che pretende produttività, quasi fossero macchine inanimate, e che fino a sera tardi resta in ufficio perché quella è la sua unica preoccupazione. Ma noi siamo questo? Io dico di no. Le donne in politica finora non ci aiutano molto: se qualcuna solleva il problema delle lavoratrici madri, portando in parlamento la sua neonata, da un’altra ci si sente addirittura dire che quei tre mesi in cui ci viene concesso di costruire un rapporto con nostro figlio appena nato (e qualunque mamma sa che tre mesi non sono nulla) sono un privilegio e che una donna deve saper fare dei sacrifici (come se non ne facessimo abbastanza…)
E perché tutto questo? Perché le nostre madri, che per i nostri diritti hanno lottato, ci hanno insegnato la contrapposizione con gli uomini, ai quali dovevamo dimostrare a tutti i costi di essere migliori di loro; ci hanno fatto credere che la parità fosse essere uguali agli uomini, fare tutto ciò che prima facevano gli uomini, nello stesso modo. Ma noi non siamo uguali e neppure migliori o peggiori, noi siamo diverse. Non siamo uomini, siamo donne.
A questa affermazione di Rousseau Mary Wollstonecraft rispondeva : “io non mi auguro che (le donne) abbiano potere sugli uomini, ma su se stesse.” La natura ci ha creato differenti dagli uomini e questa differenza la urla il nostro corpo innanzitutto, ma anche la nostra anima. Noi siamo fatte di sentimenti, di gentilezze, di maternità, di comprensione che non ha bisogno di parole. La maternità, vissuta o potenziale, è scritta nel nostro Dna, e allora perché ce ne siamo dimenticate? Perché non ci ribelliamo a un sistema che vuole che ci si vergogni di voler crescere i propri figli ma non per questo rinunciare alla realizzazione lavorativa? Perché le donne che ci hanno preceduto si sono battute per l’aborto e per il divorzio ma non si sono battute in una società dove hai il tempo per la condivisione con tuo marito e dove una gravidanza non viene accolta con angoscia? Perché le donne che ci rappresentano oggi non costruiscono un mondo dove le donne riescono a essere presenti nella vita dei propri figli senza rischiare il posto di lavoro?
Noi siamo diverse, e dobbiamo con tutte le nostre forze far si che il nostro essere donne debba costituire un punto di forza per la società, e non un impiccio contro la produttività. A chi dice il contrario, ricordo che i nostri figli che crescono senza dei genitori per quasi tutto il giorno, e quindi senza regole e senza l’amore e il punto di riferimento che solo i genitori sanno dare, saranno i cittadini di domani; un paese che non cresce, perché le donne non ce la fanno a mettere al mondo dei figli, è un paese destinato a morire.
Se noi donne non smettiamo di demandare agli uomini la tutela delle nostre esigenze e non iniziamo noi a costruire un mondo che tenga conto della nostro essere, ne gioverà negativamente tutta la società. La politica e l’Italia in generale ha bisogno di donne vere, che vivano il proprio essere donna come una ricchezza da tutelare e valorizzare per il bene di tutti.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Maria Pina Cuccaru

Commenti disabilitati su La diversità, vera ricchezza delle donne

Serve chiarezza non si può giocare sulle spalle degli italiani

postato il 2 Aprile 2011

Con la demagogia della Lega avremo sempre più clandestini

Chi si era illuso che con la Lega al governo i clandestini non sarebbero arrivati vede che si tratta di un problema biblico che non si attenua perché al governo ci sta tizio o Caio. Con la demagogia, con le chiacchiere e la baggianate come le ronde, ci troveremo sempre più clandestini.
Ora aspettiamo che martedì, in Parlamento, il ministro Maroni ci dica luoghi, dislocazioni e numeri visto che finora abbiamo sentito solo chiacchiere e cose confuse. Quel che è certo è che non si possono fare i giochi delle tre carte sulle spalle degli italiani. I sacrifici, se ci sono, vanno ripartiti equamente tra tutti e bisogna soprattutto che le cose avvengano con chiarezza e trasparenza. Bisogna fare è rimandare a casa i clandestini ed accogliere i rifugiati. Non ci sono alternative.

Pier Ferdinando

4 Commenti

Immigrati, governo non sa coinvolgere l’Europa

postato il 1 Aprile 2011

Abbiamo un governo che non sa coinvolgere l’Europa nella vicenda immigrati. Un governo che non sa distinguere tra profughi e clandestini, e che non sa che clandestini e profughi portati nei centri di accoglienza il giorno dopo saltano la rete e vanno via, proseguendo il loro esodo.

Pier Ferdinando

2 Commenti

Immigrati, la Puglia non può pagare per tutti

postato il 31 Marzo 2011

Maroni venga in Aula subito, no a regioni di serie A e serie B

Maroni venga in Aula per discutere delle dimissioni di Mantovano e spiegare come verranno distribuiti gli immigrati che partono da Lampedusa.
Non ci possono essere regioni di serie A e di serie B e non può essere solo la Puglia a pagare per tutti. Gli immigrati che arrivano dal Nord Africa devono essere ripartiti su tutto il territorio nazionale.

Pier Ferdinando

Commenti disabilitati su Immigrati, la Puglia non può pagare per tutti


Twitter


Connect

Facebook Fans

Hai già cliccato su “Mi piace”?

Instagram