Tutti i post della categoria: I 9 punti

Pier Ferdinando Casini ospite di ‘Radio Anch’io’

postato il 21 Dicembre 2010

Ospite di ‘Radio Anch’io’, Pier Ferdinando Casini risponde alle domande  del direttore de ‘Il Sole 24 Ore’ Gianni Riotta, del direttore di ‘Libero’ Maurizio Belpietro e dei radioascoltatori sui principali temi di ’attualità politica: dal futuro della legislatura, al sostegno sollecitato dal premier Berlusconi dopo la nuova fiducia, dalle proteste studentesche contro la riforma dell’Università, alla crisi internazionale.

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Giovani, università, futuro: una pagina di Don Milani ci salverà

postato il 20 Dicembre 2010

Migliaia di giovani sono riuniti nelle scuole e nelle università occupate per progettare e pianificare la protesta contro la riforma del ministro Gelmini. Questi giovani sono guardati talvolta con occhio benevolo, specie da chi condivide la maledetta precarietà, ma il più delle volte con biasimo paternalista se non con esplicito disprezzo da chi in questo momento detiene il potere e più in generale da quel mondo degli adulti che è ampiamente responsabile del furto di speranze e futuro.

A questi giovani che si appassionano, che vogliono urlare la loro rabbia contro i ladri di futuro vorrei potesse tornare a parlare don Lorenzo Milani. Il Priore di Barbiana se fosse vivo, si scrollerebbe di dosso l’inutile aureola veltroniana e con la sua tonaca consunta si presenterebbe in un’aula per dire una parola ferma e chiara ai giovani e per dare un sorriso paterno che sa di Dio. Prima di dire qualcosa don Milani appenderebbe alla parete dell’aula il famoso cartello con il motto dei giovani americani “I care” per ricordare a tutti  nella scuola, nell’università e nella vita che è necessario interessarsi, appassionarsi, prendere a cuore. Poi direbbe a questi giovani che “dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini da osservarle quando sono giuste (cioè quando sono la forza del debole)”  e che “quando invece vedranno che non sono giuste (cioè quando sanzionano il sopruso del forte) essi dovranno battersi perché siamo cambiate”. Gli ricorderebbe anche che la Costituzione offre loro due leve per cambiare le cose cioè il voto e lo sciopero, ma che faranno cosa ancora più grande se con la parola e l’esempio riusciranno a far cambiare idea a tanti. Prima di lasciarli partire per la piazza farebbe l’ultima raccomandazione ricordando a ciascuno di loro che sono tutti sovrani e che bisogna che si sentano ognuno l’unico responsabile di tutto, e con una benedizione nel cuore e lo sguardo di un padre gli direbbe che la vita è un bel dono di Dio non va buttata via e buttarla via è peccato.

Purtroppo in queste ore nelle aule dove gli studenti sono riuniti in assemblea non entrerà nessun don Milani per ascoltarli e dialogare con loro e resteranno soli a rimestare gli insulti di La Russa e le farneticazioni di Gasparri, e poi sarà ancora piazza, sarà scontro, sarà un urlare più forte contro chi non vuole nemmeno sentire, nella speranza che l’Italia, che già piange il dialogo, non debba versare le proprie lacrime sul sangue di uno studente o di un poliziotto.

Cari studenti, in queste notti passate a scuola o all’università trovate il tempo per leggere una pagina di don Milani, fatevi scuotere da quel prete-maestro di montagna che ha ancora da dirci qualcosa sulla politica, sulla scuola e sulla vita; e alla manifestazioni brillerete di luce diversa perché non sarete una vile teppaglia ma cittadini sovrani che reclamano futuro, giustizia e libertà.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi

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La classe politica non incendi ma ascolti i giovani

postato il 20 Dicembre 2010

Anche io sono un genitore preoccupato

La classe politica non deve incendiare ma deve ascoltare. Io ho parlato con mia figlia che contesta la riforma perché è un suo diritto. E, come tanti genitori, anche io sono preoccupato. Ma anche noi siamo stati giovani e siamo andati in piazza, è un fatto democratico. Prendersela con i poliziotti però è inaccettabile perché per 1.200 euro al mese garantiscono il rispetto della democrazia per tutti.
La violenza va isolata, bisogna avere il pugno duro: non si può non rispettare anche il diritto di chi non vuole contestare la riforma Gelmini o di tanti commercianti che hanno i negozi in centro e non c’entrano niente.

Pier Ferdinando

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Mantenere tutti i nervi saldi sulla manifestazione degli studenti

postato il 19 Dicembre 2010

Alla vigilia della manifestazione annunciata dagli studenti contro la riforma universitaria e’ necessario mantenere i nervi saldi ed evitare di esacerbare preventivamente gli animi. Maggioranza ed opposizione non facciano le ennesime polemiche sulle spalle degli studenti e diano prova di serietà e di capacità di dialogo.

Pier Ferdinando

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Gli scontri di Roma e la violenza da condannare

postato il 17 Dicembre 2010

A due giorni di distanza dai disordini avvenuti a Roma il 14 dicembre, che hanno messo ferro e fuoco la città causando milioni di euro di danni mentre in Parlamento si votava la fiducia a Berlusconi, non si placa la polemica su quegli atti di violenza che hanno trasformato la manifestazione in una vera e propria guerriglia urbana. [Continua a leggere]

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Annozero, sbagliati i toni di La Russa

postato il 17 Dicembre 2010

Ieri ad Annozero sono rimasto colpito dai ragazzi in studio, che sugli scontri avvenuti a Roma il 14 dicembre hanno dimostrato una grandissima difficoltà a fare autocritica.
A maggior ragione, però, ha sbagliato il ministro della Difesa La Russa, che in trasmissione ha usato toni che incendiano. Chi è padre deve far ragionare i ragazzi sugli errori: La Russa poteva anche avere una parte di verità, ma la forma in queste occasioni è sostanza.
Io parlo con le mie figlie e difficilmente chiudiamo una discussione in accordo, ma dobbiamo capire che noi alla loro età eravamo fatti così, pensavamo di avere sempre ragione. Detto questo, la violenza non è mai legittimata.

Pier Ferdinando

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Per l’OCSE la pressione fiscale sale e per i giovani non ci sono buone notizie

postato il 16 Dicembre 2010

L’OCSE ha pubblicato uno studio dal quale si evince che la pressione fiscale in Italia è elevatissima, pari al 43,5% del PIL (l’anno precedente era al 43,3%), che ci colloca al terzo posto nel mondo. Questo rapporto contraddice palesemente quanto era stato promesso dal governo, ovvero diminuire la pressione fiscale.

A giugno di questo stesso anno, avevamo denunciato che la pressione fiscale in Italia andava aumentando e non certo diminuendo come vuole fare credere certa propaganda, e lo avevamo fatto citando fatti e non parole vuote. Già all’inizio dell’estate, infatti, avevamo dato grande attenzione agli studi del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, i quali avevano rilevato che eravamo primi per la pressione fiscale come affermava Claudio Siciliotti, Presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, andando ben oltre i valori rilevati dall’OCSE, infatti, se consideriamo la pressione fiscale sulla sola componente del Pil che le imposte le paga per davvero, ossia sulla componente depurata della quota stimata di economia sommersa, si vede chiaramente come la pressione fiscale ”reale” in Italia sia superiore: 51,6% nel 2009 rispetto al 50,8% nel 2008, e quindi ben al di sopra del risultato rilevato dall’OCSE (pari al 43,5%).

Come mai questa divergenza tra i dati dell’OCSE e i dati del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti?

Questa differenza è legata alla componente di economia sommersa stimata in Italia, che e’ percentualmente piu’ rilevante di quella di tutti gli altri Paesi europei, esclusa la sola Grecia; in concreto significa che a causa dell’evasione e del sommerso i lavoratori onesti pagano molto di più, e l’indice della pressione fiscale ”reale” cresce significativamente di piu’ di quello che accade con riferimento ad altri Paesi.

A conferma di quanto affermato, possiamo anche citare uno studio della CGIA di Mestre che affermava la stessa cosa e che quantificava il sommerso in Italia pari a 250 miliardi di euro nel 2009.

Quando abbiamo dato grande risalto a questi dati, all’inizio dell’estate, ci augurammo che il governo non li sottovalutasse, ma anzi intervenisse al più presto, purtroppo la nostra speranza è stata disattesa. Oggi non solo vediamo confermati i nostri timori dallo studio dell’OCSE, ma questo stesso studio getta una luce sinsitra sul futuro dell’Italia, perchè denuncia la situazione gravissima in cui versano i giovani e il mondo del lavoro: l’Italia è al penultimo posto tra i 33 Paesi membri per quanto riguarda il tasso dell’occupazione giovanile. Se guardiamo le cifre, osserviamo che in Italia solo il 21,7% dei giovani tra i 15 e i 24 anni è occupato, contro una media Ocse del 40,2%.

E non è tutto, perchè l’Italia ha anche il minor tasso di occupati tra i giovani laureati e la maggior percentuale di giovani «falsi autonomi»: infatti nel 2008 circa il 10% dei giovani occupati italiani risultava autonomo ma senza dipendenti, contro una media del 3% nell’Ue. Che significa “falso autonomo”? Sostanzialmente che è sempre più diffuso il caso in cui aziende assumono giovani ma li costringono ad aprirsi la partita iva, in tal modo l’azienda non ha obblighi verso il giovane, ma anzi può scaricarlo in ogni momento. Tra gli occupati inoltre, riporta ancora lo studio, il 44,4% ha un impiego precario, e il 18,8% lavora part time.

Sono cifre allarmanti, che ci fanno temere per il futuro dell’Italia: sia perchè i giovani sono il futuro, sia perchè se non si da una scossa al mondo del lavoro, sono a rischio anche i conti pubblici dell’Italia stessa. Serve quindi che il governo adesso agisca, proponendo delle riforme concrete e una seria e credibile politica economica e del lavoro.

Flessibilità e svecchiare il mondo del lavoro si, ma senza che questo diventi sfruttamento.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Caterina Catanese

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Da disabile vi dico: occupiamoci della politica

postato il 13 Dicembre 2010

La mia vita in questi anni è ruotata intorno ad una vasca con acqua e cloro e una serie sterminata di lettere e viaggi che hanno rappresentato il mio personale impegno per portare voce di chi non ha voce, o di coloro che sono stanchi di essere sempre indicati come soggetti passivi della Comunità.

Da disabile, non mi vergogno di dirlo, ho lottato per dimostrare con i fatti che l’impegno incessante e martellante premia. Questo impegno può essere profuso nello sport o nella cultura non importa, ciò che importa è crederci. E così sono arrivati i successi sportivi, la rappresentativa nazionale, i records e le qualificazioni mondiali in competizioni ritenute impossibili per un atleta con diversa abilità, ma c’è anche un record ancora più difficile da raggiungere, ed è quello di riuscire a parlare ad una politica sorda, troppo impegnata nei giochi di potere, nei salotti e nella compravendita di parlamentari.

Ho incontrato quasi tutti, da Veltroni al portavoce del Pdl e numerosi parlamentari che addirittura mi hanno fatto visita a bordo vasca. Purtroppo quando prospettavo la mia voglia di impegnarmi per gli altri proponendo soluzioni semplici, ecco apparire le solite scuse: “è complesso”, “ci sono iter da seguire lunghi” oppure “il Paese attraversa un momento difficile”. Ad un certo punto ho trovato sulla mia strada l’Udc e il suo leader Pierferdinando Casini che per ben 45 minuti ( tempo che per un politico di rango nazionale è riservato solo alle persone importanti) mi ascolta. Resto però di stucco quando l’on. Casini mi chiede di andare a Todi per parlare di diritti, di diversità, di aspettative e di progetti. E’ stato un invito che ho accettato molto volentieri e che mi ha dato la possibilità di parlare a tanti parlamentari nazionali, di riscuotere consenso unanime e di far aprire una discussione alla commissione trasporti della Camera sulla gratuità delle strisce blu per i “veri” disabili ad oggi vessati in molti Comuni.

Purtroppo nonostante la proposta dell’Udc sia rimasta ferma per la mancanza di numeri in Parlamento, la fiducia in Pierferdinando non è venuta meno: non dimenticherò mai la fiducia che lui ha dato ad un ragazzo appena conosciuto, un insolito fondista impegnato in politica.

Questa fiducia e stima reciproca mi hanno portato a intervenire a Chianciano Terme alla convention dell’Udc. Da allora tantissimi continuano a chiedere un mio impegno personale in politica. Personalmente resto convinto che la chiave di lettura di un possibile impegno politico sia ancora quella “chiacchierata” con il Presidente Casini. Forse non bastano le associazioni che compiono quotidianamente sul territorio un’azione capillare e di vicinanza ai nostri problemi, ma occorre un nuovo impegno per dare concretezza a quel “ricuciamo l’Italia”, che non è solo uno slogan ma un vero e proprio programma che rappresenta un partito fatto di persone che credono ancora in valori importanti come la solidarietà e la democrazia.

Molti leggendo le mie parole penseranno che io sia un militante dell’Udc, ma non è così. Sono solo un campione di nuoto paralimpico che sta spendendo la sua vita per gli altri, e che si sente libero di testimoniare l’impegno di chi cerca di mettere a disposizione il proprio tempo e la propria azione politica per una causa giusta.

In questi mesi sono impegnato nella preparazione per gli Europei di fondo di Berlino, giornate intere trascorse tra palestra e piscina, ma anche quando nuoto il mio pensiero va all’impegno per sensibilizzare la Politica su temi che interessano a tutti noi.

Questa mio intervento spero  rappresenti un inizio, spero di far conoscere un po’ la mia storia, spero soprattutto di testimoniare l’impegno di questo Partito per quelle persone che si sentono sole e abbandonate.

Sono certo che leggerete ancora di me e di una serie di iniziative che proporrò ai Parlamentari UDC.

Grazie

Gianluca Attanasio

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C’era una volta il “pacchetto sicurezza”, i sindacati di Polizia in piazza a protestare

postato il 9 Dicembre 2010

Uno dei punti di forza del programma politico di questo Governo è stato il cosiddetto “pacchetto sicurezza”: soffiando sulle paure degli italiani, sulla loro insicurezza, il PDL e la Lega si sono presentati come gli unici in grado di garantire la sicurezza dei cittadini. Anzi, si sono posti come gli unici che avrebbero potenziato le forze di polizia, per tutelare i cittadini onesti.

Ebbene, dopo due anni di governo si può serenamente affermare che non è così: l’unica cosa che ha fatto il governo è stato provare a dare vita alle “ronde di cittadini” che sono state un clamoroso flop.

Oggi tutti i sindacati di Polizia erano in Piazza (Siulp, Siap, Sap, Silp-Cgil, Fns-Cisl e Ugl), il Sindacato Autonomo di Polizia, ha affermato che la sicurezza è “al collasso e gli uffici rischiano di non essere più in grado di garantire il lavoro ordinario”, secondo quanto affermato dal suo segretario, Nicola Tanzi, mentre i sindacati di polizia, corpo forestale, polizia penitenziaria e vigili del fuoco sono scesi in piazza in decine di province italiane per protestare contro il governo. ”Siamo pronti a fare sacrifici, ma non si può mettere un tetto alle indennità operative – prosegue Tanzi – Per questo entro il 12 gennaio dev’essere approvato l’emendamento presentato dalla maggioranza e poi ritirato nell’ambito della conversione in legge del pacchetto sicurezza”. Inoltre, i fondi promessi dal governo provengono dal Fondo Unico di Giustizia, ovvero dalle somme incassate dai sequestri, e non sono assolutamente dei fondi strutturali, quindi l’anno prossimo saremmo punto e a capo.

Oggi si porta a conoscenza di tutti che esiste un problema legato alla sicurezza e alle condizioni di lavoro delle forze dell’ordine, un problema che avevamo già sollevato e denunciato sia quando avevamo condannato l’ipotesi di tagli alla sicurezza e il taglio delle tredicesime dei poliziotti, sia quando avevamo espresso solidarietà a Pignatone che chiedeva più mezzi per la lotta alla ‘ndrangheta, e solo l’altro ieri avevamo chiesto che, qualunque governo ci sia, non si abbandonino le forze di polizia, perchè noi abbiamo bene in mente quali priorità e bisogni ha la gente, e preferiamo i fatti ai proclami.

Speriamo che il Governo prenda atto di questa protesta e decida di ascoltare la voce di chi ogni girono rischia la vita per la sicurezza nostra e delle aziende, per chi tutela noi e la nostra onestà, e sopratutto speriamo che il PDL e la Lega non decidano di tradire l’enessima promessa elettorale.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Caterina Catanese

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Contro la criminalità collaborino tutti

postato il 7 Dicembre 2010

La lotta alla criminalità non deve avere né confini né colori  politici. La confisca è un processo che deve andare avanti.
Mi pare che in questo momento di crisi politica e di polemiche violente sia importante individuare un settore nel quale governo e opposizione devono lavorare insieme, è questo lo spirito con cui abbiamo approvato il decreto sicurezza.
Qualsiasi nuovo governo verrà, o questo se resterà, deve avere come obiettivo fondamentale  quello di non abbandonare il territorio ma dare risposte efficaci da parte dello Stato.
La confisca dei beni rappresenta un tema fondamentale, perché riciclare i beni sequestrati serve a far capire che la lotta alla mafia non è fatta solo di arresti importantissimi, ma anche di questi beni che vengono rimessi nel mercato del bene.

Pier Ferdinando

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