Tutti i post della categoria: I 9 punti

Emendamento UDC per aumentare gli sgravi alle famiglie, i soldi sottratti alle slot machines

postato il 7 Dicembre 2010

Mentre alcuni politici fanno i salti mortali per districarsi tra affermazioni e promesse non mantenute, altri vanno al sodo e propongono sgrafi fiscali per le famiglie.

Tenendo fede all’impegno del proprio programma pubblicato questa estate, l’UDC ha presentato degli emendamenti che vogliono aumentare gli sgravi fiscali per le famiglie numerose e a basso reddito.

Ovviamente l’obiezione che sorge spontanea riguarda la copertura finanziaria di un simile provvedimento, perchè è noto a tutti che in questo momento lo Stato italiano tende più a tagliare le spese che ad investire sulle famiglie e aiutare i cittadini e secondo alcuni studi, un aumento degli sgravi fiscali costerebbe fino a 3 miliardi di euro.

Proprio per ovviare a tale obiezione, l’UDC ha collegato il maggiore esborso ad un aumento minimo del prelievo fiscale delle aliquote imposte sugli “apparecchi di intrattenimento”, ovvero le slot machines elettroniche e i poker elettronici che si trovano in molti bar, tabacchi e centri per le scommesse elettroniche. Tutte le altre forme di scommessa e di gioco non verranno toccate.

Quindi sostanzialmente come si finanzierà l’emendamento dell’UDC a favore delle famiglie?

L’attuale sistema a scaglioni prevede aliquote di 12,6%, 11,6%, 10,6%, 9% e 8% su quanto giocato; queste aliquote sarebbero incrementate, secondo la proposta dell’Udc, ognuna dello 0,5%.
Quindi le nuove aliquote andrebbero dal 13% al 8,5%.

Ma la cosa più rilevante è che questo aumento di prelievo non si traduce in un aumento di tassa per il cittadino, ma si tratta solamente di ridurre di poco, gli elevatissimi margini di profitto delle società che gestiscono le slot machines: per dare una idea, la sola Atlantis (la società leader in Italia nelle slot machines) nei primi 6 mesi del 2010 ha fatturato più di 15 miliardi di euro e si prevede che chiuderà il 2010 superando i 30 miliardi di euro.

Questi emendamenti, se approvati, saranno la dimsotrazione di come si possa intervenire a favore delle famiglie senza appesantire i conti dello Stato e senza deprimere le attività produttive in Italia.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Caterina Catenese

5 Commenti

Populismo è alimentare le paure degli italiani

postato il 6 Dicembre 2010

Non si strumentalizzi il tema dell’immigrazione per vantaggio politico
 
Il razzismo, la xenofobia sono sentimenti che ci sono sempre stati, ma in passato la classe politica ha cercato di governare questi fenomeni, parlando di accoglienza e anche di convenienza. Ma oggi questi temi li si strumentalizza per trarne qualche assurdo vantaggio politico. E’ solo populismo che si alimenta delle paure degli italiani e che rischia di creare una miscela esplosiva.
Noi, invece, abbiamo bisogno di essere quello che siamo: un Paese civile, che pratica l’accoglienza e che deve fare i conti con le sue contraddizioni a cominciare dal fatto che l’Italia è ormai un Paese a bassa natalità  e che non riesce a difendere il livello di vita che ha costruito negli ultimi decenni.
Io sono convinto che il multiculturalismo abbia fallito: noi siamo in grado di accogliere gli altri se siamo consapevoli delle differenze. Non dobbiamo smarrire il senso delle nostre tradizioni perché un conto è comportarsi come una società multirazziale e un conto è pensare che la nostra sia una società multiculturale.

Pier Ferdinando

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L’Edilizia, una via per “costruire” lo sviluppo in Italia

postato il 3 Dicembre 2010

Oltre alle proteste degli studenti per la riforma Gelmini, in questi giorni vi è stata un’altra protesta: quella promossa per la prima volta dall’ANCE (Associazione nazionale Costruttori Edili) per presentare un pacchetto di dieci punti per rilanciare il settore edile in Italia.

Questa protesta presenta una caratteristica “nuova” per l’Italia: ha visto sfilare assieme sia gli imprenditori del settore che i lavoratori, segno che entrambi gli “schieramenti” produttivi vogliono superare una sterile contrapposizione per cercare di risolvere i veri problemi che strozzano questo settore economico che registra numeri preoccupanti: 250.000 posti di lavoro persi, +300% di ricorso agli ammortizzatori sociali, oltre il 20% di riduzione delle produzioni di materiali da costruzione, -70 miliardi di valore complessivo delle produzioni, ritardati pagamenti della PA fino a 24 mesi.

Ma cosa chiede l’ANCE? Sostanzialmente l’associazione rileva che le amministrazioni pubbliche hanno il paradosso di non poter spendere, pur in possesso delle necessarie risorse finanziarie, pena la certezza di incorrere nelle sanzioni previste dal superamento del tetto imposto dal Patto di stabilità.

In altre parole, ed è questo il paradosso, regioni ed enti locali incorrono «nella perdita delle risorse comunitarie a seguito del mancato raggiungimento degli obiettivi di spesa previsti da Bruxelles».

Il costo di questo paradosso è semplicemente enorme: le risorse che rischiano di saltare per questa trappola ammontano in tutto a 15 miliardi di fondi Fesr e 27 di fondi Fas di ambito regionale.

Per superare questo problema diventa necessario procedere ad una accurata revisione delle regole del Patto interno di stabilità volte a salvaguardare gli investimenti per la competitività e lo sviluppo. Concretamente questo si può ottenere tramite una «nettizzazione completa» degli investimenti promossi attraverso i fondi comunitari (attualmente sono esclusi dal calcolo del patto solo per il 50%) e attraverso le risorse dei Fas regionali. Il risultato sarebbe che le spese di cofinanziamento dei fondi comunitari non vengano considerate fra le uscite e siano quindi escluse dai tetti di spesa stabiliti dal Patto di stabilità per le Regioni.

Altri provvedimenti utili per rilanciare il settore sarebbero la semplificazione delle procedure amministrative e rafforzare i controlli, attivare strumenti di lotta alla legalità, estendere all’edilizia gli ammortizzatori sociali definiti per l’industria.

La protesta di oggi, oltre al sostegno dei sindacati e di Confindustria, ha visto anche il sostegno dell’UDC nelle vesti degli onorevoli Libè, Galletti, Compagnon e De Poli che hanno dichiarato: “L’Udc chiede da tempo di fornire soluzioni ai problemi di un comparto vitale per il sistema-Italia, specialmente in un momento di profonda crisi economica come quello che stiamo vivendo. Senza un vero rilancio del settore edile, la ripresa della nostra economia sara’ molto piu’ difficile.”

Inoltre, i parlamentari dell’UDC hanno portato avanti alcune proposte per aiutare il settore: “lo sblocco dei crediti che le aziende vantano nei confronti degli enti locali, somme che gli imprenditori hanno diritto a vedersi liquidate e che per molti di loro rappresenterebbero una vera e propria boccata d’ossigeno. Allo stesso modo, siamo convinti che rispetto alle grandi opere si debba dare la precedenza a quelle immediatamente cantierabili, un volano che farebbe ripartire il settore”.
Mentre l’on.le De Poli ha dichiarato che la crisi del settore edilizio sta mordendo con particolare violenza il Veneto.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Caterina Catanese

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Università, Udc non vota ddl: solo buone intenzioni

postato il 30 Novembre 2010

L’Udc non voterà la riforma Gelmini dell’università all’esame della Camera. Non la votiamo per una semplice ragione: ci sono princìpi di meritocrazia giusti, ma per fare una buona riforma non bastano i buoni princìpi. Non ci sono risorse, non c’è un investimento vero di priorità del governo che si rivolge al futuro della scuola italiana. C’è qualche catalogo di buona intenzione, ma questo non è sufficiente per fare una riforma seria.

Pier Ferdinando

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La riforma dell’Università non e’ una vera riforma

postato il 29 Novembre 2010

Voteremo contro la riforma dell’Università perché se non ci sono risorse, se si taglia soltanto, diventa un catalogo di buone intenzioni generiche.
Ma le buone intenzioni non bastano, non fanno una riforma.

Pier Ferdinando

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Studenti indignati per una riforma che non c’è

postato il 25 Novembre 2010

Migliaia di studenti scendono in piazza in questi giorni contro il ddl Gelmini, perché si indignano per una riforma che non c’è. Una riforma che non ha copertura economica è una finta riforma. Io faccio il tifo per una riforma vera.

Pier Ferdinando

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No alla violenza sempre, ma la politica si confronti con il disagio degli studenti

postato il 25 Novembre 2010

Quelle uova su Palazzo Madama, il tentativo da parte degli studenti di entrare con la forza all’interno del Senato della Repubblica  sono un segnale allarmante che non va trascurato. E’ un segnale d’allarme non solo perché fa pensare ai tempi bui delle proteste in Italia, quando la violenza gonfia d’ira si impadroniva delle masse studentesche, ma perché la rabbia degli studenti ha preso di mira la sede del Senato.

Non so se è stato il caso o se Palazzo Madama è stato scelto perché in quel momento la sede istituzionale più vulnerabile, ma è certo che questo gesto estremo assume contorni inquietanti perché ad essere oggetto della rabbia dei manifestanti non è tanto il Palazzo del Governo ma la sede di una delle due camere, il simbolo del potere legislativo, il luogo della politica per eccellenza.

La condanna di gesti violenti e del mancato rispetto delle regole di convivenza civile e delle istituzioni democratiche deve essere ferma e chiara, tuttavia non si può ignorare il disagio di giovani studenti e lavoratori e il messaggio che lanciano alla politica. Questa non è una delle tante contestazioni, a cui ogni buon politico è pronto, e si va anche oltre alla sfiducia nella politica di cui spesso ci parlano i sondaggi o alle classiche lamentele da bar sui governanti; qui ci troviamo davanti ad un lancio di uova non dissimile a quelli che si riservano alle peggiori compagnie di avanspettacolo. E’ sufficiente salire su di un autobus o fare la coda alla posta per sapere che i politici sono percepiti dalla gente come sgangherate comparse di un assurdo teatrino. Non ci troviamo dunque davanti a un qualunquismo di ritorno ma di fronte ad un malessere diffuso verso una classe politica sempre più lontana dal Paese, impegnata in liti incomprensibili e parecchio involgarita.

La politica non può fare finta di niente, non può limitarsi a condannare la violenza e il mancato rispetto delle Istituzioni quando quello stesso Parlamento,  coperto oggi di uova marce, è mortificato nelle sue funzioni e oltraggiato dai comportamenti insulsi dei suoi componenti: prostituzioni politiche, scazzottate da bassifondi, “vajasse” e sacchi di immondizia tirati in aula. Non si può chiedere il rispetto delle Istituzioni se le stesse non sono rispettate dai loro componenti. Alla stessa maniera non ci potrà essere rispetto delle Istituzioni se queste non saranno capaci di rispettare le persone, di fare attenzione ai loro problemi e alle loro necessità (così magari da costringerli a scappare all’estero).

E’ importante in questo momento delicato che la Politica non si chiuda nei palazzi del potere ma presti ascolto al grido del popolo, perché lo sbaglio più grande che può fare in questo momento è rispondere infastidita come la regina Maria Antonietta che liquidò il popolo in tumulto con il celebre: “dategli delle brioches”. Ed è inutile ricordare come finì.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi

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Serve armistizio per il bene del Paese

postato il 22 Novembre 2010

“Un governo di armistizio significa smetterla di litigare e cercare di fare il bene del Paese. Mettere assieme le forze migliori di destra e di sinistra e pensare una volta tanto non alle prossime elezioni, ma alle prossime scadenze dell’Italia, un’Italia che rischia di andare a fondo”. Lo ha dichiarato stamattina Pier Ferdinando Casini in un’intervista al giornale Radio Rai.

Quanto all’eutanasia e al sit in che l’UDC ha annunciato per domani davanti alla Rai Casini ha ribadito: “Io mi auguro che Fazio dia voce non a me o ai politici, ma ai malati, ai loro familiari e alle associazioni che li rappresentano. Vorrei che la Rai, che è servizio pubblico, desse la parola anche a coloro che scelgono la vita e lottano per vivere”.

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“Vieni via con me” conceda elenco a chi è contrario all’eutanasia

postato il 19 Novembre 2010

Mentre per fortuna al ministro dell’Interno Maroni viene concesso il diritto di replica alla trasmissione “Vieni via con me” in onda lunedì prossimo, questo diritto non viene dato a coloro che vogliono lottare per la vita.
Vorrei che la Rai, che è servizio pubblico, desse la parola a coloro che scelgono la vita e lottano per vivere. Ho il massimo rispetto per chi vive sulla propria pelle momenti di grande sofferenza, ma c’è chi fa scelte diverse e penso che sia giusto dare la parola anche a loro.

Pier Ferdinando

2 Commenti

100 milioni ai malati di Sla

postato il 18 Novembre 2010

Grazie all’Udc, il Parlamento dà una risposta ai malati di Sla: dal capitolo delle  spese generiche escono 100 milioni di euro che saranno finalmente destinati ai malati di Sclerosi laterale amiotrofica.
E’ una grande vittoria dell’umanità sulla ferrea logica dei numeri.
Dimostra che il Parlamento si occupa anche di chi soffre e che uno Stato, anche se in crisi economica, non deve perdere il senso dell’umanità.

Pier Ferdinando Casini

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