Cedolare secca al 25% e imposte comunali, batosta per i cittadini

“Riceviamo e pubblichiamo”

di Gaspare Compagno

Domani si avrà l’ufficialità definitiva, ma pare che il Consiglio dei ministri darà vita alla cedolare secca e a una variante della Imu (Imposta Municipale Unica).

Contrariamente a quanto auspicato, questi provvedimenti minacciano di agevolare i redditi alti ed essere un salasso per i redditi bassi, come si può vedere da un rapido calcolo e vedendo le cifre in ballo.

Si parlava di una cedolare secca al 20%,  che sarebbe stata, quanto meno, equa per i redditi bassi (se non una agevolazione per chi è in affitto, vista la deducibilità), ma adesso si parla apertamente di una cedolare secca al 25%, introdotta a partire da Gennaio 2011, che significa un salasso per i redditi bassi, perché, come dice Confedilizia, per i piccoli proprietari di casa, la rendita da affitto è quasi nulla, considerando tasse e balzelli vari.

Quella che doveva essere, nelle idee dei vari partiti come l’Udc una via per agevolare il settore edilizio e i bassi redditi, per il governo si trasforma in uno strumento da cui reperire soldi spremendo ulteriormente le tasche delle fasce più povere della popolazione, mentre le fasce con redditi alti, saranno favorite da questa tassazione, come può notare chiunque consideri le aliquote fiscali.

Certo il governo parla anche di lotta all’evasione tramite nuovi strumenti, e di sanzioni raddoppiate, ma mentre i risultati della lotta all’evasione in questo caso sono solo ipotizzati, la batosta per le tasche dei cittadini è invece qualcosa di estremamente reale che va a sommarsi con l’Imu, l’imposta municipale che doveva essere la pietra angolare del federalismo fiscale per i comuni, e invece è diventata la pietra angolare per spremere ancora di più i cittadini.

Infatti alle disastrate finanze dei comuni andranno varie imposte come quelle di bollo, di registro, ipotecarie, catastali, l’Irpef relativa ai redditi fondiari, le imposte di registro e di bollo sui contratti di locazione, i tributi speciali catastali e le tasse ipotecarie. Una fiscalità immobiliare, stimata in circa 15 miliardi, che confluirà nel «Fondo sperimentale di riequilibrio» che dopo 5 anni lascerà il posto al Fondo perequativo previsto dal federalismo fiscale.

A queste imposte si andrà ad aggiungere l’Imu che si sdoppia in «municipale propria» e in «municipale secondaria facoltativa»: quella “propria” si applicherà dal 2014 agli immobili diversi dall’abitazione principale e al trasferimento di beni; quella “secondaria facoltativa” sarà frutto di consultazioni popolari indette dai sindaci e riguarderà principalmente i tributi e balzelli comunali oggi in vigore per l’occupazione di aree pubbliche o le affissioni, solo per fare alcuni esempi.

Ma nei fatti come si articolerà questa nuova normativa fiscale? Bisognerà attendere il Cdm di domani per avere delle risposte certe, ma dal Ministero delle Finanze si fa sapere che l’impianto generale prevede che la cedolare secca al 25% sarà sostitutiva dell’Irpef, delle addizionali, nonché dell’imposta di bollo e di quella di registro dovute sui contratti di locazione  e sarà applicabile anche ai contratti per i quali non esiste obbligo di registrazione. Il passaggio alla cedolare scatterà il 1° gennaio 2011 e sarà l’agenzia delle Entrate a gestire le modalità di versamento dell’acconto, pari all’85% per l’anno d’imposta 2011 e al 90% a partire dal 2012, e del successivo saldo.  La cedolare secca confluirà nella seconda sezione del Fondo sperimentale di riequilibrio, dove confluirà anche una quota della nuova imposta «municipale propria» sulle compravendite. Nella prima sezione del fondo, invece, saranno devolute le imposte ipotecarie e catastali relative agli atti soggetti ad Iva e le addizionali sull’accisa dell’energia elettrica, nonché le altre imposte già citate e una parte della «municipale propria» sul possesso. Le somme poi verranno ripartite in base ai bisogni dei Comuni.

I comuni, inoltre, incamereranno i redditi provenienti dall’emersione delle “case fantasma” e una quota dei redditi derivanti dalla lotta all’evasione, agevolati anche dall’accesso ai registri delle utenze.

Ma la fantasia di Tremonti e di questo governo, non si è esaurita e così dal 2014 arriverà la nuova imposta municipale che, esclusa l’applicazione sull’abitazione principale, colpirà il possesso di immobili e la loro compravendita. Mentre nel primo caso l’aliquota sostitutiva dell’Ici applicabile dal 2014 è ancora da definire, sui trasferimenti le aliquote applicabili sarebbero già definite nel 3%, se oggetto del trasferimento è l’abitazione principale dell’acquirente o un bene ereditato; del 9% in tutti gli altri casi.

Alla municipale propria i comuni potranno affiancare anche una «municipale secondaria facoltativa» che potrà essere introdotta previa consultazione popolare e sostituirà tasse come quella sull’occupazione del suolo pubblico, quella sulla pubblicità e le affissioni o l’addizionale per l’integrazione dei bilanci degli enti comunali di assistenza.

Tutto ciò, ovviamente, rischia di mortificare il settore dell’edilizia e dimostra ulteriormente che questo governo è interessato a reperire soldi tassando, senza  pensare alla crescita dell’Italia.

2 Commenti
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citoyenne
citoyenne
14 anni fa

Il peccato originale sta nel popolo e nella sua grassa ignoranza. Mi perdoni il popolo, ma il “suo tirare a campare”, il suo non guardarsi attorno per vedere ciò che sta accadendo preferendo rivolgere lo sguardo alla Rodriguez, a Corona, al GF, lo rende uno “strumento cieco d’occhiuta rapina”. E questo governo, con le sue riforme scolastiche, sta affondando la spada nella vecchia ferita dell’analfabetismo… con la riforma scolastica si stanno disalfabetizzando anche quelli alfabetizzati. (Non stiamo parlando di colti e/o acculturati! quelli sono “distratti” per antonomasia!) E questo avviene a ragion veduta: più il popolo è ignorante, meno capisce, meglio può essere f…. fregato!
Gli esponenti di questo governo, quando per due anni sono stati all’opposizione, non hanno fatto che sbandierare di quanto aumentassero le tasse con il governo Prodi, che loro mai avrebbero messo le mani nelle tasche degli Italiani per aumentare la pressione fiscale…. è vero questo governo non ha mai aumentato le tasse… si è limitato a dislocarle, tagliando i fondi agli Enti locali. Gli Enti locali, a loro volta, essendo un pozzo senza fondo per clientelismi di varia natura, se hanno il benestare del governo centrale per un X%, si sentono in dovere ad aggiungere all’X anche l’Y e la Z. E lo possono fare impunemente perchè quella parte del popolo bue ignorante e lavoratore dipendente sa di dover pagare… gli altri, per la maggior parte, sono tutti evasori. Si ha intenzione di stanarli? NOOOOO! e allora chi glieli darebbe i voti per essere rieletti?

gaspare
gaspare
14 anni fa

per la cronaca e per maggiore informazione.

Come avevamo detto nell’articolo alla fine il CDM ha varato la cedolare secca, ma, rispetto ad un iniziale 25%, ha varato una cedolare secca al 20% come era nella proposta iniziale dell’UDC.

Manca però la seconda parte della proposta, ovvero la possibilità per l’inquilino di avere uno sconto sull’irpef, pari alla cedolare. Questo sconto sarebbe stato di grande aiuto per i bassi redditi.



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