postato il 19 Agosto 2011 | in "In evidenza, Spunti di riflessione"

“Ci battiamo per l’anima della Nazione”. Ricordando Alcide De Gasperi.

Il 19 agosto del 1954 si spegneva Alcide De Gasperi.  A distanza di cinquantasette anni la sua lezione umana e politica è ancora valida ed attuale e desideriamo ricordarlo dalle nostre pagine dando nuovamente spazio alle sua parole che profeticamente tracciavano l’anatomia di un Partito della Nazione.

Ci battiamo per l’anima della Nazione

Anche oggi, amici, ci battiamo per l’anima della Nazione e per vincere questa battaglia abbiamo bisogno che in mezzo a questo popolo martoriato e quasi schiacciato dai problemi economici ma pur sempre assetato di idee e di ideali, si elevino al disopra delle cure quotidiane, gli uomini del pensiero, dell’arte, i cultori della poesia, gli araldi della scienza.

Ci fu un tempo in cui la democrazia delle arti e mestieri venne accompagnata da un’aristocrazia di artisti e di pensatori. Non si deve credere che il regime democratico si esaurisca nei piani quinquennali o dodecennali di produzione agricola e industriale, che le fonti energetiche indispensabili alla nostra rinascita debbano essere ricercate solo nelle acque defluenti dai nostri ghiacciai o fra i gas della terra; bisogna, amici, scavare più a fondo ancora, nella intimità degli spiriti, negli abissi misteriosi della moderna anima. agitata e s esso travolta, e cercarvi le sorgenti primitive della nostra si fonderle e conciliarle con le esigenze e con le aspirazioni del regime libero.

Certo la democrazia moderna avrà pochi cortigiani e scarsi mecenati; ma può offrire ai pensatori e agli artisti lo spettacolo della solidarietà consapevole, il respiro della libertà morale e sopratutto il senso della fraternità sociale.

Io penso che questo senso sia l’aspirazione più viva dell’anima popolare.

Il Machiavelli ci insegnò come governare; Frate Savonarola come governare e come morire. In questa dura campagna troppi predicarono odio, l’odio della demolizione o l’odio della vendetta. Ma il popolo

italiano ha bisogno di fraternità e di amore. Tutti ne abbiamo bisogno, i milioni di poveri che reclamano un’opera di redenzione sociale, appena cominciata; i milioni del ceto medio che mantengono a fatica, nelle accresciute esigenze, il decoro della vita; i milioni di giovani contesi e straziati da opposte fazioni. Più amore, più fraternità, più pace.

Con questo arcobaleno vorrei chiudere la mia fatica elettorale. Quando, migliorando il tenore di vita dei miseri, avremo fatto un passo definitivo verso la giustizia sociale; quando, nell’ordine e nella libertà, avremo sprigionato tutte le sane energie popolari, allora, o democrazia italiana, in questa atmosfera rinnovata dalla solidarietà cristiana, sorgerà anche il grande artista della tua epoca, interprete del sentimento che ti ispira e ti muove; il pennello farà allora risplendere ancora la luce del Suo volto nel Cenacolo ed il sorriso del Suo amore Divino*.

Alcide De Gasperi

*A.DE GASPERI, Nel Partito popolare italiano e nella Democrazia cristiana, Roma, Cinque Lune, 1990, Vol II, pp.493-502.



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