Di Pietro, l’alleato che non ti aspetti.
Silvio Berlusconi ha un nuovo alleato. Non stiamo parlando dell’ennesimo parlamentare che, colto da irrefrenabile crisi responsabile, corre in soccorso di un governo agonizzante, ma addirittura dell’antagonista numero uno del Cavaliere, Antonio Di Pietro che in questi giorni si è esibito in una incredibile metamorfosi che lo ha portato a tu per tu con colui che fino a qualche mese fa era un dittatore, Nerone, il diavolo in persona. Tonino ha smesso gli abiti del grande inquisitore per indossare quelli più morigerati del politico esperto, del grande stratega. Ma cosa in realtà ha determinato la grande svolta di Di Pietro? Che strategia sta seguendo l’ex pm di mani pulite? Di Pietro ha intuito che alla sua sinistra piccoli inquisitori crescono, e che il vate Grillo e il savonaroliano Vendola sono capaci di sottrarre alla sua Idv il ruolo principe di forza antiberlusconiana, in più un redivivo Pd sta tentando di intestarsi gli ultimi successi elettorali e referendari, riprendendo la vecchia strategia veltroniana di inglobare il partito dipietrista.
Ma Tonino non vuole farsi mettere all’angolo e così, forte del successo del ritrovato De Magistris e della paternità della vittoria referendaria, ieri invece di sparare bordate sul governo ha rivolto la sua potenza di fuoco contro Pier Luigi Bersani. La scena è stata surreale: Bersani, che non si aspettava il colpo di coda dipietrista, sembrava l’Alberto Sordi di “Tutti a Casa” che interpretava un ufficiale italiano sconvolto dagli eventi dell’8 settembre 1943 che al telefono col comando esclamava: “qui succede una cosa incredibile i tedeschi si sono alleati con gli americani!”. Di Pietro non si è alleato con Berlusconi, ma quella richiesta di un programma alternativo, di un tavolo delle opposizioni, ha tramortito il Pd che pensava di suonare la carica, invece si ritrova ancora una volta stretto tra i suoi presunti alleati che più che a progettare l’alternativa a Berlusconi pensano a come cannibalizzare il Pd e strappargli la guida dell’opposizione. Le ultime amministrative sono state in questo senso una piccola prova generale.
La strategia di Di Pietro sembra però più ampia e non esclude, come nota Stefano Folli su il Sole 24 ore, l’ipotesi di riprendersi alla caduta di Berlusconi quella originaria posizione di destra. La patata bollente ora passa al Pd che deve capire se il “nuovo” Di Pietro può essere un buon compagno di strada per preparare l’alternativa a Berlusconi, o se Tonino può essere solo il carnefice del Pd, che con le sue ultime mosse ha lanciato una pesante opa sulla guida dell’opposizione. Intanto il Cavaliere prende fiato e prova a fare ciò che non gli riuscì nel 1995: uscire dalle secche grazie a Tonino.
“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi
La pensano bene i giornali americani ed europei a sostenere che la colpa di tutto in Italia non è solo di berlusconi, ma è anche della stragrande parte dell’opposizione, intanto la barca affonda…..
[…] centro-sinistra Sul sito di Casini provano a decifrare la strategia di Di Pietro: Di Pietro, l’alleato che non ti aspetti. | Pier Ferdinando Casini, *UDC, Unione di Centro __________________ Monsignor Colombo da Priverno Giudice del Tribunale Supremo della Consulta, […]