Dite la vostra: dal Sud si continua a emigrare
Dal Sud si continua a fuggire in cerca di un lavoro, e ad andare via sono soprattutto i giovani “cervelli”. Fotografa un’Italia spaccata in due il rapporto Svimez: in poco più di dieci anni, tra il 1997 e il 2008, hanno abbandonato il Mezzogiorno 700 mila persone.
A lasciare casa sono soprattutto i laureati, in cerca di un futuro al centro e al nord Italia, quando non scelgono di trasferirsi all’estero. Se nel 2004 partiva il 25% dei laureati meridionali con il massimo dei voti, tre anni più tardi la percentuale è balzata a quasi il 38%. Campania, Puglia e Sicilia sono le regioni dalle quali si emigra di più. All’Italia spetta inoltre il triste primato del tasso di disoccupazione più alto in Europa.
Checché se ne dica, quindi, siamo ancora un Paese profondamente diviso: una “voragine tettonica” separa un Centro-nord che attira flussi da un Sud che espelle giovani e manodopera senza rimpiazzarla. Dite la vostra.
L’Italia è un Paese profondamente diviso al suo interno, purtroppo. Abbiamo un Nord che avanza, seppure con maggiori difficoltà rispetto al passato, e un Sud che arranca. Eppure il Sud ha tante di quelle risorse che, utilizzate in maniera giusta ed intelligente, potrebbero risolvere tutti i problemi del Meridione.
E’ una triste verità!Purtroppo la storia ci ha puniti ma fare le vittime oggi è assurdo, anche perchè buona parte delle responsabilità è la nostra.Perchè? Perchè ancora oggi, nel 2009, non riusciamo a dire no alla corruzione, alla mafia, all’illegalità . Invece di ribellarci, preferiamo dire: “Eh, vabbè, si sa che al Sud le cose vanno così..”
E invece no. Dobbiamo avere uno scatto d’orgoglio, dobbiamo ribellarci a questo sistema.
Fare questo da soli, però, è impossibile. Per questo chiediamo aiuto al Governo che, di tutta risposta, approva il Federalismo Fiscale, taglia i fondi FAS.. E poi il Governo si meraviglia e si rattrista se i giovani emigrano..!
Io mi chiedo: oggi, un giovane, uscito dall’Università, perchè è costretto a lasciare la terra in cui è cresciuto, per trovare un lavoro?! Questa è un’ingiustizia, un’ingiustizia che va avanti da troppi anni.. E nessuno fa niente per risolvere questa situazione, anzi, come hanno dimostrato i dati, i governi ignorano sempre di più il Meridione, con la conseguente netta frattura fra Nord e Sud.
Marta
Il fenomeno dell’emigrazione dal Sud verso le zone piu’ sviluppate del Paese, fenomeno che fa del Mezzogiorno italiano ”un caso unico in Europa, l’Italia continua a presentarsi come un Paese spaccato in due sul fronte migratorio a un Centro-Nord che attira e un Sud che espelle giovani, ”Non lasciano la residenza – sottolinea la ricerca – generalmente perche’ non lo giustificherebbe ne’ il costo della vita nelle aree urbane ne’ un contratto di lavoro a tempo. Spesso sono maschi, singles, dipendenti full time in una fase transitoria della loro vita, come l’ingresso o l’assestamento nel mercato del lavoro”.
Le regioni che attraggono maggiormente i pendolari sono Lombardia, Emilia-Romagna e Lazio.
Fenomeno, quest’ultimo, che si spiega con il fatto che la mobilita’ geografica Sud-Nord permette una mobilita’ sociale.
I laureati meridionali che si spostano dopo la laurea al Centro-Nord vanno infatti incontro a contratti meno stabili rispetto a chi rimane, ma a uno stipendio piu’.
Il mezzogiorno scivola nelle ultime posizioni della classifica europea e non riesce a recuperare terreno nei confronti delle regioni piu’ sviluppate dell’Italia.
A livello nazionale la dinamica dell’economia meriodionale mostra un andamento stagnante rispetto a quella del Centro-Nord con un gap che non si riduce.
A parte anche che diminuiscono le banche presenti nelle regioni del Mezzogiorno, crolla addirittura il numero degli Istituti bancari meridionali indipendenti e si fa ancora piu’ difficile l’accesso al credito al Sud del Paese. E’ quanto emerge dal Rapporto sull’economia del Mezzogiorno.
In più la spesa pubblica indirizzata nelle regioni del Mezzogiorno e’ continuata a diminuire nel 2008 parallelamente a quella degli investimenti, penalizzati dalla riduzione o dalla abolizione di agevolazioni ed erogazioni di contributi alle imprese.
E’ una problematica strutturale, organizzativa, manca concretamente un tessuto produttivo. Ed i Governi, bisogna ammetterlo, non hanno mai dato seriamente un sostegno al Mezzogiorno, men che meno quello attuale, che è stato persino capace di tagliare fondi (FAS) destinati alla realizzazione di interventi in aree particolari del Paese, fra le quali proprio quelle del Sud.
Siamo giovani con idee nuove e facciamo anche politica, strumento ideale per creare opportunità se utilizzata al meglio, speriamo possa servire a ridare slancio alla nostra realtà!
Gentile Presidente,
occorre creare sinergie tra fondi europei a disposizione, innovazione tecnologica, organizzazione delle PMI e attività commerciali verso i Balcani e verso il Mediterraneo.
Occorre cioè creare posti di lavoro.
Forse così si può bloccare parte dell’emigrazione e valorizzare le terre del sud e il paese.
Naturalmente in parallelo lo Stato deve apportare “sicurezza” per dare protezione dalla malvivenza.
Grazie per offrire l’opportunità di esprimermi.
Vincenzo
Il fenomeno dell’emigrazione dalle regioni meridionali alle regioni centro-settentrionali dell’Italia, da parte di molti cittadini in particolar modo neolaureati è un fatto risaputo da tempo. Questo a prodotto un divario enorme tra il nord e il sud che sembra incolmabile dal punto di vista economico. Il Governo ha l’obbligo di investire maggiormente nelle regioni del Mezzogiorno perchè anche in quelle zone c’è bisogno dei giovani “cervelli”.
Ho letto il “Rapporto sull’economia del Mezzogiorno 2009″, presentato oggi a Roma dallo Svimez, e da giovane studentessa del Sud non sono certo rimasta indifferente. Sono contenta che anche il sito del nostro leader citi questo rapporto e, in questo modo, inviti i visitatori del sito a riflettere. Riporto alcuni dati che mi hanno colpito profondamente.
Secondo il Rapporto, “in dieci anni, dal 1995 al 2005, le regioni meridionali sono sprofondate nella classifica europea, situandosi in posizione comprese tra 165 e 200 su un totale di 208.”
Il Mezzogiorno, secondo il rapporto, è la cenerentola d’Europa. «Caso unico» nel vecchio Continente, «l’Italia continua a presentarsi come un Paese spaccato in due sul fronte migratorio: a un Centro-nord che attira e smista flussi al suo interno corrisponde un Sud che espelle giovani e manodopera senza rimpiazzarla con pensionati, stranieri o individui provenienti da altre regioni».
“Tra il 1997 e il 2008 circa 700mila persone hanno abbandonato il Mezzogiorno”: è uno dei dati contenuti nel Rapporto Svimez. “Nel 2008, prosegue il Rapporto, il Mezzogiorno ha perso oltre 122mila residenti a favore delle regioni del Centro-Nord a fronte di un rientro di circa 60mila persone e oltre l’87% delle partenze ha origine in tre regioni: Campania, Puglia, Sicilia e l’emorragia più forte è in Campania.”
“In particolare, cresce fortemente il numero dei laureati “eccellenti” che decide di lasciare il Sud: nel 2004 partiva il 25% dei laureati meridionali con il massimo dei voti; tre anni più tardi la percentuale è balzata a quasi il 38%.”
“Il rapporto sottolinea che il tasso di occupazione nel Meridione è sceso al 46,1%: gli occupati sono cresciuti al centro-nord di 217 mila unità, mentre sono scesi di 34 mila nel Mezzogiorno. Nella classe di età che va dai 15 ai 24 anni la disoccupazione è arrivata al 14,5% al centro nord e al 33,6% al Sud. All’Italia spetta il non invidiabile primato del tasso di disoccupazione giovanile più alto in Europa, di cui è responsabile soprattutto il Mezzogiorno. Nel 2008 – sempre secondo il Rapporto – solo il 17% dei giovani meridionali tra i 15 e i 24 anni lavora contro il 30% del centro-nord.”
I dati indicano che “continua il calo della spesa pubblica al sud”, il testo così riporta: “La spesa pubblica pro capite nel Mezzogiorno è stata nel 2008 pari a 10.490 euro, inferiore rispetto ai 12.300 euro pro capite del Centro Nord .”
L’ultimo rapporto della Svimez è, mio avviso, un’analisi e una fotografia degli squilibri territoriali tra Nord e Sud del Paese. Si evidenzia come il Mezzogiorno paga ancora più pesantemente le conseguenze della crisi economica globale che ha investito l’Italia intera e che si è fatta sentire con più accanimento al Sud. La principale vittima è il settore industriale. Ma, a mio parere, l’agricoltura del Sud è stata completamente distrutta.
Il rapporto denuncia un Sud Italia sempre più povero, da cui i giovani continuano a fuggire.
Il Sud Italia è in recessione, con la conseguenza che l’emigrazione verso il Nord è ancora una drammatica attualità. Ebbene sì, nel terzo millennio prosegue l’esodo dal Sud Italia verso le regioni più ricche del Nord: non hanno più la valigia di cartone chiusa con lo spago, ma i meridionali continuano a emigrare al Nord in cerca di lavoro. Il fenomeno dell’emigrazione dal Sud verso le zone più sviluppate del Paese non si ferma e vede sempre più protagonisti i giovani, ed, in particolare, gli stessi laureati che, in assenza di una domanda di figure professionali di qualità, cercano altrove sbocchi adeguati alla loro professionalità. Il fenomeno di questo esodo fa del mezzogiorno italiano “un caso unico in Europa”. Il Mezzogiorno continua a spopolarsi, in controtendenza con le altre aree deboli dell’Unione Europea. E’ un’area, dunque, da cui si continua ad emigrare, dove non esiste domanda per professionalità medio-alte, dove crescono gli anziani ma non arrivano gli stranieri, dove esistono le realtà economiche eccellenti ma non si trasformano in sistema né si intercettano stabilmente investitori e turisti stranieri.
E’ proprio un quadro sconsolante (certo, io vivendo al Sud lo vedo quotidianamente e non avevo bisogno di questo rapporto per rendermene conto).
A mio avviso, si tratta di un fenomeno drammatico: partono dal Sud, spesso per non tornarci, i giovani migliori, i più capaci. Il rischio che incombe su queste regioni è il progressivo impoverimento del mercato del lavoro e della stessa struttura produttiva. Insomma, il Mezzogiorno vede andar via un parte del proprio futuro! Tutto ciò non è giusto.
Il divario tra Nord e Sud non accenna a colmarsi e il Mezzogiorno resta il regno della disoccupazione e dello scoraggiamento, terra di emigrazione, dove la crisi economica ha colpito più duramente che altrove.
L’Italia continua ad essere un paese spaccato: da una parte il Centro-Nord che attira i “viaggiatori della speranza”, dall’altra il Sud che espelle i giovani, che quando non emigrano, fanno i pendolari a lungo raggio. Questo non può essere più tollerato: l’Italia deve camminare insieme, come Paese.
E’ molto triste fare la valigia ed abbandonare la terra natale perché senza speranze e senza prospettive, e andare a vivere in una città lontana (possibilmente da Roma in su).
Ancora più triste e deprimente è il fatto che nel Sud molti ragazzi che ambiscono ad un livello di istruzione più alto della media non hanno sbocchi occupazionali di nessun tipo.
Io, studiando all’università, sono tra quei ragazzi che sta investendo le proprie energia, il proprio tempo e gli anni più belli della vita nello studio. E chi sa se un giorno non sarò anch’io su un treno diretta al Nord, costretta ad abbandonare le terre in cui sono cresciuta, o forse su un aereo di sola andata, per lasciare l’Italia.
Non ci si rende conto che con l’emigrazione si hanno perdite in risorse umane e si reca un enorme danno al Sud. Ma se nel Sud ci sono eccellenze perché si lascia che vadano via, mi chiedo perché non si valorizzino, non potrebbero essere utili proprio a risollevare il sud dalla drammatica situazione in cui si trova? E’ necessario investire in capitale umano.
Eppure il Sud ha tante risorse, da non dover invidiare nessuno. Se tali risorse fossero gestite bene e in modo onesto e se valorizzate potrebbero farci schizzare ai primi posti nelle classifiche internazionali tra le migliori aree al mondo. Il rapporto rivela come la situazione sia drammatica per la Campania, la mia regione, quella che una volta era chiamata Campania Felix, dovremmo chiederci cosa è successo, come è possibile trovarci in questa situazione.
Dal rapporto Svimez traggo la conclusione che il divario Nord e Sud è dovuta soprattutto al fallimento delle classi dirigenti del Mezzogiorno e all’incapacità della politica meridionale. Inoltre, questo Governo continua a sottrarre risorse al Sud. Infine, penso che il federalismo trasformerà il grave divario tra nord e sud in una secessione tra regioni ricche e quelle povere. Eppure, ultimamente ho ascoltato on. Castelli (Lega nord) affermare che in questo momento di crisi il nord soffre di più perché i lavoratori, assunti in aziende private, perdono il loro lavoro. Secondo Castelli, i fondi Fas, fondi che l’Europa destina alle aree sottosviluppate quindi al Sud Italia, “devono essere destinati ai lavoratori del Nord perché per una volta nella storia la solidarietà può andare dal Sud al Nord.” Mi sembra che questo rapporto Svimez non evidenzi una situazione idilliaca al Sud, ma forse secondo Castelli noi al Sud siamo abituati alla disoccupazione!
Si deve fare qualcosa per cambiare al più presto questo quadro, prima che sia troppo tardi. Le istituzioni e la società devono colmare il divario tra Nord e Sud: cancellare questa distanza che spacca a metà il Paese. Il Sud deve recuperare il ritardo netto rispetto al resto del Paese.
Anche noi cittadini del Sud dobbiamo fare qualcosa per cambiare la situazione attuale. Dobbiamo resistere e fare qualcosa di concreto e di positivo per migliorare noi stessi le terre in cui viviamo. Non dobbiamo solo lamentarci e considerare tale situazione come ineluttabile e immutabile, ripetendoci: “E’ sempre stato così”. Il nostro motto deve essere “restare per cambiare, cambiare per restare”.
Per far ripartire il Sud bisogna contrastare la criminalità organizzata (camorra, mafia…), il cancro che sta mangiando il nostro Paese.
Ma per rendere possibile tutto ciò è necessario una nuova classe politica, soprattutto al Sud, che sia capace di operare un reale cambiamento per il SUD.
Spero che UDC, unico partito che fa una politica seria, prenda a cuore il problema del Sud e si prodighi per risolverlo.
Cordiali saluti
Giovanna
Una convinta centrista
Quoto marta per l’appunto e aggiungo:
che iniziassero i governi a risolvere i veri problemi che hanno gli italiani e non fare la pubblicità a quello o quest’altro. Che mi frega della Bruni che sta così e così e della vita privata del premier.
Io sono “emigrato” al nord 6 anni fa, per studiare e poi iniziare a lavorare, perchè credo nel lavoro sodo, nella legalità (se esiste ancora) e, preferisco alzarmi tutte le mattine alle 6 e mezza prendermi la mia metropolitana e lavorare per essere a fine giornata soddisfatto in quello che faccio.
Sarebbe stato bello fare questo al sud, nella mia terra, ma le possibilità ahimè non ci sono…
Basta con questa situazione… destra-sinistra, rosso-nero basta.
Gli italiani vivono una situazione di malessere, ci sono dei problemi, bisogna far di tutto per risolverli, investendo, tutti assieme. Si deve navigare verso una direzione scegliendo la strada migliore e basta.
Ps. una nota, oggi leggevo dell’articolo che gli ex parlamentari non vogliono rinunciare ai loro benefits… fate voi…
Sono un ragazzo siciliano che vive e ha vissuto sulla sua sua pelle cosaa vuol dire fuggire da una terra lavorativamente parlando troppo arida.
Ho scritto che vivo perchè ho un fratello di 28 anni (giovanissimo) che specializzatosi in ingegneria elettonica con 110 e lode e pubblicazione è stato costretto a “emigrare” a Roma.
Mi sono sempre chiesto il perchè di tutto questo, troppi ragazzi del sud dalle menti eccezionali sono costretti ad abbandonare famiglia,amci, fidanzate ,ma soprattutto la terra che amano e nello stesso tempo odiano profondamente.
Ho scritto ho visssuto perchè poche settimane fa una nota multinazionale estera mi ha contattato perchè interessata al mio curriculum. Non entro nei particolari ma era un’ottima OFFERTA.
Bene nonostate i pareri contrari di familiari e amici ho detto NO!
Ho detto no perchè penso che se tutti i giovani capaci vanno via la mia terra diventerà ancora più arida.
Ho detto no perchè se tutti i giovani capaci vanno via la mia terra diverrà territorio di conquista della criminalità che fa leva sulla gente che purtroppo non ha ne la cultura ne la forza per dire no.
Ho detto no perchè voglio lottare per me, per i miei coetanei e per i futuri ragazzi affinchè abbiano pure loro 1 possibilità.
Ho detto no perchè un giorno potrò dire “almeno ho lottato”.
Sono sicuro che è stato uno sbaglio rifiutare quell’offerta, ma sono altrettanto sicuro che se avessi accettato non mi sarei sentito un Siciliano.
La politica deve cercare di aiutare noi giovani del sud perchè come abbiamo ampiamente dimostrato siamo un punto di forza per questa Nazione, ma soprattutto perchè essere nati al Sud non diventi per noi una COLPA da espiare con l’ “EMIGRAZIONE”
Oggi più che mai si evidenziano le differenze fra Nord e Sud d’Italia, differenze che vengono fuori da una cattiva gestione della “cosa pubblica”, che ha permesso all’economia italiana di andare a due velocità.
L’amministrazione della res publica si riconduce a quella del buon padre di famiglia.
Ma un buon padre di famiglia, se vede che un figlio va avanti e un’altro no cosa fa???Aiuta il figlio più debole per riportarlo al passo dell’altro.Fino ad oggi in Italia, la politica ha goduto dei “favori” del sud senza però contraccambiarli in termini di sviluppo!!!Non si sono mai portate avanti politiche serie nel turismo, nella ricerca, etc.Ciò ha determinato le fughe di giovani e tra questi di grandi menti!!!Il Governo deve dimostrare che vuole uno sviluppo del sud e vuole che sia ricolmato il gap che ci divide dal nord.Non deve essere una richiesta fatta solo dall’UDC,così come è stato fatto in questi anni, ma deve essere una richiesta fatta da tutti i colori politici, perchè solo così potremo contribuire all’aumento del PIL, all’attrazione di turismo estero, all’attrazione di capitali esteri!!!Deve essere data la possibilità al sud di riallinearsi al nord, così da dover parlare di Italia e non più di Meridione e Settentrione!
Questo è un commento che girerei volentieri ai nostri governanti i quali, nonostante tutto, negano la presenza di una reale crisi. Mi piacerebbe capire cosa hanno in mente di fare e come noi meridionali possiamo pensare di poter essere competitivi se non solo veniamo privati dei fondi comunitari (vedi fondi Fas), ma siamo pesantemente penalizzati nell’accesso al credito, visto che le banche non sovvenzionano nemmeno gli interventi sul fotovoltaico, che hanno dimostrato di essere molto validi e redditizi. Di concerto però grosse società del nord realizzano i mega-impianti sui nostri terreni (con i soldi delle banche) ed allora ci chiediamo: ci stanno forse rubando il sole? Necessita urgentemente un governo nuovo, capace di valorizzare le risorse del mezzogiorno e che sappia essere garante dell’unità nazionale. Nell’attuale situazione ho seri dubbi sugli effetti del Federalismo e cosa questo comporterà per l’economia e per le popolazioni meridionali.
Aggiungo alla “lista” di giovani laureati che emigrano, un mio caro amico, ingegnere meccanico, che, appena laureato ha cercato lavoro in tutta la Calabria per quasi un anno. Capisco la crisi, ma non l’hanno chiamato neanche per un colloquio di lavoro. Almeno ha pensato bene di approfondire gli studi della lingua inglese. Ma adesso, a settembre, è intenzionato a partire.
Io sto preparando la tesi ma penso, appena laureato, di non aspettare il nulla come lui… parto subito dopo la laurea!
Salve,
è triste dirlo ma a conti fatti non abbiamo un Paese realmente diviso e spaccato in due ma abbiamo a mio grande malincuore una situazione creata dai politici e dalle persone di potere per creare degli interessi propri.
La divisione fra nord e sud economicamente e lavorativamente diversi sono solo uno spiecchietto per le allodole per i seguenti motivi:
-i politici del sud (mafiosi) interessa questa clima di arrancamento per controllare il territorio, le persone che governano, i cittadini, la politica, le aziende e la manovalanza da reclutare nelle file mafiose o comunque in un regime di consenso forzato da una promessa di un lavoro publico o privato e sicuro;
-i politici del nord (altrettanto mafiosi) interessa questa situazione perchè permette loro da un lato di attaccare il sud per ottenere benefici strategici per il nord e nello stesso tempo promuove assieme ai politici meridionali degli strumenti utili a ridurre il gap;
-gli imprenditori del nord sfruttano questa situazione per muoversi attraverso aziende fantasma o quasi per accaparrarsi queste risorse con un meccanimso di pompaggio di finanziamenti estremamente spaventoso.
-i cittadini e neolaureati del sud si trovano (con un bastone la dove non sbatte il sole) a dover lavorare per una miseria a testa bassa per aziende che si fregano i finanziamenti al sud oppure si deve trasferire al nord abbandonando la sua terra e i suoi cari;
-i cittadini del nord si sentono di dover lavorare e pagare per conto del meridione.
A tutti sembra che le cose non vanno, io dico che le cose sono volute e che noi poveri cittadini siamo gli unici a pagarne le conseguenze sia del nord che del sud.
Non riesco a capire cosa possa cambiare per una azienda nel collocarsi al nord o al sud, a Milano o a Palermo, a Torino o a Lamezia Terme.
un posto vale l’altro sopratutto nel mondo globalizzato di oggi a patto che i politici ed i mafiosi di concerto lo desiderano.
Sono ad un passo della triste e dolorosa decisione, dopo anni di tentativi di restare per produre nel merridione, a dover prendere la triste decisione di abbandonare il sud o l’italia pin cerca non di fortuna ma di uno stipendio sicuro anche dopo il 2013.
Provate Voi a vivere queste senzazioni come anche la paura di non avere un futuro dopo il 2013 o di non poter dare un futuro ai propri figli o di non poterne fare perchè non si può garantire loro un futuro.
La cosa più bella è che sono laureato con il massimo dei voti, ho delle publicazioni a mio nome e ho sottomesso persino un brevetto dalla povera e triste Calabria.
Per il bene del Paese e per il bene dei vostri figli e della popolazione tutti insieme dobbiamo cambiare mentalità, diventare una nazione, imparare a fare il nostro dovere civico e politico sia di elettori che di governanti pienamente partecipi alla vita della società tagliindo fori la mafia e i misfatti estirpando tutte le radici secche.
Altra cosa importante, rengo che le persone anziane dovrebbero andare a casa a guardare i propri nipotini o cercare avventure in privato da soli lasciando i posti di lavoro alle nuoveeleve preparate e orientate ad un mondo computerizzato e globalizato.
un terrone
Il problema reale di questa fogna di paese purtroppo stà nei media asserviti al potere capitalistico del nord che non fanno altro che gettare fango e melma di ogni tipo sul sud, riducendolo a letame fumante, una sorta di enorme immondezaio, in cui riversare soldi con assistenzialismo senza permettere al sud di svilupparsi. Il sud non deve emergere, sarebbe pericoloso per il nord che si vedrebbe fare concorrenza dal meridione, per loro la vita sarebbe più difficile, invece continuando ad avere il monopolio, si produce quasi tutto al nord, il nord stesso può continuare a prosperare basandosi sui 20 milioni di potenziali compratori presenti nel sud italia alla quale si garantisce un minimo di potere economico nella giusta misura per poter tenere a galla la macchina produttiva nordica, quesa è la verità non fatevi ingannare il resto sono emerite stronzate. Nel sud ci sono molti esempi eccellenti di virtuosità e imprenditoria, ma subito dove questo avviene ecco spuntare il nordico che compra con metodi poco legali o dove non vi riesce con la forza, aiutato con l’appoggio della mafia asservita al loro potere. Ogni giorno sui giornali e sulle tv altro non si fà se non denigrare il sud senza mai elencarne le eccellenze. Il mitico tonno calabrese della callipo il migliore in italia per qualità nulla di paragonabile alle marche del nord, o ancora la delta produttore di penne dalla sublime bellezza nei pressi di caserta, o ancora del colosso divella che in puglia sforna tonnellate di pasta ogni anno, nessuno parla della puglia che oggi è divenuta una poternza energetica nazionale superando anche la cina nel fotovolaico, mentre regioni del nord come il veneto sono ancora oggi nel 2011 in deficit energetico, non si dice che oltre il 50% delle bellezze naturali ed artistiche si trovano nel centro-sud, ci si dimentica del porto di taranto come il più sviluppato del sud per volume di merci, ci si dimentica delle acciaierie tarantine “ilva” che sono le più grandi d’europa dando lavoro a migliaia di persone, anche se il territorio deve pagare pesanti prezzi in termini di inquinamento ambientale. Ci si dimentica che la puglia da regione arida e desertica è divenuta nel giro di pochi decenni un giardino, il maggior produttore di uva ed olive d’italia, il maggior produttore di grano, ci si è dimenticati del duro lavoro dei contadini pugliesi per rendere i campi coltivabili invasi dalle pietre con la quale sono stati costruiti km di muri a secco con lo scopo di cedere umidità al terreno accumulata durante la notte, ci si dimentica che in puglia vi sono 60 milioni di ulivi quanti tutti gli abitanti della penisola italiana, ci si dimentica dell’acquedotto pugliese, annoverato tra le opere più imponenti mai costruite dall’uomo, lungo 7 mila km con la capacità di dare acqua ad oltre 4 milioni di persone. Ci si dimentica che in puglia a grottaglie si costruiscono le carlinghe in carbonio del nuovo boeing 787,dimentichiamo che la puglia è prima nel campo delle nanotecnologie, a breve nascerà in puglia anche la prima rete di distribuzione ad idrogeno del sud, saremo i primi in italia a costruire le piattafome eoliche in mare a 20 km dalla costa, saremo la regione che ospiterà il nuovo gasdotto blue stream che porterà il gas in italia dalla russia passando per la turchia. Una volta tanto si elenchino i pregi del sud non solo i suoi difetti che pur esistono è sono gravi, ma esistono anche delle eccellenze, denigrare di continuo un popolo non contribuisce a farlo migliorare ma a deprimerlo sempre di più. Un vecchio detto cinese dice che al popolo non bisogna dargli il pesce ma bisogna che impari a pescarlo.