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Le donne in politica possono essere una risorsa così come gli uomini. Oggi ci poniamo il problema della funzione delle donne in politica perchè è mancata una condizione di pariopportunità. Ma se andiamo a fondo sappiamo bene che alla base del concetto di pariopportunità riferita al mondo femminile (perchè pariopportunità è anche altro) comprendiamo che c’è un problema di merito e non di genere. O comunque non solo quello. Dobbiamo interrogarci quante delle scelte che vengono fatte parlino di merito. Naturalmente tutto ciò si complica quando il soggetto è una donna. La mia esperienza personale mi insegna che oggi fare politica da “quota rosa” è quanto mai difficile, ma non per questo mi ritengo femminista. Noi donne dobbiamo batterci prima di tutto per il merito e poi per il nostro genere. Penso che la politica debba avere il coraggio di rischiare. Nel mio caso è accaduto. E penso che l’Udc oggi sia l’unico partito che sia nelle condizioni di poter rischiare e fare bene.
Presidente, fortunatamente c’è qualcuno che difende le donne.
Una giunta senza donne è qualcosa di incompleto, che non può dare pienamente voce alla popolazione.
E cos’, mentre in Germania vince la Merkel , qui in Italia dobbiamo ricorrere al TAR per garantire la presenza di donne in una giunta. Due mondi diversi. Troppo lontani, ma il nostro sogno dev’essere quello di avvicinarci maggiormente al sistema tedesco.
Più donne in politica. Anzi, più donne valide in politica.
Marta
Le donne hanno tutte le capacità per eccellere anche nella attività politica. Attività che richiede cultura, passione e tanto, tanto dispendio di tempo, spesso senza orari. Fatto che penalizza la donna poiché svolge molteplici attività compresa quella familiare. La valorizzazione del genio femminile passa, per me, attraverso la regolamentazione per legge dei partiti che renda il meccanismo di selezione interno più trasparente. Passa attraverso un dibattito culturale ed amministrativo interno più elevato. Passa attraverso l’attribuzione alle donne di responsabilità inerenti il funzionamento del partito. Per fare esperienza e per conoscerne gli equilibri interni.
In uno stato in cui vige, in teoria, la meritocrazia garantire la “presenza rosa” potrebbe sembrare quanto mai assurdo. Una donna che voglia fare politica, che ne abbia le competenze, oltre a entusiasmo e senso critico e civico non dovrebbe trovare ostacoli e invece sempre più spesso le vengono preclusi ruoli di primo piano. Esatto ruoli di primo piano, perché ruoli in secondo piano ne ricoprono eccome!! Tutti i politici hanno una segretariA, senza la quale sono perduti, innumerevoli sono le collaboratrici. Esse hanno una responsabilità rilevante e ricoprono il loro ruolo al meglio. Loro non rientrano in “quote rosa”, vengono scelte perché capaci e competenti nel loro lavoro e si vedono retribuire stima e fiducia. Allora perché non dar fiducia anche a quelle donne che sentono veramente la vocazione per la politica?! Così, in modo naturale, dopo aver avuto modo di constatare la loro professionalità e perizia e non giusto perché devono rientrare in un numero prestabilito! Si elevi il livello della meritocrazia, si riconosca questo di nuovo come valore civile e si prescinda dallo stanziare dei “posti riservati” alle donne. Si è visto che molto spesso questi posti sono ricoperti da donne tanto incapaci e inette alla politica quanto molti uomini.
Alcuni partiti, tra cui l’udc in cui milito dalla sua fondazione, sono sensibili al coinvolgimento delle donne in politica attraverso svariate iniziative sul territorio che portano la donna a sentirsi parte integrante di un progetto e soprattutto le aiuta a sdoganarsi,si perché,va detto,spesso è la stessa donna ad essere reticente immaginando il mondo politico come maschilista e chiuso.
Effettivamente la politica è in massima parte coniugata al maschile e tende ad autotutelarsi e quindi ad escluderci.
Ma le cose stanno cambiando,c’è un forte ricambio generazionale e maggiore attenzione verso la donna che è sempre più protagonista nel sociale,nel volontariato,nel lavoro,è regista della casa e della famiglia e dunque non può e non deve rimanere estranea al mondo politico.
E’ per questo che io sono convinta della necessità di spingere i partiti che non hanno tale sensibilità ad occuparsi del coinvolgimento delle donne anche attraverso una normativa non penalizzante ma piuttosto premiale che li stimoli,una normativa statutaria o legislativa che abbia un’applicazione limitata nel tempo utile a sbloccare lo status quo.
Infine mi permetto esprimere anche in questa sede tutto il mio personale sdegno per le parole offensive e misogine con cui il premier ha etichettato l’On. Bindi,stimata esponente del pd che con indiscussa autorevolezza ha saputo conquistarsi un posto di prestigio nel panorama politico nazionale.
Quelle parole insieme a tante altre trapelate, nostro malgrado, dal gossip estivo trasmettono un’idea squallida di donna e purtroppo temo creino la diffusa opinione che per essere reclutate in politica bisogna essere figlie o mogli di..o passare dal lettone di putin!
Tutto questo mi irrita anzi mi fa molto arrabbiare e non smetterò di gridare il mio disappunto e il mio sdegno soprattutto a tutela di tutte quelle donne,tante,che svolgono un ruolo politico conquistato con grande fatica ed estrema dignità e senza compromessi,in primis,lo dico con fierezza ed orgoglio, nel mio partito.