postato il 1 Settembre 2010 | in "Esteri, In evidenza, Riceviamo e pubblichiamo, Spunti di riflessione"

I messaggi di Gheddafi e le nostre risposte

La visita di Gheddafi in Italia ha confermato lo spettacolo imbarazzante, l’ennesimo, a cui il nostro paese è sottoposto, come conseguenza della spregiudicata politica estera, sempre più incentrata sui rapporti unilaterali, che il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi porta avanti.

La seconda visita di Gheddafi in Italia ha celebrato lo storico trattato di amicizia stipulato due anni fa tra l’Italia e la Libia. Lasciando da parte quegli aspetti economici, sociali, di sicurezza e di contenziosi storici da chiudere che hanno contribuito all’accordo, se valutiamo il trattato da un punto di vista storico e giuridico, può considerarsi anche doveroso che l’Italia risarcisca per i crimini commessi durante l’occupazione della Libia (può essere anche un precedente positivo nel diritto internazionale che però anche altri Stati responsabili di gravi crimini è auspicabile vogliano seguire). Quello che lascia forti dubbi però è se un accordo del genere possa essere siglato con uno Stato non propriamente democratico, come quello guidato da decenni dal colonnello libico Gheddafi.

Forse sì, ma allora doveva essere incentrato sulla sottoscrizione di un impegno per un maggior rispetto dei diritti umani e dei valori della libertà. E in quel caso già sognavo un Berlusconi prima maniera (quello della discesa in campo per la rivoluzione liberale) che andava a Tripoli e, insieme ai tanti soldi, proclamasse, forse con uno stile un po’ americano, l’esportazione della democrazia in forma pacifica, richiamando il dittatore libico al rispetto dei diritti umani, dei dissidenti politici e della libertà religiosa.

Invece sta succedendo esattamente il contrario: come in un incubo, vediamo Gheddafi, per la seconda volta a Roma, diventare il protagonista assoluto di questi incontri bilaterali; prenderci sempre più gusto e, nell’assordante silenzio della maggioranza (anche quella più beceramente anti-islamica), esaltare lo Stato libico contro le decadenti democrazie occidentali, celebrare con pubbliche manifestazioni le conversioni di alcune donne all’Islam, invitare l’Italia e tutta l’Europa decadente a convertirsi alla “Vera e Ultima” religione, tenere lezioni a centinaia di giovani e belle donne e, infine, chiedere sempre più soldi all’Europa per “riuscire” a contenere l’arrivo di nuovi immigrati in fuga dalle coste libiche. Insomma un vero capolavoro quello che ci fa vivere la diplomazia berlusconiana.

Ma i tre giorni di spettacolo “folkloristico” offerto da Gheddafi, tra i silenzi del governo italiano, ci danno l’occasione anche per fare qualche riflessione su di noi. Infatti i messaggi provocatori, e allo stesso tempo tristemente seri, del colonnello libico fanno inesorabilmente da specchio della nostra società; ad esempio sul valore e il ruolo della donna, così maledettamente simile a quello che sembra offrire gran parte della società italiana e della nostra classe politica.

Così come i tentativi di colonizzazione della religione islamica, se da una parte si scontrano con una democrazia liberale che ha gli anticorpi per tenere a distanza l’impostazione da Stato etico di Gheddafi, dall’altra trovano terreno fertile in una società dove sempre più forte risulta la deriva etica relativista, che renderà sempre più difficile il confronto con le altre culture e le altre religioni, soprattutto quelle emergenti ed “aggressive”; confronto che non è aiutato neppure da una presunta tutela della Cristianità e dei suoi valori, se questa passa attraverso interlocutori assai poco credibili che, con la scusa del crocifisso, seminano i germi della violenza, della xenofobia e dell’intolleranza.

Insomma l’“incubo” che la diplomazia italiana ci ha fatto vivere in questi giorni si porta dietro, insieme allo sdegno crescente per una politica estera di Berlusconi incentrata sempre di più da rapporti stretti e consolidati con chi non sempre rispetta i diritti umani e della libertà (Putin, Gheddafi e il leader bielorusso Alexander Lukashenko), anche l’occasione per riflettere un po’ meglio su di noi e provare a migliorare: la nostra politica, ma non solo.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Carlo Lazzeroni

5 Commenti
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anna
14 anni fa

Condivido in pieno quanto scrivi, Carlo. E’ proprio vero: il leader libico c’ha preso gusto… il teatrino delle ragazze convertite (che avrebbero assistito anche senza compenso, come no, a crederci…), le dichiarazioni circa il rispetto della donna e gli show folkloristici… E tutto questo sotto l’occhio vigile di Berlusconi…dove ci porterà tutto questo? Ad un pretesto per calpestare i diritti umani anche nel nostro paese?

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14 anni fa

[…] Guarda Originale: I messaggi di Gheddafi e le nostre risposte | Pier Ferdinando … […]

Jetsep
Jetsep
14 anni fa

Hanno sbagliato a titolare il suo articolo Signor Carlo.
Dovrebbe essere: I messaggi a Gheddafi e le sue risposte.

Abbiamo visto film differenti mi sembra.
Io quello di un signore a capo di un paese di senza palle, dove si tenta di sopperire alla mortificante menomazione con la furbizia.
E già qui siamo in piena importazione, in quanto alla tecnica del: “bacio la mano che non posso tagliare”.
Indovini da dove viene?

Siccome non siamo in grado di risolvere il problema immigrati sul versante europeo e ci ripugna prendere a cannonate le zattere, allora, furbi, chiediamo a qualcun altro di fare il lavoro sporco. Basta che non si veda. Chiaro che ci tocca pagare caro poi.
Il rigassificatore ci fa schifo, il nucleare non si tocca che sporca, l’eolico serve per rubare, il solare è bello ma non balla…e alla fine dei giochi restiamo con… il tubo del gas.
La famosa canna del gas.
Peccato che dall’ altra parte del tubo (lato rubinetto per capirci) ci sono il sosia psicopatico di Zucchero e Putin.
Se non bastasse: rendere “mediatica” questa farsa giova alle tasche del nostro Premier.
Certo, ci vuole coraggio a raccontare per giorni un Villaggio Valtur, animazione inclusa, spacciandola per informazione.

In seguito basterà alzare la posta per far funzionare il gioco.
Al prossimo incontro, la “lesson number three” di Islam, le signorine verranno selezionate tramite concorso a voti e si ammazzeranno per esserci.
La tenda diventerà permanente, alla faccia delle licenze edilizie e a qualcuno, pieno di talento, verrà in mente di girarci una puntata del grande fratello.
Sarà il segnale che finalmente gli italians potranno dedicarsi in pace ai problemi veri: calciomercato e tessera del tifoso.

Gheddafi ha solo raccolto quello che gli è stato graziosamente concesso di prendere.

…don’t shoot me, I’m only the piano player…

citoyenne
citoyenne
14 anni fa

Buongiorno
Una giusta analisi la sua, caro signore! La condivido ma, mi perdoni, la trovo mancante di una parte importante: dov’è il popolo italiano? Lei si dispiace delle magre che ci fa fare il cav., nelle vesti di premier ed io mi vorrei seppellire per la mortificazione ogni volta che avviene uno spettacolo da circo equestre come quello che il cav. offre agli Itaiani e, in un mondo globalizzato, all’intero universo. Ma, torno a chiederle, gli Italiani dove sono? Sapevamo già da tempo i preparativi che si stavano allestendo per questo caravan serraglio, o sbaglio? Quale partito si è mosso in Italia per protestare a priori? Non i partiti di sinistra, anche perchè avevano già avuto a che fare con il predidente libico (loro almeno avevano salvato la forma!); non i partiti di centro che dovrebbero rappresentare l’area moderato/ecclesiastica della popolazione italica; non potevano protestare i partiti di destra perchè era organizzato tutto dal loro leader/padrone; non sono scesi in piazza i vari movimenti viola, arancione, blu o rossi. A priori, non sono scesi in piazza i Romani, che ogni volta vedono la loro città svenduta non per fini sociali o cattolici o sindacali, ma per meri interessi economici del cav. che, sappiamo già, pensa solo ai suoi profitti. Il convitato di pietra di questa recita è stato il popolo italiano, che ha assistito a questo triste e tristo spettacolo circense di prostituzione culturale e, forse, anche fisica.
Dov’è la dignità del popolo italiano che il cav. fa calpestare, giorno dopo giorno?
Scusi la mia ingerenza.
Con simpatia, una citoyenne

Jetsep
Jetsep
14 anni fa

Ingenuità. Nel senso nobile del termine. Non ingerenza.
E dato che iniziamo per “ing” vorrei sottolineare che l’ ingegneria politica prevede solo sondaggi ma quanto a rappresentanza del popolo…beh, mettiamoci in pace: è acqua passata. Roba da cineteca.
La dignità è impegnata: sta… aspettando Godot.
Altrimenti, se i soprassalti fossero stati numerosi si sarebbero sentiti. Elementare.
Al prossimo Incontro, per la “lesson number four” potremmo attrezzarci con trombette e pomodori. Quanti pensa che saremmo?
Se ci fosse il televoto per le signorine islam, invece, quanti pensa che voterebbero?
Una volta fatta la differenza fra i due totali…si faccia forza.
Occorre.



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