Il ddl relativo al Pareggio di Bilancio serve a ridurre lo spread dei diritti tra generazioni
Riceviamo e pubblichiamo” di Mario Pezzati
È stato quasi ultimato l’iter per il disegno di legge costituzionale relativo al Pareggio di Bilancio; per inciso, su tale legge vi è stata una ampissima convergenza, tanto che con 489 voti si è escluso il ricorso al referendum (ricordiamo che l’articolo 138 della Carta prevede che le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali debbano essere approvate a maggioranza assoluta da ciascun ramo del Parlamento con due distinte deliberazioni, tra le quali devono intercorrere almeno tre mesi).
Cosa prevede questo disegno di legge? Con tale provvedimento si intende inserire nella Carta Costituzionale alcune regole europee sul pareggio di bilancio.
In definitiva, viene prevista l’armonizzazione dei bilanci pubblici (ovvero si modifica l’articolo 117, secondo e terzo comma, della Costituzione, attribuendo la materia «armonizzazione dei bilanci pubblici» alla competenza legislativa esclusiva statale e non più – come nel riparto vigente – alla competenza legislativa concorrente tra Stato e regioni).
Il ddl prevede anche (nell’articolo 4) la modifica dell’articolo 119, primo e sesto comma, della Costituzione e in particolare, il periodo aggiunto alla fine del primo comma dell’articolo 119 (che attiene al principio dell’autonomia finanziaria di entrata e di spesa delle autonomie territoriali) che condiziona l’autonomia al “rispetto dell’equilibrio dei relativi bilanci”; in secondo luogo, prescrive che le autonomie territoriali concorrano “ad assicurare l’osservanza dei vincoli economici e finanziari derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea”. In altre parole, il principio del “pareggio di bilancio” coinvolge la singola autonomia territoriale, pur nell’equilibrio complessivo dell’aggregato regionale degli enti locali.
Per quanto riguarda le politiche di indebitamento delle singole autonomie territoriali, la nuova legge prevede espressamente che si definiscano dei piani di ammortamento (ovvero di rientro dallo sforamento del pareggio di bilancio) e che nell’ambito di ogni Regione, gli enti locali, nel loro complesso, sia rispettato l’equilibrio di bilancio.
Perché questa legge è tanto importante? Sostanzialmente perché impone il rispetto, per le amministrazioni pubbliche, delle regole di bilancio e soprattutto impedisce di sforare l’equilibrio dei conti, aumentando i costi a dismisura e lasciando che siano le generazioni future a pagare il conto.
Per avere una idea basti considerare che, se questa norma fosse stata introdotta negli anni 80, oggi non avremmo il debito pubblico mostruoso che invece si ritrova l’Italia.
Proprio per tale motivo non si può non concordare con l’on.le Occhiuto quando afferma che “questo provvedimento serve, dunque, a far diminuire lo spread dei diritti tra generazioni. Votando per questa modifica costituzionale deve essere chiaro che la politica si impegna a cambiare pagina per sempre. A spendere i soldi dei cittadini tagliando gli sprechi, per concentrare le risorse verso la spesa pubblica produttiva e per la crescita.”
Casini.
Con questo provvedimento avete firmato la condanna dell’Italia.
Ogni anno l’Italia ha un deficit in euro verso la Germania.
Lo Stato non può indebitarsi per fare entrare più euro tramite l’emissione di titoli.
Le nostre aziende tartassate dalla tasse e dai maggiori costi rispetto alla Germania saranno sempre meno competitive, anzi molte addirittura chiudono, obbligandoci ad importare ancora di pìù prodotti tedeschi.
Quindi ogni anno la quantità di euro in circolazione in Italia sarà in diminuzione.
E l’economia morirà.
Si vada ad informare prima di sostenere certe truffe che arrivano dalla Confindustria tedesca.
http://goofynomics.blogspot.com/
Il pareggio di bilancio è una follia,parola di sei premi Nobel
Sei premi nobel per l’economia ed altri esperti scrivono una lettera al Presidente Obama contro la proposta di inserire nella Costituzione americana una norma che costringa rigidamente al pareggio di bilancio. E’ la stessa norma che hanno concordato gli Stati europei su input franco-tedesco e che a breve si approverà pure per la Costituzione italiana.
“E’ una follia” dicono i nobel. Sul piano tecnico-economico impedirebbe quelle che il grande economista inglese lord Keynes chiamava politiche “anticicliche”: sostenere la domanda pubblica e i consumi popolari per uscire dalla recessione.
Più in generale e in sintesi i sottoscrittori della lettera denunciano con convinzione che sarebbe una camicia di forza per la crescita, un sistema irresponsabile per addossare sugli enti locali e sui cittadini, specie quelli più poveri, qualsiasi spesa in più, un invito aperto a svendere le proprietà dello Stato con manovre dubbie e opache e una iattura nel caso che eventi imprevisti richiedessero massicci stanziamenti.
Di sicuro in un momento in cui gli enormi tassi d’interesse della speculazione finanziaria caricano il debito pubblico, parlare rigidamente di pareggio di bilancio senza mettere in discussione queste uscite, significa una politica sociale lacrime e sangue!
In ultima istanza quindi un grave rischio per la democrazia e per la possibilità dei cittadini di decidere quale politica economica adottare.
I sottoscrittori della lettera (leggi la traduzione integrale) sono:
KENNETH ARROW premio Nobel per l’economia 1972; PETER DIAMOND, premio Nobel per l’economia 2010; WILLIAM SHARPE, premio Nobel per l’economia 1990; CHARLES SCHULTZE, consigliere economico di J.F. Kennedy e Lindon Johnson, animatore della Great Society Agenda; ALAN BLINDER, direttore del Centro per le ricerche economiche della Princeton University; ERIC MASKIN, premio Nobel per l’economia 2007; ROBERT SOLOW, premio Nobel per l’economia 1087; LAURA TYSON, ex direttrice del Natonal Economic Council
post scriptum: faccio notare che nel Parlamento italiano la discussione su questa grave modifica Costituzionale è cominciata lunedi 5 marzo. Presenti ai lavori 9 deputati su 630…!!!
Fonte:i segreti della casta
Ma Lei insieme ai suoi colleghi è consapevole di ciò che sta facendo? Sa cosa significherà per l’Italia e gli italiani questo scempio costituzionale che state costruendo? Anni lunghi di recessione e austerità. Siete ammattiti tutti in Parlamento. Proprio tutti. Ubbidire al fiscal compact è un suicidio. E voi non avete il diritto di mandarci al macello. NO, non ce l’avete!
visto che sono l’autore dell’articolo, mi sento in dovere di intervenire.
Per quanto riguarda le osservazioni del sig. Gionco, mi permetto di dissentire da quanto scritto. Intanto l’articolo da lei postato riporta alcune inesattezze nella lettera e nelle motivazioni che hanno portato i sopracitati premi nobel a scriverla. Per altro, prima di accodarsi bisognerebbe documentarsi su questi premi nobel: ad esempio Arrow ha sempre avversato ogni politica redistributiva, e due anni fa, in piena crisi, dichiarò pubblicamente che non eravamo all’interno di una nuova “Grande depressione” e ceh non è necessario un nuovo New Deal per fare riaprtire l’economia (per la cronaca, il new deal fu la strategia economica che misero ina tto gli USA per uscire dalla crisi del 1929).
per quanto riguarda il pareggio di bilancio, se fosse solo questa la norma, la critica avanzata sarebbe corretta, ma, se legge bene la norma in discussione, osserverà che è prevista l’ipotesi di sforamento del bilancio, ma solo se vi è contestualmente un paino di rientro di tale sforamento.
senza questo vincolo, la politica di indebitamento che lei critica, sarebbe invece possibile e ci farebbe sprofondare ancora di più.
sig. Pace, forse non ha letto bene, ma è prevista l’ipotesi di sforamento dibilancio, ma bisognerà, da ora in poi, prevedere anche un paino di rientro.
Forse non ci si rende conto che se questa norma fosse stata introdotta negli anni 80, oggi non avremmo il debito mostruoso che abbiamo.
presupporre che lo stato debba pagare sempre per tutti, è, invece, proprio la strada ceh ci condurrebbe autoameticamente al default come in grecia e questa ipotesi sarebbe molto peggio.