postato il 15 Luglio 2009 | in "Politica"

Il Parlamento rallenta il governo? Solo pubblicità

La Corte costituzionale in questi ultimi anni è al centro di indebite, opposte pressioni, di cui abbiamo avuto prova in questi giorni: da una parte c’è chi chiede di non disturbare il manovratore, dall’altra chi per difendere la Consulta fa appello nelle sedi internazionali a fare pressione sulla Corte. Se questa è la cultura istituzionale, c’è da preoccuparsi. Oggi alla Camera abbiamo finito alle sei di pomeriggio, domani c’è una mozione. E’ così da tre o quattro settimane: e c’è ancora chi dice che il Parlamento rallenta l’azione di governo ed evoca l’alibi della decretazione d’urgenza. E’ tutto frutto di una operazione pubblicitaria.
Oggi bisogna seminare in un terreno difficile, c’è chi rappresenta la Costituzione come un impiccio, una sorta di consociativismo culturale fra le varie correnti politiche: questo è profondamente sbagliato.

Pier Ferdinando

2 Commenti
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Edoardo Marangoni
Edoardo Marangoni
15 anni fa

Se, esagerando, decidessimo di dover indicare un solo elemento positivo della storia politico-costituzionale del nostro Paese, senza dubbio dovremmo indicare la Costituzione della Repubblica Italiana, entrata in vigore il 1 gennaio 1948.
Alcune parti saranno modificanili, altre sono già state sottoposte a modifica, ma la complessa e ragionata intelaiatura non può certo essere modificata a piacimento da una Maggioranza e/o da un Governo, a maggior ragione se propensi alla sottimissione al capo.
Sappiamo bene che la situazione storica e la composizione del Parlamento sono stati unici. La profondità del dibattito, la serietà e la volontà di pervenire ad un documento che sarebbe stato ‘sacro’ da allora in poi, portarono i Costituenti alla redazione di un documento che prefigura uno Stato democratico dove i 3 poteri trovano perfetto bilanciamento.
Per arrivare a mettere le mani sulla Parte I della Costituzione o si è coraggiosi o… o, diciamo, si rischiano di fare dei grossi pasticci.
Da una parte e dall’altra, da qualche anno a questa parte, si è cominciato a tirare la giacchetta alternativamente al Presidente della Repubblica e alla Corte Costituzionale. Nei momenti di pausa si è attaccato Parlamento e Magistratura. E’ chiaro che se i poteri (come è giusto che sia) hanno il compito di controllarsi a vicenda, facilmente entreranno in conflitto. C’è conflitto e conflitto, però. Vi può essere diversità d’azione quanto ai mezzi, ma non sui fini.
Sarebbe il momento di smetterla di accusare quest’organo costituzionale oggi e domani quell’altro, solo per “spararla grossa”.
Il Parlamento non è e mai potrà essere “un impiccio”. Se così fosse, sarebbe “un impiccio” la rappresentatività, cioè la democrazia! Forse i Parlamentari saranno troppi (ho i miei dubbi), ma non è certo apponendo la fiducia su ogni documento che passi per l’una o l’altra Camera che si risolve il problema.
A mio parere, tutte le accuse rivolte dal Presidente del Consiglio al Parlamento sono del tutto strumentali al perseguimento del suo fine: fare in modo che si faccia ciò che decide lui. La legge elettorale senza preferenze completa questo disegno: “non voti come dico io, alla prossima sei fuori” con buona pace del parlamentare intellettualemnte onesto e rappresentativo del territorio e dei cittadini.

giovanni pelliccia
giovanni pelliccia
15 anni fa

Io credo il contrario… è il Cavaliere che rallenta il lavoro del Parlamento.

Una maggioranza, la più ampia della storia repubblicana, un esercito di soldatini che risponde all’appello del Supremo Padre e povero Presidente del Consiglio, è rallentato e per lo piu’ non ha potere, peccato che le leggi su i suoi processi sono state fatte in tre giorni.

Solidarietà al Presidente del Consiglio, senza poteri.

Presidente Casini, davvero non ne possiamo più di un governo pirandelliano e delle bugie del suo Mangiafuoco.

Ormai, ed anche quello che sta accadendo sulla Corte Costituzionale, ci da la conferma che viviamo in un paese senza scale valoriali ed in tutto questo i Padri della Costituzione si stanno rivoltando nella tomba, se continuano a pasticciarla in questo modo. Bisogna dire basta, Presidente, il prima possibile.



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