Il Partito che vorrei…
Siamo alle solite.
Mancano pochi mesi alle elezioni comunali, e i paesi sembrano risvegliarsi, o meglio, i partiti sembrano uscire dal letargo, ripopolarsi. Ormai tutti, dal PDL, al PD, passando per API,MPA,IDV (chi più ne ha, più ne metta!), pullulano di gente interessata solo ed esclusivamente al bene del proprio Comune.
Chissà perché, però, quest’amore per il proprio paese e questa voglia di fare politica si riaccendano soltanto in un periodo di tempo così breve, e si spengano, troppo spesso, pochi mesi dopo il voto.
In realtà, per me, la politica, l’essere in un partito, è tutt’altro. La vita di partito va ripensata.
Per me, significa partecipazione, continua e disinteressata, alla vita politica di un paese, significa vivere a contatto con i problemi di tutti i giorni, vederli con i propri occhi, toccarli con mano. Far parte di un partito significa, prima di tutto, sedersi in cerchio, guardarsi negli occhi, e discutere, discutere e discutere. Condividere notizie, portare alla luce problemi e, insieme, formulare proposte. Insieme, per l’appunto.
Infatti, continuo a credere che in un partito ogni tesserato debba avere pari dignità nelle assemblee. Nonostante io venga da un’esperienza fortunata, nonostante io abbia potuto assaporare in prima persona una viva attività partitica, so che in molti casi quella che io ho vissuto come normalità in questi anni, è pura utopia.
Quasi sempre, la situazione è questa: le assemblee non esistono, le sedi sono ermeticamente chiuse, e le chiavi sono detenute dai soliti vecchi volponi della politica, che organizzano riunioni per pochi eletti.
Fortunatamente, non è sempre così. In alcuni casi, continua a sopravvivere quella passione e quella voglia di fare politica, e si anima nei cuori di persone che credono, come me, che la vita di partito debba fondarsi su partecipazione e condivisione. Quella condivisione di idee, di gioie e, perché no, anche di delusioni, che può rendere grande un partito.
Ebbene, la mia speranza è proprio questa: che nei partiti si possa respirare quest’aria nuova, di cambiamento. Soltanto così, riacquisirebbero credibilità, anche agli occhi dei giovani, e forse tornerebbero ad animarsi, non solo a pochi mesi dalle elezioni.
L’unico errore da non commettere è lasciare che chi fa politica per passione, in maniera del tutto disinteressata, possa essere scavalcato da chi, a pochi mesi dal voto, brama per mettersi in mostra.
Soltanto così, credo, si potrà voltare pagina ed iniziare ad immaginare un nuovo modo di fare politica e dunque far tornare i giovani alla politica.
“Riceviamo e pubblichiamo” di Marta Romano
Cara Marta, nell’elenco dei partiti ti sei dimenticata dell’UDC, che sicuramente non è immune a questo sistema. Ma facciamo di tutto perchè questi vadano a casa… come si dice, in dialetto bellunese, schei e paura mai avesti!
Ottime osservazioni, condivido in pieno con quanto hai scritto.
Francesco Modaffari
Sarebbe il caso di prendere un operaio disoccupato e metterlo in lista.
Brava Marta! hai perfettamente ragione. Buon lavoro
Luisella
@Maurizio,
nel mio “sfogo”, nella mia “riflessione” non escludevo assolutamente nessuno. Tutti, UDC compreso, hanno anche un minimo di colpa nell’attuale situazione.
L’unica cosa: io vengo da un’esperienza fortunata, è vero, ma ciò non toglie che da un momento all’altro possa arrivare un qualsiasi “capetto” a tentare di imporre la propria linea politica, mettendo a tacere tutte le voci contarie. Lì sta la forza del Partito, la credibilità, nel rispondere con decisione e convinzione a tali pretese, e difendere strenuamente la voce di quelle persone che credono che la Politica, quella con la P maiuscola, sia altra cosa.
Spero non succeda, ma non per questo credo che nell’UDC non ci siano questi problemi! 😉
@Francesco,
sono felice che molti, soprattutto giovani, la pensino come me. D’altronde, come diceva padre Pino Puglisi “E se ognuno fa qualcosa, allora si può fare molto…” 😉
C’è bisogno di una rivoluzione nella politica, e questa deve partire dal basso, ma finchè chi decide le regole è chi le dovrebbe rispettare e magari “subire” ciò non accadrà mai.
Vedi la legge elettorale, tutti sono consapevoli del “porcellum” ma nessuno ha la reale volontà di cambiarla, nonostante ciò che dice anche Casini, nel 2008, nonostante potesse benissimo utilizzare le indicazioni del suo partito nel territorio per scegliere i candidati ha fatto come più gli comodava, mettendo qua e la amici, come in Veneto, dove su 3 parlamentari due sono di Roma. E questi episodi non erano “obbligati”, ribadisco, sono state delle scelte fatte senza tener conto del territorio.
Non serve perciò che arrivi il “capetto” di turno, le imposizioni arrivavano arrivano ed arriveranno dall’ alto, sempre, senza tener conto di chi le subisce, ma pretendendo anzi che si corra, che si sgambetti per far si che gli elettori votino per queste persone.
Come ormai ho scritto più e più volte stiamo proponendo alla gente una Fiat Ritmo 130 dell’85 al posto di una Fiat Regata dell’83, ovvio che va di più, ma rimane sempre una macchina vecchia e poco affidabile, che nessuno si azzarderebbe ad usare per fare un lungo viaggio, ma risulta bella solo da far vedere agli amici.