Il Veneto è una nazione?
Il Governatore Veneto Luca Zaia non più di un paio di giorni fa ha dichiarato che il Veneto è una Nazione, come lo è la Catalunya, sostenendo che i veneti sono stati italianizzati da Roma e che quest’ultima ha molta meno storia di Venezia.
Ad appoggiare l’ex Ministro dell’agricoltura è arrivato anche il Senatùr aggiungendo che i veneti non sono ancora stati italianizzati in quanto nelle famiglie si parla il dialetto e non l’italiano.
Non sono mancate le repliche a queste affermazioni, tra le quali anche quella del vice-governatore della Catalunya Josep- Lluis Carod-Rovira, che in un’intervista al Corriere del Veneto (in un italiano quasi perfetto!) fa notare ai lettori ed al Governatore che tra la regione spagnola che rappresenta e quella italiana le differenze non mancano, anzi, sono molto profonde, sia nella storia che nel modo di essere governata.
In Catalunya si accetta una società multirazziale, ma si da priorità all’ identità nazionale che sta nella storia, nella cultura, nella lingua e nella struttura economica e soprattutto c’è la volontà democratica di un progetto di vita in comune nella legalità. Essere catalano non è altro che una volontà, mentre invece si vuol far passare l’essere veneto come un privilegio, un dono.
Giustamente la propria cultura va preservata, ne andrebbe l’annientamento delle tradizioni e del popolo stesso, ma ciò non deve creare una chiusura verso l’esterno in quanto, paradossalmente porterebbe alle stesse conseguenze.
C’è poi da dire come in Veneto non ci sia una lingua ufficiale come è per il catalano, nel nostro territorio si parlano decine di dialetti alcuni profondamente diversi fra loro, basti pensare al Ladino oppure al dialetto delle zone di Lamon, solo per citarne un paio delle mie zone. Immagino già le espressioni dei vecchietti di alcuni paesini di montagna, quando gli verrà comunicato che alle poste per ritirare la pensione dovranno parlare all’impiegato in veneziano e non in italiano o nel loro dialetto.
Quello che propone Zaia più che un riconoscimento dello Stato Veneto sembra più il voler imporre un suo modo di pensare anche a chi finora si è sempre sentito italiano, senza però dimenticare di essere veneto e padovano, rodigino, trevigiano, veronese, vicentino, veneziano o bellunese.
“Riceviamo e pubblichiamo” di Maurizio Isma
L’ultima uscita di Zaia si inserisce perfettamente nello zibaldone delle idiozie padane e tanta è la sua stupidaggine, che francamente non meriterebbe nemmeno una riga di notizia.
Ma lo vogliamo capire o no che Lega da più di venti anni ha in realtà un unico e solo obiettivo al quale i suoi militanti tengono più di ogni altra cosa al mondo : la SECESSIONE, cioè staccarsi dal resto d’Italia per miseri motivi di natura economica?
Negli ultimi anni i leghisti hanno acquisito sempre maggiori consensi perché attraverso i mass media hanno “furbamente” abbassato il tiro, facendo credere ( o almeno pensando di far credere a tutti gli italiani ) che lo scopo della Lega sia solo quello di modificare fiscalmente e amministrativamente la forma di stato da centralista a federale.
Ma è ovvio che le cose non stanno così.
I “padani” sperano che, dopo aver “lavorato” per molto tempo sui nodi vitali che stanno alla base della convivenza di un popolo ( sanità, istruzione e sicurezza ), alla fine, un bel giorno, le loro future generazioni possano attuare una secessione “dolce”, una specie di separazione “consensuale”, come quella avvenuta anni addietro in Cecoslovacchia.
Credo che gli italiani di buon senso, ad ogni livello, debbano farsi sentire per fermare questa pericolosa china che sta prendendo il nostro Paese.
Un conto è la libertà delle idee, che va sempre rispettata, un altro è tentare di dividere e disgregare la cultura e l’unità di un Paese, in nome della quale, nel corso della nostra storia, centinaia di migliaia di uomini hanno combattuto e anche perso la vita.
Il popolo Veneto è riconosciuto dallo stato italiano con una sua legge mentre la lingua è riconosciuta a livello internazionale. La repubblica serenissima invece è durata 1000 anni e il territorio veneto è stato unificato sotto Venezia per 400 anni.
Tutto questo è venuto prima dei leghisti.
Un popolo, che sia antipatico, simpatico, bello o brutto, ha diritto all’autodeterminazione e questo è il solo e unico punto. Chi invece non riesce a capirlo, argomentando anche con le piu’ belle storie del mondo, resta sempre e solo un colonialista. Non raccontatevi bugie.
Baci e abbracci
io sono toscano, comunque, ricordo che in quarta ginnasio il manuale di greco iniziava con l’illustrazione delle lingue indoeuropee ed una di queste distinta dall’italiano era il veneto. Gli stessi Romani descrissero i popoli della Gallia Cisalpina, le loro caratteristiche fisiche e culturali ed i Veneti sono uno di questi. I Veneti, poi, subirono molto più degli altri popoli l’invasione Lombarda (Paolo Diacono dice che il maggior numero di fare si stanziò in quell’area) e probabilmente anche i Goti e gli Eruli sopravvissero maggiormente in quelle aree dove il braccio militare bizantino faticava ad arrivare e richiedeva sempre il supporto militare di altri popoli germani.
In realtà l’Italia ha solo una grande paura di ammettere di essere il guazzabuglio di tre nazioni ben distinte storicamente, linguisticamente ed etnicamente. Un progetto fallito di uno stato illuministicamente e positivamente concepito che avrebbe dovuto imporsi come nazione guida del mondo, almeno così vagheggiavano i ‘romantici’ fondatori di questa patria, ed invece è diventata la barzelletta sulle bocche di tutti…quando penso al nostro paese mi viene sempre in mente il motto cristiano: ‘chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato’