La democrazia è a rischio?
‘Riceviamo e pubblichiamo’ di Antonio Cannatà
Penso che oggi tutti quanti noi siamo chiamati ad un atto forte! Chiunque si renda conto della gravità di quello che sta succedendo ha l’obbligo di non voltarsi dall’altra parte.
La democrazia, a mio avviso, è in questi giorni in serio pericolo. Le istituzioni che si fanno la guerra tra di loro sono il terreno fertile per ogni tipo di dittatura. Palese o fittizia. Quando a capo delle istituzioni non ci sono uomini “delle istituzioni” con il senso dello Stato, ma solamente arroganti e presuntuosi oltreché loschi figuri allora dobbiamo seriamente preoccuparci per la sopravvivenza delle stesse.
Se un esecutivo si arroga il diritto di usare armi come il decreto per regolamentare una legge elettorale senza, ovviamente, passare dal parlamento a mio parere siamo arrivati al capolinea della libera partecipazione.
Condividendo l’opinione che il partito di maggioranza relativa debba poter partecipare alle elezioni, e rammaricandomi io stesso che il Pdl non ci sia alle prossime elezioni nella provincia di Roma poiché moltissima gente, forse, non andrà a votare, potendo dunque falsare o quantomeno modificare il risultato elettorale, ritengo essenziale il principio che un governo non può pretendere di avocare a se tutti i poteri costituzionali, quando lo stesso cerca di modificare delle linee di pensiero giuridico, ecco che va delineandosi quel disegno di impossessarsi degli stessi poteri che dovrebbero essere intoccabili e sapientemente separati.
Se si vogliono cambiare le regole del gioco, questo è nei poteri di un esecutivo democraticamente eletto, ma va fatto nei tempi e soprattutto nei modi giusti. Il parlamento deve essere la casa del dibattito politico e la sede unica del potere legislativo. Cambiare le carte in tavola con l’uso di decreti è da bari! e da sempre i bari hanno fatto il male di ogni tavolo dove si sono seduti.
E ancor meno reputo utile l’utilizzo indiscriminato della piazza. Non bisogna dimenticarsi che è dalla piazza che nascono le dittature.
Il parallelismo, spero, è alquanto azzardato ma da una “innocua” marcia nella capitale si è dato il via al fascismo! non vorrei che un’altra “innocua” marcia possa dare il via ad altro!
Ogni cosa ha il suo luogo. La baldoria ha la piazza, la legge ha il parlamento. Se si confondono queste cose si rischia che la piazza diventi la legge e il parlamento faccia solo baldoria. E credo, spero anche a ragione, che non sarebbe la cosa più auspicabile. Il ricorso alla piazza va ponderato egregiamente! Alla piazza bisogna ricorrere senza esagerazione. Anche perché il passo tra popolo e massa è davvero breve, forse minimo. E basta un demagogo neanche troppo esperto per guidare la massa, mentre c’è bisogno di un “politico”, uno “statista”, per condurre il popolo!
Per questo oggi io confido nell’unica, spero, reale alternativa di questa politica bipolare. l’Italia non è bipolare e men che meno bipartitica! speriamo che la gente non cada nella logica del terrore leghista o nella politica finta del Pd.
Io oggi voglio avere il coraggio di essere libero da ogni condizionamento e forte nelle mie idee! solo cosi potremo un giorno rendere conto ai nostri figli delle scelte fatte oggi!
Il rischio c’e’…ma non si deve vedere.
Banale riflessione,come banale e’ la contapposizione chiassosa di alcuni sinistroidi,tra cui il buffo Tonino,un magistrato analfabeta non si era ancora visto prima!
Parliamoci chiaro amici,la democrazia e’ sempre stata a rischio,parlo di quella Democrazia di valori,di sani principi,di assistenza pensata col cuore e non mirando agli interessi di portafoglio,di qualsiasi colore esso fosse.Tutti in tempi diversi hanno commesso errori molto gravi tra cui l’egoismo,la gola..
Oggi siamo di fronte ad un altra forma di rischio,il rischio che l’egoismo sia palesemente ammesso,il rischio politico di strumentalizzare e giustificare tutto,a noi non deve star bene..assolutamente.Ma non strilliamo come il colorato caravan di sinistra,ammetto che anche a me e’ parso tutto grottesco…
Si puo’ errare in ogni campo,anche politico,ma le regole dettate dai principi costituzionali devono rimanere il pilastro portante di ogni situazione italiana.
Attendo risposte e commenti,ciao amici.
Caro Stefano,questo pezzo è superlativo. Vittorio Vattelappesca,pur non conoscendo personalmente l’autore,l’aveva scritto:”il nostro amico Antonio,in modo disincantato ed obiettivo,analizza quello che sta avendo luogo nel nostro amatissimo Paese. Certamente non esagera evidenziando il rischio di un nuovo totalitarismo,magari più pervasivo perchè subdolo. La libertà non è mai scontata. La libertà va riconquistata tutti i giorni. La storia c’insegna che il despota prende il potere,sovente legittimato dalle masse,nei momenti di maggiore caos,nei momenti di maggiore tensione sociale”. Infine,concludeva citando Gramsci:”la storia c’insegna,ma non ci sono scolari”.
Rischio?
Rischio significa probabilità alta di pericolo che un evento infausto avvenga.
Basta accendere la tv per rendersi conto che l’evento infausto è già avvenuto.
E’ un mio parere personale, la democrazia non credo che sia a rischio semmai la gente dovrebbe dare il proprio consenso all’UDC per dare credibilità e un cambiamento all’Italia.
Parole Sante,solo una forza moderata e leale con se stessa prima che con gli altri puo’ essere l’Alternativa…..e attenzione ai sinistroidi deformanti…d’accordo su intese programmatiche ma non facciamoci incanalare in proteste e “guerre” non nostre. C’e’ anche questo rischio,non credete?
Stefano Magistrali PC
Concordo, peraltro vedo che il tessuto sociale è sempre più frantumato ed anarchico, ognuno pensa sempre più ai propri interessi, mi vergogno del fatto che le problematiche sociali vengano proposte come cavalli di battaglia solo nell’imminenza di elezioni. Se ci vediamo come elementi attivi di una società composta da “buoni padri di famiglia” dobbiamo fare “personalmente” molto di più cercando di ricreare un rapporto a partire da quello di vicinato, riaggregando quanti hanno lo stesso “sentire”.
esatto…pensi che UDC sia un perno intorno a cui gravitare?o cerchiamo di essere di supporto in altro modo?dobbiamo secondo me chiedercelo,speriamo non siano battaglie perse..