La lettera al Corriere della Sera: «Di Pietro sbaglia, Udc mai opportunista»
sono grato ad Antonio Di Pietro almeno per una ragione: nella sua ultima fatica editoriale conferma la sua irriducibile avversione nei miei confronti. Il che, credetemi, mi conforta non poco essendo il populismo e la demagogia esattamente il contrario di quanto io ritengo serva all’Italia. Mi conforta ulteriormente il fatto di sapere che sono in buona compagnia, basti pensare agli autorevoli bersagli che l’ex pm ha preso di mira in questi anni, a partire dai massimi rappresentanti delle istituzioni italiane.
Ma veniamo al merito: «Casini bussò alla mia porta subito dopo Mani pulite». In realtà fu Di Pietro a bussare materialmente alla mia poiché venne a colazione nella mia abitazione. Tuttavia, tralasciando la forma, ricordo bene la sostanza di quell’incontro: egli mi spiegò che una delle ragioni connesse al suo abbandono del pool di Mani pulite era l’avversità pregiudiziale da lui non condivisa nei confronti dell’onorevole Berlusconi. Ricordo, come fosse ieri, le sue parole: «Berlusconi non è certo un santo ma ho constatato un pregiudiziale accanimento verso di lui che non posso condividere». Poco importa che in realtà le ragioni del suo abbandono della magistratura fossero altre, probabilmente connesse a indagini giudiziarie che lo riguardavano, ma questo fu quello che mi disse Di Pietro. E lo riporto solo per evidenziare quanta distanza passi abitualmente fra le sue opinioni private e le sue affermazioni pubbliche. Infine, secondo il leader Idv «l’Udc si è sempre macchiata di opportunismo, l’Idv è una moglie severa».
Gli italiani conoscono i fatti: l’Udc è stato l’unico partito a rischiare di sparire dal Parlamento sfidando il quasi bipartitismo imperniato sulle candidature di Berlusconi e Veltroni nel 2008; Di Pietro si è rifugiato comodamente nella coalizione con Veltroni, impegnandosi addirittura a formare gruppi parlamentari comuni col Pd salvo poi rimangiarsi la promessa il giorno dopo le elezioni. Severo con gli altri, il nostro Tonino, ma molto indulgente con se stesso.
Pier Ferdinando
Gent. mo Pierferdinando,
Sono uno dei tanti “indecisi” e, quindi, insoddisfatti dello “status quo”, che guarda con interesse agli “outsider”. Quindi anche al suo partito, agli IDV e, non ultimo, al M5S. A proposito di quanto da lei riportato in questo articolo ci tengo a farle presente che, secondo me, la chiave di lettura delle commistioni politica/affari/malaffari che ricorre spesso nelle cronache italiane e non solo, fu individuata magistralmente da uno dei personaggi più intelligenti che la storia politica italiana annoveri: Giulio Andreotti. Tale chiave si chiama “potere”. Esso, infatti, “logorando chi non ce l’ha”, lo costringe a compromessi e/o inserimenti nelle proprie fila di personaggi a dir poco imbarazzanti, che poi rimangono a far danni quando il potere dovesse arrivare. La dimostrazione del teorema? Lega Nord. C.V.D.! Detto questo ed eliminati drasticamente galletti e “puntatori di indice” ritengo che qualcosa si debba (ho detto “si debba” e non “dobbiate”: anche noi elettori abbiamo le nostre responsabilità quando votiamo personaggi già condannati per delitti contro il patrimonio comune premiando le liste che li hanno proposti!) iniziare a fare per rovesciare questo stato di cose, ormai talmente incancrenito da impedire un corretto funzionamento dello Stato (leggi necessità di un governo tecnico). Ciascuno potrebbe, per esempio, iniziare a fare pulizia in casa propria cercando persone realmente valide, non solo “credibili” da proporre. Ci tengo inoltre a dirle che mi sento personalmente offeso, pur non essendo, tuttora, uno di loro, quando sento parlare di “grillismo” o “antipolitica”, come se la politica “seria” sia quella che si è fatta finora, dalle persone (fra le quali c’è anche lei) e dai partiti che l’hanno fatta da 40 anni a questa parte e che ci hanno portato in tali disastrose condizioni! Per favore, lo dica anche ai suoi colleghi, smettetela, l’antipolitica non esiste: è politica, eccome! Saluti e buon lavoro. Cesare Proto.
[…] Non voglio entrare nel merito di chi ha bussato alla porta di chi in quanto a questo ti ha già risposto Casini, ma credo che in ciò che hai scritto ci sia un errore di fondo. Dare dell’opportunista ad un […]
[…] Non voglio entrare nel merito di chi ha bussato alla porta di chi in quanto a questo ti ha già risposto Casini, ma credo che in ciò che hai scritto ci sia un errore di fondo. Dare dell’opportunista ad un […]
Di Pietro ha perso l’ennesima occasione per stare zitto. Attaccare, per l’ennesima volta, l’Udc definendo Casini un approfittatore non sta nè in cielo nè in terra.
Tuttavia su una cosa sono d’accordo con lui: Idv e Udc sono incompatibili!
Ma perché a colazione nn gli hai dato un bel po’ di perle di guttalax?
PFC fai sempre più ridere. “UDC mai opportunista” chi te l’ha scritta?