postato il 8 Giugno 2010 | in "Economia, Politica"

La manovra è insufficiente, servono misure drastiche

Verso il partito della nazione

Ieri il governo tedesco, che ha i conti a posto, ha varato un provvedimento straordinario e fortissimo che ci deve far riflettere. Noi invece stiamo qui a gingillarci: se non prendiamo decisioni drastiche a ottobre-novembre rischiamo di stare punto e a capo.

L’Udc formalizzerà la prossima settimana gli emendamenti alla manovra in Senato e chiede attenzione al governo: non faremo sconti perché dietro l’angolo c’è il rischio Grecia. Bisogna avere il coraggio di tagliare le province al di sotto dei 250mila abitanti e i comuni sotto i mille. Di innalzare l’età pensionabile, di incentivare le assunzioni dei giovani e di colpire la speculazione finanziaria.

Pier Ferdinando

29 Commenti
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Gianluca Enzo
Gianluca Enzo
14 anni fa

chissà cosa si inventeranno ora i leghisti, per chi si è perso la puntata precedente: https://www.pierferdinandocasini.it/2010/05/27/criteri-originali-di-abolizione-della-province/

mauro
mauro
14 anni fa

La manovra proposta da Italia dei Valori mi sembra una buona alternativa…quella della UDC non la conosco….perchè su facebook non si possono commentare i suoi inteventi liberamente Onorevole Casini……..perchè non ha un blog dialogante e aperto alle critiche e ai dibattiti?

Francesco
Francesco
14 anni fa

Caro PF, non sono affatto d’accordo: il taglio delle province e dei comuni sotto i 1000 abitanti è un’altro slogan per non colpire il livello centrale.
Nel resto d’italia non so, ma in Lombardia non c’è nessun bisogno di tagliare nè le province nè i comuni sotto i 1000 abitanti, perchè non solo non sprecano ma sono le istituzioni più vicine ai problemi della gente. Nei comuni sotto i mille abitanti c’è un esercito di persone, consiglieri e assessori, che si preoccupano della cosa pubblica spendendo proprio tempo e denaro, che diversamente non ci sarebbero. Ma di voi a Roma c’è qualcuno che si è fatto il “fondo” sul territorio?

christian condemi
christian condemi
14 anni fa

Ho letto sul tirreno, che oggi si è’ Insediato il Consiglio delle Autonomie Locali della Regione Toscana,presieduto dal sindaco di Pisa e nella.. Discussione sugli effetti catastrofici della manovra del governo. Un sindaco: “cancelliamo la parola autonomie, dato che non ne abbiamo più alcuna”. Un altro: “ormai, è questione di dignità: ci rendono impossibile governare e ci chiamano casta”. Sì, dignità. Dignità offesa, per far passare ingiustizie e coprire incapacità. Questa è l’aria che tira.. ma il tesoretto è sparito?

Gianluca Enzo
Gianluca Enzo
14 anni fa

proposta del Governo: limite a 150mila abitanti per quelle il cui territorio è per oltre il 50% montano
Primo sì alla Camera per tagliare le province con meno di 200mila abitanti
praticamente ne vengono abolite 3?!? o meno?!?

Gianluca Enzo
Gianluca Enzo
14 anni fa

@Mauro: il tuo commento è stato approvato subito…più chiaro di così!

gaspare
gaspare
14 anni fa

ma perchè non si decide per un taglio deciso di auto blu??? LE AUTO BLU COSTANO 20 MILAIRDI DI EURO L’ANNO… dimezziamole e recuperiamo 10 miliardi di euro l’anno.

bartolomeo
bartolomeo
14 anni fa

Volevo proporre una riflessione su parte dell’ultimo periodo
.. Di innalzare l’età pensionabile,di incentivare l’assunzione dei giovani ..
forse
per incentivare l’assunzione dei giovani
non
innalzare l’età pensionabile
con stima
bartolomeo

Mimmo d'Amone
Mimmo d'Amone
14 anni fa

le provincie..enti inutili! basterebbe un Presidente che raccoglie le lamentele e consigli dei Sindaci..qnt risparmio ci sarebbe! meno auto blu…meno stipendi, meno manager inutili..consiglieri che non capisco ancora il ruolo effettivo e contributivo alla provincia! Se c’è una strada, un ospedale, una scuola..be dopo il consiglio comunale a cosa serve quello provinciale..un Presidente e cm consiglieri i sindaci dei paesi..difficile?

Fabio Pezzotta
Fabio Pezzotta
14 anni fa

Auspicare il taglio delle Province sotto i 250 mila abitanti mi sembra una dichiarazione di responsabilità. Credo infatti che le Province, in quanto enti pubblici territoriali, non possano essere considerate tutte uguali. Sono diverse a seconda della loro estensione. Le Province piccole (diciamo pure 250 mila abitanti se vogliamo fornire un parametro) possono essere soppresse con effetto praticamente immediato, quelle medio-grandi secondo me no. Con riferimento ad esse occorre una preventiva analisi per consentire un razionale ed ottimale spostamento di competenze. Diversamente rischieremmo di chiudere le Province e nel contempo di far sorgere altri enti che gestiscono i territori, non territoriali, ma ugualmente costosi. In altre parole, se l’abolizione delle Province deve rispondere ad un più ampio progetto di risparmio e di taglio degli sprechi, occorre darsi l’obiettivo della completa soppressione delle stesse, in una maniera però graduale e ponderata a seconda delle dimensioni.

gaspare
gaspare
14 anni fa

voi volete capire a che serve il provvedimento sulle province….
io vi sparo una provocazione con un linguaggio forte: MA CHI …….. L’HA FATTA QUESTA ……….. DI FINANZIARIA? (prbegasi riempire gli spazi con gli improperi più acconci).
MI spiego:
1) Bondi dice che dei tagli alla cultura non ne sapeva nulla….vabbè, bondi è bondi e ci sta pure…
2) Sacconi prima dice che le rpovince le tagliano, poi TREMONTI (ministro dell’economia quello che ha fatto la finanziaria) dice che non si aboliscono
3) poi spunta che le province con certi requisiti si aboliscono, quindi tremonti sbagliava.
4) Berlusconi dice che la tassa per chi soggiorna a roma negli alberghi, è stata introdotta all’ultimo minuto senza che lui ne sapesse nulla.

Ora, io chiedo: ma chi l’ha scritta ‘sta finanziaria? l’hanno ricevuta nell’uovo di pasqua??? L’hanno trovata attaccata alla zampa di un piccione viaggiatore?
Nessuno ne sa nulla.
Sembra quasi che di notte, ognuno entrava nella stanza e aggiungeva e toglieva provvedimenti senza dire nulla agli altri.

Francesco
Francesco
14 anni fa

Bravo Gaspare,
abbiamo un governo poco serio
ma pieno di furbetti, nessuno vuole prendersi le responsabilità di alcun taglio, tutti lanciano il sasso e nascondono la mano.
Ma che razza di gente abbiamo mandato al governo?
E poi dovremmo essere noi ad assumerci le responsabilità?
Nemmeno siamo legittimati a farlo, gli italiani non hanno votato noi per governare, ognuno si assumesse le responsabilità che gli competono. Nemmeno capisco perchè Casini proponga la soppressione dei Comuni con meno di 1000 abitanti, il problema è che devono riuscire ad autogestirsi, senza creare costi aggiuntivi,
già adesso per molti servizi si consorziano, hanno imparato comunque ad organizzarsi. Per le Province il discorso è diverso, a parte la manutenzione di qualche strada e degli edifici scolastici, non hanno deleghe dalle Regioni, quindi sono enti inutili numerosi e costosi, carrozzoni come tanti altri in Italia.

francesco (aq)
francesco (aq)
14 anni fa

penso che oltre a ridurre gli stipendi da cinque zero netti annui e le maxi buonuscite bisogna guardare e leggere bene anche i consuntivi di tutte le associazioni che per ottenere i contributi pubblici,per l’anno successivo,chiudono i conti al passivo. L’italia è costituita da 8.000 comuni,quante sono le associazioni, anche no-profit ,che ricevono contributi pubblici?Quante sono le associazioni vere che oprerano con vera difficoltà?Quanto denaro è previsto per contributi vari nei bilanci comunali? Quante sono le associacioni nate ad hoc per volontà di qualcuno per ottenere qualcosa?Quindi a seguire,auto blu,auto grige,portaborse(con borse vuote),segretari dei segretari dei sottosegretari(anche a ballarò ci sono i suggeritori alle spalle degli onorevoli invitati).Poi se proprio non ci sono le entrate o non si “può” toccare questo o quello,si aumenti la pasta,il pane,il caffè,le sigarette,le multe,la benzina,il gas,l’acqua,l’aria più pulita ecc. e finchè ci sarà il poveraccio ci sarà anche la certezza di chi pagherà.

francesco
francesco
14 anni fa

Torno a dire che la questione province è uno specchietto per le allodole. I cari parlamentari diano l’esempio e taglino prima se stessi. Tagliare un parlamentare, economicamente, vale come:
tagliare mille consiglieri di comuni sotto i 5000 abitanti, con una differenza: che per poco che sia il lavoro dei consiglieri vale certamente più di quel che costa, quello del parlamentare medio probabilmente no!

francesco
francesco
14 anni fa

La provincia di Lodi ha 225 mila abitanti. Oltre alle funzioni proprie ha un compito importante di coordinamento e raccordo di (61 comuni di cui solo uno con 45 mila abitanti, tre da 15 mila abitanti, una decina sopra i 3000 e il resto sotto). Ha 24 consiglieri con gettone di presenza del valore di 100 euro lorde a seduta. Ha sei assessori a tempo pieno che pigliano 1600 euro nette ed un presidente, ovviamente a tempo pieno, che prende 2400 euro nette. Posto che le competenze e gli uffici, con i relativi costi passerebbero semplicemente ad un altro ente, mi spiegate quale risanamento potrebbe derivare da un “risparmio” di qualche centinaio di migliaia di euro l’anno? E’ ora di finirla con questi tagli ridicoli venduti per mirabolanti! Le spese per una amministrazione del genere sono da considerare un investimento e non certo uno spreco.

laura
laura
14 anni fa

l’allungamento dei tempi per andare in pensione non è sopportabile per chi è DISOCCUPATO e in età così prossima da non riuscire ad ottenere un lavoro. Come vivranno queste persone? La manovra non può mettere sullo stesso piano chi comunque ha un reddito da lavoro e chi lo ha perso da tempo e sopravvive pesando sui familiari o indebitandosi. Non assistenzialismo, ma un dispositivo che preveda avvio prioritario al lavoro per queste persone, salvando diritti acquisiti per chi rientra ancora nel sistema retributivo (altrimenti si vedrebbero ridurre la futura pensione spesso già compromessa da ultimi lavori precari), ritengo sia proponibile e auspicabile (i Centri per l’impiego hanno elenchi di iscritti over 60 disoccupati da contattare e avviare in qualche maniera, nell’attesa del percepimento della prima rata di pensione).

Francesco
Francesco
14 anni fa

x francesco
non dobbiamo guardare solo il costo degli amministratori,
ma il costo di tutta la struttura, enti sub-istituzionali, dipendenti autisti, e quant’altro.

LIBERALVOX
14 anni fa

In pensione a 60, 65, 70anni… chi offre di più?

L’innalzamento dell’età pensionabile – legata alla speranza di vita media rilevata dall’Istat – porterebbe ad un “risparmio/ricavo” di 87 miliardi di euro che andrebbe a coprire gli sprechi e le ruberie della ‘cricca’! E’ la pedissequa applicazione del principio dei vasi comunicanti o meglio delle “casse-comunicanti”: si trasferiscono i contributi pensionistici dei lavoratori dalle casse Inps, Inpdap, Enpam, a quelle ‘esanimi’ dello Stato! Lapalissiano il fatto che predati i soldi accantonati dai lavoratori per garantirsi una pensione, la politica, rotto l’unico “dindarolo” rimasto sano nel bel paese, prenda tempo innalzando l’età pensionabile. I soldi per pagare le pensioni non ci sono più! E se la speranza di vita si è allungata, quella di andare in pensione è morta e sepolta! Il decreto legge sulla manovra economica apporta sostanziali modifiche alla decorrenza delle pensioni di vecchiaia e di anzianità nei confronti di tutti coloro che matureranno i requisiti dal 2011 in poi, accorciando ulteriormente la distanza che porta dalla pensione al… camposanto! I lavoratori dipendenti, pubblici e privati, subiranno uno slittamento di 12 mesi, nella decorrenza della pensione, dal momento della maturazione dei requisiti mentre per i lavoratori autonomi (coltivatori diretti, artigiani e commercianti) lo slittamento sarà di 18 mesi. Anche i lavoratori che usufruiscono della totalizzazione dei periodi assicurativi potranno avere la pensione dopo 18 mesi, cioè con le stesse regole previste per i lavoratori autonomi; fanno eccezione le pensioni ai superstiti, che decorrono dal primo giorno del mese successivo alla morte dell’assicurato. Rimangono invece in vigore le vecchie norme nei confronti dei lavoratori dipendenti che avevano in corso un periodo di preavviso al 30 giugno 2010 e che maturano i requisiti per la pensione entro la data di cessazione del rapporto di lavoro e nei confronti dei lavoratori che, per il raggiungimento dl limite di età, perdono il titolo abilitante all’esercizio della professione. Il ritardo di 1 anno nell’uscita dal lavoro non si applica neanche nei confronti del personale della scuola, per il quale viene confermata l’unica finestra del 1° settembre di ogni anno. E’ prevista una deroga all’applicazione delle nuove norme in favore di un massimo di 10.000 lavoratori, collocati in mobilità, mobilità lunga o titolari di prestazioni straordinarie a carico dei fondi di solidarietà. Dovrà provvedere l’INPS al monitoraggio necessario per determinare il raggiungimento della soglia delle 10.000 unità. La manovra del governo inciderà parecchio sull’età per andare in pensione. In pratica si dovrà attendere fino a cinque anni in più per andare in pensione di anzianità e di vecchiaia. L’innalzamento dell’età di vecchiaia nel 2050 arriverà alla soglia di 69 anni e 4 mesi. Ma già dal 2015 ci saranno i primi effetti, per la pensione di vecchiaia si dovrà aspettare 66 anni. E’ quanto stabilito dal rapporto elaborato in sede tecnica. Le direttive dell’intervento sono due. La prima è contenuta nel decreto correttivo dei conti pubblici, la seconda nel regolamento Sacconi-Tremonti firmato nei giorni scorsi in attuazione della legge 3 agosto 2009. Come è noto la manovra sposta le finestre di uscita, dunque coloro che matureranno i requisiti dal 1° gennaio 2011 dovranno aspettare dodici mesi, se dipendenti, e diciotto se autonomi. Ma il deciso cambio di direzione arriva dal regolamento Sacconi-Tremonti: si annulla l’attuale sistema delle quote e si passa a un sistema che innalza l’età anagrafica di pensionamento in vecchiaia e anzianità in relazione all’allungamento medio della speranza di vita rilevato dall’Istat. In base a questo meccanismo dal 1° gennaio 2016 l’elevazione dell’età avverrà con cadenza triennale, ovvero uno scatto di tre mesi alla volta. Conseguenze? Chi ha iniziato a lavorare 20 anni fa e andrà in pensione attorno al 2031, dovrà attendere, per gli uomini, 68 anni per la vecchiaia (tre in più rispetto ad oggi) e fino a 65 anni per l’anzianità (quattro in più). Per i neo assunti, con il pensionamento nel 2050, saranno necessari 69 anni e 4 mesi (cinque anni in più rispetto all’attuale).

mauro
mauro
14 anni fa

Caro onorevole Casini si legga l’articolo di Marco Travaglio sul Fatto di oggi e se le cose che ha scritto non sono vere lo quereli….. altrimenti si deve solo nascondere…..altro che molestare L’Onorevole Antonio Di Pietro.

Mauro Lancioni (uno che paga le tasse tutte per darle lo stipendio)

mauro
mauro
14 anni fa

Ovviamente mettete solo i commenti che vi fanno comodo……ma non sareste voi…….Di Pietro ha un blog dove posso scrivere qualsiasi cosa ………….anche questa è la differenza fra bene e male……

prati enzo
prati enzo
14 anni fa

Il nuovo testo sulle autonomie può essere l’occasione di un serio dibattito sul decentramento amministrativo, senza demagogia e nell’interesse del paese. Va chiarito una volta per tutte se le provincie servono e chi si deve fare carico delle loro competenae nel caso si volessero abolire. I piccoli comuni da soli non ce la fanno bisogna fare massa critica senza svilire il ruolo dei territori meglio un comune grosso che un comune e una comunità montana. Le regioni oggi hanno anche gli uffici decentrati con compiti che molte volte si sovrappongono a quelli delle province una delle due strutture rischia di essere un doppione. Va pure rivisto il ruolo delle prefetture in un riordino complessivo. Già queste proposte erano inserite nella legge 142/90 ma poi non si è mai fato nulla.

Gianluca Enzo
Gianluca Enzo
14 anni fa

@Mauro, scusa ma ti stiamo leggendo…di cosa stai parlando?!?

gaspare
gaspare
14 anni fa

perchè, mauro, cosa dice travaglio?

Gianluca Enzo
Gianluca Enzo
14 anni fa

Casini ha invitato Di Pietro ad un confronto pubblico sulla moralità, sta a lui accettare.

Valentina Ottobre
Valentina Ottobre
14 anni fa

Molestare l’on. Di Pietro…addirittura!
E comunque non sei l’unico a pagare le tasse e tutte, Mauro. Nessuno è contento di sapere che il proprio paese è il secondo (dopo la Grecia!) con il debito pubblico più alto d’europa!

gaspare
gaspare
14 anni fa

valentina, scusa ma non mi piace che ci sminuisci e ceh pensi in piccolo..perchè fermarsi all’europa???
NOI SIAMO IL PAESE CON IL TERZO DEBITO PUBBLICO PIù GRANDE AL MONDO…

valentina, perchè guardare solo all’europa? (sia chiaro, valentina che non ti sto prendnedo in giro, nè ti sto attaccando, ma voglio solo ironizzare, amaramente e tristemente, sulla situazione italiana).

Attilio
14 anni fa

X Mauro: L’on. Di Pietro può fare la proposta di tutte le finanziarie che vuole ma la sua opposizione, astiosa e pregiudiziale, difficilmente potrà incidere nei meccanismi di governo. E’ fumo negli occhi. E’ demagogia bella e buona. Gli serve per ricattare da sinistra il Pd e per, di nuovo, radicalizzare lo scontro politico. Per chi vuole incidere e vuole cambiare invece deve cercare, specie dall’opposizione, il dialogo ed il confronto senza cedimenti politici o programmatici. Dialogo e confronto che sono la via maestra per fare gli interessi anche dall’opposizione degli italiani. Ed è quello che sta cercando di fare il Presidente Casini e l’Udc. Ciao, Attilio.

francesco (aq)
francesco (aq)
14 anni fa

Disoccupati,cassaintegrati,precari e quantal’altri perchè non vengono impegnati,con priorità assoluta,nella ricostruzione de L’Aquila e comuni colpiti dal sisma? Non sono razzista ma ci sono tanti extracomunitari occupati e molti Italiani a spasso.Da rivedere anche l’età matrimoniale o il tempo di vita della coppia, ci sono troppi matrimoni di uomini vecchi con giovani straniere,quando durerà la pensione di riversibilità? Tassate il denaro,troppe pensioni non fanno reddito e chi le percepisce a diritto ai vari bonus,nonostante il benessere,risultano sotto la soglia minima per vivere.I vari commessi ministeriali in pensione a 90 anni di età e 60 di (non) servizio.

francesco
francesco
14 anni fa

L’altro francesco ha scritto:
non dobbiamo guardare solo il costo degli amministratori,
ma il costo di tutta la struttura, enti sub-istituzionali, dipendenti autisti, e quant’altro.

Io mi riferisco sempre alla situazione Lombarda (mi rendo conto che l’italia è una ma molto lunga…): la provincia di lodi, 225 mila abitanti, ha 9 dirigenti e 217 dipendenti quella di crotone, 175 mila abitanti, 12 dirigenti e 336 dipendenti.
– nei piccoli comuni non c’è neppure l’ombra di autisti, anzi c’è tanto volontariato e gente che ci rimette di tasca propria!
– la provincia di lodi ha un solo autista ed una sola auto “blu”, la struttura assolve comunque a dei compiti diversamente dovrebbe assolvere un altra istituzione con analoga struttura di uffici, dirigenti e dipendenti.



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