postato il 15 Novembre 2012 | in "Politica"

L’Italia non può essere costretta a scegliere tra un comico e la riedizione della vecchia Unione

Pubblichiamo l’intervista a Pier Ferdinando Casini di Emanuela Fiorentino sul numero di Panorama di questa settimana.

La voce rimbomba nei corridoi del terzo piano. Ma chi c’è dentro l’ufficio di Pier Ferdinando Casini? «Credo un senatore…» risponde una ragazza che corre con i fogli in mano. Ragiona, non è arrabbiato, si sentono frammenti di parole: accordo, Sel, ma perché? Poi il silenzio. Il cantiere, a Palazzo Theodoli, è in fibrillazione. Tutti chiamano e lui modula il tono. Bassissimo quando vuole convincere qualcuno, altissimo quando, forse, vuole convincere se stesso.

Ha visto, presidente, la competizione su Sky per le primarie? Lei c’era anche se non c’era «Eh, sì, doveva essere uno scontro tra Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi, è stato un confronto tra Bersani e tutti gli altri…». 11 momento è delicato, probabilmente cruciale. Le agenzie battono l’arresto di Vincenzo Maruccio, ex consigliere regionale dell’Idv. Soddisfatto, da nemico giurato di Antonio Di Pietro? «Non sono uno sciacallo, ma a differenza di tanti altri che lo santificavano io l’ho sempre combattuto». Uno in meno. Però Casini ha altro per la testa, anche se per capirlo bisogna ragionare da democristiani, cogliere le sfumature. Lui non dice che non vuole Mario Monti al Quirinale, ma che lo preferisce a Palazzo Chigi. Non nega di volere modificare la legge elettorale per impedire a Bersani di stravincere, ma sostiene che parole come ago della bilancia o mediatore non significhino niente. Non rinnega la lottizzazione, la giustifica sostenendo d’avere sempre scelto persone qualificate.

Insomma, il corsaro bianco si prepara, nella prossima legislatura, a risolcare i mari della politica, per niente intimidito dai rottamatori. E m questa intervista, da vero erede dello scudocrociato, spiega che cosa farà.

Oggi lei si propone di mettere insieme un’area di centro che non va a destra e neppure a sinistra. Se l’avesse fatto nel 1994, ma anche nel 1996, o nel 2001, Silvio Berlusconi non avrebbe mai vinto e non avrebbe mai governato. Pentito?

Non so se certi processi politici si sarebbero arrestati. Ma ho sperato che questo bipolarismo rappresentasse la svolta dopo le incertezze della Prima repubblica. Ho lavorato perché venisse inteso non come uno scontro all’arma bianca tra uomini primitivi che si riservavano, di volta in volta, di non fare prigionieri, ma come un sistema di alternanza fra due aree con valori condivisi. Com’è andata a finire lo sappiamo tutti.

Nel 2008 lei scelse di correre da solo, senza cioè entrare nel Pdl: se avesse stretto l’accordo con Walter Veltroni, il Pdl e la Lega non avrebbero vinto. Un altro errore?

La correggo perché ha sbagliato i conti: non sarebbe cambiato niente. E comunque in base a quale logica avrei dovuto accordarmi con l’Idv? Forse era la logica di chi cercava qualche poltrona, ma non era e non è mai stato il mio caso. Abbiamo corso il rischio di rimanere fuori dal Parlamento, però abbiamo dimostrato a tutti gli italiani che i nostri valori non erano in vendita.

Lei ora dice di non avere alcuna intenzione di allearsi con il centrodestra, per lo meno non fino a che ci sarà Silvio Berlusconi: eppure, un’alleanza l’ha appena fatta sulla soglia per ottenere il premio di maggioranza. Insieme al Pdl e alla Lega ha alzato l’asticella per non fare vincere Bersani e Beppe Grillo. Non è un ritorno al passato?

Non ho sottobraccio la contabilità dei voti in questa legislatura, ma il mio partito è stato all’opposizione con il Pd e con il Pd sostiene il governo Monti. Sulla legge elettorale è pienamente legittimo che le nostre idee possano non coincidere, anche se confesso che faccio fatica a capire il perché di una sceneggiata senza senso: i nostri tecnici avevano individuato un’intesa già prima dell’estate. Comunque lavoreremo ancora perché è necessario che le forze che sostengono il governo decidano insieme e soprattutto che si restituisca agli italiani la possibilità di scegliere i propri parlamentari.

Non è che lei, invece che cercare di convincere il maggior numero di italiani, punta semplicemente a rendersi indispensabile in un sistema politico instabile, diventandone l’ago della bilancia o il mediatore?

Mediatore, ago della bilancia, queste definizioni non significano nulla. Chi ha i voti li pesa, chi non ce li ha va a casa. Io a questa regola mi sono sempre attenuto da quando faccio politica.  Non ho vinto un concorso all’u niversità, mi sono «verificato» nei processi elettorali, anche nell’ultimo periodo, con una lista Casini.

Lei insiste per il Monti bis: un modo per evitare che il professore vada al Quirinale e lasciare libera la casella del Colle candidandosi a occuparla?

Monti farebbe benissimo sia il premier sia 11 presidente della Repubblica. Ma noi dob biamo chiederci che cosa serve all’Italia. Pochi in Europa e nel mondo e, meno di quel che sembra, anche in Italia, potrebbero capire le ragioni di un cambio nella vita del governo. E comunque, per quanto mi riguarda, mettetevi d’accordo: c’è chi mi vuole rottamare, chi mi vede al Quirinale, ma io sono troppo giovane per tutte e due le cose.

Ma perché, da più di un anno, tutti le fanno questa domanda?

Non lo so, ma al Quirinale non ci si candida, ci si va. Però non mi lamento, tutto sommato è un’attestazione di stima.

Lei spesso dice che i partiti devono fare un passo indietro, tuttavia quando c’è stato da lottizzare, la Rai e altro, lei ha fatto più di un passo avanti…

La discriminante per me è l’onestà, la limpi dezza e la preparazione. Ci possono essere persone coi fiocchi indicate dai partiti grandi incompetenti indicati dalla società civile.

Oggi lei fa il moralizzatore, ma in passato l’hanno accusata di aver votato leggi come la Cirielli e di non essersi opposto al lodo Alfano.

Non ho mai fatto il moralizzatore perché conosco il Vangelo: «Chi è senza peccato scagli la prima pietra». Comunque rispondo alla domanda. Ho un avvocato insospettabile: si chiama Berlusconi e ricorda spesso che non ha fatto le riforme della giustizia che lui voleva perché Casini glielo ha impedito.

Per anni ha sperato di conquistare i voti moderati di Forza Italia, scommettendo su un ritiro di Berlusconi. Ora che il Cavaliere potrebbe lasciare ce la farà? Vuole vedere Forza Italia a pezzi?

Non lavoro mai contro qualcuno, ma per qualcosa. Mi auguro che nasca una forza popolare, moderna e moderata, capace di convincere i tanti elettori berlusconiani delusi che l’astensionismo o Beppe Grillo sarebbero rattoppi peggiori del male. Comunque spetta a noi essere più convincenti creando una grande Lista per l’Italia.

Dei quattro moschettieri del centrodestra (con Berlusconi, Gianfranco Fini, Umberto Bossi) lei è quello ancora in sella o che per lo meno ha un partito ancora saldo. Furbizia, tattica?

Non mi sembra che gli altri siano in esilio… Detto questo, penso che c’entri il coraggio di avere detto in tempi non sospetti quello che poi hanno ammesso anche altri. Quando dissi che non mi sarei arruolato né da una parte né dall’altra, fui irriso perché pensarono che sarei finito nell’irrilevanza. Quando chiesi il governo Monti, mi dissero per carità, un governo di responsabilità nazionale non ci sarà mai… poi tutti sanno com’è andata a finire. Per cui, invece di parlare di tattica e furbizia, si riconosca che c’è anche l’intelligenza di avere lavorato prima per le soluzioni future.

È Bersani che le rimprovera un eccesso di tattica. Non è che alla fine, per le troppe giravolte, rimarrà senza niente?

Oliviero Diliberto che partecipa alle primarie del Pd e tante affermazioni di Vendola mi sembrano riportare verso una Unione aggiornata. II Pdl è affannato alla rincorsa della Lega. Non so se sono tattico, ma certo gli altri mi sembrano molto nostalgici.

Le piace la definizione di corsaro bianco della politica?

Nella storia della pirateria e dell’umanità ci sono stati dei corsari buoni che lottavano contro la sopraffazione del potere e ci sono stati dei grandi banditi e dei grandi ladri. Non sono certo nella seconda categoria.

Non pensa che la politica, oltre che intelligenza e tatticismo, sia anche dovere di dire agli elettori dove si vuole andare?

Io l’ho sempre detto, non voglio essere subalterno né a destra né a sinistra, arruolarmi in schieramenti fallimentari. Mi interessa una coalizione tra progressisti e moderati, e per progressisti intendo riformatori che non ritengano le opere pubbliche e la Tav un pericoloso attentato all’ambiente, che si assumano la responsabilità di individuare il merito come principale motore della società e che si chiedano se è intelligente che i lavoratori italiani abbiano gli stipendi più bassi d’Europa mentre i loro sindacati si ostinano a non volere parlare del tema produttività.

Lei dice che la polemica con Bersani ha dimostrato che qualcuno vede il centro come vassallo della destra o della sinistra. Ma come fa  il centro, senza i voti, a fare valere la sua autonomia?

Solo in Italia si richiede il credere, obbedire e combattere. A destra mi sono sforzato per anni di fare capire che certe tentazioni annessionistiche avrebbero portato all’autolesionismo. Penso che se Bersani vuole sul serio dare un contributo di rinnovamento non deve cadere nello stesso errore.

Perché invece di cercare un Montezemolo, una Marcegaglia o qualcun altro, non si propone lei come grande leader del centro?

Non mi piacciono le ritrosie, soprattutto in politica, ma non sono nemmeno interessato ad avventure solitàrie. Ho tenuto aperta la prospettiva di un’area moderata seria, responsabile, quando tanti erano silenti o addirittura applaudivano Berlusconi. Per questo ritengo di avere alcuni meriti. Ma oggi una vera novità sì può costruire solo sapendo cogliere le disponibilità che maturano nella società civile. Non solo i nomi altisonanti, ma tanti candidati giovani, espressione di quegli italiani che abbiano speranza per il futuro.

Quali sono i nomi della Lista per l’Italia? Ci saranno anche Gianfranco Fini e altri esponenti del Fli

Per me deve essere un cantiere aperto dove, senza alcuna preclusione, le persone per bene danno il loro contributo. Mi auguro che tanti che oggi militano nel Pd o nel Pdl sentano il bisogno di cambiare strada.

Andrà alla kermesse del grande centro organizzata da Italia futura, sabato 17 novembre?

Sarò a Milano a un’assemblea delle donne dell’Udc, ma seguirò attentamente i loro lavori.

Prevede una lite sul simbolo? È opportuno, come dice Rocco Buttiglione, conservare lo scudo crociato?

Siamo molto fieri dello scudo crociato, ma se parlo di impresa plurale è necessario essere conseguenti: decideremo con gli altri tutto ciò che è connesso a simbolo, candidature, metodologie.

Quando?

Prima di Natale dovrà essere tutto chiaro. Noi, comunque, saremo in campo e mi auguro non in solitudine. Se la Lista per l’Italia si crea attorno a una nuova idea della politica, sono disponibile a dare il mio contributo senza nessuna pretesa di leadership. Ma come lo faccio io debbono farlo anche gli altri.

Lei ha detto che, se Monti scendesse in campo con una propria lista, non solo la voterebbe, ma convincerebbe gli italiani a votarla.

Ho l’impressione che molti vivano con fastidio l’ipotesi che Monti rimanga in campo. Alcuni ci spiegano che un Monti bis determinerebbe la supremazia tecnocratica sulla politica… Ma nessuno può impedire a noi di fare la campagna elettorale chiedendo una conferma di chi oggi guida l’Italia. E se il premier, come lei dice, scendesse in campo, sarei proprio curioso di vedere quale altra critica si inventerebbero. Voglio essere ancora più chiaro: molti, e io tra loro, ritengono che l’Italia non possa essere costretta a scegliere tra un comico e la riedizione della vecchia Unione. Il fallimento di Berlusconi non può essere un alibi per tornare a un passato che certo non ha portato grandi successi.

Monti, da senatore a vita, potrebbe candidarsi?

Questo non è un impedimento né di carattere politico né di carattere istituzionale. Io sarò l’ultimo a tirarlo per la giacca: non ha bisogno di consigli, tanto più quando possono apparire interessati.

Ama Monti anche quando parla di patrimoniale?

Sarebbe stato meglio fare la patrimoniale che mettere l’Imu, una tassa che ha depresso oltremisura un settore vitale per l’economia come quello immobiliare. Non è stato possibile perché le modalità dell’accertamento e la quantificazione sarebbero state complicate. A questo punto, però, aggiungere airimu una patrimoniale sarebbe deleterio.

In questo è d’accordo con Renzi. A proposito, l’ha ridetto: no a Casini…

Dal giorno in cui Massimo D’Alema si è autorottamato, si è perso per strada. Ma cosa vuole, so’ ragazzi…

19 Commenti
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cittadino
cittadino
12 anni fa

Una lettera-appello al premier Monti affinche’ scenda nell’arena politica e si candidi alla guida del Paese. A scriverla e’ Massimo Cacciari, ex sindaco di Venezia e a capo
di ‘Verso il Nord’. “Caro Monti la prego, si candidi – scrive Cacciari nella missiva riportata nel numero dell’Espresso in edicola domani – Lei da anni svolge incarichi importanti e con il suo governo ha segnato una forte discontinuita’. Oggi che i partiti sono in stato confusionale, solo lei puo’ battere l’astensione e attrarre gli incerti”.
Per il fondatore di ‘Verso il Nord’, “la situazione e’ ancora piu’ drammatica che all’inizio del suo mandato. Il Pdl e’ in stato confusionale – riassume – Il Pd naviga nel bicchier d’acqua in tempesta delle sue primarie. Crolla perfino Di Pietro. C’e’ Grillo,
magari al 20%, ma e’ un po’ arduo presentarlo alla Bundesbank, le pare?”, chiede ironico. I piu’ “ragionevoli” pensano: facciamo un porcellum prima Repubblica al posto dell’attuale, frantumiamo il quadro politico, una bella emergenza e Monti ritorna. Sono certo che lei, da cittadino responsabile, aborri una tale prospettiva”.
Quel che ci vuole, secondo l’ex sindaco di Venezia, e’ “una coalizione di governo”, in cui presidente e programma “vanno indicati prima. Un ritorno di Monti post festum – avverte – non risolverebbe nulla. Un Monti-bis senza alcuna propria base parlamentare governerebbe ancora meno di quanto abbia governato il Monti-uno.
Presidente, ancora uno sforzo. Dia ascolto alla sua vocazione politica – chiede Cacciari – e se non la possiede, la finga! Si candidi. Solo la sua candidatura a capo di un suo movimento puo’ prosciugare molta astensione, e ancora piu’ consensi attrarre da altre aree politiche in crisi. Solo la sua candidatura puo’ sparigliare i giochi di questi agonizzanti partiti e costringerli a coerenti scelte di alleanza e
governo. Lo faccia, se non altro, per salvare le fatiche sopportate fin qui. Virtu’ insegna che ci si ritira soltanto dopo aver vinto o aver fallito. Non resti a meta’: i tiepidi, dice l’Apocalisse, saranno sputati nel giorno del Giudizio”. Un appello al quale non c’è da aggiungere neanche una virgola, dovrebbe solo essere sottoscritto da tutti quegli italiani che responsabilmente hanno a cuore le sorti del nostro Paese. Cittadino.

Lorenzo
12 anni fa

“L’Italia non può essere costretta a scegliere tra un comico e la riedizione della vecchia Unione”

E allora che sì fa? Ci si butta sull’antica DC?

cittadino
cittadino
12 anni fa

@Lorenzo, visti i risultati della seconda repubblica che ci hanno fatto letteralmente “giocare” i progressi per le classi medio basse fatti in 40 anni, anche la vecchia DC avrebbe sicuramente fatto molto, ma molto meno peggio per il Paese. E mi riferisco alla vita economica e civile della stragrande maggioranza dei cittadini: i ricchi se la cavano alla grande sempre, con al potere oligarchie, monarchie, repubbliche parlamentari o presidenziali, meglio ancora con tribuni del popolo alla Masaniello, pifferai magici etc. Cittadino.

Antonio Bigoni.
Antonio Bigoni.
12 anni fa

Ehm,il fatto è che dove le conveniva lei con la vecchia Unione c’è andato assieme eccome.
Nel 2010 col PDL ancora forte per vincere in Piemonte e Liguria è andato coi Radicali e con Rifondazione.
Certo oggi col PDL al 15% non è più necessario per vincere fare di quelle ammucchiate,come in Sicilia dove ha lasciato fuori IDV e SEL oltre alla FDS.

mario pezzati
mario pezzati
12 anni fa

sig. bigoni, nella sua riflessione nn tiene conto di una cosa: l’udc non è un partito di centrodestra, ma di centro. si dialoga con tutti e si valutano i programmi. in sicilia il proramma del pd era identico al nostro, in piemonte pure. non valutiamo gli schieramenti, ma le idee e i programmi

Antonio Bigoni.
Antonio Bigoni.
12 anni fa

@Mario Pezzati.
Scusi,ma io era rimasto al fatto che il fu CCD,poi unito al CDU ed infine UDC fosse un partito di centro,ma alternativo alla sinistra.
Quindi debbo allora intendere che avete cambiato la vostra impostazione politica.
A me sembrate un pò troppo vaghi.
Cioè lei mi vuole dire ad esempio che l’UDC era più vicino a Burlando e a Rifondazione che a Biasotti ed al CDX ?
A me pare che così si possa giustificare qualsiasi posizione,facendosi forti del fatto di avere un elettorato che vi segue quasi a prescindere.
Per dire in Liguria dicevate che come condizione al CDX per l’alleanza
ponevate il fatto che il candidato non fosse leghista,mentre al CSX che non ci fossero alleanze con la Sinistra Radicale.
Invece poi con la Sinistra Radicale non solo vi ci siete alleati,ma ve la siete pure presa in giunta.
Per carità ognuno è libero di fare come vuole,però allora non vi dovete lamentare se molti elettori del CDX vi criticano per le vostre posizioni.
Critiche che non nascono dall’essere simpatizzanti di Berlusconi,ma
dal fatto di essere stati assieme nel CDX.
Come ho detto in un precedente commento io potrei anche riconoscere le ragioni dell’UDC nella rottura del 2008.
Però con atteggiamenti come questi vi siete alienati la mia simpatia e quella di molti altri elettori del PDL che vi vedono con diffidenza.
Per dire al ballottaggio di Genova io,da sempre di CDX e a volte pure del CCD e UDC,ho votato senza rimpianti per Marco Doria,e non mi pare a Lucca,L’Aquila e Oristano sia andata diversamente.

cittadino
cittadino
12 anni fa

@Antonio Bigoni, nel 2008 non fu l’ UDC a rompere con il CDX ma fu Berlusconi che dal predellino sentenziò che chi non fosse entrato nel PDL e non avesse rinunciato al proprio “marchio” (come se i partiti fossero produttori di salumi o di mozzarelle),sarebbe stato cacciato dall’ alleanza. Oltre a questo, con la sponda di Veltroni, si inventò la questione del voto utile, ricorda? Con l’ intento di spartirsi i voti centristi con il CSX. La successiva campagna elettorale fu durissima per l’ UDC che veniva attaccato da DX e da SX sia con la motivazione del voto utile che con l’ accusa di essere una banderuola. Vorrei ricordare che gli elettori dell’ UDC non rimangono fedeli a prescindere, come dice lei, ma sono persone con la schiena dritta che non si fanno né intimidire perchè minoranza, nè comprare. Essendo rimasto in Parlamento solo grazie ai propri elettori e senza allearsi con qualcuno solo per superare lo sbarramento, come ha fato ad es. Di Pietro per poi uscire il giorno dopo le elezioni, l’ UDC da quel giorno è stato naturalmente libero di fare la propria strada: aveva, come con il governo Prodi, indicato quella del governo di unità nazionale a causa della crisi gravissima che ci stava investendo, ma non veniva ascoltato, anzi era sbeffeggiato e accusato di essere fautore di una politica di inciuci. Ma alla fine il governo di salvezza nazionale lo si è dovuto fare e solo per questo fino ad oggi ci siamo salvati anche se siamo ancora in mezzo al guado e sarà indispensabile continuare la linea Monti (con lui al governo o con un incarico pesante). Per quanto riguarda le scelte nelle amministrative l’ UDC in linea di massima è andato da solo (mi sembra Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Abruzzo), evitando di entrare in coalizioni con Lega ed estrema sinistra ma seguendo anche le indicazioni dei dirigenti locali che avessero individuato un programma condivisibile con eventuali alleati. Se seguendo le proprie idee si perde la simpatia di chi ha cercato di cancellarti politicamente con accuse false (tutto quello che il CDX non è riuscito a realizzare è sempre responsabilità di altri) sapremo farcene una ragione, consapevoli che essendo minoranza non sempre significa essere in errore! Cittadino.

mario pezzati
mario pezzati
12 anni fa

@ bigoni: giustamente dice “ma io era rimasto al fatto che il fu CCD,poi unito al CDU ed infine UDC fosse un partito di centro,ma alternativo alla sinistra.”, ed è corretto, ma, aggiungo io, siamo anche alternativi al centrodestra.

Lei cita poi le passate elezioni regionali. Giustissimo, ma anche lì si fece un ragionamento non sulle sigle, o sui nomi, ma sui programmi. I programmi della lega, su molte cose, erano e sono inconciliabili con i nostri.
QUando parliamo di elezioni regionali, dobbiamo sempre anadare a guardare non la politica nazionale, ma la politica locale che è molto più concreta (e meno fumosa) di quella nazionale. Lo stesso rapporto con l’elettore è diverso, perchè più personale.
IN Liguria, avevamo più punti di contatto con il programma della sinsitra radicale che non con quello della lega.

Antonio Bigoni.
Antonio Bigoni.
12 anni fa

@Mario Pezzati.
A parte che nel 2000 e nel 2005 l’UDC era con la Lega e con Biasotti.
E nel 2008 alle province di Varese e Udine sostenevate 2 leghisti quasi tipo Borghezio.(Galli e Fontanini)
Però guardi,alla fine ho ragione io,tra militanti convinti è impossibile fare un dialogo costruttivo,perchè ognuno è convinto delle sue tesi.
Lei per esempio ed il Cittadino mi pare difficile che arriviate mai a dare torto all’UDC,per voi sarà sempre il meglio,e non dubito che siate in buona fede,che ne siate davvero convinti.
Debbo riconoscere che a differenza di altri Blog e Forum qui il confronto è civile.
Purtroppo però il mondo non gira come volete voi,anche se siete in buona fede,ed i comportamenti dell’UDC gli hanno alienato buona parte delle simpatie degli elettori dell’ex-PDL.
Secondo lei perchè l’UDC resta al 6% e i delusi del CDX piuttosto votano M5S o si astengono ?
Perchè le cose stanno come dico io,la gente del CDX,i semplici elettori intendo,vi vedono con diffidenza,vi ritengono inaffidabili.
Guardi pure io sarei stato interessato all’UDC,ma non a queste condizioni.
Per dire alle ultime comunali di Genova tra un Musso sostenuto dall’UDC alleato in regione con la FDS e un Doria ho scelto senza esitazioni Doria.

Antonio Bigoni.
Antonio Bigoni.
12 anni fa

@Cittadino,io non ho mai scritto che sia stata l’UDC a rompere nel 2008,
devi aver letto male.
Che gli elettori dell’UDC non siano fedeli a prescindere mi pare difficile da sostenere,visti i risultati delle elezioni degli ultimi anni in cui hanno votato per alleanze estese anche a Rifondazione Comunista.
Per quel che riguarda le alleanze,io non vorrei polemizzare,ma tu ed il prof.Pezzati quando ne parlate sembrate parlare da militanti che danno appunto sempre ragione al proprio partito a prescindere.
(ripeto di nuovo,lo dico senza polemica)
La verità è che nel 2010 l’UDC le alleanze le ha fatte non in base a fantomatiche”intese programmatiche”,che nella seconda repubblica sono solo il pretesto per giustificare col proprio elettorato le alleanze più strane.
L’UDC le alleanze le ha fatte allora in base alle convenienze.
In Liguria ad esempio nel 2008-2009 i risultati delle elezioni sono stati più o meno che il CSX aveva preso sul 49% dei voti,il CSX il 47 e l’UDC il 4.
L’UDC ha calcolato che era più facile il suo 4% facesse vincere il CSX,
l’alleanza,(qui estesa anche a Rifondazione,al contrario di quello che sostieni tu)è stata fatta solo per questo,poi certo ai militanti è stata tirata fuori la scusa dell’intesa programmatica.(inesistente)
E così è stato in tutte le altre alleanze che l’UDC stipulò in quella tornata.
In Lazio,Campania e Calabria col PDL ancora forte l’UDC calcolò che era più conveniente restare nel CDX,anche se in Campania e Calabria il CDX aveva l’accusa di essere vicino alla malavita.(vedi poi cosa è successo quest’anno a Reggio Calabria)
Nelle regioni in cui l’UDC è andato da solo è perchè li sapeva di non poter contare.
In Lombardia e Veneto allora il CDX era molto sopra il 50%,e quindi l’UDC essendo comunque ininfluente preferì correre da solo.
La prova di quel che dico stà nel fatto che nel comune di Venezia,dove i poli sono invece testa a testa,l’UDC per l’elezione del sindaco è andato assieme non solo al PD,ma pure a Rifondazione.
Poi sai,ad un certo punto subentra quella cosa che magari a te non
piace sentirti dire e cioè la militanza.
Tu magari in buona fede sostieni che l’UDC ha sempre ragione perchè effettivamente ha sempre ragione e non per mera militanza,ma proprio questo è il limite delle persone come te.
Io sono di CDX,ma invece non ho problemi a riconoscere gli errori del PDL,tanto che non lo rivoterei.
Sono pure d’accordo con quello che scrive il prof.Pezzati in materia economica.
Potrei anche essere stato interessato all’UDC(che ho votato alcune volte in passato).
Però questa sua politica di alleanze me lo rende al momento invotabile.
Pensa che al ballottaggio per il sindaco di Genova tra il CSX ed l’UDC-TP ho votato proprio per il candidato della Sinistra.
Come pare abbiano fatto molti altri elettori del CDX a l’Aquila,Oristano e Lucca.

Antonio Bigoni.
Antonio Bigoni.
12 anni fa

@Mario Pezzati.
Perdoni l’ardire,ma il suo ultimo passaggio:
IN Liguria, avevamo più punti di contatto con il programma della sinsitra radicale che non con quello della lega.
Non mi convince per nulla,appare essere troppo vago,giusto quello del militante che deve comunque approvare l’operato del proprio partito.
In Friuli voi avete sostenuto Tondo,assieme ad una Lega certamente più
“violenta”,se così possiamo dire,rispetto a quella Ligure.
Biasotti non mi sembra un estremista rispetto a Tondo.
La verità è un’altra,ed è quella che ho detto al cittadino nel post prima.
Allora,col CDX ancora forte,l’UDC poteva essere decisivo sia da una parte che dall’altra.
In FVG era più facile vincesse il CDX e l’UDC si comportò di conseguenza,invece in Liguria era più facile vincesse il CSX e si fece lostesso col CSX.
Oggi col PDL al 15% l’UDC può essere decisivo solo col CSX,magari facendo la figata di lasciare fuori IDV e SEL.
Nel 2010 solo nelle Marche e nelle regioni rosse si poteva vincere con PD-UDC,senza non solo SEL-FDS,ma anche IDV.
Oggi invece è così quasi in tutta Italia.

cittadino
cittadino
12 anni fa

@Antonio Bigoni, “Come ho detto in un precedente commento io potrei anche riconoscere le ragioni dell’UDC nella rottura del 2008.” Il senso di quello che lei ha scritto mi sembra sia che l’ UDC nel 2008 abbia rotto un rapporto, una alleanza, un dialogo avviati con il CDX! Ma, ripeto, in quel frangente i dirigenti dell’ UDC furono costretti a non entrare alle condizioni imposte da Berluconi nel PDL in quanto, se lo avessero fatto il partito si sarebbe spaccato in due e si sarebbe fatto proprio il gioco di Berlusconi e Veltroni che volevano la sparizione del partito. Per quanto riguarda i limiti di persone come me, che lei evidentemente giudica militante con gli occhi foderati di prosciutto, la invito a considerare il fatto che alla prova dei fatti ha avuto ragione il nostro “misero” 6% su quello che si doveva fare per il Paese portato sull’ orlo della bancarotta proprio da chi invece sembra avere “solo amore e luce per confine”! Non ho mai detto che i dirigenti locali e nazionali dell’ UDC siano i depositari della verità e che non si sbagliano mai: questo, semmai, è il modo di pensare purtroppo di una gran parte dei militanti del CDX, almeno fino a poco fa. Nel nostro partito si tengono ancora i congressi comunali, provinciali, regionali e nazionali e gli iscritti ed i delegati sono liberi di esprimere il proprio pensiero e di votare tutte le mozioni all’ ordine del giorno: negli altri movimenti non so, da noi così limitati, però ancora funziona così. Certo che i dirigenti UDC, a tutti i livelli, non sono santi, puri e completamente alieni dal desiderio di farsi i propri interessi, ma asserire che la loro linea principale sia stata quella della convenienza e della corsa alle poltrone mi sembra davvero troppo, quando in campo nazionale hanno rifiutato di entrare, con incarichi di rilievo, prima nel traballante governo Prodi e poi in quello di Berlusconi, quando potevano rimanere nelle giunte del Veneto, della Lombardia, del Piemonte e della Liguria se non avessero avversato la politica della Lega che ritenevano pericolosa per la tenuta della Nazione e quando in moltissime realtà amministrative locali hanno scelto senza mettere al primo posto la convenienza personale (ripeto in moltissime, non in tutte). Penso che l’ infallibilità e la perfezione non siano prerogative della natura umana e che tutti abbiamo dei limiti fisici e culturali, occorre però tendere al meglio, rispettando le idee e le scelte anche di chi la pensa in maniera diversa da noi almeno cercando di capire le sue ragioni e non giudicando seguendo la tendenza della maggioranza del momento. Cittadino.

Antonio Bigoni.
Antonio Bigoni.
12 anni fa

@Cittadino.
Dal punto di vista strettamente storico Casini dice che lui era pure disposto a sostenere Berlusconi nel 2008,solo che chiedeva di essere alleato col proprio simbolo come la Lega e l’MPA.
Ed io sono d’accordo con lui.
Quindi su questo punto la polemica tra me e te non ha proprio ragion
d’essere.
Prendo atto del fatto che tu riconosci che anche nell’UDC ci possano essere delle persone che sbagliano.
Quello che mi lascia perplesso è che finora mentre ho visto molti diciamo militanti del PDL criticare il PDL,invece non ne ho visto dell’UDC criticare l’UDC.
Tutto qui.

cittadino
cittadino
12 anni fa

@Antonio Bigoni, le assicuro che non ho risposto al suo post per fare polemica ma solo per esprimere le ragioni del mio pensiero politico diverso evidentemente dal suo che reputo rispettabile allo stesso modo anche se non lo condivido. Ad esempio nel 2008 Berlusoni ha cercato di espellere l’ UDC o di cooptarlo per poi cancellarlo dalla scena politica,cosa che non gli è riuscita, perchè la sua linea politica era incompatibile con quella della Lega cui aveva dato la chiave del governo: basta guardare la fine fatta da AN che era entrata nel partito del predellino addirittura con il 12%! Non era solo una questione di simbolo o “marchio” come dice lui, ma era la posizione dell’ UDC che, a torto o a ragione, era opposta a quella del federalismo secessionista della Lega la quale teneva in mano le sorti del CDX. Non è poi assolutamente vero che non ci siano stati e non ci siano elettori e militanti UDC critici con le scelte politiche fatte e questo glielo posso assicurare in quanto, soprattutto dal 2008, ho visto molti amici uscire dal partito per entrare nel PDL come ne ho visti altrettanti venire dal PD o dall’ astensionismo. E poi anche su questo blog non mancano interventi critici di persone che si dicono militanti UDC, di altre che minacciano di uscire e di altre ancora che già lo hanno fatto, come per fortuna (dico io) vi sono apprezzamenti per le scelte fatte e per quelle che si progettano per il futuro. La democrazia è faticosa, è mediazione e anche compromesso fra gli interessi delle varie categorie dei cittadini per far raggiungere il benessere civile e morale alla maggior parte possibile della popolazione. Cittadino.

Antonio Bigoni.
Antonio Bigoni.
12 anni fa

@Cittadino.
Le dirò sulla prima parte sono d’accordo con lei.
Berlusconi non piace più neanche a me.
Certo però piaccia o non piaccia ci siamo stati tutti assieme dal 1994 fino al 2008.(perchè ancora nel 2007 l”UDC ad esempio sosteneva Tosi
come sindaco di Verona,che è molto peggio dei leghisti liguri per i quali si dice di avere fatto l’alleanza con Burlando)
A me dispiace che si sia di fatto creato un muro di incomunicabilità
tra gente che prima stava assieme,tutto qui.
Per dire io nel 2008 se ne avessi avuto l’occasione avrei detto che
Berlusconi sbagliava.
Non conoscevo ancora questo Blog e non ho potuto farlo.
Avendo io il sogno di un grande partito moderato,ma chiaramente alternativo alla Sinistra.
Mi sarebbe piaciuto che gli elettori dell’UDC facessero uguale davanti a certe scelte dell’UDC.
Tutto qui,niente di più e niente di meno.

mario pezzati
mario pezzati
12 anni fa

personalmente trovo che l’udc in alcune cose sbagli, per me l’alleanza migliore è con il centrosinistra.
ognuno la vede come meglio crede.

Antonio Bigoni.
Antonio Bigoni.
12 anni fa

@Mario Pezzati.
Senza dubbio,ognuno la pensa come crede.
Solo non capisco come abbia fatto allora a stare in un partito che per 14 anni è stato organico al CDX,appoggiando gente come Storace nel Lazio
nel 2000 e nel 2005,o gente come Tosi nel 2007.
Io ho votato per il CDX,un pò per tutti i partiti,pure l’UDC,ma perchè credevo in un partito moderato alternativo alla sinistra.
Se Forza Italia o il PDL si fossero alleati con la sinistra col cavolo che li votavo.

mario pezzati
mario pezzati
12 anni fa

infatti non ho mai votato pdl o forza italia.

Antonio Bigoni.
Antonio Bigoni.
12 anni fa

Io invece ho votato l’UDC almeno 2 volte.



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