postato il 2 Giugno 2011 | in "In evidenza, Politica, Riceviamo e pubblichiamo"

Lo schiaffo di Novara alla Lega

Una sconfitta pesante in casa di Roberto Cota: il centrosinistra prevale nel ballottaggio di Novara sul candidato della Lega Nord, sostenuto anche dal PDL, l’assessore uscente Mauro Franzinelli, fedelissimo del presidente della Regione.

Novara, capoluogo di provincia di oltre centomila abitanti, è un po’ il feudo di Roberto Cota. Dalla città di San Gaudenzio il governatore del Piemonte ha costruito la sua carriera che l’ha portato alla poltrona più alta, strappata di misura al centrosinistra, che candidava la Bresso, solamente un anno fa. Sembra passato un secolo: allora la Lega dilagava nelle province piemontesi, da Cuneo a Verbania, passando naturalmente per la culla politica di Cota. Si parlava di avanzata leghista in un Piemonte mai andato veramente a braccetto con forze estreme, terra di moderati, democristiana, tutt’al più socialista. L’avanzata che molti  definivano inarrestabile trovava un argine solo a Torino.

Per capire l’inaspettata vittoria dell’outsider Andrea Ballarè (PD, SEL, Rifondazione) sul favorito Franzinelli bisogna allora fare un passo indietro, alle elezioni dello scorso anno. Cota strappa la poltrona di piazza Castello all’uscente Bresso, sconfitta per una manciata di voti, e con lui viene eletto in consiglio regionale il sindaco in carica di Novara, il leghista Massimo Giordano, divenuto poi assessore allo sviluppo economico. Un incarico di prestigio, che non può certamente svolgere mantenendo anche la poltrona di sindaco. Giordano allora si dimette e la città passa nelle mani del vicesindaco Silvana Moscatelli che lo sostituisce nelle funzioni di primo cittadino. Arriviamo al 2011, Novara è chiamata a scegliere il suo sindaco. Al primo turno nessuno raggiunge la fatidica soglia del 50%: brutta sorpresa per gli ambienti di Cota, che contavano di festeggiare il loro uomo al primo passaggio, forti di un dominio indiscusso e ininterrotto dal 2001. Al ballottaggio arriva la batosta finale e inappellabile: Ballarè diventa sindaco. Come capacitarsi di una sconfitta così netta, quando cinque anni fa Giordano aveva trionfato con il 61 per cento dei voti al primo turno?

Qualche spiegazione logica c’è. Innanzitutto dobbiamo considerare le elezioni amministrative nel loro insieme. Novara, come tante altre città passate in questa tornata elettorale al centrosinistra, ha subito gli influssi di quella realtà che più di ogni altra quest’anno ci ha sorpreso, Milano, con il caso Pisapia, che dato dai più come perdente fin dall’inizio ha sbaragliato l’uscente Moratti al ballottaggio, dopo averla staccata di sette lunghezze al primo turno. Novara è anche geograficamente vicina al capoluogo lombardo, è facile capire  l’influenza che  l’esito delle amministrative meneghine ha esercitato. L’onda lunga non ha risparmiato Novara, Trieste, Cagliari, e altre realtà importanti conquistate dal centrosinistra. Tutto merito di una campagna di entusiasmo, con uno schieramento compatto che ha saputo mantenere il vantaggio e incunearsi nelle falle degli avversari.

A scavare un po’ più a fondo, si trova un’altra ragione, forse più sottile, forse meno decisiva nell’aver spostato voti, ma comunque degna di considerazione. Massimo Giordano, appena chiamato da Cota (suo padrino politico) nella giunta regionale, ha mollato la poltrona di sindaco, lasciandola alla reggente. Inutile dire quanto poco la popolazione abbia apprezzato questo gesto, per di più se commesso da un esponente della Lega, che della buona amministrazione e del rispetto del potere locale ha fatto i propri cavalli di battaglia. Se Giordano, Sindaco scelto subito dai novaresi con una netta affermazione al primo turno, che alla prima nomina più importante e, si presume, redditizia, lascia il posto per cui è stato chiamato dagli elettori, chi può assicurarci, hanno ragionato i cittadini, che anche Franzinelli, stesso colore politico, comune appartenenza al “giro” di Cota, non farà lo stesso, se gli capiterà un’opportunità simile? La Lega, da sempre alfiere del buongoverno, ha marciato un po’ troppo sui suoi successi, approfittando della buona fede della gente.

Novara ha dimostrato al clan leghista che ha governato la città per quattordici anni (una sola parentesi tra il 1997 e il 2001, con un sindaco dell’allora PDS) che la rendita politica non basta. Servono modelli convincenti di buona amministrazione, non fedelissimi o yes-man a cui si dà la poltrona di primo cittadino, “tanto la città è leghista”.

Uno schiaffo civico che mette in discussione l’invincibilità leghista al Nord. La volata anti-Lega può partire dal suo cuore antico, la Novara di Roberto Cota.

“Riceviamo e pubblichiamo” di Stefano Barbero

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citoyenne
citoyenne
13 anni fa

Indubbiamente nelle elezioni amministrative è importante che venga eletta una persona che goda della fiducia dei cittadini e quando questa viene a mancare allora se ne piangono le conseguenze. Ma al di là dei fatti locali, io penso che la “lega” in generale abbia subito uno scacco per comportamenti anomali della sua classe dirigente, quella che risiede a Roma, godendo dei “benefici romani”. E la promessa di ministeri trasferibili al nord ha fatto sì che tutta la base leghista pensasse che i vari Bossi, Cota, Maroni, Calderoli, ecc. volessero solo pensare a sistemare, alla maniera romana, buona parte delle loro famiglie… magari il “trota” proposto come ministro dell’economia… e così via di seguito.
Forse la base leghista ha capito che i loro leaders piuttosto che moralizzare Roma, si siano lasciati corrompore dai fasti e dai lussi della capitale.
Potrebbe essere anche questa una chiave di lettura della “debolezza” di Cota?
Una citoyenne



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