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Parole sante Presidente!
Questa vicenda dimostra che della giustizia non se ne frega nessuno
Quei ‘Panzoni’ della Polizia di Stato messi a dieta dalla cura Tremonti!
Brunetta li chiama “panzoni” e Tremonti li mette a ‘dieta’ tagliando i fondi al comparto sicurezza! Loro, i Poliziotti, non ci stanno e scendono in piazza andando ad allungare la lunga lista degli ‘scontenti’ di questo governo! Ecco un dei tanti momenti delle manifestazione tenute in tutta Italia dal sindacato della Polizia di Stato contro i tagli in finanziaria. «Ci hanno pugnalato alle spalle» recita una delle sagome di cartone. Anche i poliziotti, quindi, scendono in piazza contro il governo e la manovra finanziaria al grido di: «Tagliate gli Sprechi, non la Sicurezza!». Gli unici che finora non hanno scioperato sono politici, imprenditori, banchieri, assicuratori, faccendieri, ladri e farabutti!
Il messaggio, affatto subliminale, che il Governo Berlusconi vuole far passare è che “in Italia paga solo fare i furbi!”
L’italia degli artigiani, dei piccoli imprenditori e dei lavoratori non merita la stessa considerazione e attenzione riservata ai grandi, o presunti tali, finanzieri che speculano quotidianamente sui mercati finanziari. Non sto parlando di coloro che investono denari in società quotate perchè credono nell’attività svolta dall’azienda, piuttosto di coloro che cavalcano le turbolenze dei mercati finanziari, amplificandone a volte a dismisura gli effetti, per produrre ricchezza per se stessi a discapito di un impoverimento del sistema finanziario del nostro paese.
Giustissimo, è il momento di tassare queste speculazioni finanziarie sopratutto per recuperare quella mentalità da sana imprenditoria che in passato ha fatto grande il nostro paese.
Due pesi e due misure, per il nord leghista e per il sud, lo stop alle multe dovute per le quote latte, interessa prevalentemente le aziende agricole settendrionali.
Per l’agricoltura del sud invece si progettano provvedimenti che, se entrassero in vigore, potrebbero causare la strage definitiva di molte imprese.
Il decreto legge sulla manovra contiene il principio “solve et repete” cioè “paga e poi chiedi la restituzione” riesumato a distanza di quasi 50 anni dalla sconfessione da parte della Corte costituzionale. Praticamente: i debiti verso la pubblica amministrazione o verso l’Inps devono essere pagati anche prima di essere accertati, avremo l’ipoteca di Stato sulla grande maggioranza delle moribonde imprese agricole meridionali.
Manovra: ok del Senato alla fiducia.
Il governo, nonostante gli imbarazzi finiani, tiene e… resta dov’è! Il Senato ha detto sì alla fiducia chiesta dal governo sul maxiemendamento alla manovra correttiva. I sì sono stati 170, i no 136. Pdl, Lega e Mpa hanno votato a favore. Pd, Idv, Udc, Api e Svp hanno votato contro. Il primo effetto pratico – prodotto dalla manovra sulla pelle dei cittadi – che ci viene in mente? Il costo del biglietto di autobus, metro, tram e treni: con i tagli previsti dalla manovra, il prezzo cresce tra il 36 e il 78%. A fronte di tale aumento non corrisponde però un miglior servizio reso all’utenza, ma la riduzione dello stesso, con diminuzione delle linee e soppressione delle corse da minimo di 196 milioni di chilometri l’anno a un massimo di 392 milioni di chilometri (a seconda di tagli del 10% o 20%). Per i treni per pendolari il servizio dimagrirebbe da un minimo di 3,9 milioni di treni per chilometro a un massimo di 7,8 milioni di treni/km! Il testo, che deve essere convertito in legge entro fine luglio, passa ora all’esame della Camera. Con il sì del Senato alla fiducia sulla manovra si chiude il primo decisivo passaggio parlamentare per il decreto di correzione dei conti italiani. Un intervento da circa 25 miliardi di euro necessario per mantenere gli impegni con Bruxelles sul deficit. Una manovra pesante, riconosciuta da tutti come necessaria per mettere al riparo l’Italia da ulteriori turbolenze finanziarie, ma contestatissima fin dalla sua approvazione in Consiglio dei ministri il 25 maggio scorso. In trincea, in primis, i governatori che hanno protestato duramente contro i pesanti tagli alle Regioni, arrivando a minacciare la restituzione allo Stato di deleghe importanti, dai trasporti all’ambiente. La partita, tuttavia, non è ancora chiusa. Oggi i governatori torneranno a riunirsi per valutare le mosse future, a maggior ragione adesso che non ci sono più spazi per intervenire in manovra. Molte altre le categorie sul piede di guerra, a cui però è toccata miglior sorte: dai disabili che chiedevano modifiche alla soglia di invalidità, ai farmacisti che volevano una più equa distribuzione dei sacrifici, dai magistrati fino a Province e Comuni e sono state accontentante con la promessa di maggiori spazi per l’autonomia impositiva con il federalismo fiscale. Numerosi anche gli incidenti di percorso durante l’iter a palazzo Madama. Per citare i più celebri, si può ricordare il dietrofont del governo sullo stop al requisito di 40 anni di contributi, bollato dal ministro Maurizio Sacconi come un “refuso”, ma poi smentito dal collega Giulio Tremonti. E ancora, l’annosa vicenda delle “quote latte”, che ha scatenato polemiche dopo l’annuncio di Bruxelles di una possibile procedura di infrazione a carico dell’Italia per la proroga della sospensione del pagamento delle multe. Marcia indietro dell’esecutivo anche sul taglio delle tredicesime per poliziotti, magistrati e altri comparti. Dal Senato, tuttavia, come ha sottolineato lo stesso Tremonti, la manovra esce migliorata e con i saldi invariati. Molte le novità introdotte nel passaggio in commissione che si sono andate ad aggiungere a un provvedimento già molto corposo che consentirà all’Italia di ridurre il deficit dal 5% del Pil del 2010 al 3,9% nel 2011 e al 2,7% nel 2011. Tra le norme di maggior peso, c’è il blocco degli stipendi per i dipendenti pubblici, le novità sulle pensioni, i tagli per Regioni, Province e Comuni. E ancora, la riduzione degli stipendi dei manager, dei ministeri e dei costi della politica, la stretta sull’evasione fiscale e le assicurazioni. Entrano anche le norme per la libertà d’impresa, i rincari dei pedaggi autostradali e la sanatoria di oltre 2 milioni di “case-fantasma”. Il testo passa adesso “blindato” a Montecitorio per il via libera definitivo, senza modifiche, e con un nuovo voto di fiducia entro fine mese. Di seguito tutte le principali misure della manovra.