Niente dimissioni, non siamo inglesi.
“Riceviamo e pubblichiamo” di Adriano Frinchi
«Ho colpevolmente permesso che venissero sorpassati i confini che separano gli interessi personali dalle attività del governo». Queste parole, purtroppo, non sono di Silvio Berlusconi madel ministro della difesadel Regno Unito Liam Fox che ha ritenuto opportuno lasciare la guida del dicastero dopo essere stato messo sotto accusa dalla stampa – soprattutto dal Guardian – per via del ruolo controverso ricoperto dal suo amico e testimone di nozze Adam Werritty negli affari del ministero. Il povero Fox ha avuto solo la sfortuna di nascere in Inghilterra, perché se fosse nato in Italia non solo avrebbe potuto portarsi in giro il suo amico come un qualsiasi Lavitola, ma in caso di necessità avrebbe potuto perorare presso i commissariati di polizia la causa di presunte nipoti dell’ex rais egiziano Mubarak e sarebbe stato salvato dal Parlamento dalle grinfie di magistrati e giornalisti brutti, sporchi e cattivi. Ma a Londra l’aria è diversa e così Fox è stato costretto alle dimissioni. Se a Londra la volpe viene impagliata a Roma il lupo perde il pelo ma non il vizio e così dopo l’ennesimo rocambolesco voto di fiducia, non si parla assolutamente di dimissioni, anzi Silvio Berlusconi, l’uomo che fa sembrare Liam Fox soltanto un bambino birichino, ha pensato bene di premiare ancora una volta quanti si sono prontamente impegnati, non sempre limpidamente, per garantire la sopravvivenza dell’esecutivo. I beneficiati con posti di viceministro sono l’ex finiana Catia Polidori, che il 14 dicembre fu determinante con il suo cambio di casacca per salvare il governo, e Aurelio Misiti ex Idv ed ex Mpa che aveva votato contro la perquisizione negli uffici del ragioniere di fiducia del Cavaliere. A questi si aggiunge Pino Galati che diventa sottosegretario grazie ai “mal di pancia” di Mario Baccini. Niente dimissioni, non siamo inglesi verrebbe da dire e ci sarebbe anche da ridere confrontando le nostre infornate ministeriali con le dimissioni di Fox se nello stesso Consiglio dei ministri che ha lanciato nell’empireo del potere altri peones non si fosse approvato il ddl stabilità con una incredibile pioggia di tagli: alla polizia (60 milioni in meno tra il 2012 e il 2013), alle spese di vitto per guardia di finanza e carabinieri (tre milioni in meno), ai monopoli di Stato (50 milioni in meno a partire dal prossimo anno), agli istituti di previdenza come Inps, Inpdap e Inail, e ancora nel settore della scuola, dove i distacchi, i permessi e le aspettative saranno ridotti del 15%, e si taglia la figura del dirigente scolastico per quegli istituti autonomi al di sotto dei 300 studenti. Ciliegina sulla torta: un miliardo di euro in meno anche alla voce destinata all’edilizia sanitaria, cioè agli ospedali. E mentre si tagliava di qua e di là il ministro Romani è riuscito anche a perdere i fondi per la banda larga. L’ultima versione della legge di stabilità uscita dal consiglio dei ministri conferma che le telecomunicazioni perdono la quota dell’extragettito dell’asta per le frequenze che invece era inizialmente destinata al settore.Non vi allarmate però se questi tagli vi mettono in difficoltà, in fondo qualche altro posto da sottosegretario ci potrebbe scappare e potete anche portare tranquillamente un vostro amico. Mica siamo inglesi.