Niente timbri alla cieca, Fini dia precedenza alla manovra anti-crisi
“Così com’è la legge sulle intercettazioni non supera il vaglio della Consulta”.
Pubblichiamo da ‘La Repubblica’ l’intervista a Pier Ferdinando Casini di Alessandra Longo.
«Così com’è uscita dal Senato, la legge sulle intercettazioni va cambiata di tutto punto. Ci vuole un compromesso da trovare insieme. Se io fossi il presidente della Camera, terrei conto che la maggioranza vuole un iter rapido ma userei anche il buonsenso. E il buonsenso dice che viene prima la discussione sulla manovra». Pier Ferdinando Casini conferma la sua strategia nei confronti del centrodestra: niente piazze, niente aule occupate, «niente guerre tra guelfi e ghibellini». Dice il leader dell’Udc: «Io sono per l’opposizione costruttiva».
Onorevole Casini, adesso tocca alla Camera. Che cosa succederà alle intercettazioni ?
«Certo la legge non può passare così. La Camera non è l’ufficio timbri. Il bicameralismo, oltre le storture, ha questo di buono: i prodotti legislativi si possono migliorare».
Non sembra che il centrodestra abbia tutta questa voglia di rimetterci le mani.
«Ripeto: allo stato non è una legge votabile, non supererebbe il vaglio della Consulta. Il rischio è di fare un braccio di ferro inutile. Ci sono tre cose in questo provvedimento che proprio non vanno: sono rimasti fuori dalle deroghe reati fondamentali come il riciclaggio e l’estorsione; c’è poi questa faccenda dei 75 giorni di intercettazioni rinnovabili che non sta in piedi ed è evidente una gravissima violazione del concetto di libertà di stampa. Le multe agli editori comporteranno inevitabilmente uno squilibrio tra i poteri della proprietà e il principio dell’autonomia dei giornalisti».
Insomma, tutto o quasi tutto da tifare.
«Io non ho la strategia del tanto peggio tanto meglio. Io dico alla maggioranza: fermatevi, sediamoci attorno ad un tavolo e troviamo un compromesso che magari non soddisfa ma è meglio di niente».
E’ la teoria del meno peggio.
«E’ la mia teoria. Io voglio cercare di incidere fino all’ultimo minuto sul processo legislativo. Il ruolo dell’opposizione non è occupare l’aula o uscire dall’aula. Così si fa un favore grandissimo alla maggioranza. Alla fine si rischia che questi mettano la fiducia e la legge resti così».
Critico con l’Italia dei Valori e con il Pd: non si salva nessuno.
«In questi due anni alla Camera il Pd si è sempre comportato con estrema correttezza. Adesso sembra succube di Di Pietro. Lui occupa l’aula e loro escono dall’aula come risposta mediatica. Questa non è l’alternativa, come la intendo io».
Berlusconi va per la sua strada. Ha detto che per le intercettazioni si scaldano solo magistrati e giornalisti, cioè una minoranza targata.
«Non sono d’accordo. Nell’opinione pubblica c’è una contrarietà a 360 gradi su questo provvedimento ed esprimono malumore anche persone libere all’interno della maggioranza. Penso a Pisanu, a Pecorella, alla componente di Fini. Lo spazio per la discussione quindi c’è. Perché se è vero che una parte della magistratura è militante è anche vero che non si può licenziare un testo che penalizza l’intero corpo della magistratura e abbassa il tasso di legalità».
Lei è stato presidente della Camera. Se fosse Fini cosa farebbe?
«Un presidente della Camera deve conoscere il regolamento e avere buonsenso. Fini ha entrambi i requisiti».
Il buonsenso che cosa suggerisce ?
«Di prendere atto che la maggioranza vuole un ‘accelerazione sulle intercettazioni ma anche che non ci può mai essere una forzatura delle regole. Non è la corsa dei cento metri. E va detta anche un’altra cosa».
Dica.
«Le intercettazioni sono sul tavolo già da tre anni. La discussione sulla manovra adesso deve avere la priorità».
Casini, dentro il Pdl la corteggiano. Non è che pensa ad un rientro?
«Non abbiamo mai accettato ministeri, non cominceremo a farlo certo adesso, sarebbe umiliante per tutti. Io faccio un altro ragionamento: c’è bisogno di una fase politica nuova che metta assieme tutte le forze responsabili, che aiuti l’Italia in declino a risollevarsi. Ho letto l’intervista di Beppe Pisanu a Repubblica e mi ritrovo nelle sue parole».
Berlusconi crede nell’autosufficienza.
«E’ lui il presidente del Consiglio. Se pensa che in questo Paese vada tutto bene, continui cosi».
Credo che in caso di voto segreto, si puo’?, il Pdl si spaccherebbe. Questa Legge deve essere bloccata
Un’intervista quella di Casini che mette assolutamente in luce il suo pensiero moderato e determinato dal buonsenso. Si rileva l’azione pessima del Governo che sembra voglia dimostrare che “peggio di così si può ancora fare”. L’opposizione costruttiva, rappresentata da Casini, auspica non a una protesta, che potrebbe essere anche legittima vista la drammaticità della legge appena varata; si auspica bensì a una forma di collaborazione e cooperazione trasversale perché certi temi non possono essere definiti appannaggio solo di destra o di sinistra. Credo che questo tipo di dialogo sia possibile instaurarlo anche con parte della maggioranza, non perché si voglia destabilizzare il governo, tanto meno perché si voglia complottare alle spalle del premier. Questa non sarebbe politica, mentre dobbiamo sempre avere ben presente cos’è la politica e gli unici Politici, ora come ora, che han capito come bisogna ritornare a pensare alla comunità, alla polis, sono solamente Casini e Fini. Due personalità che stanno pensando al futuro in modo pragmaticamente oggettivo, più vicino alla Nazione che a etichette identificative del potere. E’ ora che il “nuovo corso” della politica abbia inizio.
[…] così come è stato licenziato dal Senato va cambiato di tutto punto.” Sono queste le parole del leader dell’UDC Pierferdinando Casini, estrapolate da un’ intervista rilasciata a “Repubblica”. E’ da queste […]
Berlusconi crede nell’autosufficienza.
«E’ lui il presidente del Consiglio. Se pensa che in questo Paese vada tutto bene, continui cosi».
questa ultima frase riassume il tutto…
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